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Autore: Evaney Alelyade Eve    29/12/2012    3 recensioni
La Vigilia con i tuoi, Natale con chi vuoi... il detto non è proprio questo si sa, ma a Beacon Hills ogni cosa vale!
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf
Pairing/Personaggi: Derek Hale/Stiles Stilinski, un po' tutti.
Rating: Verde.
Chapter: 1/2

Genere: Fluff, romantico, generale, natalizio!
Warning: Slash, Het, MissingMoments
Words: 11117
Summary: La Vigilia id Natale con i tuoi, Natale con chi vuoi....
Note: Il titolo è una strofa di White Christmas.
Dedica: A tutte le amanti della Sterek, per augurarvi BUONE FESTE! ( anche se in ritardo! >__<)

DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ç_ç



 

 


 

 

I'm dreaming of a white Christmas
Just like the ones I used to know

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era dalla morte di sua madre che Stiles non era così indaffarato per Natale! Avevano deciso di festeggiare la Vigilia di Natale con le rispettive famiglie – Isaac era andato da Scott perchè non aveva nessuno, Boyd ed Erica avevano festeggiato a casa di lei e Derek aveva festeggiato, costretto senza poter protestare, con suo zio Peter – e poi Natale vero e proprio tutti insieme a casa di Derek.
Certo Stiles si era sentito in colpa perchè avrebbe festeggiato senza suo padre, ma questi gli aveva comunicato, dopo l'ottimo pasto della Vigilia, mentre lui lavava i piatti, che avrebbe passato Natale in centrale perchè ultimamente c'erano stati dei problemi e bisognava comunque rimanere in allerta. A quanto sapeva, anche la madre di Scott, Melissa, sarebbe stata impegnata e Stiles aveva l'atroce dubbio che la donna, all'ospedale, avrebbe avuto la compagnia di un certo Peter Hale.
Tutto sommato andava bene così, Peter era un lupo, Melissa ormai sapeva tutto, e in caso di pericolo sarebbe stata protetta.
Scott d'altronde sarebbe rimasto solo per il pranzo, perchè dopo era invitato a casa Argent, da Allison – con la quale era di nuovo fidanzato – e davvero non poteva mancare. La ragazza aveva detto di non poter in alcun modo lasciare suo padre da solo, e Stiles poteva capire cosa provasse.
Jackson e Lydia forse li avrebbero raggiunti nel pomeriggio, troppo presi a festeggiare il Natale da soli in qualche ristorante o qualcosa del genere.
Stiles si era sorpreso dell'assenza di alcun tipo di reazione a questa notizia: un tempo avrebbe cacciato fumo dalle orecchie per la gelosia, ma si rendeva conto che adesso le cose erano molto diverse. Lui, in primis, era cambiato e aveva finalmente accettato che Lydia non sarebbe mai stata sua, ma più di questo si era reso conto che quello provato fin'ora per la ragazza non era mai stato un vero e proprio amore, bensì una semplice cotta, un'infatuazione dovuta a.. beh, questo non lo sapeva nemmeno lui.
In tutto quel trambusto l'unico scontento di quell'invasione di cuccioli dagli enormi sorrisi e cappelli da Babbo Natale in testa era proprio Derek.
Stiles non poteva evitare di sogghignare divertito e compiaciuto ogni volta che ripensava alla faccia arrabbiata e sconvolta di quando Peter, con nonchalance, aveva suggerito tutti loro di andare a casa Hale per festeggiare. Ancora più divertente era stato costringere Derek ad addobbare l'enorme salone, nel quale poi avevano trasportato un enorme tavolo.
Associare Derek- Sono-Sempre-Incazzato-Perchè-Mi-Va-Hale e un albero di Natale era a dir poco surreale, eppure, alla fine, aveva ceduto alle suppliche di tutti ed era andato nel bosco a prendere un pino alto almeno un metro e mezzo.
- Bene, siete soddisfatti adesso?! - aveva ringhiato, più scontroso che mai, contro tutti loro che no, non si erano lasciati impressionare e Stiles soprattutto gli era andato contro battendogli una pacca sul braccio, esclamando "Ben fatto, Lupacchione!" e davvero, aveva creduto di star per morire sotto lo sguardo inceneritore dell'altro, ma aveva continuato a sorridere come se nulla fosse.
Adesso sull'albero si trovavano gli addobbi di casa Lahey, McAll e Stilinski e, modestie a parte, il ragazzo non poteva non ammettere che fosse venuto davvero, ma davvero bene.
Sembrava che tutto fosse pronto: cibo, salone, albero, ragazzi, regali e persino Derek.
Andava tutto bene, e quando entrarono nel salone di casa Hale, la notte di Natale, tutti, eccetto Derek, emisero un sonoro "Oooh" di sorpresa: al centro della sala, sopra l'enorme tavolata abbigliata da una tovaglia rossa, candelabri bianco panna in tinta con forchette e piatti e bicchieri, c'erano così tante e deliziose cose da mangiare, che subito si distinsero, nell'aria, vari borbottii affamati.
Stiles non si era certo risparmiato nel cucinare tutte le migliori pietanze natalizie che aveva ritrovato sul vecchio ricettacolo usato da sua madre.
Che dire del salone? Il salone – ripulito dal ragazzo a dovere, aiutato anche dagli altri – sembrava essere tornato a nuova vita: le mura erano ricoperte da festoni e luci di tutti i colori, fatti in modo da ricoprire il nero lasciato dal fuoco, e con l'albero enorme al centro della sala sembrava tutto molto meno deprimente ed angosciante del solito.
Sembrava quasi di dimenticare cosa fosse realmente nascosto sotto tutti quegli addobbi, ma c'era l'espressione concentrata e tesa di Derek a ricordare ai presenti che comunque lì, il lupo, aveva perso tutto.
Stiles lanciò uan breve occhiata al lupo come se, arrivati a quel punto, non si potesse iniziare senza il consenso del padrone di casa che annuì in modo rigido, prima di schiarirsi la gola e aprire la cena.
- Buon Natale! - disse agli altri, mentre prendevano i posti che volevano: Derek a capotavola, Scott alla sua sinistra, Isaac accanto a Scott, Stiles costretto a sedersi alla destra dell'Alpha, Erica e Boyd divisi ad entrambi i lati, l'uno di fronte all'altra.
I lupi affamati ricambiarono con un sorriso, prima di cominciare a divorare qualsiasi cosa capitasse loro avanti; Stiles si limitò a prendere un po' del pasticcio di carne con patate, osservando gli altri soddisfatto.
Derek sembrava rapito chissà da cosa ma comunque mangiò tutto quello che Stiles gli offriva, senza mai aprire bocca. Il figlio dello sceriffo si morse un labbro, corrucciato: voleva sul serio passare un Natale insieme ai suoi amici, voleva vederli rilassati e felici almeno per una notte, e questo valeva per tutti ma soprattutto per Derek: avrebbe voluto far dimenticare al ragazzo per una sera o almeno per un'ora che quella era la vecchia casa Hale, ma si rendeva conto che era stato uno stupido e forse aveva esagerato, forse non aveva tenuto conto dei sentimenti dell'altro.. forse tutto quello l'aveva ferito più di quanto desse a vedere.
La cena trascorse tra una chiacchiera e l'altra, un sorriso e una risata, occhiate complici e alcuni baci tra Erica e Boyd, finchè tutti sufficientemente sazi, non si diressero come bambini impazienti verso l'albero per stringere tra le mani il proprio regalo.
 - Ehi ragazzi, credo proprio che andrò a casa di Allison con i regali, mi spiace -  si congedò Scott, un sorrisetto di scuse ad increspargli le labbra.
Quando, dopo aver salutato i presenti, si chiuse la porta alle spalle, gli altri si dedicarono impazientemente a strappare con la loro forza sovrumana – che Stiles ritenne un po' esagerata per un po' di carta regalo – l'incarto per ritrovarsi poi a stringere tre diversi collari, rispettivamente nero per Isaac, cuoio per Boyd e rosso per Erica, regalate loro da Stiles.
Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata dinanzi alle facce esterrefatte dei tre lupi, che lo ringraziarono con un piccolo ringhio.
- Molto simpatico - ribattè Erica, indossando comunque il suo - mi sta bene, vero? - chiese rivolta al suo ragazzo che ehi, sorpresa delle sorprese, si limitò semplicemente ad annuire. Isaac la imitò, divertito, ma invece di metterlo al collo lo indossò come un bracciale, aiutato da Boyd che poi seguì il suo esempio.
Stiles, dal canto suo, aveva smesso di interessarsi ai beta, andando in cerca con lo sguardo di Derek: l'Alpha infatti era sparito nel momento in cui la cena era finita, e anche se era nervoso al pensiero di quello che avrebbe potuto dirgli, il ragazzo ci teneva a dargli il proprio regalo.
"Forse è in camera sua" pensò, osservando le scale titubante. Doveva salire o rimanere giù con gli altri? Forse Derek voleva rimanere da solo, forse l'avrebbe ucciso se si fosse azzardato a salire al piano di sopra...
Una pacca vigorosa sulla spalla lo riportò con i piedi per terra, mentre Erica gli stampava un bacio sulla guancia.
 -Dovresti andare da lui - sussurrò pianissimo nel suo orecchio, in modo che il lupo non potesse sentire "sono sicura che vorrà anche lui il suo regalo, e comunque noi ce ne stiamo andando!" assicurò, e per sottolineare il concetto gli diede una piccola spinta d'incoraggiamento.
- M-ma..- balbettò il ragazzo, il cuore che aumentava di battito e il solito rossore - traditore! - ad imporporargli le guance.
Erica fece un sorriso spietato e bellissimo, poi afferrò i due ragazzi rimasti per un polso e li trascinò via.
Stiles rimase fermo, impalato, pietrificato alla base delle scale, senza trovare il coraggio per salire quei gradini – in quel momento ripidi come una montagna – per raggiungere il moro.
Non poteva salire perchè, nonostante Derek avesse visitato camera sua più e più volte, sentiva che il ragazzo preferiva preservare la sua camera come l'ultima bolla di privacy e di solitudine che gli rimaneva.
Non voleva... non voleva invadere quello spazio privato, così personale senza il permesso del ragazzo, così, schiarendosi nuovamente la gola secca, lo chiamò per nome.
- D-Derek?- la voce gli tremava così tanto che il nome si frammentò cadendo dalle sue labbra come un bicchiere di cristallo, ma il lupo l'avrebbe sentito di sicuro.
Attese un po', forse cinque minuti, guardando in alto, verso le scale, finchè capì che non sarebbe sceso. Sospirando rassegnato, si diresse verso il salone, cominciando a raccogliere tutto quello che poi avrebbe buttato nella spazzatura.
- Ti do una mano.- borbottò una voce burbera alle sue spalle, così all'improvviso che, nel silenzio ovattato che l'aveva avvolto fino a quel momento, risuonò come un tuono. Stiles sobbalzò, lasciandosi sfuggire di mano un paio di bicchieri.
- Oh mio Dio!- squittì spaventato, portandosi d'istinto una mano al cuore - sei impazzito?! Potevi farmi morire d'infarto!!!-  urlò poi, guardandolo truce.
Derek scosse la testa e sbuffò dal naso in un moto di scetticismo, mentre si abbassava a raccogliere ciò che gli era sfuggito dalle mani.
- Lascia stare - sospirò il ragazzo, quando il cuore riprese a battere ad un ritmo normale - ci penso io, dopotutto abbiamo invaso casa tua, all'improvviso e...-
- No, ti do una mano, ho detto.- ribattè subito Derek con tono che non ammetteva repliche. Così ripulirono il salone dai rimasugli della cena, in metà del tempo che Stiles ci avrebbe impiegato da solo.
- Bene, questo è l'ultimo - sospirò stanco, mentre poggiava fuori, sul portico, la terza busta della spazzatura della serata; rientrato in casa, trovò Derek appoggiato alla ringhiera delle scale, che lo scrutava torvo.
- Credo che dovrei andare....- borbottò agitato, e mentre recuperava la giacca, lo sguardo si posò sulla carta regalo verde smeraldo e argento che avvolgeva il regalo che aveva fatto al lupo.
"Non essere codardo" s'intimò mentalmente, mentre afferrava il pacco e lo porgeva senza tante cerimonie al lupo che lo guardò sorpreso.
- Cos'è?-  chiese, diffidente. Stiles sbuffò.
- E' un pacco, un regalo, qualcosa che ti voglio regalare! - rispose sarcastico. Derek assottigliò lo sguardo, ma lo prese comunque tra le mani: la carta era liscia e piegata in alcuni punti da mani indecise e timorose ma soprattutto frettolose; portava sopra un fiocco argenteo ed era largo e rettangolare.
- Per favore potresti smetterla di esaminarlo come se fosse una bomba all'aconito?-  si lamentò il ragazzo, osservandolo sempre più nervoso. Derek fece un piccolo sospiro, poi, con una delicatezza che Stiles non gli attribuiva, scartò piano il suo regalo di Natale.

   
 
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