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Autore: Celeste9    30/12/2012    3 recensioni
Un viaggio nell'infanzia di Louis, un mondo in cui basta una maglia a strisce per essere un pirata e dove un giorno dura per sempre.
Credits- Il titolo e i versi iniziali sono di High- The Cure.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HIGH

And when I see you
Take the same sweet steps
You used to take
I know I'll keep on holding you
In arms so tight
They'll never let you go

Louis raccolse un bastoncino da terra e saltò sopra una roccia, si calò il cappellino su un occhio e brandendo il legnetto contro un nemico immaginario, gridò:

-Sono il temibile corsaro Louis Tomlinson, terrore dei sette mari, sto salpando alla ricerca del tesoro del capitano William Kidd, chiunque me lo impedirà sarà infilzato senza pietà!

Aveva visto un film sui pirati e ne era rimasto talmente affascinato da preferire le gesta dei filibustieri a quelle dei suoi amati Power Rangers. Scivolò giù dalla roccia e percepì chiaramente che i pantaloncini si erano rotti da qualche parte, la sua mamma si sarebbe sicuramente arrabbiata, ma in quel momento era un corsaro e niente poteva spaventarlo.

Mentre era intento a giocare, udì qualcuno che piangeva, si voltò, sollevò il berretto e si diresse verso quel bambino che singhiozzava. Era più piccolo di lui e sembrava davvero disperato, sentì immediatamente il bisogno di proteggerlo.

-Ciao, sono Louis, un pirata, però buono. Che cosa ti è successo?

-Ho perso il mio orsetto- rispose il piccolo fissando su di lui due grandi occhi verdi.

-Qual è il suo nome?

-BooBear.

Louis pensò che fosse un nome stupido per un orsetto, ma cominciò comunque a chiamarlo:

-BooBear? BooBear, dove sei? Rispondi!

L’orsetto non rispondeva e decise di aiutare il bambino a cercarlo; lo prese per mano: aveva una manina grande per la sua età, ma molto morbida. Quel contatto tranquillizzò il più piccolo dei due, tanto che smise subito di piangere. Andarono nell’ultimo posto in cui aveva lasciato l’orsetto, ma vicino alla sabbiera non c’era traccia di lui.

-Lo troveremo. Sono bravo a trovare le cose, sai? Sono un pirata che cerca tesori.

L’altro sorrise, aveva due graziose fossette che lo rendevano irresistibile.

-Io ho un tesoro, vuoi vederlo?

Louis annuì e il bimbo tirò fuori una biglia dorata resa appiccicosa dalla convivenza con caramelle Haribo ciucciate e nascoste frettolosamente nella tasca.

Era davvero bella, un tesoro degno del capitano William Kidd, ma non potevano distrarsi: c’era un orsetto in pericolo. Arrivarono ai piedi dello scivolo più alto del parco giochi, il piccolo aveva paura e non voleva salire, ma la presenza di Louis era rassicurante e, senza lasciare la sua mano, riuscì ad arrivare in cima. Guardarono ovunque, ma dell’orsetto non c’era traccia. Louis incrociò lo sguardo di sua madre che, seduta sulla panchina con accanto il passeggino in cui dormiva sua sorella Charlotte, non lo perdeva di vista neanche un attimo, temendo che combinasse qualche monelleria.

Decise di trovare un punto di osservazione ancora più alto: il grande albero di pino era perfetto, ma quando ci arrivarono, capì che non sarebbe stato facile salirci, neanche per un arrampicatore esperto come lui.

-Sali sulle mie spalle, così raggiungerai quel ramo- disse il bambino.

-Sono più alto e più pesante di te, potrei sbilanciarti e cadremmo entrambi.

-Allora usami come sgabello.

Il bimbo si rannicchiò a terra e Louis salì sulla sua schiena: i suoi capelli odoravano di mela e i suoi vestiti sapevano di bucato, al contrario dei suoi che non avevano esattamente un buon profumo giacché, con grande disappunto di sua madre, erano tre giorni che indossava la stessa maglietta a strisce. D’altronde nella sua immaginazione di bambino quella maglia e i pantaloncini rossi erano ciò che più si avvicinava all’abbigliamento di un pirata e non aveva intenzione di mettersi altro.

Una volta afferrato il ramo più vicino a terra, si arrampicò senza fatica e in un attimo sparì tra le fronde.

-Non lasciarmi solo, ho paura!- piagnucolò il bambino dal basso.

-Non sei solo, ormai fai parte della mia ciurma, un buon pirata non abbandona mai i suoi uomini!- disse Louis cercando di confortarlo, mentre saliva sempre più in alto.

A un certo punto udì una voce di donna che chiamava:

-Harry! Harry, vieni qua!

-Non posso, sto cercando il mio orsetto.

-È qui, l’ha preso tua sorella quando l’hai lasciato nella sabbiera.

-Voglio salutare il mio amico!- protestò, ma sua madre lo trascinò via prima che Louis riuscisse a scendere.

Poco dopo sentì un’altra voce di donna, stavolta molto familiare.

-Louis, vieni giù che devo andare a casa a preparare la minestrina a Lottie!

Scivolò giù dall’albero strappando definitivamente i pantaloncini. Sua madre alzò gli occhi al cielo e gli pulì le mani appiccicose di resina con una salvietta, Louis guardò in basso per evitare il suo sguardo furioso e notò qualcosa che luccicava: era la biglia dorata del bambino, l’aveva lasciata lì per lui!

Mentre si avviavano verso casa, disse convinto a sua madre:

-Quel bambino, Harry, è il mio migliore amico!

-Non vive nella nostra città, era solo di passaggio: non vi vedrete mai più.

Louis alzò le spalle: che ne sapeva lei dell’amicizia eterna tra pirati? Quel giorno aveva scoperto un tesoro ben più grande di quello del capitano William Kidd e decise che quel bambino sarebbe stato il suo migliore amico per sempre.

 

  
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