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Autore: giambo    30/12/2012    2 recensioni
One-shot natalizia dedicata alla mia striscia di fumetti preferita. Essendo il mio primo scritto su questi personaggi non ho l'idea se è scritta bene o meno. Qualunque giudizio di qualunque tipo (critico e non) sarà ben accetto.
Buona lettura!
Estratto:
'Nel formulare dentro la sua testa quel quesito, Charlie Brown sentì la mancanza di Linus. Il suo amico avrebbe avuto certamente la risposta a quella domanda. Lui ne aveva sempre una per tutto. Certe volte il bambino si chiedeva come faceva a sapere tutte quelle cose il fratello minore di Lucy. Forse era perché aveva una sorella maggiore che lo istruiva? No, Charlie Brown credeva di no. Lucy era, di sicuro, molte cose. Ma di certo non una sorella che istruiva il fratellino minore. Più che una missione d'istruzione, quella di Lucy van Pelt era una missione di distruzione continua nei confronti non solo dei suoi due fratelli più piccoli, ma anche verso il mondo intero.'
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Brown, Lucy van Pelt, Snoopy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale Charlie Brown

 

“Non ti capisco Snoopy! Come fai ad essere sempre così rilassato, così tranquillo...così...così te stesso?!”

 

Non era la prima volta che Charlie Brown parlava così al suo cane, così come non era la prima volta che Snoopy, flemmatico e rilassato come sempre, apriva un occhio per squadrare con sufficienza il suo padrone, prima di girarsi dall'altra parte ed appisolarsi di nuovo sul divano di casa.

Vedendo il suo cane che lo ignorava di proposito, Charlie Brown ebbe voglia di rimproverarlo ancora, ma poi cambiò idea. Era troppo depresso per mettersi a discutere con lui. Tanto sapeva che, in un modo o nell'altro, quell'assurdo bracchetto l'avrebbe avuta vinta. Non che contro di lui fosse particolarmente difficile averla vinta.

“Devo essere impazzito” borbottò rivolgendo il suo sguardo verso la finestra del salotto. I suoi occhi osservavano la neve cadere dolcemente, coprendo di un manto candido e limpido il giardino di casa. “Dopo tutti questi anni che ti ho con me, perdo ancora tempo a rimproverarti!”

Cominciò ad accarezzare dolcemente il bracchetto sulla schiena. Snoopy sembrò gradire dato che, con un sorriso soddisfatto, si accoccolò di fianco al suo padrone.

In casa c'era silenzio. Sally era andata fuori con Linus, nonostante la forte riluttanza di quest'ultimo. Mentre i suoi erano fuori per lavoro, come sempre del resto. Era un normalissimo pomeriggio d'inverno, come tanti altri. Di solito, dopo aver fatto i compiti per il giorno dopo, Charlie Brown usciva per andare a fare un giretto, oppure per giocare a palle di neve con Linus o, meglio ancora, per costruire un pupazzo di neve con Snoopy. Ma quel pomeriggio Charlie Brown non aveva voglia di vedere nessuno. Si limitava a stare seduto sul divano, con affianco il suo cagnolino, ad osservare il paesaggio bianco che si celava dietro i vetri della finestra del salotto.

“Natale.” mormorò all'improvviso il ragazzino. “Mancano pochi giorni a Natale. Domani dovrò andare a comprare i regali.” Non era mai stato bravo a capire quali fossero i regali giusti, senza contare che, per compare i regali, avrebbe dovuto chiedere i soldi ai suoi quella sera. La cosa lo inquietò. Non capiva mai come comportarsi con loro. Erano sempre così distanti e freddi con lui. Sempre impegnati a fare discorsi da adulti per lui incomprensibili. Con Sally era diverso, specialmente sua mamma si comportava con la sua sorellina in maniera dolce, ma non riusciva a capire il perché. Non era invidioso di sua sorella, solo che non capiva cosa faceva Sally in più di lui per meritarsi certe attenzioni da parte dei loro genitori.

Nel formulare dentro la sua testa quel quesito, Charlie Brown sentì la mancanza di Linus. Il suo amico avrebbe avuto certamente la risposta a quella domanda. Lui ne aveva sempre una per tutto. Certe volte il bambino si chiedeva come faceva a sapere tutte quelle cose il fratello minore di Lucy. Forse era perché aveva una sorella maggiore che lo istruiva? No, Charlie Brown credeva di no. Lucy era, di sicuro, molte cose. Ma di certo non una sorella che istruiva il fratellino minore. Più che una missione d'istruzione, quella di Lucy van Pelt era una missione di distruzione continua nei confronti non solo dei suoi due fratelli più piccoli, ma anche verso il mondo intero.

In quel momento, proprio mentre pensava a tutte le angherie che aveva dovuto subire a causa di quella furia umana di Lucy, il campanello suonò.

“Deve essere Sally.” pensò il ragazzino. Mentre si alzava per andare ad aprire la porta, Charlie Brown pensò che Linus doveva averla combinata proprio grossa per far tornare sua sorella a casa così presto. Preparandosi alle strilla di Sally su quanto fosse stupido Linus e di come lei odiasse il mondo intero, il bambino aprì la porta.

Appena la porta fu aperta, Charlie Brown capì che le sue previsioni erano in parte sbagliate. Solo in parte però dato che le sue orecchie furono frastornate comunque, ma non da sua sorella bensì dalla voce della calamità naturale più potente che lui conoscesse: Lucy van Pelt.

“BEH, ALLORA?! E' QUI QUELLO STUPIDO DI MIO FRATELLO?!”

Subito dopo, senza aspettare risposta dal frastornato Charlie Brown, Lucy entrò in casa come una furia cominciando a controllare ogni angolo del salotto come un indemoniata e sbraitando come una pazza.

“LINUS! TI DECIDI A SALTARE FUORI?! AVANTI! CONFESSA! DOVE HAI NASCOSTO LA MIA COLLEZIONE DI FUMETTI?! PARLA E MI LIMITERO' A DARTI UN PUGNO SUL NASO, UNO SOLO! ALLORA! VUOI USCIRE? TANTO LO SO CHE SEI QUA', QUINDI ESCI!”

Ovviamente, Linus non uscì, per il semplice fatto che non si trovava là. L'unico risultato che Lucy ottenne fu quello di svegliare Snoopy che, infastidito da ciò, se ne andò sdegnato fuori di casa, andando a dormire sul tetto della sua cuccia, resistendo in maniera stoica al freddo che regnava fuori dall'abitazione.

Charlie Brown attese pazientemente che la sua amica finisse il fiato. C'era qualcosa di affascinante in Lucy quando si arrabbiava, come in tutte le cose pericolose e terribili del resto. E Lucy, con la sua voce squillante e con i suoi terribili pugni che dava sul naso dei suoi poveri amici e fratelli, era un vero e proprio flagello divino.

Solo quando ebbe finito il fiato per urlare, la bambina si accorse della presenza del suo amico.

“Beh, sai dove diavolo si è cacciato quello stupido di mio fratello?”

“E' uscito con mia sorella prima.” mormorò Charlie Brown. Tanto era esplosiva e manesca Lucy, tanto era tranquillo e remissivo il suo migliore amico.

“Tsk! Quello stupido Linus! Dopo gliene darò due di pugni sul naso!” borbottò la bambina corrucciata. Aveva le guance arrossate dal freddo, i capelli neri nascosti da un grazioso berretto di lana rosa reso bagnato dalla neve, e gli occhi neri come il carbone che luccicavano di una luce rabbiosa.

Tra i due cadde un breve silenzio. Lucy si limitava a prendere fiato mentre Charlie Brown la osservava di sottecchi, quasi stesse cercando di capire quando sarebbe arrivata la nuova ondata di strilli.

“Beh, e tu? Che cosa ci fai qui in casa?!” domandò scontrosa la bambina all'improvviso.

“Non lo so...” mormorò il ragazzino. “Avevo voglia di stare un po' da solo.”

“DA SOLO? COME SI FA A RESTARE DA SOLI QUANDO MANCANO POCHI GIORNI A NATALE?! SEI PROPRIO UNA NULLITA' CHARLIE BROWN, PROPRIO UN INETTO!”

Sentendo l'amica riempirlo di insulti, Charlie Brown si limitò a sorridere mestamente. Ormai ci aveva fatto l'abitudine a quegli epiteti.

Tuttavia, mentre Lucy stava ripartendo con una nuova scarica di strilli, Charlie Brown andò a sedersi in silenzio sul divano, lasciando spiazzata l'amica.

“Che cosa fai?”

“Niente. Osservo la neve che cade fuori.”

“Che cosa stupida!” borbottò la bambina. Poi, senza alcun preavviso, Lucy andò a sedersi affianco all'amico prendendogli la mano sinistra e stringendola con la sua mano destra.

Charlie Brown rimase sorpreso da quel gesto. Osservò di sottecchi l'amica che, leggermente imbarazzata, si ostinava a guardare la finestra davanti a se. Per un attimo il bambino aprì la bocca per chiederle il perché, ma poi ci ripensò e rimase in silenzio.

Rimasero là, fermi ad osservare la neve cadere in silenzio per tutto il resto del pomeriggio. Ad un certo punto si unì a loro Snoppy che, tremante dal freddo e con il pelo tutto bagnato, aveva convinto il suo padroncino ad aprirgli. Soddisfatto di ciò, il bracchetto si era sdraiato affianco a Lucy, bagnando i cuscini del divano.

Poi, quando erano quasi le sei, Lucy si alzò.

“Io devo andare.”

“Ah...o-ok.” dichiarò l'amico.

L'accompagnò alla porta. Quando era il momento di salutarsi, Charlie Brown decise di provare a chiederglielo.

“Senti Lucy...io...tu...sì, insomma...perché?”

Lei non rispose. Aveva le guance rosse, ma il bambino non sapeva se era per il freddo o per altro.

“Buon natale Charlie Brown.” fu tutto quello che uscì dalla bocca di lei che, subito dopo, si girò e scappò via verso casa sua.

Charlie Brown rimase imbambolato a guardare le impronte di lei per un minuto buono. Poi, accorgendosi che la neve stava cadendo dentro casa, richiuse lentamente la porta.

Si guardò la mano sinistra. Era ancora calda. Aveva stretto la mano di lei per tutto il pomeriggio.

Scosse la testa. Forse se l'era solo immaginato.

Tornò in salotto dove Snoopy si stava stiracchiando, felice di essere al caldo. Quando vide il suo padroncino perplesso, il bracchetto gli rivolse un'occhiata che il ragazzino decifrò come una muta domanda.

“Non capirò mai le ragazze. Né ora, né mai” dichiarò in tono sconsolato il bambino.

Per tutta risposta, il cane sollevo un sopracciglio, in un gesto che Charlie Brown interpretò come un “E te ne accorgi solo adesso?”

Sorrise. Forse anche quello se l'era immaginato.

Si sedette affianco al suo cane, abbracciandolo. Felice di avere al suo fianco un cagnolino speciale come lui.

“Buon natale Snoopy.”

Sentì la lingua umida del bracchetto ricambiare il suo gesto d'affetto mentre rivedeva, dentro di se, la faccia imbarazzata di Lucy.

Sorrise.

Era sicuro che, alla domanda che gli era spuntata in testa, neppure Linus avrebbe potuto trovare una risposta.

 

Fine

  
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