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Autore: Notthyrr    29/12/2012    2 recensioni
[Váli; Narfi; Moði; Magni]
I figli di Thor e i figli di Loki in missione a Midgard. Sono all’altezza della fama dei padri?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fables of Asgard'
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Magni riprese a procedere silenziosamente, saggiando distrattamente la spada. Come posò il piede sul primo gradino, le scale scricchiolarono. S’arrestò senza fiatare e lanciò rapide occhiate attorno a sé: nessuno aveva sentito.
Un altro passo, un altro scricchiolio. «Narfi, non puoi fare qualcosa, maledizione?»
Il giovane mago si guardò disperatamente attorno come per cercare scritto su quei muri o su quei corrimani una formula che gli permettesse di attutire i suoni: «Tøgn1.» sussurrò col tono di chi quasi supplicava la formula di funzionare.
Magni azzardò un altro passo. Il pavimento di legno attutì il movimento come un cumolo d’ovatta. Il ragazzo sorrise, cercando di nascondere l’ammirazione nei confronti del cugino.
«Gira a destra.» mormorò Váli lisciando gli angoli della mappa e indicando la direzione.
Il corridoio si fece più buio e le torce appese al muro più rade, fino a scomparire del tutto.
«Ljøs2.» scandì Narfi mentre un globo di luce si andava a formare sul suo palmo sinistro.
Il bagliore rischiarò le pareti dipinte d’oro e il pavimento rosso. Moði lanciò un’occhiata al soffitto: era affrescato in verde con fiori ed erbe.
«È assurda, questa casa.» disse mentre suo fratello si accostava alla porta in fondo al corridoio. «I fiori sul soffitto… e tutt’attorno un cimitero…»
«Non si vede niente.» si lamentò Magni, chino sul buco della serratura.
«Fai passare me.» replicò Narfi piegandosi alla sua stessa altezza. «Hyggja3.»
Pronunciata la parola, i suoi occhi si colorarono leggermente di giallo e le pupille assunsero una particolare forma ogivale. La porta scomparve dalla sua visuale e alcune fiammelle azzurre si andarono a dipingere davanti a lui. La vista gli si schiarì e, seppur con colori anormali, tutti di sfumature dell’azzurro, gli apparvero gli elfi che stavano cercando. Erano tre in tutto, radunati attorno al fuoco del camino, ignari.
Narfi interruppe l’incantesimo e si tirò in piedi: «Sono tre. Il primo è davanti al camino, sta attizzando il fuoco. Gli altri due sono seduti sulle poltrone lì attorno.»
Moði si volse verso Váli, come se si aspettasse un intervento tattico da parte del ragazzino, che però rimase in silenzio.
«Non c’è un’altra entrata, non possiamo sfruttare l’effetto della sorpresa.» fece notare Magni.
«Ma siamo numericamente superiori…» disse Moði alzando nuovamente le spalle.
«E se…» Tutti smisero di discutere, guardando il ragazzino che si massaggiava il mento. «E se Narfi prendesse l’aspetto di un insetto e penetrasse nella sala attraverso la serratura?»
«Non posso combatterne tre da solo, Váli!» esclamò il giovane.
«No, non è questo…» mormorò il fratello tormentandosi le dita.
«E allora cosa?»
«Avete parlato di effetto sorpresa, no? Narfi entra e attacca uno degli elfi. Questi si spaventeranno e, nella confusione che seguirà, noi tre faremo irruzione dalla porta principale, prendendoli, per così dire, alle spalle, visto che saranno concentrati su Narfi.»
«Perché questo piccoletto ha sempre, dannatamente ragione?» fece Moði con una punta d’ironia.
«D’accordo, ma…?» cominciò Narfi.
«Prendi questo.» continuò Váli sfilandosi un coltello da lancio dalla tracolla e porgendolo al fratello.
«Lo sai che ho la mira di un cieco. Höder farebbe centro meglio di me.»
Váli scrollò le spalle: «Fattelo bastare per distrarli.» si volse verso gli altri. «Dal momento in cui Narfi sarà entrato, conteremo tutti e quattro fino a venti. Scaduto il tempo, Narfi lancerà il pugnale riprendendo il proprio aspetto e noi faremo irruzione. Accordato?»
Moði annuì svogliatamente e passò un dito sulla lama dell’ascia.
Narfi prese fiato e aspettò un cenno d’assenso da parte del cugino, prima di congiungere le mani e mormorare un formula che provocò una leggera nebbiolina bianca attorno a lui. Il suo corpo esplose in una miriade di sottili ali d’insetto, prima di ricomparire sotto forma di mosca.
Il giovane, prendendo a contare come i compagni, s’infilò nella serratura e penetrò nella stanza. Gli occhi leggermente appannati per il dispendio di energia che la trasformazione richiedeva, vide i tre elfi scuri sotto di sé. Calcolò la distanza che li separava e si spinse sino all’altra estremità della sala, nascondendosi tra i drappeggi delle tende. Continuò a contare, una crescente agitazione che gli animava il petto. Arrivato a diciannove, non poté attendere oltre e, riprese le proprie sembianze a mezz’aria, lanciò il coltello all’elfo più vicino al fuoco, che fu colpito ad una spalla.
Gli altri due scattarono in piedi, prendendo le lance da una rastrelliera alla parete. Narfi immobilizzò l’elfo ferito con un incantesimo, mentre dalla porta facevano irruzione i suoi compagni.
Due coltelli di Váli gli giunsero in aiuto, inchiodando lo Svartálfr al muro, un terzo lo ferì al braccio libero, impedendogli così di divellere le armi che lo costringevano contro la parete.
Moði spinse l’elfo a terra contro il fuoco, immobilizzandolo al suo posto, lamentoso e supplichevole.
Il terzo Svartálfr fu spinto da Magni contro la portafinestra alle sue spalle, che, con un colpo di spada, venne sfondata. L’elfo indietreggiò, ma perse l’equilibrio e cadde sulla grondaia. Magni lo sollevò di peso stringendogli una mano attorno al collo e lo riportò all’interno della casa.
Qualche minuto dopo, i tre erano legati assieme dalle corde magiche di Narfi.

«Un’ottima azione, davvero.» si complimentò Moði battendo una mano sulla spalla del cugino. «Credo che possiamo definire la missione conclusa.» decretò quindi, obbligando i tre Svartálfar ad alzarsi. Si volse verso i propri compagni: «Portiamoli ad Asgard.»
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1 “Silenzio”
“Luce”
3“Vista”




Note: Chiedo umilmente perdono per l'orribile finale, ma ho cercato di non dilungarmi troppo in scene di combattimento che sarebbero state alla fine pesanti. Per chi volesse saperlo, i tre incantesimi che ho appuntato in nota sono stati ricavati dall'antico scandinavo. Il significato è esattamente quello che ho trascritto. L'idea è pessima, ma io sono peggio a inventarmi strane formule magiche ; )
Con questo, concludo il mio racconto e concludo la missione dei giovani asgardiani.
Alla prossima, probabilmente con qualche altro viaggetto che ho già programmato (visto che è impossibile abbandonare gli Asi anche per soli due minuti!)
Grazie per aver letto anche quest'ultimo capitolo.
Notthyrr

  
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