|Mi vuoi bene, Mido-chan? | conteggio parole: 363 |
 
– Sono stanco, Mido-chan.
– Ti stanchi troppo facilmente, Hiroto.
Il rosso arricciò le labbra contrariato. Non era affatto vero, odiava quando Ryuuji diceva cose false su di lui.
Però non riusciva ad essere arrabbiato con il suo migliore amico, non più di mezzo minuto almeno, finiva sempre col perdersi nei suoi taglienti occhi neri e perdeva il senso della ragione.
Stavano giocando ormai da parecchio tempo, e il seienne Kiyama era piegato su se stesso, mani sulle ginocchia, con il fiato grosso, sotto lo sguardo sereno e perplesso del suo coetaneo dai capelli color pistacchio, che aveva il piede appoggiato al pallone.
– Torniamo, ti va? – chiese non appena riuscì a respirare correttamente.
Midorikawa sospirò e con un pallonetto portò il pallone alla sua portata; lo mise sottobraccio e afferrò con delicatezza la mano chiara del suo amico, annuendo.
Iniziarono a camminare verso il dormitorio, e appena giunti lì si buttarono insieme sul letto del rosso, questo con aria esausta. Il piccolo Ryuuji ridacchiò divertito.
– Cosa c’è? – domandò Hiroto arrossendo lievemente.
– Niente, è solo che la coperta ti copre un po’ e sembra che tu non abbia il naso!
L’altro rimase un attimo interdetto, poi gonfiò le gote e lo guardò con occhio offeso.
– Uffa, trovi sempre qualcosa che non va in me! – si lamentò spostandosi in modo da eliminare quell’effetto ottico.
Quello non rispose, e fra i due si formò un silenzio delicato, interrotto dagli spifferi che scuotevano il campanello sulla soglia della stanza, creando una leggera melodia che sortì l’effetto di una ninna nanna: infatti, i due bambini quasi si addormentarono, lì, l’uno accanto all’altro.
– Mi vuoi bene, Mido-chan? – chiese d’un tratto il rosso, e l’interpellato sussultò sorpreso.
– Che domande sono?
– B-beh, è che tu ... – cominciò quello, le sue guance si stavano imporporando di nuovo – Tu trovi sempre qualcosa da ridire su di me. Per questo ... per questo voglio sapere se mi vuoi bene.
Midorikawa lo fissò, sbatté le palpebre perplesso ed infine gli dedicò uno dei suoi caldi sorrisi.
– Certo che ti voglio bene, Hiro-chan. – mormorò afferrando la mano dell’amico, che strinse delicatamente le dita intorno alle sue – Sei la persona a cui voglio più bene di tutto il mondo.
 
 
Ciao gente.
Coppia preferita, prima fic sulla HiroMido *-*
Ho fretta, commentate mi raccomando!
Tanti cari saluti alla vaniglia e alla fragola.