Si sedette su una delle pile di
libri che circondavano il suo letto e prese ad osservarlo. Lo faceva sempre più
spesso, ultimamente. Si sedeva e lo fissava fino al mattino.
Il suo sonno, di solito sempre
molto tranquillo, era agitato. Ripeteva i nomi delle persone che Voldemort gli
aveva portato via, ancora e ancora. Lo supplicava di prendere lui al posto
loro. A volte ringhiava, segno che probabilmente sognava di trasformarsi ed
attaccare il suo nemico. Ma il ringhio, ogni volta, si mutava in un mugolio soffocato.
-Sei sicuro che vada tutto bene?- gli aveva chiesto, poco dopo il loro rientro al 12 di Grimmauld Place. La sua espressione non era mutata, da quando Sirius era morto davanti ai suoi occhi. Era completamente apatico. Sembrava non fosse accaduto nulla.
-Sì, Ninfadora. Và tutto bene.
Tu stai bene?- aveva risposto. Al contrario, lei non aveva smesso un attimo di
piangere. Con il tempo aveva finito con affezionarsi a Sirius e per lei era
diventato un amico fidato con cui confidarsi. Non aveva mai dimostrato di aver
superato vent’anni... E ne aveva trentasette... Era rimasto un ragazzo, anche
dopo tutti quegli anni ad Azkaban. Probabilmente era quell’atteggiamento, misto
all’affetto che provava per James e Harry, ad averlo fatto sopravvivere ad Azkaban.
Si asciugò le lacrime ed annuì.
Forse avevano modi diversi di affrontare il dolore.
Aveva sperato che, con il tempo, si sarebbe ripreso o, per lo meno, sfogato. Invece, erano trascorse tre settimane e la situazione non era cambiata per niente. Stava male. Lo si poteva leggere nei suoi occhi facilmente. Non c’era bisogno alcuno di essere legimens. E poi, a confermare i suoi sospetti, c’erano quegli incubi.
Avrebbe voluto parlarne con
Harry. Ma non ne aveva il coraggio. Lui era stato colpito da quel lutto almeno
quanto Remus.
-No! Basta! Lasciatelo! Lui non
ha colpa! Io sono rimasto a guardare!- urlò l’uomo, svegliandosi di colpo.
Tonks gelò sul posto e, per un
attimo, i suoi occhi, diventati celeste chiaro per lo spavento, incontrarono
quelli verdi e confusi del licantropo. Poi lei scattò in piedi e corse via. O,
almeno, così sperava, perché, al contrario, inciampò su un’altra pila di libri
e si ritrovò distesa sul pavimento della camera, faccia a faccia con la
copertina di Mille modi per utilizzare un fuoco fatuo, incapace di
alzarsi nuovamente.
-Nina?- mormorò Remus,
incredulo.
Nina. Era l’unica persona che si fosse degnata a trovare un
modo per chiamarla per nome, dopo che aveva annunciato che Ninfadora le
faceva schifo, modificandolo un pò.
S’impegnò a strisciare oltre la
porta, cercando di ricordarsi come si facesse l’incantesimo Obliviante.
Sembrava che qualcuno l’avesse lanciato contro di lei. Aveva la mente
completamente vuota.
-Ho sbagliato porta, scusami!-
esclamò. Era la prima scusa che le fosse venuta in mente. E di certo, era la
più stupida. Anche se non era inverosimile, vista la sua predisposizione
naturale alla goffaggine.
-Ti sei fatta male?- le chiese.
Subito dopo si sentì sollevare da terra dalle due mani che l’avavano afferrata
per la vita. Si mise in piedi, ma continuò a dargli la schiena. Ora il suo viso
e i suoi capelli esibivano la stessa splendida sfumatura rossa.
-No... Grazie, professore...-
sussurrò, pentendosene immediatamente. Fece un passo in avanti, oltra la
soglia, seguito da un altro. Apparentemente non aveva nulla di rotto.
Apparentemente riusciva ancora a resistere all’incantesimo dei suoi occhi.
-Professore?- ripeté, stupito.
-Aiuto!- esclamò, rotolando giù per le scale. Un paio di ragazze la sorpassarono ridacchiando. Ricacciò indietro le lacrime e controllò che tutte le parti del proprio corpo fossero a posto. Lo erano.
-Ti sei fatta male?- le chiese
una voce maschile, profonda ed amichevole. Subito dopo si sentì sollevare da
terra e tutto si fece nero.
Quando riaprì gli occhi, si
trovava in quello che aveva tutta l’aria di essere l’ufficio di un professore.
Era distesa sul letto di un professore.
Scattò a sedere di colpo,
venendo però costretta a sdraiarsi da un violento mal di testa.
-Stai calma, hai preso un
brutto colpo in testa...- le spiegò il professore. Non l’aveva mai visto prima.
Doveva essere il sostituto di Allock. Per fortuna non sembrava assomigliare al
suo predecessore. Aveva gli occhi di un verde brillante e, nonostante il colore
non dovesse esserlo, caldo e i capelli castani, scompigliati. I suoi vestiti
non erano per niente in buono stato ed aveva parecchi graffi sul volto.
-Prima i dissennatori ed ora
questo... Immagino che sarà un anno molto movimentato...- commentò,
preoccupato.
-Perché non sono in
infermeria?- chiese, tenendosi la testa ed alzandosi più lentamente.
-Il mio ufficio era più
vicino... A proposito, Remus Lupin, sono il nuovo insegnante di Difesa contro
le Arti Oscure.- si presentò, tendendole la mano, sorridente. Alzò gli occhi al
cielo quando la vide seduta.
-Tonks. Ninfadora Tonks. E non
si preoccupi, ho sopportato di peggio...- mormorò, stringendogli la mano.
-Nome... Interessante.-
commentò, sempre sorridendo.
-Altroché... Quando non si è
quella che lo porta, ovviamente.- ribatté, a denti stretti.
-A che anno sei, Tonks?- chiese
il professore, iniziando ad armeggiare con la teiera.
-L’ultimo. Almeno, spero sia
l’ultimo... Dopo vorrei essere Auror... Mi piace l’idea di combattere contro il
male... Non so quando ho cominciato a volere questo tipo di futuro, ma sento
che è la cosa che più mi si addice...- raccontò, per poi fermarsi
improvvisamente. Perché gli stava raccontando tutto?
Certo, le ispirava molta
fiducia, ma era pur sempre un professore... Anche se, doveva ammetterlo, un
professore molto carino...
Arrossì violentemente e prese a
fissare con insistenza il muro.
-Bei capelli...- commentò
Lupin, porgendole una tazza di té.
Si portò una ciocca davanti
agli occhi e si accorse con orrore che era rossa. Si concentrò e la fece
tornare castana, poi la ricacciò indietro ed afferrò la tazza. –Grazie,
professore.-
-E’ un pò che nessuno mi chiama
in questo modo...- aggiunse Remus.
-Stava urlando... Sono venuta a
vedere come stava... Si agitava ed urlava...- spiegò la ragazza, con calma. On
ce la faceva più a tacere. Voleva che urlasse, che piangesse. Che tornasse ad
essere... L’uomo di cui si era innamorata.
-Non dormi? Immagino che la
morte di Sirius ti abbia scossa molto...- sussurrò l’uomo.
-Non quanto ha scosso lei.-
ribatté, fredda. Aaaah! Che le saltava in mente di dargli del lei?! –Cioè...
Te.-
Rimasero in silenzio per
qualche interminabile secondo, poi fu lui a rompere il silenzio. –Cerca di
dormire, Nina... Buona notte...-
Si voltò di scatto verso di lui,
mentre i suoi occhi diventavano neri e i capelli rosso fuoco: -Stammi a
sentire, Remus J. Lupin, o chiunque abbia preso il suo posto! Sono stufa di te!
Sono stufa di quest’ameba che ti ha sostituito! Che diavolo credi di fare?! Il
coraggioso che non si commuove per la morte di un amico?! Bé, lasciatelo dire,
tutto quello che stai facendo ora è ridicolo! Mi fai schifo!- s’interruppe,
ansante. Non voleva dirgli questo... Non voleva offenderlo... Voleva solo che
tornasse quello di sempre. Stava rovinando tutto come al solito...
Diede un calcio ad un’innocente
pila di libri, che crollò, andando a raggiungere quella che aveva tirato giù a
causa della sua goffaggine.
-Non sono bravo come te...
Perdonami...- sussurrò lui, abbassando la testa.
-Chi ha detto che è una
questione di abilità?! E’ solo una questione di umanità!- sbottò, osservando
l’espressione dell’uomo farsi ulteriormente cupa. –Non provare a dirmi che non
sei umano, perché ti prendo a calci! Le tue sono tutte stronzate! Affronta la
vita, Remus! Sei un Licantropo? E allora?! Io cambio aspetto a mio piacimento!
Chi credi fosse più preso in giro a scuola?! Chi credi fosse più solo?!- urlò,
afferrandogli i polsi ed obbligandolo a fissarla. La rabbia svanì alla vista
delle sue lacrime. I suoi occhi e i suoi capelli divennero grigi.
-Io vorrei essere come Sirius!
O come James! O come Lily! Invece, più ci penso, più capisco di essere simile a
Peter!- esclamò, tra i singhiozzi.-Sono debole e pericoloso.-
-Remus... Sirius, James e Lily
sono morti! Anche tu sei coraggioso... Quale persona, maledetta dalla
licantropia, non userebbe questa forza per fare del male?- chiese, abbassando
la voce.
-Io non sono coraggioso! Ho
lasciato che maltrattassero Piton e altre persone... Altre persone magari
povere o semplicemente diverse da loro, esattamente come me! E solo perché
avevo paura di restare solo!- ribatté Remus, allontanandosi da lei con un
movimento brusco.
-Ma tu sei cambiato...- mormorò
lei, facendo un passo avanti ed abbracciandolo. –Tu sei diverso... Non ti
ricordi cos’è successo in quel bagno?-
-Lasciatemi!-
Erano tre. Erano grossi, più
forti di lei ed avevano tutti le loro bacchette. Ed avevano cattive intenzioni.
Ma perché proprio lei? Non
erano neppure Serpeverde. Erano Tassorosso, come lei.
Si dibatté ulteriormente, ma
quello più robusto, uno dei battitori dell’anno prima, la schiacciò contro la
porta del bagno. Possibile che nessuno riuscisse a sentirla? Oppure... Oppure
qualcuno l’aveva già sentita ma aveva deciso di ignorarla?
Non era mai stato difficile,
per gli altri, ignorarla. Sentivano che era diversa. Non era solo per i
capelli, che l’avevano sempre presa in giro. Era quasi sempre una delle più
brave della classe. E la più goffa.
Sentì le sue mani callose
contro la coscia ed urlò ancora più forte.
-Silencio!- sbottò uno di loro,
stizzito.
Vide il suo sorriso svanire e trasformarsi in una smorfia di dolore, per poi scomparire con il suo proprietario. Subito dopo, anche il secondo sparì dalla sua visuale. Il terzo fu afferrato e gettato dalla parte opposta del bagno.
Tonks crollò a terra, scossa da
silenziosi singhiozzi.
-Prendili e portali in
presidenza. Ti raggiungo dopo.-
Si rannicchiò su sé stessa. Si
accorse che riusciva di nuovo ad emettere suoni. Si accorse anche dei passi che
le venivano incontro. La voce dell’uomo le proveniva lontana, ovattata. -Bevi
questo, Tonks...-
-Ti senti meglio?-
Scosse la testa e richiuse gli
occhi. Le immagini di quei tre ragazzi, del loro ghigno, le fecero cambiare
idea.
-Come mi ha trovata?- gli
chiese, fissandolo. Fissarlo la fece sentire meglio.
-Frederik Harrison... E’ venuto
qui correndo perché aveva sentito quei tre confabulare...- le spiegò. –Sei
stata fortunata...-
-Non credevo sarebbero arrivati
a tanto.-
Però sapeva di quello che erano
capaci. Non avevano mai perso l’occasione per denigrarla davanti a tutti. E
avevano trascinato molti altri nel loro gioco. Harrison era uno di questi.
-Saranno espulsi e non sarà più
permesso loro di usare una bacchetta.- la informò.
-Non importa... La scuola è
finita, ormai...-
-Non dire che non importa. Sai
che non è vero.- sussurrò Lupin, secco.
-A me non importa.- ribatté
lei, rannicchiandosi sotto le coperte. Erano impregnate del profumo del
professore. Le girò la testa. Finse di dare la colpa allo shock. Era un
professore, dannazione!
-Bè, a me importa. Fine della
discussione. Ho ancora qualche autorità come professore o no?- chiese il
professore, sedendosi sul letto.
Sorrise debolmente,
accuratamente nascosta.
-Lei è dannatamente forte...-
notò.
-Penso sia l’unico vantaggio
che mi ha portato la mia... Condizione.-
Giusto, era un Licantropo...
L’avevano spiattellato in pubblico da un pò, ormai... Stupidi. Non riuscivano
proprio a capire che era il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
che potessero avere!
-Dove li nasconde i muscoli?-
chiese, emergendo solo con gli occhi, in modo che non vedesse che stava
arrossendo. Ma i suoi capelli, ovviamente, la tradirono.
Lupin sbatté più volte le
palpebre, incredulo e lo vide arrossire. –Tonks, sei evidentemente sotto
shock.-
-Era una domanda come
un’altra... Altra domanda scelta a caso: posso abbracciarla?- domandò.
-Tonks, io...- iniziò l’uomo, titubante.
-Nina non andava bene?- chiese
la ragazza, con un largo sorriso, asciugandogli le ultime lacrime.
-Nina. Forse hai ragione...-
-Ho sempre ragione, Rem’... Ti
senti un pò meglio?- gli domandò.
Annuì lentamente e guardò la
sveglia. –Sono le quattro, Nina... Dovresti dormire...- sussurrò,
accarezzandole il viso senza farci caso.
Lei deglutì e lo abbracciò.
–Posso dormire qui? Ti prometto che non tenterò manovre strane. E’ solo che...
Camera mia è dall’altra parte della casa e rischio di uccidermi mentre provo a
raggiungerla.- mormorò la scusa con l’espressione più innocente del mondo.
-Nina...-
-La luna piena è tra una
settimana!- lo pregò, con uno sguardo da cucciolo bastonato.
-D’accordo! D’accordo! Tanto saresti di nuovo qui
nonappena mi fossi addormentato.- si arrese il licantropo, non riuscendo a
trovare altre scuse per cacciarla.
-Evviva! Ti adoro, Remus!-
esclamò, saltellando fino al letto ed infilandosi sotto le coperte. Sbuffò
vedendolo tirare fuori dall’armadio un materasso consunto e sdraiarsici. –Vieni
qui...- gli ordinò, indicando il materasso sul quale era sdraiata.
-Ma... Ninfadora...-
-Ninfadora?! Solo per avermi
chiamata in questo modo, dovresti, per non scatenare la mia ira, accorrere al
tuo posto!- sbottò la strega, arrabbiata. O, almeno, così gli voleva far
credere.
Lo osservò trascinarsi fino al
letto e sdraiarsi accanto a lei. Sorrise, soddisfatta.
-Notte notte!-
Fece uno strano verso.
Probabilmente aveva tentato di risponderle, ma era troppo irrigidito per
pronunciare una sola parola.
-Se dormire accanto ad una
bella ragazza ti dà fastidio...- iniziò lei, insinuante.
-No, no! Che dici! Sei una mia
ex alunna!- esclamò, con voce strozzata.
Tonks scoppiò a ridere e si
girò su un lato, appoggiando la testa sulla mano e fissandolo, divertita.
-Oh, professore, capirei la sua
reazione se avessi fatto questo...- sussurrò, suadente, infilandogli una mano
sotto la camicia del pigiama e cominciando ad accarezzargli il petto.
S’irrigidì maggiormente,
trattenendo il fiato. La fissò, terrorizzato. Non era assolutamente quello che
voleva, per cui si fermò e rimise, a fatica, le mani al proprio posto. Lo baciò
sulla guancia e si voltò dalla parte opposta.
-Nina? Perché hai fatto una
cosa del genere?- le chiese.
-Perché sono innamorata di te
da quando ti ho conosciuto... E quello di prima... Bè... E’ tutta colpa dei miei
ormoni... E del tuo profumo.- confessò, abbracciandosi.
-Nina... Io sono pericoloso...-
Si voltò nuovamente verso di
lui e sorrise debolmente.
-Mi hai salvata. Molte, molte,
molte volte.- ribatté, dolcemente.
-Sono un licantropo.-
-Bè, questo era incluso nel
“sono pericoloso”...-
Lui sospirò e chiuse gli occhi.
–Che cos’ha il mio profumo?-
-E’ come te. Ha qualcosa di
particolare... Non saprei dirti cosa... Forse... Qualche cosa di selvatico...
Ma fa fare la ola ai miei ormoni, questo è certo.- rispose, con un’alzata di
spalle.
-La ola?- ripeté, incredulo.
-Ehy, ma non dovevo
assolutamente dormire? Sono le quattro e mezza.- tagliò corto, imbarazzata.
Lui annuì, ma rimase a
fissarla, probabilmente elaborando le informazioni che aveva appena ricevuto.
Si chiese quante ragazze gli avessero fatto una dichiarazione del genere e
concluse che, probabilmente, era sempre stato molto schivo con l’altro sesso a
causa del piccolo problema peloso e con una gran voglia di mordere e,
possibilmente, sbranare, innocenti donzelle...
-Hai mai avuto una ragazza?-
gli chiese. Ormai, il danno era fatto...
-Sì, Nina, ma ora dormi...-
rispose, irrigidendosi nuovamente.
-Ok, ok, tasto dolente... Io...
Ci ho provato, in questi anni... Tanto per starti lontana... Ma proprio non ce
la faccio... E’ più forte di me, capisci?- sussurrò, nascondendo la testa sotto
le coperte.
Quando sentì che la stava
abbracciando, non volle credere alle proprie percezioni. Remus Lupin la stava
VERAMENTE abbracciando? E la stava tenendo così stretta a sé? Probabilmente era
un sogno.
-Lo capisco perfettamente,
Nina... Ora... Dormi...- le mormorò all’orecchio, facendola rabbrividire.
Chiuse gli occhi e si abbandonò
tra le braccia di Morfeo. Tanto meglio che Morfeo avesse per l’occasione
cambiato nome in Remus... Prima di addormentarsi, però, sussurrò qualcosa che
non era neppure sicura avesse potuto sentire.
-Grazie, professore...-
Fine! Bene, prima storia
pubblicata nella sezione Harry Potter e, se vi piace, non sarà neppure
l’ultima!
La linea temporale è un pò
distorta in modo che Tonks e Remus s’incontrino a scuola... Lo so che lei è
uscita molto prima da Hogwarts... Ma mi piaceva molto l’idea della studentessa
innamorata del professore... ^_^
Fatemi sapere cosa ne pensate!