Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Lala_Pensiero    31/12/2012    0 recensioni
"La felicità è così effimera che non si ha il tempo neanche per godersela. Questo pensavo mentre ero in bilico tra la vita e la morte. La strada che avevo deciso di percorrere mi aveva portato solo a delusioni e tristezza e infine alla morte, o almeno molto vicino a questa. Ricordavo la prima volta che ti vidi, con quella camicia bianca, quando in seguito ti dissi che con la camicia sei più bello del solito, ti mettesti a ridere, prendendomi in giro per quello che ti avevo confidato. Questo è stato il mio ultimo ricordo, mentre mi si annebbiava la vista, avevo in mente quei tuoi occhi ridenti che mi guardavano con tristezza e passione allo stesso tempo."
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mattino dopo mi svegliai che era quasi mezzogiorno. Mi trascinai in cucina iniziando a preparare il pranzo con la mente ancora annebbiata dal sonnifero. Quando mi ricordai cos’era successo il pomeriggio prima  il mondo mi crollò addosso. Svenni. Quando ripresi i sensi ero circondata dai pezzi di porcellana del piatto che avevo in mano quando ero caduta per terra e che si era inesorabilmente rotto. Mi alzai in piedi e iniziai a raccogliere i cocci del piatto, mi tremavano le mani e, per questo, infatti, mi tagliai un palmo.
 Alla vista del sangue che usciva dalla ferita, mi venne la nausea e dovetti correre in bagno a medicarmi. Quando tornai in cucina, buttai i pezzi del piatto insieme con quello che rimaneva del mio pranzo perché la fame mi era inevitabilmente passata. Rimasi sul divano a guardare quei vecchi film che danno in televisione la domenica per chi non ha niente da fare, alle cinque mi alzai e iniziai a prepararmi.
 Una parte di me era spaventata da quello che sarebbe potuto succedere il pomeriggio e la tentazione di scappare era molta, l’altra era incuriosita da come quell’uomo era venuto a conoscenza della mia vera identità e da cosa mi avrebbe detto il pomeriggio. Mi infilai dei pantaloni neri molto aderenti e un elegante top, mi truccai e mi misi dei grandi occhiali neri che nascondevano i miei occhi azzurri. Erano già le sei quando decisi di lasciare i capelli sciolti e misi degli stivaletti con un tacco altissimo, data la notevole differenza d’altezza tra me e quell’uomo.
Avevo fatto chiamare un taxi dal mio portiere e arrivai al Palace con mezz’ora di ritardo, sperando che l’uomo misterioso mi avesse aspettato, infatti eri seduto in uno dei tavolini nel giardino del locale. Ti raggiunsi e scivolai nella sedia davanti alla tua con nonchalance. Tu mi guardasti con quegli occhi così chiari da sembrare grigi e ti soffermasti sorridendo sulla mia imbarazzante fasciatura alla mano, pensando chissà cosa, anch’io provai a inquadrarti meglio, di sicuro, mi dissi, eri uno sportivo, si vedeva dalla muscolatura evidente sotto la tua maglietta aderente bianca. Nonostante i miei occhiali scuri tu ti accorgesti del mio sguardo che indugiava sui tuoi muscoli e ti sfuggì un sorriso. Io arrossì e biascicai un “salve”, tu dicesti:<< Ancora non ci siamo presentati, piacere William Sage, così magari non entra più negli archivi dell'FBI >>, e mi porgesti la mano, te la stinsi e riuscii a dire solo:<< Perché mi ha cercata e come ha fatto a trovarmi? >>, tu ti facesti all’improvviso serio e dicesti:<< Monica ci hanno informato che lei è una persona molto sveglia e abbiamo pensato di rivolgerci a lei per una faccenda di massima importanza. Non è stato difficile scoprire la vera identità della “Black Girl”, il suo capo al giornale ci ha comunicato tutte le informazioni necessarie sul suo conto e così ieri sono venuto in redazione e l’ho vista per la prima volta >>.
<< Sì ma non riesco a capire perché mi ha cercata! >>,  dissi interrompendoti.
<< Vedo che non è paziente- dicesti sorridendo- bene ora arrivo al punto. Lavoro per la sicurezza nazionale. Tempo fa lei ha scritto un articolo pericoloso accusando persone di traffico illecito d’armi, purtroppo sono usciti tutti qualche tempo fa dal carcere per opera di qualche magnate di cui ancora non si scopre l’identità. Lei come Monica Bryan è in pericolo perché nel mondo malavitoso si sospetta che lei possa avere qualcos’altro da dire su questo caso. Le potremmo proporre un programma di “ protezione testimoni”, ma abbiamo anche un’altra alternativa per lei. Noi sospettiamo che stiano creando un chip da impiantare nel cervello dei soldati capace di mandare scariche elettriche a bassa intensità che aiuterebbero i soldati a sopportare meglio il dolore di una ferita. Pensi a quanto potrebbe essere pericoloso nelle mani sbagliate. E le nostre fonti ci comunicano che probabilmente stanno creando una nuova arma, potente quasi quanto una bomba atomica, con la differenza che questa si può comodamente portare con sé. Riteniamo che vogliano vendere queste armi a degli estremisti islamici scatenando così una guerra senza precedenti >> ti fermasti per riprendere fiato e nel frattempo era arrivato anche il cameriere, ordinammo due caffè e, quando se ne andò, ti chiesi:<< Ma a cosa vi servo io? Non vedo la mia utilità! >>.
<< Monica lei è più importante di quanto può sembrare, ci serve un infiltrato dentro quell’organizzazione e non riusciamo a pensare a nessuno più appropriato di lei perché già ha avuto a che fare con queste persone e non è facilmente rintracciabile, come lo saremmo noi... >>.
<< Ma come mi avete rintracciato voi, non potrebbero trovarmi anche loro, avrebbero anche un motivo in più per uccidermi sul colpo? >>, dissi interrompendoti di nuovo.
<< No è altamente improbabile. Prima di tutto ti daremmo un’altra identità a prova di bomba e poi non potrebbero mai risalire a “Black Girl” e si sa che quello che si cerca non si trova quasi mai se lo si ha sotto gli occhi. Allora è con noi? >>, mi facesti l’occhiolino.
<< Potrei sapere in cosa consiste di preciso il mio ruolo? >> chiesi.
<< Temo di no, non sono autorizzato a dirle tutto nei dettagli, semmai accettasse la porterei in una base e un mio superiore le riferirebbe tutto, solo che una volta accettato non si può tirare indietro >>.
<< Ok, ci sto>>. No non è vero, non sapevo cosa stessi dicendo. Ero terrorizzata da te quanto dai trafficanti.
<< Bene, l’aspetto domani mattina alle dieci sotto casa sua, mi raccomando porti qualche vestito, specialmente elegante e tutto quello che le serve, dato che lei non tornerà più in quella casa per qualche tempo. Al suo lavoro ci penseremo noi, non si deve preoccupare di niente, buona serata Monica>>.
<< Mi può chiamare Mony >> dissi.
<< E tu puoi chiamarmi Will, staremo molto tempo assieme nei prossimi mesi, direi che le formalità se ne possono andare al diavolo>>, dicesti e sorridesti.
 Ti alzasti, pagasti il conto e te ne andasti lasciandomi sola seduta al tavolino. Salve :D mi scuso per eventuali errori sul testo, ma sto litigando col codice html xD fatemi sapere se la storia vi piace Monica è sempre più spaventata da questo uomo, perché lei? cosa ci sarà nel suo passato? e Will? Chi è questo uomo? cerco di pubblicare il prossimo capitolo a breve, ma vi prego fatemi sapere che vi sembra. Baci -L
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Lala_Pensiero