Caro Diario

 

Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ho scritto sulle tue pagine ...ti ho ritrovato questa mattina in uno scatolone impolverato..scusami, non avrei dovuto abbandonarti. Mi dicevano: "hai 16 anni Marco, stai diventando un uomo, inizia a comportarti come tale". Mi sono illuso che avrei potuto farcela da solo, che avrei potuto andare avanti, crescere senza avere nessuno con cui parlare, ma non è cosi.....ne' ho bisogno invece, forse ora più che mai, e scriverti è l'unica possibilità che mi rimane per non "cadere" di nuovo, perché quando si tocca il fondo si hanno due possibilità: sprofondare ancora di più, perché a questo non c'è limite, oppure rialzarsi e tornare in superficie,rinascere.  Ero solo, non avevo più la forza di andare avanti e le droghe mi si sono presentate come l'unica via d'uscita, ma ora ho ritrovato quella forza necessaria e piano piano sto tornando in superficie, non so ancora quando ci riuscirò ma adesso c'è speranza, non sono più solo Alice è con me.

 

La scuola è iniziata ormai da  mesi e all'inizio dell'anno tutto sembrava grigio e monotono  come sempre, sembrava un anno destinato a concludersi come quello precedente, ancora prima che iniziasse, ma una mattina di Dicembre, mentre camminavo nei corridoi, incontrai la persona che  che sarebbe diventata la mia ancora di salvezza, la mia speranza, la mia luce: Alice

Se ne stava li' , appoggiata al muro freddo di un corridoio, come se quello fosse stato il suo unico appiglio; aveva le mani sottili e affusolate che teneva strette a pugno lungo i fianchi le labbra sottili e rosate, i capelli di un nero intenso che gli ricadevano ribelli sulle spalle,il viso pallido contornato da una leggera spruzzata di lentiggini, indossava dei semplici jeans scoloriti e una felpa verde scuro. Sembrava una ragazza semplice, non del genere vistoso di quelle che ti giri a guardare, ma aveva qualcosa che mi catturava come una specie di limpidezza,di trasparenza. Alzò lo sguardo e mi persi completamente nei suoi occhi azzurro ghiaccio coperti da un velo di tristezza e malinconia e vidi qualcosa che mi assomigliava ,riconobbi subito quegli occhi, sono quelli di chi ha conosciuto il dolore, che lascia una macchia inconfondibile e impenetrabile, quel velo che fa vedere il mondo in modo diverso, lo stesso velo che copriva i miei. Distolsi lo sguardo per non cadere e un brivido mi percorse.......mi guardò e mi sorrise, era solo la ragazza sbagliata nel posto sbagliato e nel momento sbagliato,di giusto aveva pero' il sorriso,un sorriso, troppo giusto troppo bello, un sorriso che fece sparire tutte le incertezze, solo allora capii, IN QUEL SORRISO C'ERA IL SENSO DI TUTTO QUELLO CHE STAVO CERCANDO.
 

La campanella suonò, e l'atmosfera incantata che si era creata svanì, lei abbassò lo sguardo e si incammino' nella direzione opposta alla mia, mi passò accanto sfiorandomi appena,senti un debole e delicato profumo di rose, sentivo i suoi passi dietro di me, se  ne stava andando ma io non potevo lasciarla andare, non dopo quello che avevo visto nei suoi occhi, la rincorsi e sussurrai un timido "ciao sono Marco"  mi sorrise  " Io Alice".
 

Da quel momento ci incontrammo tutti i giorni nello stesso posto, le raccontai la mia storia e lei la sua, mi aprii con lei come non avevo fatto con nessuno, lasciai che entrasse dentro di me e che scoprisse tutti i segreti più nascosti,i mie difetti , le mie paure...lei li comprendeva,li prendeva con se e li custodiva in uno scambio reciproco di affetto e comprensione. 

Da quel momento, caro diario, finalmente non mi sento più' solo, neanche Alice lo è più.Sono pronto  per risalire in superficie, sto per ricominciare a vivere.