No
gay for me!
“Harry,
al semaforo devi svoltare a destra”.
“Certo,
certo…”.
Harry,
Ron, Hermione e Draco si trovavano sulla macchina di Harry, che aveva proposto
una gita al mare per godersi le ferie.
Hermione
gli indicava la strada, mentre Ron, seduto dietro insieme a Draco, si faceva
vento con il libretto di circolazione dell’auto, ignaro dell’importanza di quel
documento.
“Potter,
accendi l’aria condizionata”, disse Draco, “C’è Lenticchia che fra poco sviene e
non vorrei ritrovarmelo addosso”.
La
vettura si fermò al semaforo rosso e Harry ne approfittò per girarsi in
direzione di Draco: “Spiacente, niente aria condizionata. Quest’auto è molto
vecchia”.
“E
che cavolo, compri sempre tutto di seconda mano! Almeno io i soldi ce li ho e
posso permettermi tutto quello che voglio!”.
“Allora
perché non li spendevi in una bella Porsche Cayenne con tanto di climatizzatore
da far comparire stalattiti e stalagmiti?”.
Draco
pensò di non ribattere per non perdere tempo a discutere con quel cretino e
Harry si voltò davanti a sé in attesa che il semaforo gli desse il via
libera.
“Oh,
guardate che gnocca!”, esclamò improvvisamente Ron, guardando fuori dal
finestrino.
“Dove,
dove???”, tutti i presenti, comepresa Hermione – ma solo per constatare di
persona tutta quell’immane bellezza – cominciarono a roteare la testa alla
ricerca di quella donna.
Lungo
il marciapiede ancheggiava sulle sue zeppe una ragazza alta, slanciata,
abbronzata, che indossava un paio di shorts che le modellavano il sedere già
sodo, i seni erano intrappolati dal pezzo superiore del bikini bianco che le
risaltava la carnagione bronzea e vaporosi capelli biondi le ricadevano sulle
spalle.
“Lenticchia,
stai sbavando come se non avessi mai visto una ragazza…”, commentò Draco, che
non aveva ancora portato il suo sguardo in direzione della
ragazza.
“Smettila
di fare l’imbecille e guardala. È davvero bella”, disse Hermione
sincera.
Draco
si voltò seguendo l’orientamento delle altre tre teste dell’abitacolo: “Oh
cazzo!”, e fu con quell’enigmatica esclamazione che che convenne che Ronald
Weasley, in arte Lenticchia, dopotutto sulle donne sapeva il fatto
suo.
La
radio trasmetteva Surfin’ in the
U.S.A. e, con un Ron particolarmente attivo nel canto, la macchina
sfrecciava a tutta velocità facendo sì che si iniziasse a intravedere la
spiaggia assolata.
“If everybody had an ocean across the U.S.A
the everybody be surfin’ like Californ-I-A”, cantava Ron a squarciagola
giocherellando con un peluche, rappresentante un lombrico dello spazio, che
Harry si ostinava a tenere in macchina da dieci anni.
“Harry…”,
chiamò Hermione perplessa, disturbando dal suo stretching post-posteggio il
ragazzo dagli occhiali tondi.
“Sì,
‘Mione?”.
Si
avvicinò di più a lui mostrandogli la cartina, “L’illustrazione dice che ad
accoglierci ci sarebbe stata una statua rappresentante una sirenetta avvinghiata
ad un tritone… ma qui ad accoglierci c’è solo un uomo traslucido, per via del
troppo olio applicato sulla pelle e un orribile bermuda rosa sgargiante…”. Harry
si guardò intorno e le sorrise, regalandole anche un buffetto sulla
spalla.
“Suvvia
‘Mione… meglio un uomo in carne e ossa, che una sirenetta avvinghiata ad un
tritone”.
Hermione
annuì, e quando i suoi piedi toccarono la tiepida sabbia bianca, quel piccolo
particolare fu dimenticato.
Sulla
spiaggia tutto sembrava essere perfetto.
I
raggi caldi del sole, l’acqua del mare cristallina, la sabbia e poca gente
intorno.
Poteva
essere il paradiso…
Hermione
sistemò la sua tovaglia e, toltasi il vestitino che indossava, rimase con un
delizoso bikini nero che ne risaltava la carnagione
bianca.
Si
posizionò sulla tovaglia ed estrasse dal suo zaino Assassinio sull’Orient-Express.
“Hai
intenzione di leggere anche qui?” ,
sbuffò Ron, ripiegando i suoi pantaloni e lasciando una visuale del suo corpo
prestante, fasciato in dei bermuda azzurri con RON scritto in giallo sul
sedere.
“Cosa
significa anche qui, Ronald?”, sbottò
lei infastidita.
Ron
si maledisse mentalmente; perché nutriva sempre quel bisogno di aprire la bocca
e sparare stronzate a raffica?
“Beh…
credevo che tu venissi a fare il bagno con noi…”, mugulò, ma ben presto il suo
groviglio di parole, lasciò il campo a Harry e al suo costume very cool.
Su
uno sfondo rosso scuro, un boccino dorato faceva sfoggio di sé proprio sulle sue
vergogne, lasciando che le ali ricadessero lungo le gambe.
“Cosa
ne dite?”, disse pavoneggiandosi per farsi ammirare.
Hermione
dubbiosa riportò lo sguardo al suo libro, Ron fece finta di guardare l’orizzonte
interessato e Draco era troppo impegnato a riporre i suoi abiti nella sacca per
concedere una sua occhiata a quel fallito.
“Non
esiste uomo al mondo che abbia costume migliore del mio!”, ma giusto in quel
momento qualcosa catturò gli incuriositi sguardi dei suoi
amici.
“Cosa
c’è di più ammaliante del mio costume?”, chiese isterico.
“Il
costume di Malfoy!”, esclamò Ron con nonchalance.
Harry
iracondo si voltò verso Draco.
Indossava
un paio di bermuda neri con rifiniture di un grigio quasi argentato e, sulla
coscia sinistra, spiccava il Marchio Nero meravigliosamente
riprodotto.
“Cos…
cos’è quel coso?”, domandò Harry perplesso.
“A
te cosa sembra, Sfregiato?”.
“Il
Marchio Nero!”.
“Davvero?
E dire che a me sembrava una bella civetta bianca con una splendida rosa rossa
nel becco…”, ribattè ironico, mettendosi gli occhiali e arruffandosi i capelli
con una mano.
Harry
gli mostrò il dito medio, “Voglio dire… cosa diamine ci fai con un costume con
quel coso?”.
Draco
si guardò il costume compiaciuto, “Quando ero un Mangiamorte, Voldemort ci
riempiva di gadgets per l’estate…”, disse con noncuranza mentre il solito ghigno
sardonico gli si dipingeva sulle labbra.
“Gadgets?”.
“Sì,
Potter… era un incentivo per far aderire noi giovani e futuri Mangiamorte al suo
club”.
Stava
per sfociare tutto in una rissa, quando Ron convenne che era meglio sviare il
discorso Il Signore Oscuro regalava
gadgets e cercare di coinvolgerli in qualcosa di estremamente
emozionante.
“Che
ne dite di fare una partita a Beach-Volley?”, chiese innocentemente sperando in
una risposta positiva.
“Io
ho qualcosa di meglio da fare…”, rispose Draco abbassando gli occhiali e
seguendo con lo sguardo una ragazza piuttosto interessante, con un corpo
mozzafiato, che faceva una corsetta sulla battigia.
“Ovvero?”.
“Una
salutare corsa sul bagnasciuga”.
Erano
rimasti in tre, in realtà in due visto che Hermione era stata assorbita dalla
sua pesante e barbosa lettura.
“Harry?”.
“Vuoi
fare una partita in due? Sei matto?”, domandò sdraiandosi sulla tovaglia, “Credo
che prima prenderò un po’ di sole… quando poi sarai riuscito a riprendere Malfoy
e distogliere ‘Mione dalla lettura faremo la partita”.
Ron
sconsolato, decise di affogare la sua tristezza in una granita e qualcosa da
mangiare. E così, un po’ più felice, si diresse al bar
vicino.
Il
grande conquistatore si affiancò alla ragazza.
“Sai
dirmi che ore sono?”, domandò con voce sensuale sapendo che tra breve avrebbe
trascorso la giornata a mare in dolce e formosa compagnia.
“Non
ho orologio, mi spiace…”, rispose con vocina flebile accelerando il
passo.
“Fai
spesso jogging sulla spiaggia?”.
“Sì,
amo particolarmente il mio corpo…”, rispose con un
sorriso.
Anche
io! Rispose
Draco mentalmente.
“Senti,
ti va qualcosa al bar?”, disse ritornando alla carica.
“No,
ma devo andare lì lo stesso”.
Un
sorriso interiore si espanse in tutto il corpo atletico del biondino. Ormai
quella stupefacente ragazza era sua.
Sicuro
di sé, Draco rallentò il passo fino a fermarsi, convinto che la ragazza avrebbe
fatto lo stesso. Invece lei continuò a correre lungo la battigia per poi
risalire in direzione del bar.
L’aveva
lasciato come uno stoccafisso.
Ron
entrò nell’agognato bar e si diresse verso la cassa.
Girò
lo sguardo a destra e notò una bellissima ragazza seduta ad un tavolo subito
raggiunta da un'altra, anch’ella molto carina.
A
quanto pare queste zone pullulano di dee,
pensò il rosso, programmando un bel corteggiamento dopo essersi servito di una
fresca e dissetante granita alla menta.
Con
un sorriso furbetto disegnato in viso, Ron giunse alla cassa, dove lo attendeva
un uomo talmente super abbronzato che sembrava avesse la faccia di
plastica.
“Cosa
desideri?”, chiese il barista in un tono, pensò Ron, quasi suadente e
ambiguo.
“Ehm…una
granita alla menta”, rispose lui, senza soffermarsi oltre sul tono di voce di
quel ragazzo.
“Una
granita alla menta per questo bel maschione!”, urlò il barista all’indirizzo di
un suo collega.
Ron
sgranò gli occhi alle parole bel
maschione, ma anche questa volta preferì ignorare.
Il
barista si sporse in avanti, poggiando le braccia sul bancone: “Adoro i tuoi
capelli. Sono rossi come il fuoco…la passione…”.
Ron
si voltò verso quel barista con una faccia come per dire ma stai parlando con me?.
“Ehm,
si…ma la granita?”, domandò Ron nervoso.
“Che
c’è, ciambellino? Hai voglia di spegnere il fuoco che hai dentro? Non vorresti
darne libero sfogo?”.
Come
un dono di Merlino, la granita si posizionò davanti agli occhi di Ron, che nel
frattempo aveva distolto lo sguardo per guardare le due ragazze di prima,
coinvolte in un bacio appassionato.
Che
spreco,
pensò Ron, allungando la mano per prendere la granita.
Ma
qualcosa andò storto. Non era la granita quella che aveva
afferrato.
“Hai
la pelle vellutata come un petalo di rosa…”, sussurrò il barista che si era
avvicinato ulteriormente a Ron, il quale, spaventato a morte come se avesse
visto Lord Voldemort con cuffietta per la doccia, ritrasse la mano e scappò via
correndo.
“Tesoro,
la tua granita!”, gli urlò dietro il barista, afferrando il bicchiere e alzando
in contemporanea braccio e gamba.
Durante
quelle vicende, Harry Potter sbuffava con la speranza di attirare l’attenzione
di Hermione, immersa nella sua lettura.
“Che
vuoi, Harry?”, sospirò infine la ragazza, dopo l’ennesimo
sbuffo.
“Mi
sto annoiando”, rispose lui, prendendo un pugno di sabbia per poi
rilasciarla.
“Scava
una buca e infilatici dentro”.
“Grazie,
molto gentile!”.
Harry
si alzò di scatto e si diresse verso il mare, con l’intento di farsi un bagno
solo come un cane.
Si
distese sul pelo dell’acqua, rilassandosi con le piccole onde che si
infrangevano sul suo corpo.
Improvvisamente
qualcosa lo colpì in pieno viso che gli fece perdere l’equilibrio rovesciandolo
nell’acqua.
“Ma
che cavolo…?”, borbottò emergendo.
“Scusa,
ci ridai la palla?”, chiese un tipo qualche metro più in
là.
Harry,
da bravo ragazzo educato, si avvicinò al gruppetto di ragazzi che stavano
giocando e porse ad uno di loro la palla.
“Grazie”,
disse il ragazzo, toccandogli il braccio, “Ti va di unirti a
noi?”.
Harry
parve rifletterci e, rendendosi conto che se ritornava in spiaggia moriva di
noia, preferì restare a giocare con quegli ignoti ragazzi:
“Ok”.
“Comunque,
io sono Mike. Piacere!”, disse cortese, tandendogli la
mano.
“Harry”.
“Un
altro agnellino si è unito all’ovile!”, esclamò Mike rivolto ai suoi
amici.
Iniziarono
a giocare. La palla si librò in aria e venne scagliata leggermente verso un
componente del gruppo, poi di nuovo verso un altro e un altro ancora, fino a
quando giunse a Harry che la rispedì al mittende con una schiacciata
spettacolare.
“Ma
sei veramente bravo!”, si congratulò Mike, posandogli la mano sulla spalla e
lasciandola lì per circa cinque minuti buoni.
Per
quale motivo Harry avrebbe dovuto calcolare il tempo impiegato dalla mano di
Mike per togliersi dalla sua spalla? In fondo non era altro che un gesto
innocente, ognuno poteva farlo.
Continuò
a giocare con quel gruppo di amici, senza curarsi che ogni sua minima azione
veniva lodata con frequenti carezze e toccatine.
Ma
ecco che si accese la lampadina del suo cervello, segno che si era messo in
funzione.
Quelle
toccatine erano fin troppo strane e fuori luogo, che stava accadendo?
Oh
Merlino!,
pensò Harry, Questi qua sono troppo
strani.
Voltò
la testa e scorse Hermione, costantemente immersa nella lettura del suo
immancabile libro.
“Sentite”,
esordì il moro, “Io vado da…dalla mia ragazza!!!”.
“Oh”,
fece Mike deluso, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sul fianco, “Senti
bello, che ne dici stasera di venire alla festa sulla
spiaggia?”.
“Ehm…vedremo…”,
biascicò Harry, grattandosi la testa.
“Ok.
Ci conto, dolcezza!”.
Mike
passò sulla nuca di Harry e lo attirò verso di sé per stampargli un bacetto
sulle labbra.
Harry,
sconvolto come non mai, si dileguò in un istante precipitandosi verso
Hermione.
La
ragazza alzò gli occhi e vide un uomo correre sparato verso la sua direzione,
con l’aria di chi aveva appena visto la McGranitt ballare la lap
dance.
“Hermione,
non puoi capire cos’è successo!!!”, esclamò Harry, raggiungendo la ragazza, che
posò il libro accanto a sé pronta ad ascoltare l’amico.
Ad
un tratto un altro uomo si precipitò correndo verso di
loro.
“Hermione,
non puoi capire cos’è successo!!!”, Ron arrivò a destinazione e si chinò
poggiando le mani sulle ginocchia per prendere fiato.
“Granger,
non puoi capire cos’è successo!!!”, anche Draco aveva un tono di voce
sconvolto.
Hermione
non ci capì un piffero.
“Sentite,
non m’importa nulla di ciò che avete da dire, a meno che non sia di importanza
vitale. Ragion per cui torno a leggere il mio libro. Interrompetemi solo se
saremo nel bel mezzo di un maremoto”.
Hermione
non volle sentire ragioni.
I
tre poveri sventurados si guardarono intorno alla ricerca di un posto all’ombra,
quando si accorsero di avere davanti agli occhi il loro ombrellone, ma sconvolti
com’erano non sarebbero riusciti a distinguere neanche un aereo da un
aquilone.
Si
sedettero tutti e tre vicini e sbuffanti, con lo sguardo dritto davanti a
loro.
“Malferrett,
mi sento una salsiccia alla brace…credo di starmi scottando…”, disse Harry,
tastandosi le braccia.
“E
che vuoi da me?”, si voltò Draco sgarbato.
“Mi
metteresti la crema?”.
Draco
prese in considerazione l’idea di lasciarlo abrustolire, ma gli venne un’idea
ancora migliore.
Tirò
a sé la sua sacca – griffata con una raffinata scritta argentata che diceva: Lord Voldemort is looking at you…beware!
– e frugò al suo interno, ma trovatosi di fronte sia la crema solare che il
dentifircio Volderix-per denti bianchi
come la pelle del Signore Oscuro, convenne che la giornata era iniziata da
un bel po’ di ore e che lui non aveva ancora combinato niente di drachesco a
Harry Potter.
Prese
il dentifricio e ne versò una buona dose sulla schiena rossa del
moro.
“Questa
crema solare è altamente rinfrescante!”, constatò Harry.
Draco
compiaciuto e ghignante continuava a spalmarte la sua crema speciale.
Harry
era assorto, completamente catturato dalla bravura di Draco nel fare massaggi,
ma quando aprì gli occhi prese in considerazione l’idea che gli sguardi di
alcuni ragazzi lì vicino sulla sua persona non erano totalmente
normali.
Insomma,
c’era qualcosa che non quadrava.
Harry
era stato un sacco di altre volte al mare, ma mai nessuno lo aveva guardato con
così tanto interesse quando qualcun altro gli spalmava la
crema.
Cosa
c’era poi di così interessante?
Assolutamente
nulla.
Ma
anche Draco si era reso conto che qualcosa non andava e, ponendo fine al
massaggio, aveva preso in considerazione l’idea di andare a fare un bagno,
magari senza l’insopportabile compagnia dei suoi coinquilini dal quoziente
intellettivo pari a quello di una scatola di fiammiferi.
E fu
così che Draco decise di farsi una bella nuotata solitaria, magari cercando di
mettere insieme le idee e capirne un po’ di più su tutto ciò che di strano stava
accadendo in quel metro quadrato di spiaggia, a partire da quella bellissima
ragazza che lo aveva piantato lì, la prima nella storia che era riuscita a
resistere al suo fascino sensuale.
Improvvisamente
un’illuminazione, un’illuminazione che colpì tutti e tre contemporaneamente: su
quella spiaggia erano tutti
gay.
Ma
Draco non poteva permettersi di far credere che lui era gay, doveva farsi venire
un’idea, e anche al più presto… ne andava del suo orgoglio
maschile.
Harry
e Ron nello stesso istante stavano pensando alla loro virilità, terribilmente
minacciata in quel luogo e stavano giusto cercando una soluzione nella loro
testa per non apparire ciò che non erano.
E
sempre nello stesso istante, a tutti e tre, venne un lampo di genio: Hermione
Granger.
Draco
era tornato a riva pieno di nuove speranze conquistate e, se Hermione si fosse
distratta dal suo libro, avrebbe potuto scorgere tre paia d’occhi terribilmente
affamati.
Si
stava stiracchiando ed improvvisamente appariva ai loro occhi come una dea.
Come
una bellezza innaturale da conquistare al più presto.
Lei
, con estrema eleganza, aveva riposto il romanzo nel suo zaino e ne aveva uscito
un Cruciverba.
Era
ormai da quindici minuti che si concentrava sulle sue parole crociate, quando
dalle sue labbra di fragola, uscì una frase che fece prendere la palla al balzo
solo ad uno di loro.
“Tredici
verticale: Insensibile e duro di cuore, otto lettere. Mi vieni in mente tu,
Draco, ma non credo sia tu la risposta!”.
“Prova,
magari riesco a sorprenderti, Hermione!”, rispose lui affabile, dimostrandosi
stranamente gentile.
Ma
nonostante Draco cercasse di flirtare con Hermione, Ron fu più furbo e,
accogliendo tra le sue gambe la ragazza, aveva preso a massaggiarle le
spalle.
“Sei
tesa, ‘Mione…”, constatò lui, notando i muscoli contratti sotto il tocco delle
sue grandi mani.
Draco
stava per scagliargli contro un turbine di sabbia e quindi considerò più saggio
accendersi una sigaretta per allentare la tensione accumulata; rovistò nella sua
sacca e ne estrasse un pacchetto di Volds
Light.
Harry
intanto digrignava i denti: Ron ci stava provando spudoratamente, Draco stava
cercando di flirtare con lei, all’appello mancava solo lui e sapeva bene che tra
loro tre solo uno sarebbe stato il vincitore, solo uno avrebbe vinto il titolo
di assolutamente etero, ergo doveva
darsi da fare per conquistare il cuore della sua migliore amica e infischiarsene
di Ginny, che per ragioni di lavoro non era potuta andare con loro e godersi la
mini vacanza.
“Hermione,
ti va una partita a Beach-Volley? Sei in squadra con me, ovviamente”, disse ammiccando al suo
indirizzo, cercando in tutti i modi di attirare
l’attenzione.
“Sfregiato,
chi ha detto che Hermione deve stare in squadra con te?”, domandò arcigno Draco
traforandolo con lo sguardo.
“Malfoy,
a te chi ha detto che giocherà con te?”, rincarò Ron.
Hermione
sbuffò spazientita, “Scusatemi, ma a voi chi ha detto che
giocherò?”.
Harry,
Ron e Draco si guardarono negli occhi.
E
mentre quei due si scervellavano per cercare una soluzione al danno subito,
Draco si avvinò ad Hermione con fare suadente; “Se non ti va il Beach-Volley
possiamo sempre inventarci qualcos’altro!”.
Hermione
storse le labbra in una smorfia di disappunto: Draco Malfoy aveva preso, quasi certamente, un colpo di sole che
gli aveva fatto evaporare anche l’ultimo neurone.
“Draco,
sei forse uscito pazzo?”.
“No”,
rispose, anche se avrebbe voluto urlare di sì.
E
con un scatto felino prese Hermione in braccio, che si ritrovò avvinghiata al
suo collo e in preda a milioni di domande senza risposta apparente, anche perché
Hermione non sapeva che Draco aveva un disperato bisogno di sentir ululare il
suo io maschio e selvaggio.
“Dove
mi stai portando?”.
“A
fare un bagno!”.
“E
per quale motivo?”, ribatté lei dandogli qualche colpetto sulla spalle per
convincerlo a metterla giù e fargli capire che lei era capace di fare le sue
scelte e in quel momento fare un bagno in sua compagnia non rientrava nelle sue
ambizioni; ma lui sembrava non capire
e solo quando si rese conto di avere Potty e Lenticchia alle calcagna
accelerò il passo. Doveva vincere
lui.
“Malferrett,
lascia stare Hermione!”, urlò uno dei due.
“Di
te non rimarrà che un furetto stecchito!”, abbaiò l’altro brandendo la crema
solare di Lord Voldemort.
Ma
Draco imperterrito continuava a camminare con Hermione tra le braccia, pregustando già la vittoria
e la sua ritrovata mascolinità.
Ormai
erano lontani da quei due pazzi e aveva deciso di metterla giù, ma un ostacolo
ben più pericoloso di Harry e Ron minacciava il suo ego: un tizio con
un’abbronzatura da fare invidia agli africani, stava avanzando verso di lui con
sguardo languido.
Draco
iniziò a tremare impercettibilmente.
“Perché
stai tremando? Hai freddo?”, chiese Hermione guardandolo
bieca.
Lui
si limitò a scuotere la testa, non poteva di certo dirle che erano circondati da
gay e lui si sentiva minacciato, così come i suoi due migliori
amici.
“E
allora cosa ti prende?”, domandò nuovamente.
Improvvisamente
la mano bronzea del ragazzo si posò leggera sulla sua spalla marmorea di
Draco.
“Ti
va di conoscerci?”, chiese gioviale e sorridendo felice.
Ciò
che frullò nella testa di Draco furono solo un ammontarsi di pensieri sconnessi
e, incoraggiato dalla paura, afferrò Hermione per le spalle e la baciò:
“Spiacente, sono già occupato!”.
Era
salvo.
Intanto
per lo shock subito Harry era inciampato su di un masso, facendo in modo che Ron
cadesse su di lui.
Un
miraggio nel deserto per quella mandria di gay eccitati.
“Malfoy
ha vita breve!”, ruggì Harry.
“Anche
noi, se non ce ne andiamo il prima possibile da qui!”, esordì saggiamente
Ron.
“Cosa
vuoi dire?”.
“Ci
sono troppi gay per me!”.
Harry
si voltò e ciò che vide non gli piacque per niente.
“Ehi
dolcezze, vi va di ballare caraibico?”, domandò un uomo piacente con folti
capelli castani.
In
risposta un urlo agghiacciante si disperse nell’aria, mentre Hermione stampava
sul viso di Draco la sua bella manina.
***
Harry,
sconvolto e in preda ad attacchi epilettici, guidava la sua vecchia auto che li
avrebbe tirati fuori da quell’inferno pieno di
omosessuali.
“Spiegatemi
come accidenti abbiamo fatto a finire in una spiaggia con soli gay!”, disse
Hermione, in attesa che qualcuno le rispondesse.
“Ma,
non so…tu mi hai indicato la strada. Le tue carte topografiche non servono a
nulla!”, si giustificò Harry.
“Se
tu avessi seguito la strada giusta che ti avevo indicato io anziché i tuoi
ormoni, saremmo arrivati alla spiaggia giusta!”.
“Cosa
stai dicendo?”.
“Sta
dicendo che se tu non avessi rivolto il tuo sguardo da pesce lesso su quella
gnocca di stamattina, non sarebbe successa questa catastrofe”, intervenne Draco,
spegnendo la sua Volds nel
portacenere.
“E
chi se la scorda questa giornata…?”, mormorò Ron, guardando con aria assorta
fuori dal finestrino.
“Ma
zitto, che quello che è successo a me verrà scritto negli annali!”, Draco gettò
la testa all’indietro.
“Rendici
partecipi della tua vita”, lo incitò Hermione.
“In
spiaggia ho visto una pupa da sballo che faceva jogging sulla battigia ed io, da
grande ed indiscusso playboy, ho cominciato a correrle a fianco e a provarci,
insomma. Se non che, questa mi ha lasciato lì come se non le fosse importato
nulla di avere accanto uno strafico come me!”.
I
presenti si ammutolirono e si guardarono tra di loro per un
istante.
“E
allora?”, dissero in coro.
“Capite
che io non ho mai fatto cilecca in
vent’anni di esistenza???”.
“C’è
sempre la prima volta, Draco”, disse saggia Hermione.
“A
me è capitato qualcosa di peggiore!”, s’intromise Ron.
“Ovvero?”.
“Quando
sono andato al bar, due ragazze si baciavano e il barista ci ha anche provato
con me! Non vi dico il terrore che ho provato!”.
Ecco
che un fulmine attraversò il cervello di Draco: “Che aspetto avevano le
ragazze?”.
“Una
era bionda e l’altra mora…”, rispose Ron.
“Mora?
Hai notato se aveva il piercing all’ombelico?”.
“Credo
proprio di si”.
“Allora
la mia reputazione è salva! Ecco spiegato il motivo per cui mi ha respinto: non
le piacevano gli uomini”.
Draco
parve risollevarsi e prese a sorseggiare una lattina di birra uscita dalla sua
sacca.
Harry
iniziò a ridacchiare sotto i baffi.
“Ma
che hai da ridere?”, chiese Ron.
“Voi
vi vantate delle vostre esperienze omosessuali, ma non avete vissuto quello che
ho vissuto io!”.
“Perché,
tu cosa avresti vissuto di così megagalattico?”.
“Beh…Mike
mi ha baciato!”.
I
tre rimasero ancora più sconvolti nell’udire la terribile verità di Harry
Potter, ma in fondo i gusti sessuali del ragazzo non erano affar
loro.
“Ma
chi cavolo è questo Mike???”.
The
End
E
dopo “Apples” abbiamo deciso di far vivere a quei quattro idioti una giornata al
mare.
E’
uscita per l’appunto durante un bagno al mare e, in preda a singulti convulsi,
abbiamo deciso di scriverla.
Che
non vi venga in mente di pensare che abbiamo qualcosa contro gli omosessuali, ci
siamo solo calate nella mente maschile di tre dementi.
Siamo
state bocciate?
Nella
speranza di non essere prese per razziste, speriamo inoltre vi abbia strappato
almeno un mezzo ghigno. Non chiediamo poi molto.
gemellina
e redRon