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Autore: Jooles    31/12/2012    2 recensioni
Correva, Shikamaru, per le strade di Konoha. Doveva sbrigarsi, cercare un dottore, ogni istante era prezioso. Inciampò sui gradini dell’entrata dell’ospedale, ma la sua forza di volontà non lo fece cadere. Primo corridoio a sinistra, seconda a destra, su per le scale, terzo corridoio, quarta porta a sinistra. Il dottore uscì dalla sala e annunciò al ragazzo che si trovò di fronte, il quale era immenso in un bagno di sudore per la corsa frenetica, “È nato! Ha voluto chiamarlo come il padre,” gli sorrise il medico.
Brevi episodi su Shikamaru alle prese con un simpatico marmocchio.
Giovane paparino? O forse...
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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I passi di un genio pigro
di Jooles





























[Correre]
 

Correva, Shikamaru, per le strade di Konoha. Doveva sbrigarsi, cercare un dottore, ogni istante era prezioso. Inciampò sui gradini dell’entrata dell’ospedale, ma la sua forza di volontà non lo fece cadere.  Primo corridoio a sinistra, seconda a destra, su per le scale, terzo corridoio, quarta porta a sinistra. Il dottore uscì dalla sala e annunciò al ragazzo che si trovò di fronte, il quale era immenso in un bagno di sudore per la corsa frenetica, “È nato! Ha voluto chiamarlo come il padre,” gli sorrise il medico.
“Beh, in fin dei conti Asuma è un bel nome,” pensò Shikamaru commosso.




 


[Camminare]
 

Camminava vicino alla jonin, la quale sorreggeva tra le braccia quel minuscolo fagottino. “Il naso è di certo quello del Maestro,” convenne Shikamaru. 
“Anche gli occhi sembrano essere i suoi,” disse Kurenai.
“Mah, non puoi mai dirlo con i bambini appena nati. Dopo qualche mese il loro colore si assesta definitivamente e possono cambiare.”
Un ramoscello spezzato cadde dall’albero sotto il quale stavano passando. Si insinuò tra le pieghe della copertina che avvolgeva il piccolino, il quale afferrò il bastoncino e se lo portò alla bocca. 
“Eh no! Puoi prendere tutto da tuo padre meno che il vizio del fumo!”.     







[Sedersi]
 

Sedeva a gambe incrociate, Shikamaru, sul portico di casa sua che dava al giardino. Di fronte a lui la scacchiera regalatagli dal suo maestro. Riconobbe lo scalpiccio di piedini proveniente dietro di lui.
“Siamo venuti a trovarti,” sorrise Kurenai.
Il piccolo Asuma allargò le labbrucce in un sorriso a “due denti”. Si posizionò di fronte alla scacchiera e prese in mano una pedina. Non una qualunque.
“Se ne intende il piccoletto,” disse Shikamaru divertito.
Asuma guardò Shikamaru, poi la pedina, poi spostò di nuovo lo sguardo sul ragazzo e con un gesto fulmineo buttò il Generale D’Argento nello stagno che si trovava in giardino.
“Beh, alla faccia del sacrificio, povero Generale. Avrebbe preferito essere mangiato per salvare i suoi compagni.” Kurenai non capì ma rise lo stesso.
Già. Il Generale di Stagno.


 



[Poltrire]
 

Poltriva sul prato ammirando le nuvole. Sotto l’ombra di un grande faggio, si lasciava cullare dal vento. Lo stesso vento che scuoteva le foglie, lasciando passare un raggio di sole, il quale accecava  per un istante gli occhi di Shikamaru.
“Quella nuvola mi ricorda uno degli insetti di Shino,” pensò tra sé e sé. “Quella laggiù sembrano i capelli di Choji,” si disse. Il sole gli coprì la vista. Quando riuscì a vedere di nuovo sopra di lui stava un marmocchio dai capelli scuri, che lo osservava intensamente.
“Ma non ti annoi a stare qui tutto il giorno Shikamaru?” chiese Asuma.
“Per niente. Dai vieni anche tu.”
“Naaaaah, io preferisco l’azione. Dai, ti faccio vedere quanto so lanciare lontani gli shuriken,” disse il ragazzino eccitato.
“Ti guarderò da qui,” sorrise Shikamaru.
“Uno, due e… tre!”, Asuma lanciò lo shuriken più in alto che poté e si incastrò tra i rami.
“Uffaaaa, e ora dove è andato a finire?”, sbuffò il giovane.
“Lassù,” disse Shikamaru, guardando oltre l’albero.
“Vado a cercarlo,” disse Asuma, arrampicandosi sul tronco.
“Se riesci a tirar giù una nuvola,” sorrise maliziosamente Shikamaru.






[Camminare (2)]


Camminava, Shikamaru, tenendo per mano Asuma.
“… e poi imparerò tutte le tecniche più segrete del villaggio. Ma ci faranno fare dei test? A me non va di studiare delle cose noiose Shikamaru. Quando andavi tu all’Accademia che vi facevano fare? Dimmi, dimmi!” lo guardò Asuma speranzoso.
“Faticavamo un sacco e si studiava ancora di più!”, lo schernì Shikamaru.
“Lo dici per mettermi paura. Ma io diventerò un grande maestro. Voglio riprendere da te, Shikamaru,” si emozionò il piccolo Asuma.
“Così diventeresti un grande shonobi. Spero tu riprenda invece da tuo padre, così diventerai un grande uomo,” disse Shikamaru.
Asuma sorrise e fu ancora più contento che quello fosse il suo primo giorno d’Accademia.

  
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