Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: teachmehowtofly    30/12/2012    1 recensioni
due cuori. uno in giro per il mondo, uno fermo ad aspettare. un'amicizia fatta di sorrisi che si intrecciano, di parole, gesti e sguardi. un'amicizia che parla al cuore, parla di amore, quello vero. (non sono io a scriverla ma una mia cara amica che su twitter si chiama @sunshinerauhl)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia.
Avete mai pensato a quante goccioline d’acque scendono giù ogni minuto ,ogni secondo.
Eccone una, un’altra e un’altra ancora, ed eccole, veloci che iniziano a bagnare ogni cosa, le strade, gli alberi, le case.
Amavo restare seduta sul davanzale della finestra di camera mia e guardare le goccioline d’acqua che scendevano sul vetro una dopo l’altra.
Quel pomeriggio vidi due fidanzati correre mano nella mano sotto la pioggia e fermarsi sotto un porticato.
Il ragazzo iniziò a baciare la ragazza e per poi continuare la loro corsa sotto la pioggia.
Sembrava che l’unica cose che importasse ai due ragazzi era proprio loro stessi, loro e il loro amore, non davano conto alla pioggia e a quanto bagnati fradici erano, erano loro due e il loro amore.
Ero innamorata dell’ ‘idea dell’amore’ di amare una persona, far diventare essa il centro di tutto, il centro dei tuoi pensieri , condividere con lei ogni momento bello o brutto che sia.
Era così che passavo i pomeriggi piovosi di Stratford, seduta sul davanzale della mia finestra guardando fuori.
Quel giorno però era diverso, aspettavo lui. Lui che dopo mesi via da casa ritornava, ritornava per me.
Mi aveva promesso che restava per due mesi per poi ripartire. Ritornava in giro per il mondo, nuove città, nuovi concerti, nuove canzoni, interviste, si , il mio migliore amico è uno dei cantanti più conosciuti al mondo.
Justin Bieber.
Ma per me, quando ritornava a casa era solo Justin, non la super star Justin Bieber, solo Justin il ragazzino che ho visto per la prima volta sulle scale dell’Avon Theatre.
Io e Justin diventammo subito amici, ci incontravamo ogni pomeriggio per fare qualche giro in bicicletta o qualche tiro a canestro.
Lo accompagnavo ad ogni partita di hockey che c’era.
Io e Justin parlavamo di tutto era l’amico più sincero che conoscevo e gli volevo un bene dell’anima, mi sentivo al sicuro quando ero con lui, sentivo che insieme a lui potevamo conquistare il mondo.
Mi ricordo ancora quando a casa dei suoi nonni fingevamo di essere dei ninja e finivamo per rotolarci per terra e ridevamo a crepapelle.
Justin era il mio migliore amico.
Il mio tuffo nei ricordi venne interrotto dal rumore di una macchina nera che stava parcheggiando fuori casa mia.
Justin.
Il cuore mi salì in gola.
Justin è tornato.
Sentivo stringermi la gola sempre più forte.
Corsi giù per le scale, senza dar conto a mia madre che era seduta sul divano che mi vide sfrecciare come un fulmine.
Aprii la porta e uscii fuori.
Pioveva a dirotto, ma non mi interessava.
Sentii la sua voce.
Di nuovo sentii stringermi la gola.
Dalla macchina scura si aprì la portiera e scorsi un ragazzo con un cappello nero e una felpa viola.
Era il mio Justin.
"JUSTIN’’ urlai con tutta me stessa.
Ero così felice che non mi importava di essere bagnata dalla testa ai piedi.
Ero più felice del mio sedicesimo compleanno, più felice di vincere alla lotteria, ero molto più felice.
Justin uscì dalla macchina e corse verso di me, mi prese in braccio e mi strinse forte, un po’ come una scena di quei film strappa lacrime dove i due innamorati si ritrovano dopo tanto tempo, ma quello non era il nostro caso, eravamo solo due migliori amici che non si vedevano da molto.
Avevo le mie mani appoggiate sul suo collo mentre lui continuava a stringermi forte.
La pioggia scendeva ininterrottamente e la felpa di Justin era tutto inzuppata d’acqua tanto che era diventata di un viola molto più scuro.
"Allie mi sei mancata tantissimo’’ mi disse "vorrei tanto portarti in tour con me, non sai quanto è divertente’’
"Ehi super star è meglio che entriamo dentro, non voglio che la tua bellissima voce si rovini perché hai abbracciato ‘ una ragazza sotto la pioggia’."
Mi guardò alzando il sopracciglio : "una ragazza? Sei la mia migliore amica Allie’’ e sorrise.
Mi piaceva quado sorrideva e così ricambiai il sorriso.
Entrammo in casa e mia madre non appena ci vide con i vestiti tutti bagnati che gocciolavano sul parquet ci urlò contro un ‘’ NON VI AZZARDATE DI ROVINARMI IL PARQUET E TU SUPER STARE TOGLITI LE SCARPE I CALZINI E PANTALONI E FILA IN BAGNO’’ si, mia madre aveva urlato contro Justin Bieber ma anche per lei era semplicemente Justin.
Si ricordava di quando Justin stava giocando a calcio nel nostro giardino e ruppe una finestra e e si beccò una delle più grandi ramanzine della storia, bei tempi quelli, davvero bei tempi.
Justin iniziò a spogliarsi davanti a me, il che mi metteva un po’ in imbarazzo, non avevamo più undici anni e il suo corpo era cambiato non era più quello di un undicenne.
Aveva le spalle più grandi ora e aveva messo su qualche muscolo, aveva diciotto anni ora.
"Vuoi marcire con quei vestiti addosso?’’ mi chiese mentre si toglieva la maglia e restava con i boxer.
Questa cosa mia aveva un po' bloccato e non sapevo bene il motivo..
Ad un certo punto mi prese e mi caricò sulle sue spalle.
"Justin mettimi giù, dai Justin’’ ma come sempre finii col ridere.
Mi portò in bagno e iniziò a sorridermi.
Conoscevo quel sorriso aveva in mente qualcosa.
Mi posò nella vasca.
"Che vuoi fare canadese?’’
"Oh ora vedrai’’
Entrò nella vasca anche lui e iniziò a spruzzarmi con il tubo della doccia.
"Me la paghi questa’’ gli dissi mentre cercavo di impossessarmi del tubo. Quando finalmente lo presi non ebbi pietà di lui e inizia a bagnarlo tutto.
"Inchinati a me sono la regina inchinati’’ gli ordinai mentre gli spruzzavo l’acqua sul viso e lui rideva divertito.
"Mai sono un ninja e i ninja sconfiggono le regine’’
A quel punto ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
"Mi sei mancato Justin’’
"A me è mancato tutto questo Allie’’
"Dobbiamo recuperare il tempo perduto’’
"Credo che lo stiamo già facendo.’’
  
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