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Autore: Sybil Blues    29/12/2012    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta cosa Jack provasse davvero per Elizabeth. Non l'ho mai capito con certezza, quindi l'ho inventato. E se Elizabeth fosse meglio del rum?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jack Sparrow era inquieto come la marea, quel giorno. La sua fedele bussola si ostinava a indicare qualcosa che lui si rifiutava di guardare, ma che non riusciva a scacciare dai suoi pensieri.

Si portò la fiaschetta di rum alle labbra; il liquido scuro gli scese veloce giù, per la gola, per poi incendiargli le viscere. Ah, il rum. Una delle poche cose per cui la vita meritava di essere chiamata tale.

Jack Sparrow stava per morire e lo sapeva. Gli restavano un giorno o due per ricevere sul viso il calore del sole appena sorto sull'oceano e assaporare la brezza marina. E per il rum, certo.

Il tempo scorreva inesorabile come sabbia fra le dita, ma il capitano della leggendaria Perla Nera non muoveva un muscolo per andarsi a prendere ciò che desiderava di più al mondo, la rovina di ogni uomo e pirata: una donna.

E stavolta non era una donna qualsiasi, come le sue occasionali fiamme di Tortuga. No, questa volta Jack aveva messo gli occhi su qualcosa di più bello e crudele e irraggiungibile: Elizabeth Swann.

Capelli bronzei come la sabbia della battigia, appena lambita dalle onde.

Occhi scuri e impenetrabili, come il fondo del mare dove Jack avrebbe voluto morire, se avesse potuto scegliere.

Labbra che, ne era certo, bruciavano come bruciava il rum.

Orgogliosa e imprevedibile come le onde che cullavano i loro figli per poi inghiottirli senza pietà.

Elizabeth era tutto ciò che Jack amava, e tutto ciò che non avrebbe potuto mai avere.





"Jack?"

L'uomo sussultò. L'oggetto dei suoi desideri era seduto accanto a lui, e non se n'era accorto. Maledetto rum.

"A che pensi?" Il suo viso era a un soffio da quello di Jack.

"Il rum. E' finito" rispose laconico lui, scuotendo la fiaschetta vuota. "Perchè il rum finisce sempre?!"

"Perchè lo bevi continuamente. Per dimenticare, suppongo"

"Dimenticare cosa, se è lecito saperlo?" chiese, fra il divertito e l'affascinato.

"Che sei un brav'uomo e che hai una coscienza, capitano" Elizabeth si alzò e lui la seguì sul ponte.

"E perchè non me ne sono mai accorto?" Il sole si stava preparando a tuffarsi fra le onde.

"Ti ostini a negarlo, ma io so che lo sei" mormorò lei, facendosi più vicina. "Come so che mi ami"

Jack rise, mentre lo sguardo della ragazza lo scrutava, serio.

Rise.

Rise. Decise di cedere.

Per un unico, infinito istante le sue labbra furono su quelle di Elizabeth, il suo respiro fu quello di Elizabeth e i loro occhi si specchiarono nell'abisso oscuro delle loro anime. La baciò come non aveva baciato mai, con delicatezza e passione e cercò di mettere, in quel bacio, tutte le cose mai dette e mai fatte e il rum, anche il maledettissimo e meraviglioso rum che sembrava essere il nettare della bocca della ragazza. E la nave scivolava sulle onde veloce come il tempo, il sole si tuffò nel mare e Jack seppe che il suo tempo era finito.

Aprì gli occhi e sorrise alla donna che gli sarebbe bastata per tutta la vita. Avrebbe rinunciato al rum, per lei e la sua bocca che racchiudeva tutto il bene di terra e mare.

Ma ora era troppo tardi.

Ora, ad attenderlo, c'era solo Ade.

  
  
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