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Autore: MargheritAxen    30/12/2012    2 recensioni
L'enigmista.. Mi ha fatto paura la prima vittima, era un modo strano per uccidere, ma poi alla seconda ho capito.
Un serial Killer che non avevamo mai visto, con cui non ci eravamo mai incontrati.
Ed ora sono qui, ad aver paura del 'cosa' dire al Generale, visto che il momento si sta avvicinando sempre più, ed aver paura per il fatto che so per certo che colpirà ancora..
Ma non so chi e quando.. Non c'è nessun collegamento apparente tra le due vittime, non hanno fisionomia uguale, non hanno legami passati che li legano e questo rende tutto più difficile scoprire il 'chi'.
Vogliamo parlare del quando?
Domanda inutile. A breve. Purtroppo.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Bondage
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Ora 18.00 eravamo sempre al Ris.

 

Non ci riusciamo, non ci siamo proprio..

Siamo qui da un giorno intero, nessuno ha dormito, nessuno si è alzato dal suo posto.

Nonostante questo non siamo riusciti a trovare nulla che ci aiuti.. E tra qualche minuto dovrebbe arrivare il Generale.

Che gli dico? 'Salve Generale, no non abbiamo prove, non sappiamo di cosa stiamo parlando, non abbiamo un indizio, non abbiamo una prova e tanti saluti.'

Non posso, dovrò mentire come al solito, so quanto ha rischiato lui per me, ed io sono qui per lui, grazie a lui, quindi dovrò mentire.

'Salve, come va? Bene? Sono contenta. No Generale è che siamo qui da un giorno, nessuno ha dormito o si è alzato dal suo posto di lavoro.. E' vero, abbiamo poco, ma ci stiamo lavorando duramente..'

Direi che è molto meglio…

L'enigmista.. Mi ha fatto paura la prima vittima, era un modo strano per uccidere, ma poi alla seconda ho capito.

Un serial Killer che non avevamo mai visto, con cui non ci eravamo mai incontrati.

Ed ora sono qui, ad aver paura del 'cosa' dire al Generale, visto che il momento si sta avvicinando sempre più, ed aver paura per il fatto che so per certo che colpirà ancora..

Ma non so chi e quando.. Non c'è nessun collegamento apparente tra le due vittime, non hanno fisionomia uguale, non hanno legami passati che li legano e questo rende tutto più difficile scoprire il 'chi'.

Vogliamo parlare del quando?

Domanda inutile. A breve. Purtroppo.

E noi siamo qui a pensare, senza prove, a lavorare, senza trovare nulla, e a sperare che non lo faccia.

"Posso?" mi dice Orlando interrompendo i miei pensieri che a quanto pare andavano avanti da qualche minuto..

"Ah ciao, dimmi! Entra.." gli dico guardando i suoi occhi.. 'Avrà capito i miei pensieri?' Mi sono chiesta.

Anche questa domanda inutile, lo capisce sempre, quindi anche ora..

Intanto lui ha chiuso la porta e si è seduto davanti a me e mi guarda da qualche istante come se attendesse che la mia attenzione sia al 100%.

"Scusami, dimmi tutto" gli ricordo, così lo incito a parlare.

"Abbiamo uno straccio di indizio." mi dice sorridendo leggermente.

"Dimmi tutto, questo mi aiuterà con il Generale." gli dico ancora una volta pensierosa..

"Che c'è? Ti vedo pensare da troppo tempo…" mi chiede ed io dentro di me penso 'ecco, stranamente mi ha capita di nuovo'… Poi gli rispondo:

"Ovviamente penso a cosa dire al Generale visto che da un giorno a questa parte non abbiamo trovato nulla. Ma forse tu mi puoi dare un indizio che lo farà credere ancora in noi.."

"Abbiamo trovato due impronte, una su un foglio, precisamente sulla lettera 'E', e una sulla porta. Quella sulla porta, come si può immaginare, è della vittima. Era casa sua ovvio che ci sia entrata. Ma l'altra potrebbe essere dell'assassino visto che non l'abbiamo trovata da nessuna parte, non corrisponde a nessuno schedato e non è della vittima." sorride, e questo mi mette di buon umore.

Oltre all'indizio che è davvero importante il fatto che lui mi sorrida e mi guardi mi rende davvero felice.

Sapevo che potevo contare sempre su di lui. 

Nel frattempo però arriva una chiamata:

"Sasso dimmi.." gli dico, preoccupata che non sia l'Enigmista.

"Abbiamo una vittima in una villa al litorale.." mi dice

"Dimmi che non è lui.." ovviamente aspettavo che mi dicesse no..

"Nono Capitano per fortuna ancora no." mi dice sollevato.

"Grazie.. Ci mando Ghiro, Orlando e Bianca." gli dico.

"Grazie a dopo."  ed attacca.

"Dovete andare in una villa al litorale, c'è una vittima… Dillo a Ghiro e Bianca, mi tengo Milo questa volta.." dico rivolgendomi ad Orlando, e gli mostro l'indirizzo della villa che avevo appena scritto in un post-it.

"Va bene" mi dice, mentre si alza e prima di chiudere la porta mi dice:

"Hey, in bocca al lupo con il Generale, so che sarai grande come sempre!" e chiude senza darmi il tempo di rispondere.

Queste frasi mi fanno capire perché lo amo, perché sono ancora seduta in questa scrivania e perché ho ancora motivazioni nel continuare questo lavoro.

Toc-Toc.

Ecco la mia fine. Il Generale.

"Avanti.." dico con voce ferma, voce che ho tentato di tenere il più a lungo possibile per rendere credibile quello che stavo per dire..

"Ho saputo di un morto, in una villa.." nemmeno un 'buonasera'… le prime parole del Generale appena entrato.

"Si ho mandato 3 uomini, io e il tenente Cecchi lavoreremo ancora qui sul caso." gli dico sicura.

"Novità?" mi chiede.

"Si Generale, abbiamo lavorato tutta la notte, siamo qui da ieri mattina.. E' molto complicato perché è un serial Killer ma abbiamo un indizio… Orla.. ehm il tenente Serra, ha trovato due impronte a casa della vittima, una sulla porta di ingresso e una su un foglio, dove c'era la lettera 'E'… Ovviamente quella sulla porta era della vittima, facile, ma l'altra non riusciamo a decifrarla e potrebbe essere dell'assassino, o assassina visto che ancora non si sa. Schedata o schedato non è, tra le altre impronte che avevamo non c'è quindi potrebbe essere dell'enigmista." gli dico contenta.

"Perfetto. Continuate a lavorare e tenetemi aggiornato." mi dice.

"Certo Generale." dico con un leggero sospiro di sollievo.

E mentre sta per uscire mi dice:

"Anche sull'altro caso…"

"Certo! Lo davo per scontato" rispondo.

"Ah Lucia, Bravi!" confessa il Generale.

"Grazie!" dico contenta davvero, perché la mia squadra ha avuto il breve 'successo' che meritava dopo un duro giorno di lavoro, senza pause lunghe e senza dormire. 

Avevo pensato di mandare tutti a casa quel pomeriggio e di dare una lunga pausa, ma il fatto che ci fossero due casi su cui indagare non me lo permetteva. 

Una vittima a Roma e il Serial Killer in giro libero… 'Come farò?' mi chiedevo.

Intanto mi ero alzata, inconsciamente, ed ero andata verso Milo che lavorava ancora sul Killer.

Nel frattempo rientravano gli altri con i reperti.. Ma Orlando non c'era.

"Ghiro, scusa ma Orlando dov'è?" decisi di scatto di fermare Ghiro e chiederglielo.

"E' di sotto.." mi dice guardando la porta d'entrata..

"A fare?" gli chiedo.

"Ehm... E' venuta la sua ex moglie, lo ha fermato qui di sotto, non sappiamo nemmeno come abbia fatto ad entrare.." mi dice come se si volesse giustificare.

Nemmeno gli rispondo, corro di sotto, mi fermo a metà scalinate e li vedo parlare, mi sale la gelosia al cervello ma non facevano nulla di male, parlavano, quindi non potevo fare scenate anche perché ero sul luogo di lavoro, così decisi di risalire come niente fosse..

Andai nel mio ufficio e cercai di continuare a lavorare cosa che non mi riusciva molto bene… Non lo vedevo arrivare e ormai erano quaranta minuti che era di sotto.

"Capitano posso?" mi chiese Bianca.

"Certo.." le dico guardando fissa l'entrata.

"Problemi?" mi dice, capendo che non ero molto in me..

"No è che Orlando è di sotto con l'ex moglie, capisci no.." le dico.. Sapevo che capiva bene.

"Eccome se capisco, ho passato le stesse cose quando Milo si doveva vedere con la ex moglie per causa della bambina.. Comunque ero venuta qui a dirle che in men che non si dica abbiamo risolto il caso della vittima." mi dice soddisfatta.

"Ah si?" le chiedo questa volta fissandola negli occhi sorpresa.

"Si perché tra i reperti abbiamo trovato l'arma del delitto e sopra c'erano le impronte della moglie, guarda caso.."

"Il movente?"

"Questo lo stiamo cercando, ma siamo ottimisti.." 

"Grazie per gli aggiornamenti.. Vi suggerisco di chiederlo direttamente a lei.." e sposto lo sguardo verso l'entrata, lo vedo rientrare.. Ovviamente lei non c'è. Guarda il mio ufficio ma io di scatto cambio lo sguardo..

"Stai tranquilla Lucia, ti ama…" mi dice Bianca prima di uscire, ed io le rispondo con un leggero sorriso..

Tranquilla: che parolona.. Come si fa a star tranquilli con le ex?

“Lucia, posso?” entra Ghiro.

“Hey dimmi…” gli dico sorridendo.

“Smettila di far finta di sorridere, comunque abbiamo risolto il caso.. Con Sasso ho appena interrogato la moglie della vittima e pare che Carlo, il signore in questione, avesse parecchie relazioni extra coniugali e quando la moglie ha cercato di farlo smettere era troppo tardi e lui voleva il divorzio..” mi dice.

“ Perfetto, così ritorniamo tutti sul caso dell’enigmista… Che a quanto pare ha un colpo complicato perché si è fermato per un po’ troppi giorni…” gli dico preoccupata.

“Si è strano, speriamo non colpisca stanotte che siamo tutti stanchi.”

“Speriamo…” gli dico fissando il vuoto…

“Vabbè, andiamo tutti a casa, abbiamo degli occhi..” mi dice ed io annuisco con la testa, così lui esce e manda tutti a casa.

Io volevo andare a riposare ma non mi davo pace: perché non colpisce più? Proprio ora che avevamo una sua impronta…

Eravamo sulla pista giusta per catturarlo... Eppure stava smettendo di colpire.. 

I pensieri mi portarono via, pensai a qualche soluzione, ai numerosi perché che mi giravano in testa, ma non riuscivo a trovare nessuna risposta.

Il telefono aveva squillato un paio di volte, quello personale non quello del lavoro, ma non lo avevo sentito.

‘Sarà Orlando’ mi dicevo tra me e me, ma oltre al fatto che ero arrabbiata con lui per la vicenda della ex, ero anche molto immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che erano già le 10 di sera.

Così decisi che forse era meglio andare a casa, farmi un tè caldo ed andare a letto.

Mentre scendevo le scale sempre immersa nei miei ‘perché’ mi trovo davanti l’ex moglie di Orlando.

“Capitano!” mi dice con aria superiore.

“Salve, ci conosciamo?” le dico fingendo di non sapere chi fosse.

“Si, direi.. Sono l’ex moglie di Orlando, si Orlando quell’uomo che di cui si è appropriata.” 

Quando mi disse queste parole non volevo crederci, mi salì il sangue al cervello..

Appropriata?? Ma che parola è ‘appropriata’.. Non stiamo parlando di un oggetto inanimato, ma di un essere umano e infatti le risposi subito a tono:
“Non stiamo discutendo riguardo animali o cose inanimate, ma di un uomo con sentimenti ed emozioni. Se stiamo insieme c’è un perché. Che di sicuro non sto qui a spiegare a lei, ora mi scusi ma il mio uomo mi aspetta a casa.”

E mi dirigo verso la macchina quando sento urlare una frase:

“E’ inutile che scappi, tanto prima o poi sarà mio!”

Mi fece rabbrividire quella frase, sia per il tono che per il fatto che mi ricordò per un breve periodo la storia del Lupo, ma tirai dritto chiusi lo sportello della macchina e me andai a casa.

Non avevo il coraggio di entrare, ‘cosa gli dico?’ continuavo a ripertermi.

Eppure era facile: la verità. Ma sarebbe stato meschino mettere in cattiva luce la ex moglie, nonostante avesse fatto tutto da sola…

Comunque girai le chiavi di casa ed era lì sul divano che mi aspettava.

“Hey ciao!” gli dissi, non guardandolo negli occhi, girai le chiavi del portone, le misi al loro posto e andai diretta in cucina sperando che lui non venisse oltre

“Ciao, come mai così tardi a casa?” mi chiede, e come non detto, venne oltre..

“Lavoro, pensieri…” e decisi che era meglio non continuare.

Nel frattempo io preparai una leggera cena, anche se erano le 11 di sera, ma avevo fame.

Gli squillò il telefono..

“Pronto!” disse.

“Si sono io chi è?” continuò..

Poi chiuse subito. 

“Chi era che hai chiuso senza dire altro?” gli dissi preoccupata.

“La mia ex moglie..” mi disse fissandomi negli occhi.

Ebbi un brivido dalla schiena al collo, feci finta di niente ma mi domandavo mentalmente a questa ora che diavolo volesse.

Come se ne avessimo passate poche io e lui, un po’ di felicità no?

Continuavo a preparare la cena come niente fosse, poi però mi ero accorta che non era giusto mentirgli, così glielo dissi:
“L’ho vista prima..” lanciai la bomba così..

“Cosa?” questa volta si avvicinò un po’ di più..

“E’ venuta nel mio ufficio a ‘minacciarmi’ che ti avrebbe preso a tutti i costi..”

“Ah certo, come no!” fece un sorriso.. Poi continuò: “Non che non ti credo eh, dicevo alla frase che ‘mi avrà a tutti i costi’, non ci penso proprio, questa è matta.” 

E mi abbracciò da dietro, mentre io scolavo un po’ di pasta..

“Ho avuto un po’ paura invece, sia perché mi sembra pazza, e le pazze non si fermano davanti a nulla sia perché mi ha ricordato la vicenda del Lupo. E poi per una volta vorrei essere felice con te, dopo tutto quello che abbiamo passato.” gli dissi lasciando che la mia testa cadesse sulle sue spalle.

Mi baciò il viso, poi io mi girai e ci baciammo, lì, in cucina, davanti alla pasta.

“Mi siedo a cenare ne vuoi un po’?” gli chiesi.

“No grazie, ho cenato prima.” mi disse e rimasi anche sorpresa..

“Hai cucinato?” dissi mentre mangiavo la mia pasta condita con il pesto..

“Ti sembra strano? Comunque no, sono andato a cena da Ghiro e Selvaggia. Ghiro prima di uscire ha invitato tutti a casa sua...”

“Che avete mangiato”

“Antipasti e carne, tutto cucinato da Selvaggia, lo tratta bene Ghiro eh…”

“Con questo che vorresti dire?” gli dico con lo sguardo ‘minaccioso’ ma dolce.

“Nulla, nulla” mi dice sorridendo poi continua “No nulla, era solo una constatazione.. Loro mangiano insieme molto più di noi, io e te a mala pena riusciamo a fare una colazione insieme.. Ultimamente ci siamo visti davvero poco. Tra il lavoro, tra l’ex moglie adesso, tra le riunioni..”

“Lo so, hai ragione! Spero che i prossimi giorni siano meno pieni e riusciamo a fare una cena come si deve, insieme. E presto, non alle 11 di sera come oggi.”

“Ultimamente nemmeno alle 11 ne abbiamo fatta una, comunque è normale, siamo impegnati, tu sei il capitano, sei ricercata da tutti..”

“A te no perché….” Gli dico a mo’ di frecciatina… 

“Sei gelosa eh..”

“Io? Gelosa? No, quando mai..” usai una leggera ironia.

“Almeno ora provi quello che io provai con..”

“Non nominare quel nome, lo sai che è stato un errore, te l’ho già spiegato.” Lo interruppi prima che continuasse….

“Si si lo so, però io comunque ci stetti male, e pensare che poi alla fine avevo ragione io…”

“Dobbiamo per forza litigare per lui?”

“No! Basta hai ragione, andiamo a letto?”

“Metto apposto queste due cose e arrivo, se vuoi andare vai…” gli dico, ma avevo la mente altrove.

Ora capivo quello che provava lui.

Ora capivo che cosa avesse davvero provato quel giorno, quando ci vide in macchina insieme a baciarci.

Non era una bella sensazione, lo devo ammettere, e dovevo anche ammettere a me stessa che non mi era mai capitato di essere gelosa di un uomo.

Quando mai io ero stata gelosa di un uomo? 

Non ero nemmeno mai stata innamorata come lo ero questa volta…

Intanto avevo finito di mettere apposto i due piatti nella lavastoviglie, che feci partire visto che era piena, poi andai in bagno, mi feci un bagno veloce e andai a letto.

Era mezzanotte quando mi misi sotto le coperte e lui era ancora sveglio..

“Ti ho fatto aspettare ancora..”

“E più di mezz’ora..” mi rispose.

“Scusa!” gli dissi, mentre avvicinavo la mia bocca alla sua..

Ci baciammo, mi prese il collo e iniziò ad appoggiarci le sue labbra..

“Sai che così mi fai impazzire” gli dissi..

Ma era come se non mi ascoltasse, continuò, si tolse la maglia e appoggiò il suo petto sul mio, ancora coperto però...

Mi tolse la veste, mentre continuava a baciarmi ovunque, bocca collo ed io ero lì, che per l'ennesima volta mi lasciavo trasportare dalle emozioni.

Sapevo che il giorno dopo c’era da lavorare, sapevo che era tardi, ma eravamo insieme, io e lui, di nuovo, come non accadeva da giorni.

E non pensai ad altro che questo: io e lui insieme.

Mi aveva tolto la veste, e aveva prolungato i baci in tutto il corpo, mentre sentivo il suo respiro sulla mia pelle, ebbi un brivido e lui si accorse, tant’è che mi baciò fortemente.

Decisi che forse questa volta avrei potuto 'guidare' io la coppia, e così lo gettai dalla parte opposta e misi il mio corpo sul suo e iniziai a baciarlo.

Iniziai dal collo, poi andai sempre più giù mentre lui mi stringeva forte a sè, sentivo le sue mani sulla mia schiena, il suo respiro sul mio viso non appena lo baciavo...

E la cosa mi eccitava..

Mi tolse lo slip ed io feci lo stesso, e iniziammo a diventare una persona unica nello stesso letto.

Non so quanto sia durato, so solo che la mattina alle 8, quando la sveglia suonò eravamo uno abbracciato all’altro, come se fossimo incatenati, sotto le lenzuola.

“E’ la sveglia, amore!” disse mentre mi baciò la fronte.

“Eh che palle.” Gli dissi

“Buongiorno!” rispose ridendo..

“Scusa, è che qui stavo così bene… Dove vai?” chiesi mentre si stava alzando..

“Faccio una doccia veloce e preparo la colazione, così tu appena ti alzi, ti fai una doccia e ci sediamo a tavola insieme.”

Feci un leggero 'sì' con la testa, mentre pensavo che avevo un uomo da favola accanto.

Sentii l’acqua scorrere e quando la chiuse decisi che era ora di alzarmi, presi i vestiti dall’armadio, presi quelli sporchi e andai a metterli nella lavatrice.

Entrai in bagno, mi feci anche io una doccia, mi misi i vestiti, un leggero trucco sul viso ed andai verso la cucina.

“Ti piace?” mi chiese mostrandomi la tavola imbadita di cose da mangiare. 

“Qui c’è da mangiare per un reggimento.. Grazie!” gli dissi. E lo baciai. Era da tanto che non ci baciavamo di prima mattina, con una colazione pronta che prolungai il mio bacio per un po' di secondi.. Le nostre lingue intrecciate mi facevano impazzire ogni giorno di più.

Finito tutto, prendemmo la macchina e andammo a lavorare. Era ora, visto che erano le 9.30 di mattina.

 

Ore 10.00 al Ris.

 

“Non c’è nessuno?” mi rivolsi verso Orlando..

“A quanto pare no.. Noi continuiamo a cercare qualcosa che ci aiuti, prima che colpisca di nuovo…” mi rispose.

Così andammo nel mio ufficio e continuammo il lavoro lasciato da ieri.

Oltre all’impronta niente, non riuscivamo a trovare nulla, quando mi squillò il telefono.

“Sasso dimmi..” Orlando mi guardava con occhi di paura.

“Ha colpito di nuovo, questa volta però è un bambino…” mi disse quasi piangendo..

“No, dimmi che non è vero!” fissai Orlando negli occhi, sapevo che avrebbe capito.

“Venite, siamo in via Roma 14, davanti alla palazzina bianca. Forse c’è anche qualche indizio per voi..”

“Arriviamo!” e chiusi il telefono..

Mentre scendevamo le scale raccontai quello che mi aveva detto Sasso ad Orlando..

“Un bambino no!” mi disse.

“Eh, purtroppo è successo… Dobbiamo capire e trovare degli indizi in più, così smette di colpire…” risposi mentre salivamo in macchina per raggiungere il luogo del delitto.

 

Ore 11.00 sul luogo del delitto.

 

“Cioè sono senza parole.” Dissi guardando quel bambino.. Era a terra con le mani incrociate, un pallone lì vicino, il sangue ovunque, ovviamente cosparso di lettere e numeri.. Aveva anche un leggero sorriso in volto, gli occhi chiusi..

Mi veniva da piangere a vedere quell’angioletto che avrà avuto si e no 5 anni a terra ucciso come un animale.. Era solo un bambino!

Aveva ancora una vita davanti a sé…

Dovevo riprendere a lavorare così mi spostai in tutto il luogo del delitto cercando di non pensare a quel bambino, a se avesse sofferto o meno, se conosceva o meno il suo assassino e al perché fosse lì da solo.

“Carnacina allora?” gli chiese Orlando.

“E’ morto con un solo colpo, un oggetto contundente, come gli altri casi, e sempre come gli altri casi, è stato coperto da numeri e lettere.” Gli risponde chiaro.

“Ma i suoi genitori?” chiedo..

“Non ci sono, non li abbiamo rintracciati…” Mi dice Sasso.

“Cioè lui girava qui da solo?” domando preoccupata.

“Così sembra, però non sappiamo nulla di certo!” sempre Sasso.

“Lucia, portiamo questi al Ris e analizziamo tutto, anche i movimenti del bambino..” mi chiama Orlando.

“Si facciamo così…” rispondo con aria assente.

Così tornammo al Ris con i reperti e ci mettemmo subito al lavoro, senza che gli altri fossero ancora arrivati.

Avevamo rintracciato i genitori che non sapevano nulla, erano tutti e due al lavoro, lui doveva essere con la tata che però lo aveva perso di vista....

'Giocava sotto casa due minuti prima' ci disse la tata, e dentro di me pensavo a come fosse triste questa donna che avevo di fronte, con mille sensi di colpa e un morto sulla coscienza..

Comunque continuammo a cercare anche altri indizi... Quel bambino e le altre due vittime dovevano avere il loro assassino.

 

Ore 13.30 sempre al Ris.

 

Toc, Toc.

“Buongiorno Ghiro eh…” gli dico.

“Scusami, ieri sera abbiamo fatto tardi da me, comunque Orlando mi ha già aggiornato e volevo dirti che se volete fare una pausa per pranzare ci pensiamo noi, avete fatto il più, il resto tocca a noi!” mi dice chiedendomi scusa dieci volte..

“Va bene, una pausa la faccio volentieri perché ho fame, dopo torniamo a lavorare tutti insieme!”

Uscimmo dal mio ufficio insieme, io andai verso Orlando e gli dissi:

“Pausa pranzo?”

“Il Capitano che mi chiede la pausa? Devo preoccuparmi?” mi disse sorridendo.

“No ma che preoccuparti, ti ho fatto una sorpresa.. Dai vieni, mangiamo qualcosa e poi torniamo, qui ci sono loro per un’oretta se la caveranno.”

Ed andammo al bar sotto il Ris.

 

“Va bene questo tavolo amore?” mi chiede Orlando.

“Sisi, un tavolo qualunque va bene!”

Arrivò il cameriere che ci chiese;
“Che cosa volete ordinare?”

“Avete qualche primo oggi?” chiese Orlando, che frequentava molto più di me quel bar..

“Si ravioli burro e salvia e spaghetti all’amatriciana.” Gli rispose il cameriere.

“Per me i ravioli..” dissi decisa.

“Per me gli spaghetti invece..” disse Orlando.

“Da bere?” chiese infine il cameriere.

“Acqua liscia per me, tu vuoi del vino?” chiesi ad Orlando.

“Nono va bene acqua liscia per tutti e due! Si lavora dopo..” rispose e mi guardò con un sorriso.

Il cameriere finì di scrivere l’ordinazione e poi si diresse verso il bancone.

“Non mi sembra vero che abbiamo un’ora di pausa..” mi disse Orlando.

“Si sono voluti far perdonare gli altri dopo che ieri hanno fatto una festa a casa di Ghiro.. A proposito come mai non sei rimasto?” gli chiesi.

“Non avevo molta voglia, ho cenato insieme a loro poi sono tornato a casa nella speranza che tu fossi lì, invece..”

"Meglio per noi!" dissi.

"Sicuramente. Abbiamo finalmente avuto la nostra pace, ieri sera la cena, oggi il pranzo... E dimenticavo la colazione." mi rispose ridendo...

“Grazie!”

“Di cosa?” mi chiede.

“Di essere così come sei, carino con me, premuroso, dol…” non avevo finito la frase che vedo la sua ex moglie alla porta..

Come da copione, entra e viene al nostro tavolo.

“Ciao! Anche voi qui?” disse guadando Orlando.

L’avrei ammazzata, lo giuro, non la sopporto. Lo guarda come fosse ‘roba’ sua.

“Cosa ci fai qui? Ti è vietato entrare.” le risponde secco Orlando.

“Mi è vietato entrare di sopra, non qui al bar..” sempre con quello sguardo da ’gattona’.

“Bene, da domani ti sarà vietato anche questo. Ora esci che vogliamo pranzare in pace.” Gli dice guardando me negli occhi.

Lo sentivo veramente senza parole, dispiaciuto, ma non sapevamo come fare..

Arrivò il cameriere, ci portò i primi e l’acqua. La guardò un attimo come se dovesse sedersi con noi, così gli feci un segno e capì...

Decisi che se non la volevo davvero uccidere per non rischiare la prigione era meglio pranzare, riempire la bocca e la mente.

“Come sei sgarbato verso tua moglie..” continuò..

“Ex moglie, ora levati, non te lo dico per la terza volta.. “ le rispose per l’ultima volta.

“Va bene… Non vorrei essere scortata via come un cane ancora dai tuoi ‘amici’… Comunque ci rivedremo..” e gli sfiorò i capelli.

Giuro che lì stavo per tirarle il piatto in faccia, avevo la forchetta che ormai entrava nella mia pelle da quanto la stavo stringendo.

“Toglimi queste mani di dosso. Dubito che ci rivedremo. Addio.” E riprese a mangiare guardando la mia mano, aveva capito che era stato un gesto che mi aveva dato fastidio e così decise di prendere quella mano, in modo che allentavo la presa da quella povera forchetta che non aveva colpe.

Lei intanto se n’era andata..

“Scusa!” mi disse sempre tenendomi la mano.

“Non è colpa tua…” e ricambiai tenendogli la sua…

“Facciamo il nostro pranzo tranquillamente che è meglio..” mi disse ed effettivamente concordai..

Pranzammo insieme, andai a pagare io questa volta con la scusa di ordinare il caffè.

“Uno macchiato con due bustine, un caffè normale con una bustina e mezzo” portò il cameriere al tavolo.

“Senta mi può portare anche il conto?” gli chiese Orlando.

“Già fatto!” gli rispose il cameriere con un occhiolino..

“Perché?” mi guardò..

“Perché era giusto così, perché volevo stupirti anche io una volta..” gli dissi mentre giravo il mio caffè..

“Oggi ci sei riuscita: anche il caffè con lo zucchero dentro, una bustina e mezzo, ti amo!” e mi prese la mano.

“Anche io! E non sai nemmeno quanto..” gli risposi prendendo l’altra mano sua.

Ci guardammo per un paio di secondi, poi finimmo il caffè e tornammo al lavoro.

 

Ore 15.00 riunione nel mio ufficio.

 

“Allora, novità?” chiesi dopo un’ora di beata pausa.

“Abbiamo l’arma del delitto, un sasso appuntito. C’era anche un’impronta che è risultata uguale a quella che avevamo…” mi risponde Ghiro.

“In più abbiamo controllato i video della banca che c’era lì di fronte, ancora non siamo riusciti a vedere bene ma c’è una sagoma, anche se si vede solo il dietro e non la faccia…” continua Bianca.

“E per finire forse si è tagliato, o tagliata, perché in uno dei fogli con le lettere c’era un po’ di sangue e non era del bambino..” finisce Milo.

“Bravi! Adesso io e Orlando lavoriamo sui video che avete trovato.. Così vediamo se l’altezza, la corporatura e un po’ di lineamenti ci possono servire.” Dico, mentre squilla il telefono di Ghiro.

“Si Sasso dimmi!” risponde Ghiro!

“Ah, va bene, arriviamo” e chiude.

“C’è stato un incidente in autostrada sono morte due persone. Ci hanno chiesto una mano.” Mi dice.

“Perfetto, andate tu, Milo e Bianca che qui finiamo noi!” gli dico.

 

*mi discosto dal personaggio di Lucia e racconto l’omicidio delle due persone in autostrada*

 

“Sasso allora” chiese Ghiro appena arrivato.

“Allora, che vuoi che ti dica. C’è stato un incidente, non abbiamo ancora trovato però l’altra macchina. Sono morti un padre e la figlia mentre la madre è in fin di vita e l’hanno portata all’ospedale.” Risponde Sasso.

“Ma Carnacina dov’è?” giustamente domanda Ghiro.

“Sono qui…Ho già detto tutto al tuo collega, comunque dopo l’autopsia vi farò sapere di più.” Risponde dall’altro lato della macchina.

“Milo, dimmi un po’…” sempre Ghiro al comando.

“In pratica a detta di Carnacina, il padre e la figlia sono morti sul colpo, il padre sbattendo la testa sul voltante la figlia sul vetro del finestrino. Mentre la madre se si salva è grazie all’airbag che funzionò perfettamente. L’unica cosa è che la macchina veniva contromano, quindi secondo Carna nessuno della famiglia si aspettava di vedere la macchina davanti e dovrebbero avere il battito cardiaco molto alto. Però tutto dopo l’autopsia..” controbatte Milo.

“Ho analizzato tutto, vogliamo portarlo al Ris?” chiede Bianca a Ghiro.

“Si forse è meglio. Aspetta, guarda qui…” si sofferma su una frenata brusca avvenuta dietro l’auto delle due vittime..

“Questa è strana non trovi?” continua Ghiro, per rivolgendosi a Bianca.

“Fotografo?” chiede Bianca.

“Sisi, vai con le foto!” le risponde.

E una volta controllato tutto altre due volte, decidono di tornare al Ris per analizzare le prove.

 

*Riprendo il racconto in prima persona, Lucia Brancato*

 

“Lucia, lo abbiamo visto tre volte e non è saltato fuori nulla, siamo sicuri che le registrazioni sia esatte?” mi chiede Orlando dubbioso.

“Si, le registrazioni sono queste, ho chiamato prima il presidente della banca e quelle che abbiamo solo le uniche che hanno, dobbiamo anche restituirgliele quando abbiamo finito. E mi pare strano, Orlando, che lui non si veda, o lei.. Insomma ha agito lì di fronte… Aspetta aspetta torna in indietro…. Ingrandisci qui… Eccolo! Lo sapevo” gli dissi contenta..

“Sei una grande!” mi disse Orlando mentre ingrandiva e iniziava a prendere i giusti dati per poter almeno avere qualche indizio in più.

“Abbiamo già qualcosa in più, oltre all’impronta anche la sagoma, seppur forse inutile, ma sempre un indizio in più.” E lo guardo soddisfatta del nostro lavoro.

“Sta sbagliando anche lui…” e contraccambia lo sguardo.

“Si, ed ora sappiamo finalmente che è un lui dalla statura..” gli dico, mentre vedo arrivare gli altri con gli scatoloni dei reperti del nuovo caso.

“Li aiutiamo? Tanto qui abbiamo finito, più indizi non ne abbiamo” mi chiede Orlando ed io annuisco perché effettivamente non poteva trovare altro, avevamo l’arma del delitto e l’impronta che ha lasciato era quella che già avevamo, non schedato.

Abbiamo trovato dai video la sagoma, le misure del suo corpo ma di più non si riusciva a fare, perché il viso non si vedeva, la macchina con cui era arrivato neppure.

Gli altri reperti li avevamo già analizzati e nulla. Non era uscito nulla. 

Quindi era meglio finire presto quel caso così andavamo a casa e ci riposavamo.

“Allora?” chiesi, rivolgendomi a tutti.

“Allora è un mistero. Insomma come si fa ad andare contromano in autostrada.. O sei ubriaco o stai male.. E’ un suicidio..” mi disse Milo.

“Si a parte questo intendo, sul caso..” gli risposti facendogli un sorriso..

“Abbiamo queste foto di due pneumatici diversi, uno ha frenato bruscamente davanti e lo possiamo capire visto il tamponamento, uno però ha frenato bruscamente dietro la macchina delle due vittime, tra l’altro la moglie, che era la terza passeggiera è in ospedale e lotta tra la vita e la morte.. Insomma dicevo, questa che ha frenato dietro o non aveva tenuto le distanze di sicurezza e quindi per salvarsi ha dovuto frenare oppure stava braccando la macchina della famiglia Valeri.” Il mitico Ghiro alla riscossa..

“Abbiamo chiesto di farci avere la macchina al più presto ma prima di domani non ce la mandano hanno detto.” Mi dice Bianca che era appena stata al telefono con Sasso.

“Sto provando a risalire alla marca o quanto meno al modello dei due pneumatici ma sono troppo comuni..” interviene Milo.

“Bene, quindi dovremo sperare che la moglie si svegli.. Altrimenti come facciamo a prendere l’uomo o la donna contromano?” chiede Orlando.

“Ci sarà qualche telecamera in autostrada e non credo che questo pazzo si sia fatto molta strada, proviamo con quelle..” suggerisco.

Così Bianca chiama di nuovo Sasso per chiedergli le registrazioni che arrivano dopo poco via mail.

“Io e Ghiro ci mettiamo ad analizzare questi…” mi dice Bianca mostrandomi la mail con i video..

“Mi raccomando, se lo vedete, prendete la targa..” gli dico mentre mi dirigo ad analizzare i vestiti delle due vittime..

“Niente Capitano, i pneumatici sono troppo comuni..” viene Milo a darmi i resoconti della sua ricerca.

“Non importa, controlla anche tu i video che ha mandato Sasso lì si dovrebbero vedere tutte e due le macchine, basta la targa…” gli dico e lui annuisce andando a cercare in quei video qualcosa.

Dopo una mezzoretta di controlli, non trovo nulla nei vestiti quindi spero nel miracolo dei video.

“Nulla?” chiedo..

“Si le due macchine le abbiamo visualizzate, quella dietro come sospettavo la stava braccando come se volesse qualcosa, Milo sta controllando la targa.. Mentre dell’altra sto ancora cercando di estrarre la targa perché è più offuscata.” Mi dice Ghiro.

“Ottimo lavoro” dico mentre arriva Milo con dei fogli.

“So dove abita, è una donna sui 50 anni, si chiama Milena Del Vecchio. E’ lei la proprietaria della macchina.” Mi dice.

“Perfetto andateci a parlare tu e Orlando.” Gli dico, mentre noi continuiamo la ricerca dell’altra macchina.

“Ce l’ho, aspetta che la inserisco nel database e vediamo….. Angelo Rocchi, Roma, via Dalila 2.” Mi dice Ghiro che nel frattempo prende giubbotto e pistola.

“Bianca tu stai qui, nel caso qualcuno chiama, tu avvisami subito” e parto con Ghiro.

“Orlando?” decisi che forse era meglio fare un interrogatorio unico al Ris.. Quindi chiamai Orlando per primo.

“E’ successo qualcosa?” mi risponde.

“No ascolta prendete la donna e portatela al Ris, se hanno un collegamento così lo scopriamo.. Gli facciamo un interrogatorio a due..” gli dico.

“Ottima idea, siamo appena arrivati… A dopo” e mi chiude..

Noi invece ancora eravamo per strada, e feci un’altra telefonata..

“Bianca, ascolta prova a cercare se tra le vittime, insomma la famiglia Valeri, Angelo e Milena c’era un collegamento. Anche solo tra Angelo e Milena. Un qualsiasi collegamento.”

“Certo capitano”

“A dopo” e le chiusi perché eravamo arrivati.

 

Si erano fatte intanto le 19.30 ed eravamo tutti al Ris con i sospettati.

 

“Ascoltate o ce lo dite voi o vi sbattiamo dentro, visto che i motivi per farlo ce li abbiamo e lì vi rinfrescerete le idee..” dissi ai due che erano seduti davanti a me.

“Capitano..” mi chiama Bianca dietro di me così mi avvicino a lei che era sull'entrata ancora..

“Ho scoperto qualcosa…” mi dice

“Dimmi..”

“I due avevano lavorato insieme qualche anno fa in una ditta per sistemi di impianti elettrici, ho chiamato la ditta mi sono fatta mandare questi, che sono i loro contratti di un anno. Lui lavorava lì da due anni, aveva avuto il prolungamento, lei ha lavorato lì per un anno solo, il secondo di lui. Si sono incontrati lì ed a detta di molti avevano una storia. Storia che fu scoperta dal loro capo di lavoro che decise di non prolungargli il lavoro. Ad entrambi. E indovina chi era il capo?” mi disse

“Il signor Valeri..” dissi con un tono di malinconia..

“Esatto. Su di lui abbiamo indagato poco ma aveva una ditta che ogni anno prendeva due o tre dipendenti in più, gli faceva un contratto annuale per poi vedere se valeva la pena di tenerli oppure no. E’ una ditta che fruttava molto tant’è che stava progettando di allargarla. E guarda caso prese loro due, li beccò a baciarsi sul luogo di lavoro e decise di non rinnovargli il contratto. Quindi penso che la vendetta sia stata questa, solo che in macchina c’erano anche moglie e figlia di soli 12 anni..” mi disse.

Le sorrisi come a dirle ‘grazie’, lei capii, mi diede i fogli ed io mi diressi verso i due, che alla fine confessarono, tutto, dalla loro storia al movente dell’omicidio …

Intanto erano già le 20.30, Ghiro aveva chiamato Sasso per dirgli che la macchina della vittima non ci serviva più, visto che il caso era risolto, io avevo chiamato il Generale per dirgli che avevamo risolto il ‘caso del giorno’ e per metterlo al corrente del caso dell’enigmista mentre gli altri si preparavano ad uscire. Chi metteva il giubbotto, chi prendeva la sciarpa, ridevano e scherzavano.. Ed io ero felice di vederli così..

Decidemmo tutti che era meglio staccare per stasera, fare la relazione domani ed andare tutti a mangiare una pizza insieme. 

C’eravamo tutti, Ghiro, Milo, Bianca, Selvaggia, io e Orlando, Sasso e anche Carnacina.

Era la prima volta che facevamo una cena tutti, ma veramente tutti, insieme.

L’avevamo chiamata ‘la pizza del caso chiuso.”

Da questa sera avevamo deciso che sarebbe stata una tradizione, ogni caso meritava di essere ‘festeggiato’, nonostante fosse il nostro dovere e nonostante un caso comporta morti... E quale miglior modo di una pizza tutti insieme dopo il lavoro?

  
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