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Autore: Rosmary    28/12/2012    23 recensioni
Grimmauld Place: Hermione, un'improbabile consapevolezza e tanta "intraprendenza".
"Hermione," chiamò Fred dopo qualche istante, "cosa vuoi?"
"Un consiglio," affermò lei con schiettezza, catturando, nell’immediato, tutta l’attenzione del diciassettenne.
"Un consiglio?" le fece eco Fred, come in trance.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'L'intraprendenza di Hermione'
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I personaggi di questa storia sono proprietà di J.K Rowling; il racconto è scritto senza alcuno scopo di lucro.
La oneshot è il prequel della long Effetti collaterali



 

L’intraprendenza di Hermione
 

 
“Fred,” esordì Hermione un pomeriggio a Grimmauld Place.

“Non c’è Fred,” rispose il diretto interessato, continuando a leggiucchiare un libricino di misere dimensioni.

“E tu chi saresti, allora?” incalzò la strega.

“George,” ribatté Fred sbuffando.

“George è di sopra con Bill.”

“Sei una sorta di segugio?” chiese esterrefatto.

Hermione sorrise tronfia, accomodandosi accanto a lui. “Una sorta, sì.”

“Hermione,” chiamò Fred dopo qualche istante, “cosa vuoi?”

“Un consiglio,” affermò lei con schiettezza, catturando nell’immediato tutta l’attenzione del diciassettenne.

“Un consiglio?” le fece eco Fred, che sembrava essere in trance.

Hermione, senza un apparente motivo, si lasciò andare a un sorrisetto incerto. Già accomodata accanto al mago, la giovane s’avvicinò ancora un po’, così da poter osservare bene il volto dell’interlocutore. Fred, d’altro canto, appariva sempre più stranito, incapace persino di parlare.

“Devi essere onesto. D’accordo?”

“Oh,” biascicò grattandosi il capo, "beh… certo!"

La ragazza annuì e intrecciò le dita delle mani, mostrandosi alquanto in imbarazzo, abbassò più volte lo sguardo e boccheggiò circa quattro volte. Fred, stranamente, restò in silenzio.

“Se ti piacesse una persona,” esordì con voce intimidita Hermione, “ma non sapresti come dirglielo, cosa faresti per farglielo capire?”

“Non credo d’aver capito.”

“Dai, Fred…” sbottò lagnosa Hermione, facendo ghignare lui divertito.

“Mi stai davvero chiedendo un consiglio in amore?!” incalzò impietoso, ampliando quell’espressione irriverente.

“Devi sottolinearlo per forza?”

“Fino allo sfinimento!” esclamò. Hermione incrociò le braccia al petto, offesa. “Comunque, ti rispondo. Non voglio mica vederti penare!”

“Mi stai prendendo in giro.”

“Un po’,” concesse Fred, ridendo bonario. “La bacerei.”

Le guance di Hermione, nell’immediato, s’imporporarono. “Non perdi tempo...”

“Direi di no. Ho del lavoro da fare io!” affermò scherzoso, indicandole quel libricino che, in realtà, celava al suo interno alcuni nuovi Tiri Weasley. “Allora, lo bacerai?”

“Chi?”

“Il tipo di cui sei innamorata,” sussurrò con malizia, divertito alla vista di una Hermione tanto in difficoltà.

Hermione, per contraccolpo, a quelle parole si ricompose: le gote erano ancora arrossate, ma l’aria da ragazzina intimidita era svanita dal volto della quindicenne e lei, senza perdere tempo, seguendo il consiglio di Fred, azzerò le distanze tra loro, baciandolo con un trasporto che stupì se stessa in primis.

 

*


‘Svegliati dormigliona, è ora di alzarsi e studiare! Svegliati dormigliona, è ora di alzarsi e studiare! Svegliati dormigliona, è ora di alzar…’

“Ho capito,” biascicò Hermione, spegnendo la sveglia. Ancora costernata, si stropicciò gli occhi e, nel farlo, poté avvertire il calore sprigionato dal proprio volto. Quando schiuse del tutto le palpebre, si rese conto d’essere a Grimmauld Place, certo, ma non in salotto, bensì nella propria stanza e nel letto accanto a lei non v’era Fred, ma Ginny, semplicemente Ginny. Sorrise rincuorata la giovane strega, decidendo che quel sogno perverso andasse soltanto dimenticato.
Con ancora tutti i capelli in disordine e indosso il pigiama, s’alzò e, essendo già le sei e sei minuti, si recò frettolosamente in cucina. Percorse silenziosamente le scale per non svegliare nessuno, peccato che qualcuno, contrariamente al solito, fosse già sveglio e già sorseggiasse del caffè.

“Oh, buongiorno…”

“Fred,” s’affrettò a completare lui.

“Fred,” ripeté Hermione e, involontariamente, arrossì.

“Cos’è? Ti metto in imbarazzo?!” scherzò l’altro.

“Per niente, ho solo fatto un sogno strano.” Non essendo in grado mentire, Hermione optò per la semplice, seppur imbarazzante, verità.

“Che sogno?”

“Un sogno strano,” ripeté, versandosi del latte in una tazza.

“Un sogno compromettente?!” insistette Fred sarcastico, finendo il suo caffè.

“No, più che altro, assurdo e improbabile,” spiegò lei.

“Ah, quindi hai sognato d’essere il Capitano di Quidditch!”

“Più o meno.”

“Ora sono curioso, cos’hai sognato?”

“Che m’interessava un ragazzo,” rivelò Hermione con apparente semplicità, ripetendosi che il segreto per non dare adito ai pettegolezzi fosse nel trattare un qualsiasi argomento con estrema disinvoltura.

“Non è tanto strano,” commentò Fred, alzandosi in piedi, “a meno che non ti piacciano le ragazze!” concluse ghignando, e Hermione portò gli occhi al cielo.

“La cosa strana è l’identità del ragazzo.”

“Ronnie?!” azzardò lui, appuntando rapidamente qualcosa su un taccuino con aria stranamente soddisfatta.

“Non proprio,” biascicò lei, ma Fred già non l’ascoltava più. Felice come non mai, s’avvicinò a Hermione, sorridendole orgoglioso.

“Devo confessarti una cosa.”

“Cosa?” chiese e, senza un perché, deglutì.

“Io e George ti abbiamo somministrato un filtro, ieri, è per questo che…”

“Ho sognato te! Ma che stupidi che siete!” completò Hermione, sollevata dalla deduzione. La tazza riposava ormai dimenticata sul ripiano della cucina, la ragazza aveva occhi solo per Fred, che appariva stralunato proprio come il Fred del sogno.

“Hai sognato me?” chiese incredulo.

“Come se non lo sapessi.”

“Non lo so, infatti!”

“Non prendermi in giro, Fred. L’hai detto ora!”

“Io ho solo detto che ti abbiamo somministrato un filtro.”

“Per farmi credere d’avere una cotta per te o per George.”

“No! Il filtro garantisce sogni sulle fantasie amorose delle ragazze! Tu sogni di stare col ragazzo che t’interessa, capisci?”

E le guance della ragazza s’infiammarono di nuovo. “Stai scherzando?”

Fred scosse eloquente il capo, sorridendo con malizia. “Per niente,” ribatté e si avvicinò a lei che, nel frattanto, indietreggiava imbarazzata. “Così hai sognato me!” ripeté ancora, acciuffando con le dita il mento di Hermione. “E cosa facevo nel sogno?” domandò retorico. Fu un vero peccato che la rapidissima destra della strega schiaffeggiasse gli intenti del mago.

“Questo!”

Quanta passione!” esclamò Fred, massaggiandosi la guancia sinistra e osservando la matta abbandonare la cucina.
   
 
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