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Autore: WakeMeUp    30/12/2012    3 recensioni
Liam gli strinse la mano e lo trascinò al centro della terrazza.
«La sera da qui si possono vedere intere costellazioni.» asserì il minore, portando la testa all’indietro. Zayn fece lo stesso e per un attimo si perse nell’osservare quel cielo stupendo ricco di stelle, che sembrava raccontare una favola.
«E’ bellissimo.» affermò, dopo lunghi minuti di silenzio, il moro. Liam annuì e si girò a guardarlo.
«Non quanto te, però.» si lasciò scappare in un sussurro. Zayn sorrise e si voltò verso di lui, per poi tirarlo a sé.
«Neanche quanto te.» gli sussurrò a fior di labbra, facendolo arrossire, prima di baciarlo ancora.
[Ziam ispirata da una scena accaduta mentre giocavo a The Sims 3.]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hi guys, i’m back!
Per la prima volta ho deciso di mettere l’angolo autrice in alto perché avevo bisogno di fare un chiarimento su questa OS.
Qui mi trovo a raccontarvi una scena che è accaduta mentre giocavo a The Sims 3 con i miei sims.
Quindi, noterete dopo, Liam porta il cognome Horan perché, nella mia strana famiglia a The Sims, lui è il figlio di Niall Horan e la primogenita adottata da Harry e Louis.
Qui vi racconterò la scena del primo bacio di Liam con Zayn. Siamo a casa di Liam, Niall e Darcy (i genitori) non ci sono perché sono partiti per due giorni e Liam invita Zayn a casa sua.
Liam è un adolescente all’ultimo anno di liceo.
La storia è ambientata a New York perché il gioco è Americano e un loft al decimo piano lo troviamo sicuramente molto più facilmente a New York che a Londra, Bradford o Wolverhampton.
Quello che vi racconto è tutto accaduto realmente nel gioco, non aggiungo niente, però chiaramente condisco il tutto con descrizioni e dialoghi che le immagini del gioco non mi mostrano.
Dopo questi avvertimenti spero non mi abbiate presa per una pazza –il che non sarebbe del tutto sbagliato- e vi auguro buona lettura.
Enjoy. <3 











Continuava a camminare nervosamente, percorrendo a grandi passi la camera che divideva con i genitori nel loro Loft al centro della città, gentile regalo dei nonni Harry e Louis che, arrivati ai vertici delle loro carriere avevano abbastanza soldi da poter regalare alla primogenita e suo marito, un loft al centro di New York del valore che Liam stimava intorno ai 2 milioni di dollari.
La sua vita era decisamente bella, viveva in una casa stupenda, aveva un ottimo rapporto con i suoi genitori, a scuola aveva tutti ottimi voti ed era riuscito ad entrare nell’Albo d’Onore della scuola.
Non c’era assolutamente niente che non andasse, fino a quando un giorno, un ragazzo dai capelli corvini, gli occhi marroni color nocciola, un fisico magro ma non troppo, i tratti del volto perfetti che sembravano disegnati, era arrivato nel quartiere e aveva fatto strage di cuori.
Ovviamente, lui non si era distinto dalla massa che era caduta ai piedi di quel ragazzo moro, e dopo aver chiacchierato un po’ a scuola e un po’ a casa sua ed essere arrivati al livello di amicizia, Liam si era deciso ad invitarlo da sé quel sabato, per passare la giornata insieme e chissà, adesso che non c’erano i suoi genitori, magari anche la notte.
Zayn gli aveva detto che sarebbe stato da lui in venti minuti e ne erano passati appena dieci, mentre le sue mani iniziavano a sudare e la tensione iniziava a salire.
Si stava comportando come una ragazzina e non voleva. Era teso, Zayn era la sua prima cotta e lui non aveva ancora dato il primo bacio. Aveva capito che anche a Zayn piacessero i ragazzi, ma non era affatto sicuro che l’altro potesse essere interessato a lui, un ragazzo timido ed impacciato, pieno di soldi e secchione.
Non sapeva cosa fare, come comportarsi. Avrebbe voluto confessare a Zayn la sua attrazione, ma d’altra parte aveva paura che il moro l’avesse respinto spezzando tra loro ogni tipo di rapporto.
Continuò a tormentarsi con quei pensieri per altri cinque minuti, quando il suono del campanello lo fece sobbalzare. Scese velocemente le scale al piano di sotto –sì, il loft era a due piani con terrazza, i nonni Tomlinson non avevano badato a spese- ed aprì il portone, piazzandosi poi sul divano perché le gambe avevano iniziato a tremare, in attesa che Zayn salisse con l’ascensore.
Quando finalmente il moro bussò alla porta, Liam si alzò di scatto dal divano e andò ad aprire la porta.
Quello che vide davanti a sé gli fece perdere un battito. Zayn era lì, con dei jeans chiari, una maglietta azzurra, una giacca bianca dello stesso colore delle scarpe, con un enorme sorriso sul volto e i capelli corvini tirati su con il gel in un ciuffo perfetto.
«Ciao Liam.» salutò il moro, avendo percepito lo stato di trance dell’altro che stava combattendo contro se stesso per non spalancare la bocca. Si riscosse dal suo coma temporaneo, arrossendo, e balbettò qualcosa di incomprensibile spostandosi lateralmente per far entrare il moro in casa.
«Grazie.» asserì il moro ridacchiando. Liam arrossì ancora e si maledì; erano insieme da circa cinque minuti ed era riuscito già a fare la figura dell’idiota due volte.
«Oh, che bella casa, complimenti.» continuò il moro, che quel giorno sembrava l’unico capace di comporre una frase di senso compiuto.
«Grazie, un regalo dei nonni.» fece spallucce il biondo, chiudendo la porta, consapevole che tutti sapessero chi erano i suoi nonni e quindi non c’era bisogno di specificare altro.
«Capisco.» confermò infatti Zayn.
«Già.» fece spallucce Liam. «Fa quasi paura quanti soldi abbiano.» continuò. «Credo che bastino per le prossime sei generazioni.» concluse, facendo ridere Zayn. Liam si perse ad osservarlo.
Se possibile, Zayn quando rideva risultava ancor più bello. Rise anche lui, poi fece cenno al moro di seguirlo, per mostrargli il resto della casa.
Dopo avergli mostrato la cucina, il salone e l’enorme terrazza che si trovavano al primo piano, Liam condusse Zayn al piano superiore per mostrargli la camera da letto e il bagno.
Finito il giro, i due rimasero nella stanza da letto e Liam fece cenno a Zayn di sedersi sul letto matrimoniale, accanto a lui, lasciando calare il silenzio. Liam era sempre più nervoso e Zayn con i suoi comportamenti non lo stava aiutando.
«Dimmi qualcosa di te.» iniziò il moro e Liam fece dondolare le gambe ai piedi del letto, osservandole per non incrociare lo sguardo dell’altro, che invece lo osservava attento, quasi stesse studiando ogni parte di lui.
«Cosa vuoi sapere?» chiese timidamente. Zayn fece spallucce, guardandolo ancor più insistentemente, sperando che l’altro si decidesse a voltarsi verso di lui e incrociare il suo sguardo.
«Quello che vuoi. Magari qualcosa che nessuno sa..?» provò Zayn. Liam cercò qualcosa di interessante da dire, ma era talmente impacciato e nervoso da non riuscire a riflettere, così sputò fuori la prima cosa che gli venne in mente.
«Il mio colore preferito è il marrone!» asserì, dandosi subito dopo dell’idiota.
«Oh.» rispose Zayn, cercando di trattenere una piccola risata. «Capisco. Bel colore.» concluse, distogliendo lo sguardo da lui, riuscendo a percepire il suo imbarazzo reso noto dalle gote colorate di rosso.
«Ehm, cioè, volevo dire...» provò ancora Liam, cercando qualcos’altro da dire che non fosse il suo colore preferito o il suo cibo preferito, fallendo nuovamente. Si arrese e sbuffò, mentre Zayn ridacchiava.
Il moro si avvicinò ancor di più a lui e gli portò una mano sotto il mento, costringendolo a voltarsi verso di lui e far incrociare i loro sguardi.
«Ehi, tranquillo.» iniziò il moro, mentre lui si perdeva nei suoi occhi e i battiti del cuore acceleravano. «Sono onorato di esser stato il primo a conoscere il tuo colore preferito.» continuò sorridendo e Liam rise, abbassando lo sguardo.
«Scusa è che...» iniziò, ma fu costretto a fermarsi perché Zayn si stava avvicinando con il volto al suo. Il suo cuore prese a battere decisamente troppo velocemente. Stava per farlo, stava per dare il suo primo bacio all’unico ragazzo che era riuscito a rubargli il cuore, ma era troppo nervoso, così agì d’istinto.
«…Che ho fame, e quando ho fame non riesco a ragionare.» asserì, alzandosi dal letto, allontanandosi dal moro che lo guardò sorridendo, rassegnandosi. Per un attimo si sentì felice perché il moro non l’aveva presa male, ma gli sorrideva. Zayn si alzò di conseguenza dal letto e gli sorrise ancora.
«Andiamo a mangiare, allora.» disse e Liam annuì, dirigendosi verso le scale. Poi all’improvviso si fermò, prima di scendere il primo scalino.
«Aspetta, Zayn.» disse e in un impeto di coraggio si voltò verso di lui, gli portò una mano dietro la nuca e poggiò le labbra sulle sue. Il moro fu colto di sorpresa, ma riuscì a capire cosa stesse succedendo, quindi portò le mani sui fianchi dell’altro e ricambiò il bacio.
Quando si staccarono Liam sorrise e abbassò la testa, per evitare ancora una volta lo sguardo dell’altro ed evitare di perdersi in quelle iridi nocciola.
Zayn però aumentò la presa sui suoi fianchi e lo strinse a sé.
«Pensavo non l’avresti mai fai fatto.» confessò il moro. Liam rise e poggiò la fronte sulla sua spalla.
«Anche io lo pensavo.» ammise, facendo ridere l’altro. Poi alzò la testa e lo guardò negli occhi.
«Ma sono felice di averlo fatto.» concluse. Zayn sorrise e si avvicinò nuovamente al suo viso, riappropriandosi delle sue labbra.
«Anche io sono felice che tu l’abbia fatto.» disse il moro, dopo essersi staccato e riappropriato delle sue labbra circa dieci volte. Liam rise.
«Lo vedo.» asserì, facendo ridere l’altro.
«Ti dispiace?» chiese il moro e Liam rise ancora, poi scosse la testa.
«Non l’ho mai detto.» soffiò sulle labbra dell’altro, lasciandogli un ultimo bacio a fior di labbra. 
Zayn sorrise e poi Liam si staccò da lui, lasciandolo lì con ancora il sorriso sul volto e gli occhi chiusi. Scese le scale velocemente e Zayn scosse la testa, riaprendo gli occhi.
«Vieni, scemo.» lo richiamò Liam dal piano di sotto.
«Se vengo ti ammazzo per avermi lasciato qui come un’idiota con un sorriso ebete sul volto, quindi forse è meglio che non vengo.» asserì il moro e sentì l’altro ridere sonoramente. Si beò di quel suono e poi scese le scale. Arrivò in cucina e ci trovò l’altro intento a cercare qualcosa da mangiare in frigo, data la sua fame e l’orario ormai di cena. Si avvicinò a lui di soppiatto e senza alcun preavviso lo prese per i fianchi e lo fece voltare, sollevandolo e caricandoselo sulla spalla come un sacco di patate. Liam rise e prese a scalciare per farsi mettere giù, ma Zayn non mollava.
«Zayn, mettimi giù.» protestò ancora Liam, dando leggeri colpi con i pugni sulle spalle del moro.
«No, devo fartela pagare, ti avevo avvisato.» asserì il moro, piegandosi in avanti, poggiandolo steso sul divano. Liam lo guardò sorridente ma inquietato da quello che il moro potesse fare.
Zayn si avvicinò a lui sorridendo e all’improvviso con le mani sui fianchi dell’altro, le portò più su e prese a fargli il solletico con tutte le forze che aveva. Liam si lasciò andare a rumorose risate e versi che imploravano Zayn di dargli tregua, ma il moro non si fermò fino a quando non si rese conto che l’altro avesse bisogno di respirare. Quando Liam si fu ripreso, sempre con un enorme sorriso sul volto, lo guardò con sguardo che doveva apparire cattivo ma che era tutt’altro.
Zayn poi si avvicinò e lui e fece per poggiare le labbra sulle sue, ma quando Liam chiuse gli occhi, Zayn gli sfiorò solo le labbra e si allontanò, lasciandolo lì come un cretino, proprio come Liam aveva fatto con lui.
«Sei uno stronzo.» asserì il minore. Zayn scoppiò a ridere e si diresse in cucina.
«Te lo meritavi.» rispose, sedendosi poi su una delle sedie accanto al tavolo per ricaricare le forze perse nel portare l’altro sulle spalle mentre si dimenava, facendogli fare il doppio dello sforzo.
Liam si alzò dal divano e raggiunse il moro in cucina, non rivolgendogli neanche una parola, prese il piatto con gli hamburger che suo padre gli aveva preparato dal microonde, prese le salse e si sedette a tavola, prendendo a mangiare, ignorando del tutto Zayn.
Zayn rise e lo guardò mangiare, poi ad un tratto parlò.
«Si trattano così gli ospiti?» chiese. Liam annuì.
«Gli ospiti stronzi che si comportano male, sì.» confermò. Zayn rise e scosse la testa.
«Sei molto maleducato, gli ospiti vanno trattati bene anche se stronzi.» asserì il moro.
«Oh, lo so bene.» asserì Liam. «Motivo per cui io sto mangiando gli hamburger di ieri mentre per te ho del pollo con patatine che mia madre ha preparato oggi pomeriggio, poco prima di andare via, che si sta riscaldando nel microonde.» concluse. Zayn rimase sconvolto da quell’ultima affermazione e non riuscì a dire niente.
Liam guardò la sua espressione sorpresa e sorrise soddisfatto. Aveva scoperto delle origini pachistane del moro e sapeva che non mangiava maiale, quindi aveva chiesto alla madre di preparare del pollo fingendo che fosse per lui.
Proprio in quel momento il microonde suonò e Liam si alzò per prendere la cena a Zayn, compresa di tutto l’occorrente, forchetta, bicchiere, tovaglioli ecc.
Una volta che fu tutto in tavola anche per il moro, Liam si risedette e tornò a mangiare i suoi hamburger.
«Io, non so che dire.» iniziò il moro. Liam fece spallucce. Zayn si alzò dal suo posto e si avvicinò a lui. Gli prese il viso tra le mani e lo fece voltare verso di lui.
«Grazie.» iniziò e gli lasciò un bacio sulle labbra. «E scusa.» concluse, baciandolo ancora. Liam sorrise e scosse la testa.
«Vai a mangiare scemo, che poi si raffredda e io non te lo riscaldo di nuovo.» asserì. Zayn rise e lo baciò un’ultima volta, prima di tornare al suo posto e consumare il suo pasto, che lo colpì positivamente per quanto fosse buono.
«Fai i complimenti a tua madre, il pollo era buonissimo.» asserì il moro, mentre si alzava per aiutare l’altro a sistemare la cucina, una volta finita la cena.
«Lo farò.» affermò il minore, posando l’ultimo piatto appena lavato.
Si asciugò poi le mani e si voltò appoggiandosi con la schiena al mobile della cucina. Zayn gli si avvicinò e poggiò le mani sui suoi fianchi, lasciandogli un veloce bacio sulle labbra che lo fece sorridere.
«Vuoi restare a dormire qui?» chiese poi Liam. Zayn finse di pensarci su per un po’, facendolo pentire di aver fatto quella domanda. Quando però stava per rassegnarsi e allontanarsi da Zayn, il moro strinse più forte la presa sui suoi fianchi e gli impedì di muoversi.
«Dove vai?» chiese. Liam lo guardò negli occhi e scosse la testa.
«Non lo so, dove posso smetterla di sentirmi un’idiota e mettermi in imbarazzo.» asserì e Zayn rise.
«Ma io non ti ho ancora dato una risposta.» convenne il moro. Liam lo guardò in attesa di un esito che però non arrivò.
«Zayn, smettila di fare così e parla chiaro.» lo rimproverò Liam. Zayn rise e scosse la testa.
«Mi piace vederti piccolo in imbarazzo e indifeso.» asserì il moro, facendolo sbuffare.
Poi si avvicinò al suo collo e vi lasciò un bacio.
«Sì, comunque.» gli soffiò sul collo e Liam sorrise, portando entrambe le braccia intorno al collo del moro, che si allontanò dal suo collo e tornò a guardarlo.
«E dovevi per forza farmi sentire un’idiota e in imbarazzo per dirlo?» chiese il minore e Zayn rise, annuendo.
Si avvicinò poi a lui e poggiò le labbra sulle sue. Liam rispose al bacio e si ritrovò a schiudere le labbra quando sentì la lingua del moro chiedergli ripetutamente l’accesso. Lasciò che le loro lingue si incontrassero, si bramassero e s’intrecciassero come stavano facendo le loro mani e la mano di Liam tra i capelli del moro.
«Che facciamo adesso?» chiese Zayn, quando si staccarono per riprendere fiato e dopo che i loro occhi si erano studiati per circa dieci minuti e i loro sorrisi non accennavano a sparire.
«Abbiamo il regalo dei nonni. Sfruttiamolo, no?» chiese retorico Liam e Zayn lo guardò confuso, non capendo inizialmente a cosa il minore stesse alludendo.
Liam tolse la mano dai capelli del moro e la intrecciò con la sua, dirigendosi verso la terrazza.
Quando furono fuori, Zayn rabbrividì e si strinse nel suo cappotto. Liam gli strinse la mano e lo trascinò al centro della terrazza.
«La sera da qui si possono vedere intere costellazioni.» asserì il minore, portando la testa all’indietro. Zayn fece lo stesso e per un attimo si perse nell’osservare quel cielo stupendo ricco di stelle, che sembrava raccontare una favola.
«E’ bellissimo.» affermò, dopo lunghi minuti di silenzio, il moro. Liam annuì e si girò a guardarlo.
«Non quanto te, però.» si lasciò scappare in un sussurro. Zayn sorrise e si voltò verso di lui, per poi tirarlo a sé.
«Neanche quanto te.» gli sussurrò a fior di labbra, facendolo arrossire, prima di baciarlo ancora.
Liam sorrise e si girò nuovamente in avanti, riportando la testa in alto per guardare il cielo, mentre il moro dietro di lui gli cingeva la vita con le braccia.
Si persero nuovamente entrambi nell’osservazione di quel meraviglioso cielo stellato, lasciando che i palazzi di New York gli facessero da panorama e il caos della città si perdesse tra i suoni dei loro respiri.
«Ci vieni al ballo con me?» chiese ad un tratto Zayn, alludendo al ballo di fine anno che ci sarebbe stato quell’altra domenica, cioè dopo esattamente undici giorni da quel momento. Liam sentì il suo cuore prendere a battere più velocemente; aveva sperato così tanto che Zayn glie lo chiedesse che aveva quasi ormai perso le speranze. Sorrise e girò il volto verso di lui, guardandolo negli occhi.
«Molto volentieri.» rispose, lasciando che tutto il resto si disperdesse nei loro occhi chiusi e nelle loro labbra incastrate perfettamente, come due pezzi corrispondenti di un puzzle.

La sera del ballo Liam perderà la Limousine, arriverà al ballo in metropolitana e troverà lì il suo principe ad aspettarlo, impressionerà Zayn con il ballo del qua qua e Zayn gli chiederà di essere ufficialmente il suo fidanzato durante il lento... Ma questa, è un’altra storia.
   
 
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