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Autore: RedHair    30/12/2012    4 recensioni
Allora, premetto che questa è la prima One-shot che scrivo su Naruto e Sakura. è ambientata poco dopo la guerra e spero di aver reso i personaggi abbastanza IC. Giudicate voi :)
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Ecco, non saprei come descrivere questa one-shot, mi è venuta in mente ieri sera, all'improvviso, e ho deciso di scriverla e pubblicarla. So che non è un granché, ma volevo comunque condividerla con voi. Mi scuso per tutti gli errori che potrebbero esserci. Alla prossima!
RedHair





“Ecco a lei signorina” Borbottò il vecchio barista posando sul bancone un bicchierino pieno di un liquido giallognolo.
Sakura lo scrutò scettica e, dopo aver dato una rapida occhiata intorno per accertarsi che nessuno di sua conoscenza fosse all’interno del bar, tracannò il contenuto del bicchiere in un sol sorso, facendo poi una smorfia di disgusto sentendo quella sostanza amara bruciarle la gola e scenderle pian piano fino allo stomaco.
Ino una volta le aveva assicurato che l’alcol era il mezzo perfetto per dimenticare tutti i problemi, ma a Sakura quell’orrida bevanda ne aveva soltanto aggiunto un altro alla lista: la nausea.
Il barista, che la osservava con la coda dell’occhio mentre asciugava alcuni boccali, sghignazzò divertito, ma smise subito quando la ragazza dai capelli color confetto lo fulminò con un’occhiataccia.
“Un altro giro per favore” Ordinò con tono di sfida.
Il barista obbedì, riempendole il bicchiere e lanciandole un’occhiata, questa volta di compassione.
Era patetica.
Una ragazzina patetica e debole.
Socchiuse leggermente i suoi limpidi occhi color acquamarina.
La guerra ormai era finita,  il villaggio si stava pian piano rialzando e tutti cercavano di riprendere la propria vita di sempre.
Tutti tranne lei, che con la mente continuava a rimanere in quel campo di battaglia dove, nonostante i suoi buoni propositi, non era riuscita a fare nulla per nessuno.
Inutile come sempre.
 
Ora raccoglieva ciò che aveva seminato, sola e abbandonata da tutti.
Dalla sua maestra Tsunade, morta per mano di Madara.
Dalla sua migliore amica Ino, che aveva perso tutta la sua vivacità dopo la morte del padre.
Dai suoi genitori, che neppure si accorgevano del buio in cui era sprofondata.
Da Sasuke, il suo grande amore, che aveva gettato via il suo cuore come fosse spazzatura.
Perfino da Naruto, presissimo dai suoi impegni da Neo-Hokage e, molto probabilmente, presissimo anche da Hinata.
 
La giovane prese coraggio e fece per buttar giù il secondo giro di quella robaccia quando una voce squillante alle sue spalle le fece andare tutto di traverso.
“Sakura-chan, che ci fai tu qui?!”
La rosa si voltò, ritrovandosi davanti il volto sorridente e sempre abbronzato di Naruto.
“Ma sei impazzito? Non puoi sbucare all’improvviso davanti ad una persona in quel modo!” Lo rimproverò.
Il biondo la ignorò e prese posto accanto a lei.
“Sakura chan, ma cosa stai bevendo?” Chiese fissando il suo bicchiere. “Non lo sai che l’alcol è pieno di calorie? Ti farà ingrassare!”
“Baka!” Urlò la ragazza mollandogli un pugno deciso in testa “Mai dire ad una ragazza che potrebbe ingrassare!”
Naruto si massaggiò il capo piagnucolando. “Scusami, non volevo offenderti. E comunque tu saresti bellissima lo stesso, anzi, qualche chilo in più, soprattutto sul davanti, non ti fareb…”
Il ragazzo non fece in tempo a finire che si beccò un secondo pugno in testa.
Quello zuccone era proprio un caso senza speranze.
Ma lei era contenta di poterlo rivedere, pensò cercando di trattenere un sorriso.
Naruto continuò a massaggiarsi il capo imprecando a bassa voce per un paio di secondi, poi tornò a posare lo sguardo curioso sulla compagna.
“Comunque, che diavolo ci fai qui Sakura-chan? Oggi avevo il pomeriggio libero e ti ho cercata dappertutto. Ho chiesto in giro a tutti, ma nessuno ha saputo dirmi niente. Pare che tu non ti faccia più vedere tanto in giro ultimamente...”
La ragazza chinò il capo imbarazzata, stringendo i pugni sopra le ginocchia.
“Sono molto impegnata con il lavoro in ospedale” mentì “ e poi scusa, non dovresti passare il tuo tempo libero con Hinata?”
Oh, cavoli, ma perché aveva detto quell’ultima cosa? Cosa importava a lei se Naruto stava con Hinata? Forse erano quelli gli effetti dell’alcol.
Il biondo la fissò confuso.
“Che cosa centra ora Hinata? Hinata è forte, è una capoclan capace e coraggiosa ora. Non è lei ad avere bisogno di me adesso. Non più. Non è lei che mi preoccupa…”
Sakura, rossa in volto, mollò un pugno sopra il bancone del bar, facendo sobbalzare il povero Naruto.
“Che cosa stai cercando di dirmi?! Che sono debole?! Che a 18 anni ho ancora bisogno di un baby-sitter?!” L’alcol stava davvero cominciando a fare effetto.
Il ragazzo la guardò spaventato.
“N-no…Sakura-chan…N-non volevo dire questo!” Balbettò mettendo le mani in avanti.
“è solo che…ultimamente sono stato così impegnato! E tu non ti sei mai fatta vedere in giro. Neanche il maestro Kakashi sapeva che fine avessi fatto. E ora ti ritrovo qui, in un bar, tutta sola, alle undici di sera, intenta a bere…”
La ragazza aprì la bocca per protestare, ma rimase bloccata con un’espressione da pesce lesso, visto che non trovava nessuna argomentazione valida con cui controbattere.
Naruto non era così stupido come sembrava.
Sospirò forte e si alzò dallo sgabello.
“Senti, si è fatto tardi, è meglio che vada. Ti prometto che mi farò vedere più spesso.”
Girò i tacchi e fece per andarsene quando una forte presa intorno al braccio la bloccò e la costrinse a voltarsi di nuovo.
Stizzita, fece per tirare uno spintone a Naruto, ma si fermò vedendo l’espressione seria e lo sguardo intenso con cui il biondo la fissava.
“Non ti lascerò andare a casa da sola a quest’ora della sera e in queste condizioni.”
Sakura si liberò dalla presa del giovane con un movimento veloce.
“Sto bene Naruto! E me la so cavare benissimo da sola. Sono un ninja come te, ricordi?”
Il biondo sospirò, dopodiché addolcì la sua espressione, lasciando che il suo caratteristico sorriso gli illuminasse il volto.
“Hai ragione Sakura-chan, come sono stupido! Vai pure. Ci si vede.”
La rosa lo fissò un tantino confusa, dopodiché uscì dal bar, ritrovandosi finalmente all’aria aperta.
Certo che Naruto a volte era proprio strano.
 
Non fece in tempo a percorrere un centinaio di metri che avvertì una presenza alle sue spalle: qualcuno la stava seguendo.
Si voltò di scatto, pronta a reagire, trovandosi faccia a faccia con il suo sciocco compagno di team.
“Naruto, che diavolo fai?! Avevi detto che mi avresti lasciata andare a casa da sola!” Esclamò alterata.
Il ragazzo le sorrise affabile.
“Certo! Ed è esattamente quello che sto facendo: tu vai pure a casa da sola, io invece devo andare in un certo posto che, coincidenza, si trova proprio in quella direzione.” Disse calmo indicando la strada che portava verso casa di Sakura.
 
Accidenti, gliel’aveva fatta.
La rosa sbuffò, cercando di trattenere un sorriso.
“E va bene, hai vinto tu!”
 
Durante tutto il tragitto Naruto non fece altro che parlare, senza sosta: di quanto fosse figo essere Hokage, di quanto figo fosse il suo ufficio, di quanto fosse figo sentirsi dare del “voi”, di quanto però fosse una rottura dover lavorare incessantemente per più di dodici ore al giorno, di quanto fosse noioso controllare carte e documenti…
Più tempo passava con Naruto più sentiva una famigliare sensazione di calore e affetto partirle dal petto e arrivare a scaldarle tutto il corpo.
Una sensazione con non provava più da troppo tempo.
Non poté fare a meno di sorridere.
Naruto non l’aveva abbandonata e non l’avrebbe mai fatto.
Era come un cagnolino: non importa quante volte lei avrebbe fallito, o commesso errori o fosse caduta in basso, lui l’avrebbe amata sempre, incondizionatamente.
Non si sarebbe mai più sentita sola.
“Siamo arrivati Sakura-chan.” Esclamò il ragazzo quando giunsero davanti a casa Haruno.
Prima di salire i gradini che conducevano al portone di entrata la rosa, senza dire nulla, posò un lieve bacio sulla guancia di Naruto.
Scappò via ridacchiando, lasciando il povero ragazzo con una faccia da ebete impietrito davanti a casa sua.
 
Sakura non aveva bisogno di ubriacarsi per dimenticare i suoi problemi.
Naruto era la sua cura contro la malinconia, e lo sarebbe sempre stato.
L’unica persona a farle sempre ritornare il sorriso nei momenti più bui.
E, nonostante a volte riuscisse a farle venire un’emicrania che neanche 2 litri di saké erano capaci, era sicuramente mille volte meglio dell’alcol.
  
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