Libri > Il Seggio Vacante
Ricorda la storia  |      
Autore: cheekbones    29/12/2012    5 recensioni
[Il Seggio Vacante ]
"Gli ermafroditi vanno a scuola, Arf?" domandò a voce alta.
La ragazza incassò il colpo e Ciccio vide il suo corpo afflosciarsi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


L'autenticità.



Ciccio Wall leccò un bordo della cartina e chiuse la sigaretta. Un rituale che per lui valeva come oro colato e che lo rilassava - per quanto potesse rilassarsi uno come lui, ovviamente. Nonostante le chiacchiere di Arf, Ciccio non alzò mai gli occhi dalla sua sigaretta, finchè un singulto leggero, quasi impercettibile nella voce del suo migliore amico, gli fece alzare lo sguardo. Gaia. Ciccio ci avrebbe scommesso la testa che fosse lei. Il giovane Price aveva sempre lo stesso atteggiamento quando c'era lei nei paraggi dei corridoi della scuola. Per un tacito accordo, nessuno dei due ne aveva parlato all'altro, come se non fosse una cosa importante.
"Gli ermafroditi vanno a scuola, Arf?" domandò a voce alta.
La ragazza incassò il colpo e Ciccio vide il suo corpo afflosciarsi.
In uno strano e perverso modo, Ciccio Wall amava Sukhwinder Jawanda. Perchè in lei, in quell'essere poco attraente, non c'era niente di falso. Lei era l'autenticità fatta persona. Ad ogni colpo, ad ogni offesa, il dolore passava sul suo volto così chiaramente da far illuminare di ammirazione il ragazzo. Era autentica quando non riusciva a leggere, era autentica quando annaspava alla ricerca di una risposta. Era autentica, quando prendeva la lametta e la passava sulla sua carne scura.
Oh, Ciccio sapeva del piccolo e autentico segreto di Sukhwinder Jawanda. Se ne era accorto durante un'ora poco interessante di Educazione Fisica. Era abbastanza sicuro che nessun'altro avesse notato le striature bianche sulla pelle ambrata della ragazza - aveva abbassato le maniche abbastanza in fretta, e anche perchè nessuno la guardava mai attentamente.

"Signora Wall" salutò con rigore Sukhwinder, sulla soglia della porta. "C'è Ciccio?"
Tessa Wall, stretta in una vestaglia color sabbia che le donava almeno cinque chili in più, guardò la ragazza come si guarda, solitamente, un miraggio nel bel mezzo del deserto. Sebbene fossero passate circa due settimane dal fatto (non nominava mai nè Krystal, nè Robbie, nè tantomeno il discorsetto che aveva sputato addosso a suo figlio, dopo) Tessa mal volentieri accettava visite.
"Si, è in camera sua. Ti faccio strada, cara, entra"
Sukhwinder si domandò dove fosse Cubicolo, ma non chiese. Seguì in religioso silenzio Tessa. Le sembrò che tremasse, mentre saliva le scale per la soffitta.
"E' lì" le indicò la porta e cominciò a scendere. Si fermò per qualche secondo - magari voleva dirle qualcosa. Ma non lo fece e Sukhwinder la vide sparire oltre il corridoio. La ragazza prese un respiro, si sistemò la camicetta ed entrò senza bussare.
Ciccio Wall era seduto sotto una finestra, una canna tra le mani, l'espressione confusa. Sukhwinder trattenne a stento una smorfia disgustata.
"Sono due settimane che non vieni a scuola"
Ciccio semplicemente non la guardava. Gli faceva schifo, forse? Lui che provava schifo verso di lei. Ironico. "Lo so. Non mi va"
Il tono scoraggiò la ragazza. Non sapeva ancora bene perchè fosse andata a casa Wall - era meglio che Parminder non lo venisse a sapere, perchè era ancora arrabbiata con Tessa - ed accennò un passo verso la porta.
Poi ricordò che Ciccio Wall si era preso una colpa che non aveva.
Ricordò che, a modo suo, era una vittima e sapeva esattamente come ci si sentiva.
"Sono felice" la voce le tremò. "Che tu ti senta così, sai? Sono dannatamente felice. E' così che io mi sento tutti i giorni, Stuart Wall" usò il suo nome come un insulto ed ottenne finalmente la sua attenzione. Un paio d'occhi liquidi si posarono su di lei. "Ma... non è colpa tua se sono morti. Sei un coglione, un ridicolo coglione schiavo del suo pene, ma non è colpa tua. Come non era colpa mia, se tu eri crudele con me. Se mia madre..." prese un respiro. "Questo" abbracciò la stanza con le braccia. "Non sei tu. Non sei... non sembri autentico, ecco"
Ciccio sobbalzò e sembrò vederla davvero, per la prima volta. "Sai, Sukhwinder" sussurrò. "Tu sei autentica"
La ragazza non capì. "Credo... di si" l'aveva chiamata per nome, per la prima volta.
"Io non lo sono mai stato"































L'angolo della (povera) autrice:


La maggior parte di chi ha letto "Il seggio vacante" ha odiato Ciccio Wall. Bene.
Io sarò l'eccezione, credo. Tutti quei discorsi sull'autenticità e il suo dolore finale me l'hanno fatto amare ancora di più. Lo amo tanto quanto lo odio per aver fatto ciò che ha fatto per anni a Cincia ( <3 ) altro personaggio che amo, almeno quanto la odio per non aver cacciato le palle nel primo capitolo.
Con questa premessa, come potevo non shipparli insieme? Forse sono io quella sbagliata, shippo sempre le coppie IMPOSSIBILI XD
La nuova Cincia (dopo il suo tuffo) mi è piaciuta un sacco. E ho pensato che... beh, avrebbe trovato il coraggio di affrontare il suo aguzzino, che in realtà non lo era. Si capisce, vero, che secondo me Ciccio è sempre stato geloso dell'assoluta autenticità di Cincia, vero? c:
Bene.
Ora vado a nascondermi.
Addio.




  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Seggio Vacante / Vai alla pagina dell'autore: cheekbones