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Autore: breakdown    30/12/2012    2 recensioni
Girano voci. Voci di una presenza paranormale, di una vera entità maligna che si aggira tra le mura di una casa. Sarà tutto vero? O è frutto delle solite storielle per terrorizzare i bambini?
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa apparve come un'enorme macchia nera nell'oscurità più totale. La vidi espandersi man mano che ci avvicinavamo ad essa percorrendo con la macchina un vecchio viottolo polveroso inutilizzato da chissà quanti anni. 
Non appena il motore si fermò emettendo un'ultima boccata di fumo denso, saltai giù dal veicolo e mi avvicinai alla casa - che di una casa aveva ben poco: avrebbe potuto benissimo essere scambiata per un antico castello in rovina. Ad accompagnarmi, un fruscio indistinto di ali e il bubbolio di un gufo misto allo stridio degli insetti serali. Mi guardai rapidamente intorno, cercando di farmi un'idea generale di quel posto con l'aiuto della fioca luce della luna, sperando che con tutta quella penombra il posto assumesse un'aspetto migliore.
«E' una catapecchia», commentò Jamie, raggiungendomi. 
«Un'enorme catapecchia», aggiunsi, sottolineando in particolare la parola «enorme». In effetti era come se una decina di catapecchie fossero state sovvrapposte una sopra l'altra. 
«Non siate così melodrammatici, ragazzi», disse nostra madre dalla macchina, rompendo il silenzio. «Non è poi così male.»
«No, non lo è affatto. E' peggio», conclusi senza un briciolo di sarcasmo. 
Il suo sorriso tirato svanì all'istante. 
«Venite ad aiutarmi con i bagagli se non volete passare tutta la notte fuori.»
Immaginai che dormire fuori sarebbe stato senza dubbio più confortevole che farlo dentro quella casa. Sospirai, rassegnata, e mi diressi verso la macchina, seguita da mio fratello. Quella sarebbe stata una lunga notte. Ne ero certa.
Non appena ci avvicinammo alla porta d'ingresso con i bagagli in mano, questa si aprì cigolando davanti ai nostri occhi senza che nessuno avesse infilato la chiave nella serratura. Dall'altra parte, un soggiorno immerso nell'oscurità. 
Ci scambiammo degli sguardi preoccupati.
«Che stegoneria è mai questa?» strillai, quasi isterica, mentre l'eco della mia voce rimaneva intrappolato tra le pareti della stanza.
«Io là dentro non ci entro», disse Jamie, indietreggiando, con voce tremolante. 
Nostra madre tirò un lungo sospiro nella speranza di non perdere la poca compostezza che aveva, poi parlò con tono estremamente controllato: «Invece di stare qui a lamentarvi, perché non portate dentro i bagagli?»
La guardammo come se avessimo appena ricevuto un pugno in faccia e non ce ne fossimo ancora resi conto. 
«Scherzi, vero?» domandai, sgranando gli occhi. 
In quel preciso istante un fulmine squarciò il cielo, seguito immediatamente da un tuono che mi fece sobbalzare. La pioggia non tardò ad arrivare e in men che non si dica si trasformò in un vero e proprio diluvio universale, il che significava che eravamo costretti a passare almeno quella notta nel ventre della casa. Evidentemente Dio non era dalla mia parte.
  
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