Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Bitchesloveklaine    30/12/2012    1 recensioni
Dal prologo:
Perché è così che funziona, quando sei una ragazza. Vivi la tua vita con spensieratezza fino ai tredici anni, poi inizia l’angoscia fino ai diciotto. Non esci da sola, chiudi la porta a chiave quando dormi e, se ti è possibile, cerchi di stare sempre in compagnia. Dopo i diciotto anni sai che sei fuori pericolo, e ti godi i tuoi ultimi momenti di vita in tranquillità o ti carichi di lavoro, a seconda dei casi. È questa la vita del genere umano femminile da sessanta anni a questa parte.
Nasci, vivi la tua infanzia nell’innocenza e nell’ignoranza, cresci, capisci come gira il mondo, e muori.
- - -
Volevo specificare che sarà principalmente una Klaine, con molta Brittana, un po' di Finchel e accenni alla Quick. Coinvolgerò tutti i personaggi di Glee di cui alcuni saranno OOC.
Fatemi sapere tutto quello che pensate, critiche ben accette.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono (magari), ma appartengono a Ryan Murphy e alla Fox. Storia liberamente ispirata al libro 'Il giardino degli Eterni - Dolce veleno' di Lauren DeStefano. (praticamente io li ho solo messi insieme).
Avvertimenti:  angst, tanto angst. Probabilmente capirete poco di come sono le cose in questo prologo, ma spero che vi interessi abbastanza. Sappiate che amo l'angst. Volevo avvisarvi che sarà scritto in prima persona, ma i punti di vista cambiano dopo gli asterischi. Forse all'inizio non capirete chi sta parlando, ma anche questo fa parte dell'angst. Scrivo in presente perché crea meglio l'atmosfera. Infine volevo specificare che il bollino è arancione, non rosso. Quindi quando le cose si faranno ineressanti, cambierò scena come il buon vecchio Ryan. Uomo avvisato, mezzo salvato. Solo mezzo, ma ho provato.   
Ora vi lascio alla storia, note a fine capitolo.



Prologo

 

Vivo di notte, sono abituata al buio. Ma la ragazza accanto a me evidentemente no, perché trema da tempo. Non so quanto, non ho alcun modo per saperlo, non so neanche se è giorno o notte. Suppongo sia notte fonda, non possono essere passate poi così tante ore da quando sono stata venduta.
La ragazza accanto a me continua a tremare, il che inizia a darmi ai nervi. Ma non posso parlare, morirebbe come minimo di infarto. Sorte che le capiterà a breve, se continua in questo modo.
Non so quante siamo, ma credo di averne contate una quindicina prima che si facesse buio. completamente buio. Ci hanno chiuse in questa stanza senza finestre da circa due ore senza dirci niente.
Perché è così che funziona, quando sei una ragazza. Vivi la tua vita con spensieratezza fino ai tredici anni, poi inizia l’angoscia fino ai diciotto. Non esci da sola, chiudi la porta a chiave quando dormi e, se ti è possibile, cerchi di stare sempre in compagnia. Dopo i diciotto anni sai che sei fuori pericolo, e ti godi i tuoi ultimi momenti di vita in tranquillità o ti carichi di lavoro, a seconda dei casi. È questa la vita del genere umano femminile da sessanta anni a questa parte.
Nasci, vivi la tua infanzia nell’innocenza e nell’ignoranza, cresci, capisci come gira il mondo, e muori.
Be’, io non faccio testo. Io sono sempre stata consapevole di quello che accadeva attorno a me, o non mi sarei salvata da sola all’età di cinque anni.
Per questo non tremo, so per certo che se non vengo scelta tra queste ragazze, tornerò alla vita di prima. Cambierò bordello, ma rimarrò una puttana.
La ragazza accanto a me, quella che trema, alla mia destra, sa che per lei non sarà così. Nessuno sa cosa avviene dopo che le ragazze vengono prese, ma tutti sanno che a casa non ci tornano.  
Quella alla mia sinistra è relativamente più tranquilla. Certo, continua a guardarsi in giro sperando che da un momento all’altro arrivi un po’ di luce, ma almeno non trasmette angoscia a chi le sta intorno.
Forse è bella, sa di esserlo, e crede di non correre alcun rischio.
Perché funziona così: il Governatore viene aiutato a scegliere le sue tre futuri mogli in base alla bellezza e salute, poi decide della vita delle ragazze rimaste. Alcune vengono risparmiate e vendute a bordelli locali, altre vengono uccise senza tanti mezzi termini. Tutti i giornalisti negano questa storia, ma troppe ragazze la raccontano. Quelle che si sono salvate.
Ah, e per finire le tre graziate vanno nella casa del Governatore per diventare loro mogli, dove altre persone hanno preso i voti per loro.

Sto per dare una gomitata allo stomaco alla ragazza alla mia destra, ma mi trattengo: forse è claustrofobica.
Per sua - e mia- fortuna la porta si apre, si accendono le luci ed entrano due ragazzi. Dovrebbero avere circa vent’anni. E pensare che io, all’età loro, se ci arrivo, sarò nella tomba.
Finalmente posso vedere come sono le due ragazze accanto a me. Quella alla mia destra è mora, capelli lunghi, frangetta, e anche se siamo sedute mi sembra piuttosto bassa. Alla mia sinistra, invece, c’è una bionda. Forse lei ha alte possibilità di passare. I due, intanto, stanno camminando avanti e indietro di fronte a noi, con calma, squadrandoci con i loro sguardi, come se si divertissero a creare suspence. Ma in fondo non è della loro vita che si sta parlando, quindi è comprensibile.
Credo che il Governatore sia quello poco più basso dell’altro, ha un anello di oro massiccio portato con molta noncuranza, come se fosse una spesa insignificante.
Ridicolo, sembra di essere nel medioevo.
Straordinariamente si fermano, si scambiano due parole, e fanno alzare una ragazza.
È carina, credo: capelli corti, occhi azzurri e labbra carnose. Peccato che sia magra, terribilmente magra, e loro pensano che non sia in grado di  portare avanti una gravidanza. Infatti le stanno misurando la vita  e pare che il numero di centimetri non sia abbastanza alto. La fanno risedere.
Il tizio più alto, poi, indica me e mi invita ad alzarmi.
Ammetto di avere un po’ d’ansia, non si sa mai come finiscono queste cose, ma non posso farlo capire. Mi alzo e mi avvio verso di loro, ancheggiando e usando il mio sguardo malizioso a cui nessuno resiste. Non ne vado fiera, ma questa è la mia unica arma. Vedo che bisbigliano, e riesco a capire solo un ‘È Santana quella che mi ha dato Jack’.
Se per dare intende vendere, allora sì, sono io. Aspetto pazientemente che finiscano di parlottare e mi siedo dove mi indica quello alto, con la schiena appoggiata alla parete opposta rispetto a quella in cui mi trovavo prima. Ora posso vedere tutti i visi delle ragazze. Quella magra di prima è totalmente pallida, sa di non avere speranze. La bionda che stava accanto a me, a differenza delle altre, non ha paura di alzare la testa e guardarsi intorno, in attesa che i due compiano la loro prossima mossa.
C’è una cosa che le accomuna tutte: la consapevolezza. La consapevolezza che un posto è stato preso e ne rimangono due.

Dopo un’infinità di tempo, viene scelta un’altra ragazza, questa volta indicata dal tizio basso Governatore.
Anche lei è bionda, ma il suo sguardo è molto più serio e consapevole. Cammina a testa alta, posando anche una mano sul fianco. Mi piace, ha carattere, e ha capito come funzionano le cose.
E infatti non passa molto tempo prima che si siede accanto a me.
Ora le ragazze sono davvero disperate, come dargli torto? Una su le tredici rimaste potrà salvarsi. Alcune vengono fatte alzare e poi risedere. Troppo grasse, troppo magre, troppo pallide, troppo esitanti, troppo deboli.
I due sbuffano, e riprendono a parlottare. Le ragazze di fronte a noi si scambiano sguardi disperati, la bionda accanto a me si guarda le unghie, come se la cosa non le riguardasse.
I due, intanto, iniziano a parlare a voce più alta. A quanto ho capito, sono indecisi tra le due che stavano accanto a me. Vince quello alto, e la mora con la crisi di panico si alza e si siede, di nuovo, alla mia destra.
Non abbiamo parlato, ma già mi sta antipatica. È nettamente meno bella della bionda dagli occhi azzurri che era seduta alla mia sinistra, ma questo non posso dirlo ad alta voce.
Il mondo si mostra più ingiusto di quanto già non lo sia. Noi tre veniamo portate nella limousine che ci porterà a destinazione, le altre rimangono nella sala con i tizi. Prima di entrare nella macchina -non c’è un autista pronto- facciamo in tempo a sentire quello che succede dall’altra parte del muro. Stiamo sentendo degli spari.
Li conto.
Una è stata salvata.




* * *


Un minuto prima ero in un bar, un minuto dopo ero in quella camera buia. E ora sono in una camera lussuosa, con tanto di bagno e cabina armadio enormi. Ho aperto gli occhi circa tre ore fa, ma non ho le forze per alzarmi, non dopo quello che ho visto sentito prima di entrare in limousine e svenire a causa di un odore troppo forte.
È incredibile che certe cose accadano sul serio. Non ho mai dato peso alle voci che girano; certo, ogni volta che vedevo i matrimoni tra i Governatori e le ragazze in tv ho notato come esse fossero poco entusiaste di quello che succede attorno a loro. Ma ho sempre pensato che fosse perché li stanno sposando per soldi, visto che in questo mondo solo i Governatori li possengono.
Non ci sono vie di mezzo, o sei ricco e Governatore, o sei povero e la tua casa è la metà di questa camera.
Guardo la sveglia accanto a me, e noto che è quasi mezzogiorno. Cosa dovrei fare? Alzarmi, lavarmi, e continuare a vivere come se non fosse accaduto niente? Magari canticchiando mentre guardo il panorama fuori dalla finestra?
Fortunatamente qualcuno rompe la monotonia di questa mattina prima che io diventi pazza: sento bussare alla porta e, senza aspettare che io rispondo, la maniglia scatta. Certo, non bussa per sapere se può entrare, ma solo per avvisarmi. Dalla porta aperta, entra una ragazza sorridente. Come fa a sorridere? Mi viene la nausea solo a pensarci.
È di colore, e un po’ in carne, ma ha degli occhi stupendi.
Ma cosa ci fa lei qui?
“Dormito bene?” Ma mi prende in giro? Ho dormito? Sì. Bene? Ma anche no.
Continuo a pensare che se la razza umana è diventata così, sarà meglio che si estingua il più velocemente possibile.
Ma lei sembra non capire i miei pensieri, infatti incurante di quello che sto provando, entra in camera e inizia a rovistare nel guardaroba, tirando fuori una vestaglia, un accappatoio e degli asciugamani, porgendomeli.
Poi si ricorda di presentarsi.
“Ciao Rachel, mi chiamo Mercedes” Questa è bella, come sa il mio nome? Ora che ci penso non vedo la mia giacca, nella quale c’era la mia carta d’identità.
Spiegato il mistero.      

“Non ti sei ancora alzata? Non hai bisogno del bagno?”
Se andassi in bagno probabilmente vomiterei, quindi è meglio se non mi muovo. Senza risponderle, cerco di mettermi seduta sul letto a due piazze, e un senso di nausea insieme a un forte giramento di testa mi colgono impreparata. Chiudo gli occhi e cerco di controllare il respiro, prima di tornare in agitazione come ieri. Non so come ho fatto a rimanere viva, ma so che se non fosse stato per il ragazzo alto che ‘tifava’ per me, ora avevo una pallottola conficcata in qualche punto del corpo.
Forse la ragazza Mercedes è arrivata a capire che non sono al pieno delle mie forze, perché il suo volto, prima sorridente, ora ha assunto un’espressione preoccupata. Si è seduta accanto a me, pensando a come farmi sentire meglio, senza sapere che in questo modo mi sento ancora più male. Ho bisogno dei miei spazi, ma non sono in grado di dire qualcosa ad alta voce. Così mi limito a sorriderle e farle capire che mi sto riprendendo. Non è vero, ma mi devo liberare di lei il prima possibile.
Lei si alza dal letto e si avvia verso la porta, dicendo
“Avrei dovuto immaginare che non sei dell’umore” I miei dannati sensi di colpa che spuntano per ogni sciocchezza, mi fanno sussurrare uno “Scusa” che viene catturato dal suo udito. Lei si gira verso di me, sorride e mi risponde “Ci vediamo stasera per le misure del vestito”
Quale vestito?


* * *


Se esiste una cosa che odio più degli esseri umani in generale, sono gli esseri umani che hanno la necessità di vivere la propria breve vita al meglio. Preferisco quelli che scopano una ragazza diversa ogni sera come se non ci fosse un domani, li trovo molto più razionali di chi progetta una vita, con sogni e ambizioni.
Come sta succedendo nel talent show che stanno dando ora in tv: cosa te ne fai del talento quando tra qualche anno sarai morto?
Mi criticano, dicono che sono una persona chiusa, che dovrei vedere il mondo e interagire con gli altri. Non capiscono che non ne ho voglia, che quello di adesso non è il mondo che vorrei vedere, che mi consolo con vecchi libri perché sono gli unici che mi fanno sentire bene. Gli unici che mi avvisano che un tempo le cose non funzionavano in questo modo.
In più, odio chi sta bussando alla porta della mia sala. Ho specificato più volte di non voler essere disturbato, ma pare che sia una cosa importante se continuano a bussare.
Odio anche la persona che, probabilmente, è dietro la porta. Ma non posso evitarlo.
“Avanti”
Come previsto, entra Finn. Un ragazzo che vive come se avesse un futuro davanti, un ragazzo che ha speranze. Un ragazzo che, nonostante quello che ho appena detto, ha deciso di fare il gioco di Noah. Tecnicamente siamo tre fratelli, ma preferisco dimenticarmi del fatto che abbiamo lo stesso sangue proveniente da nostro padre. Preferisco dimenticarmi di mio padre.
“Kurt, sono arrivate le nuove mogli”
Mi sento male solo al pensierio. Le precedenti sono morte qualche mese fa e già le hanno rimpiazzate. Mi fanno schifo, sia Finn che Noah. E non voglio neanche sapere quante sono morte per questo loro piccolo sfizio. Perché? Perché prendere altre mogli se tra qualche anno non saremo più su questo mondo?
“Non vedo cosa mi possa interessare” e Finn lo sa, sa che disapprovo pienamente questo ragionamento. Dice che sono invidioso di loro e che sono arrabbiato per essere il ‘terzo’. Sono nato dalla terza moglie, sono il meno importante. A dir la verità non valgo nulla, considerando il fatto che spesso Noah si approfitta di me ogni volta che beve abbastanza per andare con un ragazzo. Perché lui è figlio della prima moglie, il Governatre, niente e nessuno può contraddirlo.  
Il fatto che io sono figlio del suo stesso padre non interessa a nesusno, specialmente a loro.
A loro importa avere delle ragazze con le quali divertirsi. E io mi chiedo, cosa gli costava prendere una prostituta ogni sera? Non dico che sia giusto, ma almeno non avrebbero strappato nessuno dalla propria famiglia, e finito il divertimento sarebbe tutto finito.
Ma no, loro si ostinano ad avere delle mogli, a fare matrimoni in grande in modo che la tv dedichi due ore interamente a Noah, e si ostinano a dire che va tutto bene, che l’umanità si salverà.
Come fa a salvarsi?
Quando l’ho chiesto non mi hanno risposto.
“Be’, devi fare i vestiti, no?”
Povero, caro, vecchio Finn. Non si prende neanche la premura di farmi una domanda sotto forma gentile, pensando che accetterò lo stesso.
E io accetto, perché non ho niente di meglio da fare.
“Verranno stasera per le misure”
Già mi fanno pena.


L'angolo di Pervinca

Dunque, dunque: sono un po' nervosa.
Che ne pensate?
(Non so se consigliarvi il libro perché dovrebbe essere una triologia, ma fin'ora ho visto solo il primo,
e lascia tanta suspence. No, okay, leggetelo)
Se non lo avete letto, non capirete a cosa si riferisca Santana quando parla della morte,
ma nel prossimo spero sia più chiaro.
Preferisco che le cose siano passo per passo, sarebbe più noioso elencare tutto insieme, no?
Vorrei una vostra opinione solo per sapere se continuare a scrivere o no,
quindi vi chiedo di essere molto sinceri.
Spero di avevrvi incuriositi un pochino pochino.
E così che Pervinca (Fairy Oak everywhere) vi dice ciao.


 

 





 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Bitchesloveklaine