“Ciao Jimmy, so che non mi hai mai visto. Sono la ragazza inginocchiata davanti alla lastra nera che porta il tuo nome, quella bassa, bionda, con un drago cinese sulla maglietta. Sono qui perché.. Boh, non so neanche io il perché, forse ti volevo ringraziare. Si, ti volevo ringraziare. Non so bene per cosa, forse per la musica, forse perché grazie a te ho capito che devo vivere la mia vita al cento per cento. Come Johnny diventerò vecchia perché tu non sei potuto diventarlo--“

La ragazza non riuscì a continuare, sentì delle voci che si avvicinavano e andò a nascondersi dietro il grande albero davanti a lei. Li riconobbe subito, tutti e cinque vestiti di nero, tutti e cinque con gli occhiali da sole. Senza mogli né fidanzate. Solo loro. Arin era un po’ distanziato, consapevole di non far parte di quel dolore, ma i ragazzi avevano insistito tanto che andasse anche lui.

La ragazza rimase nascosta, sperando che nessuno di loro la vedesse. Era un dolore privato, lei non doveva essere lì. Il guardiano l’aveva avvertita, sarebbero arrivati al tramonto. Iniziò a sentirsi di troppo quando iniziarono a posare i fiori uno alla volta, fece qualche passo indietro per iniziare ad allontanarsi, ma il tipico rametto secco la fregò.

Iniziò a correre verso il piccolo boschetto del cimitero di Huntington Beach cercando di ignorare le voci che le intimavano di fermarsi. Era quasi riuscita ad entrare dove non l’avrebbero più trovata, quando venne circondata da due esili braccia dalla pelle chiara, non ebbe la forza di lottare per scappare e li affrontò. Si girò, cercando di essere spavalda e mettere su la maschera e la scusa migliore che aveva ma quando li guardò in faccia tutte le sue intenzioni crollarono pressoché all’istante. Matt aveva gli occhiali da sole, ma si vedevano ancora i solchi delle lacrime, Johnny aveva gli occhi rossi, Zacky il trucco colato e.. La ragazza non ebbe il coraggio di guardare lui, il SUO migliore amico.

-Guardami, so che tu puoi vedermi-
La bionda sussultò al suono di quella voce e si girò lentamente nella direzione da dove essa proveniva
-N-non è possibile..-
James era davanti a lei, si divincolò dalla presa di Arin e si avvicinò a lui tendendo la mano per toccarlo: non ci riuscì
-Ciao bambina-
La ragazza era ancora sbalordita, ma parlò
-Come posso vederti? -
I cinque dietro di lei la guardavano, sconcertati, interagire con il nulla ma rimasero in silenzio affascinati dalla scena
-Puoi farmi solo tre domande, bambina.. Sceglile bene.-
-Perché, perché te ne sei andato?-
Jimmy ci pensò su
-Sono cose che accadono, non ho potuto farci niente.-
Rimasero entrambi in silenzio, lei iniziò a piangere
-Com’è? Dall’altra parte, intendo-
-Esattamente come lo immaginavo.-
Non aggiunse altro e la ragazza capì che non avrebbe continuato la frase
-Sai che fa male vero? La morte è peggio per chi resta che per chi se ne va-
-Lo so..-
Rispose sconsolato e voltandosi verso i suoi amici, la sua famiglia
-Vuoi che gli dica qualcosa?-
Disse voltandosi a sua volta, il batterista le si mise a fianco
-Ti prenderanno per matta-
-Troppo tardi-
-Non ti crederanno-
-Dimmi una cosa che non posso sapere-
-Sei pazza, mi piaci nanerottola-
-Grazie-
Riuscì a sorridere, tra le lacrime
-Dì a Matt che è un ottimo padre e a Zacky che lo sarà..-
La sua interlocutrice lo guardò sbalordita
-Gena è incinta?-
-Si, lo sanno solo loro due, questo è il segreto-
-Potrei aver tirato a indovinare-
-Digli che Helena è un bellissimo nome e ti crederanno-
La ragazza si rigirò verso i cinque e posò lo sguardo su Johnny e Arin
-Loro?-
-Dì a Johnathan che è stato un bel matrimonio, si è deciso finalmente! Arin, dì al ragazzino che sta facendo un ottimo lavoro..-
Sorrise, con un po’ di malinconia, l’altra se ne accorse
-Sai che farai sempre parte della famiglia, vero? Tu SEI gli Avenged Sevenfold.-
-Sai sempre cosa dire, vero bambina?-
-Più o meno-
Rimasero ancora in silenzio
-A Synyster cosa dico?-
Attese un po’, poi si girò verso Jimmy: stava piangendo, le lacrime facevano brillare quegli occhi incredibili
-Brian è il mio migliore amico, mio fratello, la mia vita.. Non so cosa dirgli, come posso ringraziarlo per i diciotto anni passati insieme? Non ci sono abbastanza parole per riassumere tutto, non gli ho neanche detto un’ultima volta che gli voglio un bene dell’anima.-
James continuò a fissare il suo migliore amico on le lacrime che colavano, la giovane vicino a lui si commosse: avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva come fosse perdere un amico, un fratello.
-Digli che sono tranquillo, ora so che non ha paura di andare avanti-
“Sleep tight i’m not afraid..”
Realizzò subito la ragazza, fece un passo avanti per andare subito a riferire, ma sentì la mano del batterista, tangibile, sulla sua spalla e si voltò sorpresa
-Io devo andare, bambina-
-N-non di nuovo-
-Non posso restare-
-Rimani qui, con me-
-Ma io ci sono con te, sono qui-
Indicò il suo cuore
-Abbracciami..-
Sorrise e le asciugò le lacrime prima di stringerla a sé, sollevandola
-Jimmy, perché hai scritto Fiction?-
-Le domande sono finite, bambina.. Addio-
La rimise giù, le diede un bacio sulla fronte, spiegò le grandi ali nere che fino a quel momento aveva tenuto ripiegate dietro la schiena e se le avvolse intorno sparendo in un fascio di luce. Al suo posto solo un biglietto: Seize The Day.