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Autore: GiulyHermi96    29/12/2012    4 recensioni
una songfiction basata sulla canzone "Superman" di Taylor Swift e che tratta di un missing moment di Ginny Weasley, mentre il trio protagonista è sulle colline dietro a casa Weasley per andare dai Lovegood, Ginny è a casa per le vacanze...
Che altro dire, spero vi piaccia :)
Dalla ff:
Era una di quelle persone che manteneva le proprie promesse, e Harry non avrebbe voluto che lei fosse debole.
La storia si è piazzata prima al contest di TelynBia "A songfic for missing moment"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Harry & Ginny... just love them'
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Harry, why can't you see you're her Superman?

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Nick (sul forum e su EFP): GiulyHermi96 / GiulyHermi96
Titolo: Harry, why can't you see you're her Superman?
Canzone e relativo personaggio: Superman – Ginny Weasley
Momento (essendo un contest sui Missing moment deve esserci la base, o almeno un accenno, a qualcosa detto da zia Row): Il missing moment che è nella storia è il momento in cui Harry, Ron e Hermione stanno andando da Xenophilius Lovegood. Ginny è a casa per le vacanze di Natale. Dentro questo missing moment ce ne sarà un altro breve sotto forma di flash-back, che sarà quello in cui Neville, Luna e Ginny avevano tentato di rubare la spada di Grifondoro.
Genere: Introspettivo, Romantico
Avvertimenti: Missing Moment
NdA: Fa schifo, come tutto ciò che scrivo di solito, ma spero che sia coerente almeno un pochino XD

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Capitolo 1: I watched Superman fly away


 

Tall, dark and superman, he puts papers in his briefcase and drives away

to save the world or go to work: it’s the same thing to me.

He’s got his mother’s eyes, his father’s ambition,

I wonder if he knows how much that I miss him.

And I hang on every word that you say, yay;

you smile and say “How are you?”; I say “Just fine”,

I always forget to tell you I love you, I love you, forever.

 

Ginny Weasley sbuffò annoiata.

Erano le vacanze di Natale ed era alla Tana.

Oltre ad annoiarsi come si era annoiata in pochi momenti della sua vita, era anche preoccupata per Harry.

Chissà dov'era in quel momento... chissà in quale parte del paese era... o addirittura, in quale parte del mondo!
Scosse la testa per scacciare la preoccupazione senza, però, avere successo.

Non sapere dove Harry fosse, era una tortura per lei.

Magari era già morto e non lo sapeva...

La ragazza fissò la radio. No, non poteva essere morto, si sarebbe saputo. Non solo i giornali, ma anche le varie stazioni radio ne avrebbero parlato.

Ginny prese un sospiro di sollievo.

Era davvero frustrante starsene a casa a far nulla. Avrebbe preferito addirittura fare i compiti delle vacanze, ma l'idea di esercitarsi con le maledizioni senza perdono su qualche animale lì a casa non era esattamente nelle sue priorità.

Scuotendo la testa per scacciare il pensiero, Ginny cercò di pensare ad altro.

Chissà perché, però, la sua mente tornava sempre ad Harry. Era sempre lui, sarebbe sempre stato lui, lo era stato anche quando l'aveva lasciata...

Il funerale di Silente si era appena concluso. Era stato straziante vedere quello che era stato il loro preside, forte e sempre pronto a soccorrerli, venire seppellito lì.

Ginny sospirò, si asciugò gli occhi e sorrise un pochino guardando Ron e Hermione vicini.

Era bello vedere che, comunque, qualche cosa per cui sorridere ci fosse sempre.

Sentendosi osservata, girò la testa e vide Harry fissarla.

In quel momento ebbe un tuffo al cuore. Ecco pensò ci siamo...

Sapeva, ancora prima che Harry cominciasse a parlare, che l'avrebbe lasciata. Lo vedeva nei suoi occhi, così sinceri e facili da leggere per lei.

Rassegnata, assunse la sua espressione di difesa, quella che Bill, prendendola in giro, chiamava “Espressione scudo”.

Le era sempre stata molto utile nei momenti difficili, e quello era certamente uno di quelli.

Non gli avrebbe detto di stare attento, o di non fare qualunque cosa avrebbe fatto. Lo avrebbe assecondato, benché avrebbe preferito che non lo facesse.

Ginny, ascolta...” iniziò mormorando Harry mentre gli altri si alzavano e iniziavano ad andarsene.

Non posso più stare con te.”

Stoccata. Fu fortissima per il cuore di Ginny. Quasi cedette, ma decise di tenere duro. Harry non aveva bisogno di una che piangesse in quel momento. Aveva bisogno di una ragazza che lo capisse e che lo aspettasse.

Dobbiamo smettere di vederci. Non possiamo stare insieme.” altri due colpi forti al cuore.

Ginny sorridendo con una smorfia quasi ironica e dolorosa in viso, non riuscì a trattenersi dal chiedere: “È per qualche stupida, nobile ragione, vero?”

Vide Harry sospirare e lo ascoltò quando disse: “Queste ultime settimane con te sono state come... come la vita di un altro. Ma io non posso... noi non possiamo... Devo fare delle cose da solo, ora.”

Lui doveva fare delle cose da solo. E lei sarebbe dovuta rimanere a casa, come una damigella in attesa del suo mitico eroe.

Possibile che non capisse che anche lei volesse partecipare alla cosa, che anche lei volesse aiutarlo?

La ragazza si trattenne e lo guardò semplicemente negli occhi.

Lui continuò: “Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usato una volta come esca, e solo perché sei la sorella del mio migliore amico. Pensa a quanto più grande sarà il pericolo che correrai se continuiamo a stare insieme. Lo verrà a sapere, lo scoprirà. Cercherà di arrivare a me attraverso di te.”

Ginny prese un respiro profondo e senza riuscire a rimanere zitta, disse: “E se a me non importasse?”

La ragazza vide Harry guardarla rassegnato, e capì che non avrebbe potuto fare nulla per fermarlo, che avrebbe comunque fatto ciò che doveva fare.

Importa a me” le rispose infatti: “Come credi che mi sentirei se questo fosse il tuo funerale... e se fosse colpa mia...”

Ginny sentì il suo cuore spezzarsi e dovette guardare da un altra parte per non ribattere, per non pregarlo in ginocchio di non farlo, per non piangergli tra le braccia.

Non aveva più nulla ormai. L'avrebbe perso, e sarebbe dovuta rimanere, come minimo, ad aspettarlo, a terra, guardandolo andarsene.

Sarebbe sempre stato così.

Sospirando, gli diede l'ultima parte di se, gli aprì l'ultima parte del suo cuore, l'ultima parte di se che ancora non gli aveva mostrato: “Io non ho mai davvero rinunciato a te... Mai. Ho sempre sperato... Hermione mi ha detto di vivere la mia vita, magari di stare con altri, di lasciarti perdere per un po', perché non riuscivo a spiccicare parola se c'eri tu nella stessa stanza, ti ricordi? E lei pensava che forse mi avresti notata di più se io fossi stata un po' più... me stessa” disse lei sinceramente, con un nodo in gola che diventava sempre più stretto, quasi volesse soffocarla.

Astuta quell'Hermione” disse lui cercando di sdrammatizzare.

Ginny deglutì cercando di far sparire il nodo che non voleva andarsene dalla sua gola.

Vorrei solo averti chiesto di stare con me prima. Avremmo avuto un sacco di tempo... mesi... forse anni...”

Lei scosse la testa cercando di non piangere per la tristezza del momento e non ridere per disperazione: “Ma tu eri troppo occupato a salvare il mondo magico. Bé... non posso dire di essere sorpresa. Sapevo che sarebbe successo, alla fine. Sapevo che non saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort. Forse è per questo che mi piace tanto”

 

I watched superman fly away, you’ve got a busy day today

go save the world; I’ll be around.

I watched superman fly away: come back, I’ll be with you someday,

I’ll be right here on the ground, when you come back down.

 

Dette quelle parole, Harry la guardò per un istante negli occhi e se ne andò, velocemente.

Il cuore cominciò a batterle velocemente e il respiro le si iniziò a spezzare sempre più frequentemente. Guardò Harry andarsene e volare via da lei, e pregò, dentro di se, che lui tornasse presto, da lei, che lo avrebbe aspettato.

Ginny sospirò. Dal funerale di Silente si era ripromessa di non piangere, e così aveva fatto. Era una di quelle persone che manteneva le proprie promesse, e Harry non avrebbe voluto che lei fosse debole.

[1000 parole – senza testo della canzone]

 

Capitolo 2: He's complicated, he's irrational

Tall, dark and beautiful: he’s complicated, he’s irrational;

but I hope someday you’ll take me away and save the day, yeah.

Something in his deep brown eyes has me sing,

He’s not as bad like this reputation:

I can’t hear one single word they say.

You leave got places to be and I’ll be ok,

I always forget to tell you I love you, I loved you from the very first day.

 

In fondo, ne era certa, Harry nemmeno pensava a lei!
Ci aveva messo sei anni per notarla, ora che erano lontani l'una dall'altro, di sicuro non avrebbe pensato a lei.

In quell'istante la radio, sintonizzata su Radio Potter da un po', si accese con qualche crepitio.

Ed è una fortuna se siamo in onda oggi, signori e signore... bentornati a chi già ci ascolta! Benvenuto a chi è riuscito a sintonizzarsi...” iniziò a dire Lee Jordan nella radio.

Ginny abbassò un po' il volume e si avvicinò per fare in modo che possibili mangiamorte fuori da casa non sentissero la radio.

Il meteo di oggi non è cambiato, ci sono stati degli avvistamenti del fulmine il giorno di Natale, e molti di voi già lo sanno, lo ripeto per i nuovi. Nei d'intorni della vecchia tana del nostro amico Godric ci sono stati strani avvenimenti, in particolare nella casa di Bathilda Bath, che è stata ritrovata morta proprio qualche giorno fa...” disse Lee, interrotto subito da... ehm... Fred... o George... forse Fred...

Sì, bé, con tutto il rispetto, la signora Bath aveva già la sua veneranda età e, visto che grazie ai suoi bei saggi sulla storia della magia, abbiamo avuto estenuanti lezioni di Ruf, non credo che sia dispiaciuta troppo la sua scomparsa...” disse il gemello.

Vergognati Rodente!” disse l'altro gemello: “Io non le definirei così le lezioni di Ruf... direi più che altro che fossero... dei buoni sonniferi, da poter usare in qualunque momento della giornata, ecco...” disse il ragazzo.

Ginny alzò gli occhi al cielo.

Quei due... se solo mamma avesse saputo cosa stessero facendo.

In seguito a queste cose, alla radio cominciarono a elencare i caduti delle ultime settimane.

Sospirando, Ginny spense. Non era la sua solita filosofia, ma negli ultimi giorni, si era resa conto che meno avrebbe saputo meglio sarebbe stato per lei.

Scoraggiata dal fatto che non ci fossero nuove avvistamenti di Harry, la ragazza prese un quaderno dalla borsa di scuola e lo aprì a caso.

Da lì scivolò fuori una foto.

Alla ragazza si spezzò il respiro. Era una foto di lei ed Harry sul campo da Quidditch poco tempo dopo che si erano messi insieme.

Chissà perché era in quel quaderno. Se l'avessero vista a scuola, l'avrebbero di certo punita.

Curiosa, la ragazza guardò la copertina del quadernone e lo riconobbe come quello di, per l'appunto, Storia della magia.

Per tutti quegli anni, aveva sempre tenuto lo stesso quaderno, segno del suo enorme interesse per la materia, ecco perché l'immagine fosse rimasta lì dall'anno prima.

Si ricordava quando, prima dell'allenamento, Luna aveva scattato la foto dagli spalti prendendoli di sorpresa.

Luna le mancava.

Essendo anche quello un pensiero piuttosto doloroso, la ragazza si alzò in piedi e incrociò le braccia per calmarsi.

Quanto odiava quella situazione! Tutti sembravano indaffarati a fare o dire qualche cosa, e lei rimaneva la principessina che non poteva mettere un piede fuori casa per paura che si facesse male.

Sospirando, la ragazza sferrò un calcio al letto facendo un grande rumore.

In un momento sua madre si fiondò da lei: “Ginny! Ginny, cara, è tutto a posto?” le chiese nel panico più assoluto.

La ragazza ebbe la tentazione di sbuffare, ma si trattenne. Sua madre era solo preoccupata per lei, per i suoi fratelli, per tutto in realtà.

Prendendo un respiro profondo, la ragazza rispose gentilmente: “Tutto a posto, ho solo preso contro al letto...” disse sorridendo mestamente.

Molly sospirò di sollievo e annuì: “Ti prenderai freddo, Ginny cara... mettiti questa addosso, a stare fermi ci si ammala in fretta...” disse avvolgendola in una coperta morbida e fatta a mano.

Ginny avrebbe voluto rispondere che se l'avessero fatta muovere, non si sarebbe ammalata per il freddo, ma si rese conto di non voler litigare in quel momento.

Scusa... hai ragione...” disse sedendosi sul letto e guardando la finestra appannata dal freddo e dal gelo invernale.

Molly le accarezzò la testa con una mano.

Ginny sospirò e disse: “Mi manca tanto...” senza riuscire a trattenersi.

Molly sorrise tristemente e le accarezzò dolcemente una guancia: “Lo so tesoro, lo so...” le disse andandosene.

 

I watched superman fly away, you’ve got a busy day today

to save the world; I’ll be around.

I watched superman fly away: come back, I’ll be with you someday,

I’ll be right here on the ground, when you come back down.

 

Ginny sospirò e si tirò su di morale, pensando che comunque, Harry stesse facendo qualche cosa per tutti. Si stava impegnando per far sì che il loro futuro fosse pieno di luce e di speranza.

Sorrise al pensiero. Era proprio una cosa da Harry, pensare agli altri.

Gli occhi le si riempirono di lacrime, che però non versò. Lo avrebbe aspettato. Aveva aspettato sei anni, ne avrebbe aspettati anche altrettanti, se ce ne fosse stato bisogno...

Appoggiando la mano destra sotto il mento, la ragazza si appoggiò al muro stringendosi nella coperta. Lo aveva guardato volare via e andarsene da lei, per andare in mille posti per proteggere lei e tutto il mondo magico. Si era scordata di dirgli, parola per parola di amarlo... glielo avrebbe detto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per dirglielo.

[829 parole – senza il testo della canzone]

 

Capitolo 3: When you come back down...

And I watch you fly around the world, and I hope you don’t save some other girl.

Don’t forget, don’t forget about me.

I’m far away, but I’ll never let you go: I’m lovestruck and looking out the window.

Don’t forget, don’t forget where I’ll be,

right here wishing the flowers were from you,

wishing the card was from you, wishing the card was from you,

cause I loved you from the very first day.

 

Avvicinandosi alla finestra ghiacciata, Ginny guardò fuori dalla sua camera.

Il giardino era pieno di gnomi che scorrazzavano da una parte all'altra senza paura.

Di solito era Ron che disinfestava il prato, ma da quando non c'era, per un tacito accordo, nessuno aveva voluto farlo, come se quel compito non lo potesse più fare nessuno senza di lui.

La ragazza sospirò rassegnata.

Niente. Avrebbe sempre pensato a qualche cosa che l'avrebbe riportata ad Harry.

Ogni volta che vedeva il colore verde si ricordava dei suoi occhi smeraldini, ogni volta che girava per casa si ricordava delle estati che lui aveva passato lì. Per esempio, passando per la camera di Ron, si era ricordato l'estate precedente, quando Flebo era a casa loro e Harry era appena arrivato. Quando si era fermata giù per le scale, invece, si era ricordata della prima volta che lo aveva visto in casa sua, poco prima dell'inizio del suo primo anno ad Hogwarts.

Insomma, qualsiasi cosa, anche la più piccola, come per esempio gli occhiali di suo padre posati sul tavolo della cucina, le ricordavano il suo Harry.

Le era quasi sembrato di averlo di fianco a se, quando aveva cercato di prendere la spada con Neville e Luna...

Shh... fai silenzio Luna!” aveva detto Ginny con un incantesimo di disillusione attorno a se e agli altri due.

Luna volteggiava con un sorriso dolce in viso verso l'ufficio di Piton come se niente fosse.

Perché? È così divertente...” disse gentilmente.

Neville era più calmo e determinato del solito, cosa alquanto nuova per Ginny.

Dobbiamo spostare il ritratto di Silente...” sussurrò la ragazza.

I tre iniziarono a muovere a sinistra il ritratto che, chissà perché, sorrise nel sonno.

Determinati, i ragazzi spostarono il quadro pesantissimo e Ginny afferrò in fretta la spada di Grifondoro.

Dobbiamo andare...” disse Neville girandosi.

Ma Ginny rimase ferma con la spada in mano.
Si era ricordata della prima volta in cui l'aveva vista, la spada. Aveva undici anni, e si era appena risvegliata, confusa e debole, da un sonno senza fine datole da Tom Riddle.

Sospirando, la ragazza accarezzò l'elsa pensando che anche Harry, a sua volta, aveva tenuto tra le sue mani quella spada, tempo addietro.

Ginny! Andiamo!” sibilò Neville prendendole un braccio.

Lei si riscosse, si voltò e insieme stavano per uscire, quando Piton entrò e guardò dritto verso di loro dicendo: “Bene, bene, bene...”

La ragazza sospirò. Nessuno di loro aveva mai capito come Piton fosse riuscito a vederli quella volta...

 

I watched superman fly away, you’ve got a busy day today

to save the world; I’ll be around forever and ever, here.

I watched superman fly away, I swear I’ll be with you someday,

I’ll be right here on the ground when you come back down.

 

Cancellando dalla finestra con la manica del maglione il piccolo alone appannato che aveva creato col suo respiro, Ginny notò, su una collina non troppo lontana da lei, qualche cosa che attirò la sua attenzione.

L'albero di fronte a lei, di solito, le bloccava la visuale ma, essendo inverno, le fronde erano abbastanza rade da lasciar scorgere le colline innevate.

Il sole illuminava la neve che era distesa su tutto il territorio davanti a lei e le colline sembravano brillare.

Per questo motivo per Ginny fu molto facile scorgere delle figure scure in lontananza, su una delle colline più alte.

La ragazza cercò di spostare la testa per vederle meglio.

Erano in tre: una figura molto alta se ne andò subito girandosi e superando la collina dall'altra parte, una più piccolina rispetto alle altre si girò a sua volta e superò anche lei la sua visuale.

La terza, invece rimase lì, come se stesse contemplando il tutto.

Col cuore che le batteva fortissimo, la ragazza si precipitò giù per le scale e uscì in giardino con la coperta, che la madre le aveva dato, attorno alle spalle per tenersi calda e le pantofole ai piedi.

Si guardò intorno e individuò nuovamente la collina dove aveva visto le figure, ma la trovò vuota, coperta solo dalla neve e da un boschetto innevato.

 

La, la, la

When you come back down.

 

Possibile? Possibile che fossero loro? Che fossero Ron, Hermione e... Harry?
Deglutendo e alzandosi sulle punte dei piedi, Ginny cercò di scorgere di nuovo quelle figure che aveva visto dalla finestra.

Chissà... magari erano proprio loro.

In fondo, prima o poi, Harry sarebbe dovuto tornare... non avrebbe sempre potuto volare via per salvare il mondo.

Sospirando, Ginny sorrise mestamente: sì, sarebbe tornato a terra da lei. Sarebbe tornato da lei.

[702 parole – senza il testo della canzone]
 

Angolino autrice:
Ehm... sì, boh, spero vi sia piaciuta :)
Io ho amato scriverla :3
Questa storia è arrivata prima (è la mia prima volta da medaglia d'oro *^*) al contest di TelynBia "A songfic for missing moment", quindi qui sotto aggiungo i commenti di Telyn e il meravigliosso banner che mi ha fatto *^*
Un saluto a chiunque passerà *^*
Giuly

 

Giudizio di TelynBia:

 

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Grammatica: 16,6/20
Il punteggio sarebbe stato molto inferiore, ma ho ritenuto giusto dividere gli errori per tre e sottrarre quella somma, considerando che la tua storia consta di ben 3 capitoli :D
dovevo sottrarre 10,3 e ho sottratto un terzo, cioè 3,4

Ginny Weasley sbuffò annoiata
l'attributo, quando sta in questa posizione, ha bisogno di una virgola a precederlo
Commento
-0,5

Non sapere dove Harry fosse, era una tortura per lei.

invertire predicato e nome del predicato qui non è proprio una bellezza... Non incasinarti, usa la frase semplice: non sapere dove fosse Harry
-0,5
Inoltre la frase prima è una soggettiva, che dunque funziona come soggetto: non si mette mai la virgola tra soggetto e predicato
-0,5

Ecco pensò ci siamo
anche mettendo solo pensò in corsivo ha bisogno comunque di due virgole a separarlo dal resto della frase
-0,5

prese un respiro profondo
questo non è esattamente un errore, però usi l'espressione "prendere un respiro" anche nelle prime righe, e non è proprio il massimo: bisognerebbe cambiare una delle due
-0,5

La ragazza vide Harry guardarla rassegnato
C'è un errore nei tempi verbali: avresti dovuto scrivere "la ragazza vide lo sguardo rassegnato di Harry", oppure "la ragazza vide che Harry la guardava rassegnato" (meno bella, se posso dire).
La scelta che hai fatto è un po' troppo colloquiale, secondo me.
-0,5

Lei scosse la testa cercando di non piangere per la tristezza del momento e non ridere per disperazione:
altra regoletta: la complementare indiretta, soprattutto se implicita, suona meglio se separata dalla principale con una virgola; in parole povere, ne serve una dopo testa xD
-0,5

Guardò Harry andarsene e volare via da lei, e pregò, dentro di se, che lui tornasse presto, da lei, che lo avrebbe aspettato.
Con la congiunzione sembra che Harry stia davvero volando via, non una metafora che sfrutta la canzone xD sostituiscila con una virgola ;)
-0,5

inoltre, ti è scappata una virgola dopo presto
-0,5


Ci aveva messo sei anni per notarla, ora che erano lontani l'una dall'altro, di sicuro non avrebbe pensato a lei.
altra virgoletta di troppo dopo altro
-0,5

“Vergognati Rodente!”
Rodente è complemento di vocazione, và separato dal resto della frase con una virgola
-0,5

Non era la sua solita filosofia, ma negli ultimi giorni, si era resa conto che meno avrebbe saputo meglio sarebbe stato per lei.
altra virgoletta scappata dopo giorni
-0,5

” disse avvolgendola in una coperta morbida e fatta a mano

la congiunzione dopo morbida non serve, e secondo me la frase migliora se anteponi morbida a coperta
-0,5
e serve una virgola dopo disse
-0,5

Ginny sospirò e si tirò su di morale, pensando che comunque, Harry stesse facendo qualche cosa per tutti. 
manca una virgola prima di comunque
-0,5

Per esempio, passando per la camera di Ron, si era ricordato l'estate precedente, quando Flebo era a casa loro e Harry era appena arrivato. 
Errore di battitura ricordato/a, e la virgola dopo Ron è superflua
-0,2+
-0,5= -0,7

“Shh... fai silenzio Luna!”
Luna è complemento di vocazione, quindi va preceduto da una virgola
-0,5

Nessuno di loro aveva mai capito come Piton fosse riuscito a vederli quella volta...
serve una virgola prima di quella
-0,5

Utilizzo della canzone: 20/20
Veramente molto bene, brava :D

IC:  20/20
Veramente molto bene, non poteva che essere altrimenti ;)

Originalità:  12/20
e qui un po’ mi casca l’asino:  ho letto un bel po’ di storie su Ginny che aspetta Harry (Come è giusto che sia, dico :D), e questa non differisce tanto; se posso dire, poi, è anche facile associare questo abbinamento a questo momento... Insomma, non proprio originalissima, no. 

Credibilità del momento: 7,5/10
Qui bisogna fare un discorso un po’ diverso: è... Normale, pensare a Ginny in questi termini in questi momenti, e devo dire che apprezzo molto l’episodio di radiopotter da te inventato; i momenti di cui parli sono credibili soprattutto per la loro scontatezza, capisci?
Nonostante ciò, il momento in cui Ginny vede Harry è inventato da te, e perfettamente credibile (MAGNIFICO, dico :D)
.
Gradimento personale: 9,5/10

 


Le cose che ho amato di più: 
Ginny che vede Harry (AWWWWWWWWWWWWWWWWW *w*)
La foto di Harry e Ginny sul campo da Quidditch
I piccoli Missing Moment
Ginny che non può fare a meno di pensare continuamente ad Harry
Soprattutto l’ultima, ha contribuito ad alzare molto questo punteggio. Ovviamente molto IC, questa scelta di caratterizzazione me l’ha resa molto vicina a me, simpatica e normale.
Penso invece che tu possa migliorare molto lo stile del primo capitolo: non mi ha convinto molto, e più di una frase ad una prima lettura sembrava sbagliata.

9,5 + 20 + 12 + 7,5 + 16,3 + 20 = 85,6

   
 
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