"Ti piacerà" aveva detto il medico una settimana prima "Vedrai che ti divertirai". Invece si era sbagliato in pieno. Starsene una settimana a casa senza potere usare la voce e fare altro che guardare film o stare al pc era davvero noioso.
Fissai la tv accesa su “Percy Jacson e gli Dei dell'Olimpo” quante volte avevo letto quel libro in quei giorni? Almeno 200. Sospirai. Erano le 5 del pomeriggio e lui non sarebbe venuto, non mi aspettavo che venisse, infondo era meglio che se ne stesse con la sua amata Ketty. L'avrebbe vista sculettare davanti ai suoi occhi e cosa migliore lei lo avrebbe baciato fino allo sfinimento. Cos'era lei in paragone alla sua patetica migliore amica?

Il rumore dei battiti sulla porta mi fece sobbalzare, mi alzai e mi ritrovai davanti 1.86 cm di pura perversione e dolcezza, contornati da una matassa di ricci ribelli. “Ciao Charlie!” “Harry” la mia voce uscì a malapena dalle mie labbra. “Bella voce” disse ridendo e facendosi strada nel mio salone. Lo fermai e lo guardai interrogativo “Ho finito gli allenamenti” disse tranquillo mentre sistemava una borsa sopra al tavolino. “E così sono venuto a fare compagnia alla mia malata preferita” disse baciandomi la guancia “Ketty?” domandai in un rantolo “Non c'è nulla di cui preoccuparsi e poi dovresti coprirti” disse indicandomi. Ero in mutande e canottiera. Gli regalai l'ennesima linguaccia arrossendo ed infilandomi un paio di pantaloni.

“Vieni qui” disse afferrandomi e facendomi sedere accanto a lui sul divano e porgendomi un milkshake al cioccolato “Ho pensato che ti avrebbe fatto bene” mi appoggiai con la testa sulla sua spalla annusando il suo profumo Blue di Chanel che mi mandava in estasi. Sorseggiai la bevanda cercando di nuovo il suo sguardo.

Perchè non era con Ketty? Perchè era venuto qui? Che cosa era successo?

Nessuna risposta. “Come va la gola?” domandò di nuovo sorridendomi. “Insomma” sussurrai “Quindi non puoi ancora parlare eh?!” disse con gli occhi che gli si illuminavano di una strana luce. “Harry che-” mi bloccò “E' finita” disse subito “Beh non è neanche mai iniziata” lo guardai perplesso “Ero il suo giocattolo. L'ho beccata più volte a limonarsi con Steve dietro al muretto della scuola e quando l'ho beccata mi ha semplicemente detto che credeva che fossimo scopamici e così me ne sono andato.” sospirò di nuovo mostrandomi le iridi chiare leggermente lucide.

“Mi dispiace” sussurrai “A me no” disse serio, provai ad interromperlo, ma continuò il suo discorso “Per tutto questo tempo non ho fatto altro che cercare una ragazza che mi facesse innamorare, che mi facesse sentire vivo, e non mi sono mai reso conto che ce l'avevo già. Che quella ragazza era di fronte ai miei occhi. Ho avuto così tanta paura da non ammetterlo neanche con me stesso. Perchè sei tu, Charlie. Ed ora so che potrebbe compromettere tutto, che potrei aver-” gli bloccai le parole baciandolo come avevo desiderato di fare tante volte. Lui mi accolse e rapì le mie labbra con un bacio dolcissimo, mordicchiò il mio labbro inferiore ed approfondì sempre di più quel bacio lasciandomi scorrere lunghi brividi lungo la mia schiena. Piano piano però i brividi non furono l'unica cosa che sentii, le sue mani stavano disegnando dei lunghi cerchi sulle mie spalle ed i suoi baci scesero lungo il mio collo, mentre io mi impossessavo dei suoi ricci e cercavo di trattenere ogni singolo momento di quel bacio. Mi staccai da lui a fatica, riprendendo fiato da quel bacio eterno “Mi piace quando non riesci a parlare” disse lui rapendomi in un abbraccio.