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Autore: Draco the best    29/12/2012    3 recensioni
LA STORIA E' ARRIVATA PRIMA AL CONTEST DI NISIPULCHRA "NOMI, COSE, CITTA'".
"- Forza, Ez. Fallo fuori.- biascicò Goyle, divertito. Il complice gli puntò contro la bacchetta e recitò un incantesimo non verbale, che stese il povero babbano. L'altro rise, sguaiatamente, addentando un dolce che era poggiato sul tavolo."
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gregory Goyle, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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QUESTA STORIA E' ARRIVATA PRIMA AL CONTEST DI NISIPULCHRA : " NOMI, COSE, CITTA' "

Le mura in pietra trattenevano tutto il caldo di quell'afoso giorno di agosto. Quell'abitazione non era certo ben arredata. Era un monolocale stretto e angusto, i cui unici arredi erano un letto, una cucina rudimentale e una televisione.

- Cosa dice?- chiese una voce roca e profonda. L'uomo era alto e paffuto, stava letteralmente divorando un piatto di Ptitim. La barba, non curata e ormai lunga, era piena di quella particolare specie di riso, ma lui non se ne preoccupava, troppo intento a sapere il contenuto del telegiornale di Gerusalemme. Un uomo minuto, al suo fianco, lo guardava schifato, come se non capisse come un essere vivente potesse mangiare tanto. I capelli erano scuri e possedeva dei tratti tipicamente israeliani. Ezekiel sbuffò, capendo che l'altro parlava con lui.

- Parla delle strane uccisioni che si stanno verificando in città.- spiegò, traducendo ciò che diceva il giornalista dalla televisione. Gregory Goyle rise, compiaciuto, separando per un attimo le sue fauci dal cibo.

- Sospettano di noi?- chiese ancora, con voce vaga.

- Come potrebbero, stupido babbuino? Non penso che questi babbani conoscano la magia e gli Avada Kedavra.- biascicò Ezekiel, con ovvietà. L'ex Serpeverde raggiunse il suo complice e lo afferrò per la gola, sbattendolo al muro.

- Non mi parlare così. Posso farti fuori senza problemi.- borbottò, irato, corrucciando la fronte. L'Israelita gli rise in faccia, liberandosi dalla sua presa.

- Non mi torceresti neanche un capello, Goyle. Io ti servo. Ti serve la mia bacchetta, perché la tua è controllata dal Ministero della Magia, da quando sei scappato, dopo la guerra. Ti devo ricordare che sei ricercato e, senza di me, sei niente? Ora andiamo. Abbiamo appuntamento con la nostra prossima vittima al mercato arabo.- disse Ezekiel, spolverandosi i vestiti. Si diresse verso il frigorifero e sorseggiò un sorso della sua birra preferita, una fresca e dissetante Goldstar.

Goyle lo guardò in tralice, ma uscì dall'appartamento, senza ribattere.

 

Il mercato arabo era sempre affollato da una miriade di persone, tanto che la strada era impraticabile. Gregory spingeva e strattonava chiunque gli capitasse a tiro, mentre era scortato dal suo fedele aiutante nelle vie di Gerusalemme. Viveva lì da ormai un anno, ma ancora non riusciva a tenere a mente tutte quelle stradine, impossibili da ricordare.

- Ecco lì la nostra preda.- ghignò, furbo, Ezekiel, indicando con la testa un uomo a un paio di metri da loro.

- Ma quale? Quello con il turbante?- chiese Goyle, ad alta voce, per sovrastare il rumore della folla. Ricevette una gomitata nello stomaco.

- Vuoi che si senta seguito, stupido? Chiudi il becco e pediniamolo.- rispose l'altro, trascinandolo.

Loro due si erano incontrati a Cardiff e l'Israelita lo aveva portato lì, nel suo paese, in salvo da quella vita da fuggiasco, che avrebbe vissuto in Inghilterra. Ormai da un anno Goyle ed Ezekiel si divertivano a uccidere babbani, ovunque decidessero di andare. Un giorno era Mosca, un altro era San Diego, ma il luogo dove più amavano mietere vittime era proprio Gerusalemme, la loro casa, il loro quartier generale per tutto quel tempo.

La loro preda entrò in quella che doveva essere la sua casa. Era un piccolo locale sopra un negozio di artigianato. Ezekiel fece cenno a Gregory di seguirlo. Il più alto dei due sfondò la porta con un calcio e l'uomo, all'interno dell'abitazione, urlò di terrore. Provò a prendere un pugnale, ma Goyle lo afferrò con forza e lo bloccò.

- Forza, Ez. Fallo fuori.- biascicò, divertito. Il complice gli puntò contro la bacchetta e recitò un incantesimo non verbale, che stese il povero babbano. L'altro rise, sguaiatamente, addentando un dolce che era poggiato sul tavolo.

Ezekiel aveva ancora la bacchetta puntata alla vittima, ma, poi, la alzò verso Goyle, facendogli andare di traverso il boccone.

- Mi avevano detto che eri stupido, ma non pensavo fino a questo punto.- sussurrò, con voce suadente, l'Israelita.

- Cosa intendi?- chiese l'altro, confuso, prendendo in mano il pugnale che la sua precedente preda voleva usargli contro. Era disarmato. Lasciava sempre la sua bacchetta a casa, poiché non poteva usarla.

- Intendo che non ti sei neanche reso conto che io ti ho preso in giro per un anno intero, ma ora è finita, Goyle. Preparati a dire le tue ultime preghiere.- sibilò, in risposta, il suo interlocutore. Gregory, senza attendere oltre, gli si scagliò contro con il coltello, provò a colpirlo, ma il suo ormai ex complice glielo rubò con la magia.

- Ti informo che sono un auror, incaricato di catturarti. Il giovane Draco Malfoy ha fatto ufficialmente il tuo nome, per scagionarsi. Ti ho tenuto a bada fino al giorno del processo contro i Malfoy. E' stato come rubare delle caramelle a un bambino.- lo prese in giro Ezekiel.

- Ma tu hai ucciso tutte queste persone! Tu sei un assassino quanto me!- si lamentò Goyle, in difficoltà. In risposta, ricevette un fragorosa risata.

- Io non ho ucciso nessuno. Tutte le persone, che tu pensi siano morte, in realtà sono vive e vegete. Mi è bastato un Expulso non verbale a farle svenire e un Oblivion successivo, mentre tu eri occupato a rubare la roba da mangiare. Neanche questo è morto.- disse indicando il corpo a terra. Gregory si accucciò a terra. L'uomo respirava.

- Si dia il caso che sia stata la tua gola a fregarti. Avresti controllato o inveito sul corpo, se non fossi stato impegnato ogni volta a riempire quel pallone, che tu chiami corpo, con il cibo.- Ezekiel spinse Goyle a terra, puntandogli il pugnale alla gola. Gli procurò un leggero taglio, proprio sotto il mento.

- Questo portatelo ad Azkaban, come ricordo di questa bell'avventura a Gerusalemme.- sussurrò ancora lui, lasciandolo, sanguinante, a terra. In quel momento, una squadra di auror entrò nell'appartamento. Sollevarono da terra un pesante Goyle, che grondava sangue dal collo. Stava per essere scortato ad Azkaban, dove avrebbe concluso la sua vita.

Spazio dell'autrice: 

Buonaseraaa!!! Questa storia ha partecipato al contest: "Nomi, cose, città" di Nisipulchra! E' arrivata prima e sono molto contenta, perchè ho avuto molte difficoltà, a causa di mancanza di ispirazione per il personaggio. Dovevo usare la lettera G, che conteneva il personaggio di Goyle, nella città di Gerusalemme e usare la gola come promt.

Spero che sia anche di vostro gradimento! Ce l'ho messa tutta XD

A presto!!!

Kiss

  
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