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Autore: nevertrustaduck    29/12/2012    7 recensioni
"...Guardando i suoi occhi per una volta mi sentii a casa. Per una volta credetti veramente di essere importante per qualcuno, sentii di essere nel posto giusto. Pensai che non sarei mai più stata sola..."
Jessica vive in un orfanotrofio da quando ha cinque anni. E' cresciuta sotto l'occhio severo e premuroso di Tess, la sua migliore amica, con la quale ha intenzione di scappare non appena compiuti i diciotto anni. Nessuno si è mai curato di lei, a scuola è una continua derisione per quello che non ha, ma un incontro sul lavoro le cambierà radicalmente la vita. Tutto è innescato da delle coincidenze.
E' proprio vero: la vita è quell'entità che si pone tre te e i tuoi piani per il futuro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non pensavo potesse essere così difficile prendere un caffè.
Non che avessi particolari problemi, solo che al momento non vedevo niente di più complicato di stare seduta su quei divanetti rossi a spiegare a Kevin la mia situazione.
Ovviamente senza spiegargliela del tutto. Ed era questa la cosa più difficile! Perdersi in complicati discorsi che coinvolgevano cugini di parenti di amici per nascondere la verità. Mi sentivo quasi in colpa mentre gli raccontavo quelle evidenti balle. Ma lui continuava impassibile a seguire il mio discorso, sorseggiando di tanto in tanto il suo caffè, facendomi illudere di star credendo ad ogni singola parola che usciva dalla mia bocca.
«Hai solo fatto un’enorme stupidaggine. Sai perché?» mi chiese passando un dito sul bordo della tazza.
«P-perché?» chiesi portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, timorosa di conoscere già la risposta.
«Perché hai paura» disse sporgendosi in avanti, poggiando i gomiti sul tavolo.
«Hai paura che qualcosa possa andare male in questa “relazione-che-non-dovrebbe-esistere” e pensavi che lasciando stare avresti potuto facilitare le cose»
«Ma mi sbagliavo» conclusi.
Aveva fatto centro. Fino a quel momento non ero riuscita ad ammettere il semplice fatto che avevo paura.
Avevo pensato subito al peggio, al fatto che qualcuno potesse scoprirci e che la cosa potesse finire sfasciando più cose di quante ne aveva aggiustate. In fondo, prima di allora, la vita non mi aveva offerto molti esempi di cose belle che erano andate a buon fine. Avevo imboccato la solita strada senza domandarmi come fosse provare quella nuova, e adesso non vedevo l’ora che arrivasse la prima curva per poter girare e tornare indietro.
Bevvi una lunga sorsata, inspirando profondamente l’aroma del caffè che continuava a salire dalla tazza. Mi pulii la bocca con un tovagliolo e feci il giro del tavolo, andandomi a sedere vicino a Kevin.
«Sai, se ne avessi avuto uno, mi sarebbe piaciuto avere te come fratello» dissi abbracciandolo.
«Solo me, però» mi parve di sentirgli dire.
Mi si gelò il sangue nelle vene. «Cosa?» chiesi facendo improvvisamente alzare il tono della voce.
Possibile che avesse capito tutto?
Rimasi in agonia per quei pochi secondi che precedettero la sua risposta.
«Ho detto anche a me. Una sorella come te, intendo. Mi sarebbe piaciuta» disse con un sorriso.
Cominciai a recuperare la facoltà di respirare.
Gli rivolsi un sorriso sincero.
«Dai, andiamo. Ci aspettano a casa»



 

*   *   *

 


Un lampo balenò dalla finestra e il tuono che lo seguì mi fece rabbrividire mentre mi rannicchiavo nella poltrona.
Mi sentivo scema a stare al buio, di notte, nel bel mezzo di un temporale seduta su una poltrona della sua camera aspettando che Nick rincasasse. Ma era l’unico modo che mi era venuto in mente per potergli parlare e spiegare tutto con calma. Lì non mi avrebbe potuta evitare e io avrei tentato di riparare le cose, ci saremmo baciati, sposati, avremmo avuto cinque figli e tre cani e una casa in campagna, senza nani da giardino che si vengono a lamentare dell’odore della fossa biologica.
No, forse era troppo. Una cosa per volta, i nani potevano aspettare, io invece non ce la facevo più con il temporale che incalzava.
Dei passi affrettati sulle scale mi fecero tornare alla realtà. Era arrivato, finalmente.
Mi sistemai sulla poltroncina e aspettai che varcasse la porta.
Entrò, senza accendere la luce, buttando giacca e sciarpa da una parte. Quando iniziò a spogliarsi, qualcosa mi disse che dovevo manifestare in qualche modo la mia presenza. Dannata razionalità.
«Ciao» dissi, non pensando che detto al buio, di notte, durante un temporale con i fiocchi, in un posto dove non ci dovrebbe essere nessuno, poteva far prendere un leggero infarto.
Ci andai vicino.
Lo sentii urtare qualcosa mentre andava a spiaccicarsi contro il muro per accendere la luce. Se ci andava bene, forse i vicini non li aveva svegliati.
«Sei impazzita per caso?» mi chiese strabuzzando gli occhi, con la maglietta a metà strada.
«No, lo so che è insolita come maniera…»
«Insolita?» mi chiese interrompendomi.
«Ok, scusa, non ho pensato alle conseguenze. Non mi è venuto altro in mente per riuscire a parlarti! Sicuramente mi avresti evitato» dissi girando gli occhi.
«E allora hai pensato che tendermi un agguato fosse la soluzione migliore per…»
«Senti, non sono qui per litigare di nuovo. Non questa volta. Ti chiedo solo di starmi a sentire. Siediti, fai quello che vuoi, ma ascoltami per quei cinque/dieci minuti che saranno» dissi spazientita indicandogli il letto con la mano.
«Per favore?» aggiunsi vedendo che rimaneva contro la porta a braccia conserte.
Lasciò andare le braccia e si sedette ai piedi del letto, non troppo convinto.
«Va bene, ti ascolto» disse appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Ho paura» dissi prima che potessi ripensarci. Quanta verità poteva nascondersi in due piccole parole.
«No, non solo di questo maledetto temporale che…» un tuono mi scosse da capo a piedi «che sembra preannunciare la fine del mondo» continuai stringendo le braccia al petto, guardando verso la finestra. Un tenero sorriso gli increspò le labbra.
«Ho paura delle cose belle. E non è una paura stupida, credimi» dissi prima che potesse farlo lui. «Non voglio fare la vittima da compatire, ma… non ne ho avute molte. E quelle poche che avevo si sono rotte irrimediabilmente, o sono scappate lontano, dove non possono più essere ritrovate» dissi tenendo lo sguardo fisso sul tappeto, cercando di non pensare a quali erano state quelle cose. «E io non voglio che tu ti rompa o finisca dove non puoi essere ritrovato perché…» mi fermai un attimo, per guardare i suoi occhi. Un guizzo improvviso che vi balenò mi spinse a continuare, mi fece credere che potevo ancora rimediare. Respirai profondamente, prima di tornare a fissare il pavimento.«Tu per me sei una cosa bella, Nicholas e… so di aver sbagliato, ma non penso veramente che io possa stare meglio senza di te. O essendoti “amica”» dissi sottolineando l’ultima parola con un accenno di risata. «Io mi sono innamorata di te, e non mi importa quanto questo possa essere sbagliato, insensato o folle, so solo…» mi bloccai un attimo, per guardarlo nuovamente negli occhi. «So solo che mi fa stare bene. Maledettamente bene. E che farei di tutto pur di non doverci rinunciare» dissi liberando tutto quello che sentivo. Rimasi un attimo in silenzio, indecisa su come continuare, poi aggiunsi un flebile «non sono molto brava con le parole. Scusami» dopodiché mi accasciai ai piedi della poltrona, incapace di incassare un altro rifiuto.
Si alzò e con passi lenti si inginocchiò di fronte a me.
Mi scostò una ciocca di capelli che mi nascondeva parte del viso, portandomela dietro l’orecchio.
«Scusami» disse a sua volta.
Sollevai lo sguardo, dubbiosa.
Si avvicinò di più al mio viso, ipnotizzandomi per l’ennesima volta con quei suoi occhi meravigliosi.
«Neanche io sono molto bravo con le parole»
Le sue parole arrivarono ad accarezzare le mie labbra e il mio cuore pese un battito.
Reclinai leggermente la testa, pronta ad accogliere di nuovo un suo bacio, ma le mie speranze erano andate troppo in là, visto che qualcuno sbucò sulla porta.
«Nick cosa è succ… Jessica? Cosa ci fate lì per terra?»
La voce di Joe mi fece sudare freddo. Ti prego, fa che abbia troppo sonno per capire.
«Joe! Tutto appostissimo! Stavamo solo… » mi guardò in cerca di aiuto.
Non potevo dir di no a quell’aria da cucciolo.
Già, cucciolo! Che idea mi aveva dato!
«Cercando il mio orecchino. Sai l’ho perso, sono sicura che stia qui a casa e mi chiedevo se magari non l’avesse preso Elvis per giocarci»
Verosimile? Naaah.
«E perché avrebbe dovuto portarlo sotto la poltrona?» ci chiese.
«Perché… perché è lì che porta qualcosa quando la trova» disse Nick con un sorrisetto.
«E perché cercarlo all’una e mezza di notte?» ci chiese ancora aggrottando le sopracciglia.
Un po’ troppo curioso per uno che si è appena svegliato.
«Perché… beh, avevo paura che se lo potesse mangiare e… lui è tornato adesso, non potevo venire prima. Se mi avesse trovato qui gli avrei fatto prendere un colpo» dissi facendola sembrare la cosa più ovvia di questo mondo, assecondata da qualche “già” e “infatti” di Nick.
«Va bene, controllerò nella cuccia di Winson se ha trovato qualcosa. Avevo sentito dei botti e sono venuto a controllare, ma visto che è tutto a posto torno a dormire» disse sbadigliando.
«Buonanotte» augurai con il sorriso più sincero che mi riuscì.
Quando richiuse la porta tirammo entrambi un sospiro di sollievo. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere all’unisono.
«Com’è la storia di Elvis versione gazza ladra che porta i tuoi orecchini sotto la mia poltrona?» mi chiese tenendosi la pancia dal ridere.
«Ti dovevi vedere “sì, è vero li porta sempre lì”» dissi scimmiottandolo ridendo fino alle lacrime.
«E la storia del “sì, l’ho aspettato perché se mi facessi trovare in camera gli farei prendere un colpo” è puramente di fantasia, vero?» disse sarcastico.
«Beh, se preferivi potevo rispondergli: “Scusa Joe, te ne potresti andare? Hai interrotto un momento importante, sai, ci stavamo per baciare” » dissi prima di ripensare effettivamente a quello che Joe aveva interrotto e di far colorare le mie guancie di un delicato fuxia.
Smettemmo di ridere e di parlare. Personalmente, io anche di respirare. Per qualche interminabile secondo l’unico rumore fu il martellante pulsare del mio cuore alle tempie. Ringraziai che l’illuminazione non fosse delle migliori, perché ormai dovevo sembrare la parente stretta di un pomodoro pachino.
«Promettimi che non mi farai più uno scherzo del genere» disse rompendo il silenzio.
Annuii sorridendo, quasi delusa che non avessimo riavvolto il nastro e premuto “play” dove ci avevano interrotti.
«E tu?» gli chiesi. «Cosa prometti?»
«Beh, io… » disse avvicinandosi. «Prometto di non rompermi irrimediabilmente o scappare dove non posso più essere ritrovato» continuò passando un braccio attorno alla mia vita.
In quel momento un lampo squarciò la notte, seguito da un rombo terrificante che mi fece sobbalzare. Mi appoggiai alla sua spalla, cercando di sentirmi in qualche modo protetta.
«Sembra quasi una sparatoria» dissi tristemente.
E mentre qualcuno lassù si faceva la guerra, non potevo fare a meno di pensare a quella sparatoria e al perché avessi così tanta paura dei temporali.



Saaaalve c: come andiamo?
Siano santificate le vacanze! Le ultime due settimane non so se sono stata più impegnata a preparare i tre saggi, a studiare per le ultime interrogazioni o a cercare i regali di Natale gli ultimi due giorni! Help!
Poi tra cenoni e tombole la situazione non è migliorata, mi sono ritrovata a segnare il 90 all'annuncio dell'uscita de "la febbre" (37) ... traete un pò voi le conclusioni! Ahahah
Lo so, non sono motivazioni valide, ma alla fine sono qui c:
Già mi sento pessima per non avervi fatto gli auguri di Natale, non potevo non farvi neanche quelli di buon 2013, visto che siamo tutti sopravvissuti al tremendo 21-12-12!
Che altro dire? Vi ringrazio come sempre ( ♥) e vi informo che tra i miei buoni propositi ho aggiunto l'essere più puntuale nel pubblicare :3
Ci si sente l'anno prossimo meraviglie. (Oddio, detta così sembra un'eternità :o)
Un bacio enorme!  ♥
Miki

P.s: è da un pò che voglio chiedervelo ma mi dimentico sempre >.< i capitoli sono troppo lunghi? Dovrei cambiare qualcosa? Più descrizioni, dialoghi più curati, ecc... Insomma, libero sfogo a critiche e consigli!

   
 
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