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Autore: hyps    28/12/2012    7 recensioni
caleidoscopio. miriadi di colori luci e sfumature di emozioni straordinarie, talvolta tanto forti da abbatterti, talvolta tanto profonde da penetrare dentro di te e farti rivivere.
La vita di una ragazza con un desiderio di cambiamento, di vivere a pieno tutte le sensazioni che la vita le offre, di riuscire a vedere tutte le sfaccettature di questo splendido caleidoscopio che è la vita
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Desidero un ipod nuovo. No no non ci siamo, desidero la felicità! Ok, troppo scontato. Un cane! No, forse prendere dei bei voti, si vabbè che sentimento profondo…
oddio cosa desidero?!

-se non ti sbrighi la cera colerà sulla torta!- mia madre mi incitò, io nel frattempo mi torturavo le mani in cerca di un desiderio da esprimere prima di soffiare le candeline della mia torta.
La mia vita è ok, non ho bisogno di nient’altro,pensavo, ma in fondo c’era un desiderio che volevo esprimere, qualcosa di così impossibile che mi vergognavo addirittura a pensarlo, figurati a desiderarlo. Eppure una parte di me lo rivoleva, rivoleva in dietro i bei ricordi e i tempi passati assieme. Mi mancavano i suoi abbracci e i suoi scherzi, avevo nostalgia del suo profumo, della sua auto parcheggiata nel garage sotto casa e della sua mania di protezione. Sì, protezione. in questi ultimi anni era sempre stato lontano. Altro che protezione.
Una parte di me addirittura lo odiava. Mio padre è morto mi ripetevo ogni volta che mi mancava. Meglio pensarlo in cielo a vegliare su di me che vivo a spassarsela in chissà quale località dell’emisfero australe.
Una volta annunciato il divorzio mi liquidò in una manciata di minuti. Disse che era tutta colpa sua, che io non c’entravo nulla e bla bla bla, sempre le solite frasi fatte per quelle circostanze, mi fece una promessa però, ero sull’uscio di casa,lo fissavo negli occhi, si era chinato per arrivare alla mia stessa statura. prese un respiro e mi promise che sarebbe venuto a trovarmi e che, soprattutto, mi avrebbe sempre amata. Certo. Belle parole, molto commoventi, peccato che erano passati quattro anni dall’ultima volta che lo vidi, quattro lunghissimi ed interminabili anni. Da allora le mie giornate erano drasticamente cambiate, se la domenica un tempo la passavo fuori con i miei genitori, a bere un frullato assieme a loro o anche a fare una passeggiata tra le risate, ora le passavo a casa, assieme a mia madre che che più che un essere vivente pareva un automa, nulla ormai sembrava farle riprendere la sua vitalità, guardavamo film in salotto avvolte da coperte di flanella o in cucina a sfornare deliziose torte salate, tutta ‘apparente serenità’ come la chiamavo io.
Mi rifiutai categoricamente di lasciarmi prendere dalla nostalgia per lui esprimendo ogni tipo di desiderio che lo riguardasse.
-dai Sophie sbrigati!- saltellò la mia migliore amica. Chiusi gli occhi e strinsi le palpebre
desidero che qualcosa di straordinario stravolga la mia vita.
Beh, come desiderio era accettabile, presi un respiro profondo e soffiai su tutte le candeline.
Iniziarono entrambe ad applaudire con due larghi sorrisi impressi nei loro volti. Loro sì che mi amavano. Mi alzai dal mio posto da festeggiata ed andai ad abbracciarle
-vi voglio bene- dissi lentamente. Non ero proprio a mio agio nell’esprimere i miei sentimenti.
Tagliammo la torta e finito di mangiarla decisi di andare a fare due passi assieme a Olivia mentre mia madre decise di andare a fare la spesa.
-ce ne hai messo di tempo prima di soffiare quelle candeline!- disse Olivia camminando affianco a me nel viale principale della piccola cittadina -eh..lo so- dissi io abbozzando un sorriso nervoso. Lei non sapeva di mio padre, beh del resto nessuno lo sapeva, e sperai in cuor mio che nessuno l’avesse mai saputo. Non mi volevo confidare con nessuno, lei era la mia migliore amica, volevo stare assieme a lei perché entrambe ci volevamo bene, non perché lei provava compassione, o peggio ancora pena per me.
fortunatamente il discorso andò a parare in altri ambiti – hai già deciso cosa farai per lavoro estivo?- le chiesi –volevo tentare di andare a chiedere in via kennedy se serviva una nuova impiegata..- mi girai di scatto verso di lei – non intenderai mica quel negozio di cd rock?!- lei fece spallucce –altre ipotesi?- il rock proprio non lo digerivo. Non ce l’avrei mai fatta a stare un’intera mattinata con quel tipo di musica a tutto volume nelle orecchie, ma effettivamente non avevo idee, perciò scossi la testa.
-Che ne dici di una granita?- chiesi io per cambiare argomento e prendendola a braccetto. La serata proseguì allegramente, tornando a casa spiluccai qualcosa dalle buste della spesa della mamma e, una volta fatta una doccia bollente, mi buttai sul letto di camera mia, feci un respiro profondo e mi tirai su le coperte. Qualcosa di straordinario stravolgerà la mia vita, ne sono sicura. e con un sorriso speranzoso mi addormentai.

  
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