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Autore: Yahel Lyla Taylor    31/12/2012    1 recensioni
Donna e il Dottore stanno andando sul pianeta dei cappelli ma qualcosa, come sempre, va storto e i due si ritroveranno in un pianeta completamente diverso dalla loro destinazione.
riuscirà Donna ad avere la meglio e a convincere il suo accompagnatore che aveva ragione lei?
di sicuro non sarà un'impresa facile far ammettere al Dottore di avere torto.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 RIEVOCAZIONE STORICA

 
Il Dottore aprì la porta esultante di gioia, aveva parcheggiato il TARDIS in modo perfetto, o almeno quasi, se si tralasciava l’inconsueto rumore che faceva per via dei freni lasciati inseriti.
- pianeta dei…- ma le parole gli morirono in gola così come il suo sorriso lasciò subito il posto allo scetticismo.
- e così questo sarebbe il pianeta dei cappelli?- chiese la donna uscendo dal TARDIS guardandosi in giro con sguardo critico – non sembra tanto diverso dalla nostra, anzi, mia terra- disse correggendosi sul pronome possessivo da usare.
- ehm no, cioè si, insomma no- iniziò a dire il Dottore.
- Dottore calmati- lo ammonì lei – allora siamo o non siamo sul pianeta dei cappelli?- domandò mettendosi le mani sui fianchi e facendo la sua solita espressione truce – perché questo non mi sembra proprio quello che tu mi avevi promesso-
- lo so Donna, scusami ma non ho saputo resistere al fascino di questo posto- gli rispose con un gran sorriso e occhi da cucciolo.
- in effetti- disse guardandosi in torno – non è per niente male come posto, bè tralasciando quello che in questo tempo potrebbe essere la loro igiene e i costumi non mi dispiacerebbe farci un giro-
Il sorriso del suo accompagnatore divenne ancora più ampio udendo queste parole.
- ma prima- proseguì Donna – devi dirmi con esattezza dove ci troviamo-
- dove ci troviamo hai detto?- chiese facendo la faccia corrucciata in cerca di indizi.
- si, voglio sapere dove mi hai portato e se ci siamo persi-
L’uomo si guardò intorno, il TARDIS era stato parcheggiato al centro di una piccolissima piazza circondata da enormi e imponenti edifici fabbricati in pietra, sulle pareti erano state appese delle torce per illuminare la serata. Il pavimento, o meglio, il terreno era cosparso di paglia e le poche persone che videro passare lì davanti indossavano delle tuniche, chi semplicemente bianche o chi disegnate a fiori, legate in vita da una corda e dei sandali in cuoi come calzari.
- tuniche, torce, paglia sul terreno, edifici in pietra- iniziò a ripetere sottovoce aspettando che quei pochi indizi lo portassero alla soluzione.
- oh ma certo!- esclamò alla fine – siamo nel medioevo. Donna, non puoi venire vestita così! Nel TARDIS c’è il guardaroba vai a metterti qualcosa di più consono alla situazione-
- sei proprio sicuro che siamo nel medioevo, Dottore?- gli chiese poco convinta la donna che nel frattempo aveva dato un’occhiata in giro a sua volta.
- certo che ne sono sicuro. Che domanda è mai questa?- rispose offeso.
- non so. C’è qualcosa che non mi convince- proseguì – osserva meglio come sono vestiti. Non trovi che ci sono troppe ‘mode’ diverse?-
Il Dottore la guardò accigliato poi, seguendo il suo consiglio, iniziò ad osservare meglio i passanti e in effetti riscontrò la veracità della teoria di Donna; alcuni erano vestiti come nel medioevo altri come all’epoca romana.
- è veramente molto strano. Quel tipo di vestiario non si usa più da almeno un centinaio d’anni-
- magari stanno facendo carnevale o c’è una festa in maschera- ipotizzò Donna.
Il Dottore non poté fare a meno di guardarla per poi scoppiare a ridere a quella teoria così assurda dal suo punto di vista.
- scusa- disse riprendendo il contegno sotto lo sguardo arrabbiato e un po’ offeso della compagna di viaggi.
- bene c’è un caso da risolvere. Andiamo a dare un’occhiata- esclamò tutto d’un colpo il Dottore, improvvisamente euforico – Allons-y!-
- non sopporto quando dici così- lo rimproverò Donna prima di iniziare a seguirlo.
Una volta lasciata la piazzetta i due seguirono una delle infinite diramazioni che da quel punto si dirigevano in tutte le direzioni diventando un vero e proprio labirinto per via della similitudine fra le varie vie.
Dopo aver percorso si e no duecento metri in direzione sud, sud-ovest si trovarono davanti ad un'altra biforcazione.
Per loro fortuna quest’ultima, a differenza delle altre, aveva solo due alternative. La prima portava dritto, dritto ad una strada senza uscita quindi imboccarono la seconda che gli condusse ad una arcata che, con loro sollievo, si riconduceva alla via principale.
Donna rimase estasiata dallo spettacolo che gli si presentò: di fronte a loro si estendeva un’altra piazzetta, decisamente più grande di quella in cui avevano lasciato il TARDIS, probabilmente la piazza principale e nonostante la paglia si trovasse ovunque sulle strade si poteva dire, senza alcun dubbio, che la maggior concentrazione si trovava davanti ai loro occhi. C’erano persino immense balle di paglia dove i bambini si divertivano a giocare, in più c’erano svariati tipi di animali dai cavalli da traino agli asini, dalle mucche ai maiali ecc.
La strada era piena di gente, botteghe con delle grosse insegne in legno erano poste ad entrambi i lati della strada maestra ma lo spettacolo che più colpì la donna fu la meravigliosa visione di quel lago con quell’acqua così limpida che rifletteva le fioche luci delle torce.
- è fantastico!- esclamò rimanendo senza fiato.
- che cosa è fantastico?- le domandò il Dottore cercando di capire a cosa si stesse riferendo.
- tutto questo, guarda che bel paese, sembrano tutti felici di essere qui e poi guarda- disse indicandogli lo specchio d’acqua su cui scivolavano leggere delle piccole imbarcazioni in legno – ci sono persino dei pescatori con le reti di un tempo e tutto il resto-
- si è fantastico. Peccato che tutto questo non è reale- disse il Dottore tirando fuori il suo cacciavite sonico dalla tasca e, cercando di non farsi notare, fece una veloce scansione dell’atmosfera.
- cosa intendi con ‘tutto questo non è reale’?-
Il Dottore proseguì le sue scansioni senza risponderle ma si limitò a guardarla dicendole – ti avevo detto di cambiarti che non puoi venire in giro vestita così-
- non hai risposto alla mia domanda, anzi, tu non rispondi mai alle mie domande-
Il Dottore preso in contropiede da quella esclamazione si fermò di scatto e si girò verso Donna, fece un gran respiro e – bene. Cosa vuoi sapere esattamente?- chiese scandendo bene l’ultima parola.
- io voglio sapere dove mi trovo- esclamò scandendo tutte le parole a sua volta.
- siamo all’inizio del medioevo- rispose il Dottore-
- cosa c’è che non va?- continuò Donna.
- siamo all’inizio del medioevo ma c’è gente vestita come nell’antica Roma. Tutto questo è molto strano- continuò confuso il Dottore – ma cosa c’è di così tanto divertente da sorridere in quel modo-
- mi piace stare qui. È un bel posto e vorrei visitarlo tutto quindi se hai finito mi piacerebbe visitare il palazzo, castello o qualunque altra cosa ci sia in questo posto-
Il Dottore non poté fare altro che rassegnarsi e porgerle il braccio per accompagnarla da vero gentleman in quel giro turistico.
Facendosi largo tra la marea di gente che incominciava a popolare il borgo i due si diressero verso ovest dove Donna aveva intravisto un giardino che voleva assolutamente visitare.
- sai dirmi in che luogo siamo?- chiese a bruciapelo dopo qualche minuto che camminavano – non saremo mica a Roma, vero?-
- noo- esclamò lui – troppo piccolo. Decisamente in Italia ma al momento non so dirti dove con più precisione-
Donna, per la prima volta in tutti i viaggi con il Dottore, non disse nulla ma si limitò ad accigliarsi e a continuare a camminare mentre il suo accompagnatore persisteva nell’essere convito sulla stranezza di quel posto.
-cosa?- esclamò il Dottore una volta arrivati davanti al giardino – coosa?- ripeté.
- cosa? Dottore insomma mi spieghi cosa c’è?- chiese Donna veramente stufa delle sue continue interruzioni, si stava godendo la splendida visuale di quel giardino immerso nei fiori e protetto dagli alberi che dava accesso persino al lago e stava quasi per andarsi a sedere una panchina in marmo quando lui iniziò ad urlare.
- cosa c’è che non va e me lo chiedi?! Guarda, osserva bene, c’è l’hai davanti agli occhi-
- io non vedo nulla di strano- esclamò Donna – abbiamo di fronte uno splendido giardino con… ah ecco la rete! Il giardino è circondato da una rete e c’è pure un cancello-
- esatto- esclamò lui – e non è tutto- disse facendola voltare per osservarsi meglio intorno – guarda tutte questa marea di gente che ci passa intorno, ci guardano ma non ci dicono niente, neanche si stupiscono per il tuo abbigliamento-
- che c’è neanche il tuo è un vestito adatto- lo rimproverò – sicuro che non ci vedano?- aggiunse.
- si certo che ci vedono-
Donna incerta continuò ad osservare la gente che gli passava davanti curiosa di vedere cosa attirava tanto la loro attenzione. Non appena la maggior parte della gente, dei cavalli e dei cavalieri si fu spostata, Donna, poté osservare, finalmente, il castello che tanto aveva cercato.
Erano proprio davanti al cortile principale, questo era pieno di colonne, porte e finestre.
Proprio nel centro di questo immenso cortile era stata messa una tavolata enorme imbandita con frutta, carne e ogni prelibatezza di cui si nutrivano i ricchi dell’epoca e, proprio lì intorno, erano seduti il conte con la sua famiglia e gli amici per festeggiare ben protetti dal cancello in ferro fuso che circondava l’entrata al cortile.
Indossavano tutti un abito nero e giallo con degli strani cappelli sul capo ed erano tutti ricoperti d’oro.
Facevano un netto contrasto con la ‘plebaglia’ che gli passava davanti.
- guarda lì c’è il conte Martinone con la sua famiglia che sta cenando- esclamò tutta contenta Donna.
- cosa?- chiese ancora più stupito lui – il conte? Ma siamo nell’antico medioevo non ci sono ancora i conti e poi come fai a sapere che è il conte Marti che cosa?-
- Martinone- gli ripeté Donna – semplice guarda lì c’è una targhetta in Ottone con inciso “ villa del conte Martinone”- aggiunse.
- cosa?- continuò il Dottore – cosa? Abbiamo un’allucinazione. È impossibile!- continuava a sostenere poi si girò di scatto verso il giardino e incominciò a fare una scansione del terreno, dei fiori e degli alberi.
- che diavolo combini?- gli domandò Donna ormai arcistufa del suo comportamento.
- faccio una scansione per vedere se qui c’è qualche pianta allucinogena. Non c’è altra spiegazione possibile-
- ah- disse accigliandosi Donna, sempre più divertita dalla situazione, aggiungendo – non hai mai pensato che potremmo essere finiti nel bel mezzo di una rievocazione storica?-
- una rievocazione storica?- domandò perplesso – troppo banale-
- sarà anche troppo banale per te, Dottore, ma è proprio quello che si sta svolgendo qui- rispose lei.
- come fai ad esserne così sicura?-
- bè – iniziò lei facendo la saputella – innanzi tutto abbiamo visto che ci sono diverse mode, quindi vorranno far vedere diversi personaggi di epoche diverse, mi hai detto che siamo in Italia e, quando lavoravo per un agenzia di viaggi, avevo letto che qui c’è ne sono diverse in tutti i periodi dell’anno. Hai notato anche tu la struttura dei palazzi che cambia da un posto all’altro per non parlare del fatto che siamo davanti alla villa del conte. Di sicuro non l’hanno costruita all’epoca romana e, come ciliegina sulla torta, quel signore seduto accanto al conte ha appena risposto al cellulare-
- cosa?- esclamò, anzi, urlò il Dottore osservando quell’omino grassoccio che teneva vicino all’orecchio un cellulare.
- sta usando un cellulare!- le disse vicino all’orecchio Donna.
- cosa?- ripeté sempre più incredulo.
- insomma quale parte di ‘ sta usando un cellulare’ non ti è particolarmente chiara?- lo prese in giro Donna.
- cosa?- fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Donna, al limite della sua sopportazione, gli diede uno schiaffo in faccia – riprenditi!-
- cosa? Perché? Ahia! Perché mi hai dato uno schiaffo?- disse mettendosi una mano sulla guancia dolorante.
- così forse la smetterai di dire sempre cosa? Cosa? Cosa? È snervante-
- scusa- rispose il Dottore ancora stordito per quello schiaffo poi tornò ad osservare l’omino con il cellulare – bene andiamo a chiedere spiegazioni- disse prima di precipitarsi nel cortile del conte, aprendo con il cacciavite sonico il cancello, e prendendogli dalle mani il cellulare iniziò ad esaminarlo.
- dove l’avete preso?- gli chiese.
- voi chi siete? Si può sapere cosa ci fate qui?- fu la risposta un po’ alterata del signore a cui era appena stato rubato il telefono.
- oh si, mi perdoni sua altezza. Io sono sir signore del TARDIS e lei – disse indicando Donna – è lady Donna Noble di Pittsburgh- continuò porgendogli la sua carta psichica.
Donna lo guardò accigliata – io non sono di Pittsburgh- disse.
- si, lo so ma non mi venivano in mente altri posti- gli sussurrò all’orecchio – bene, allora adesso mi farebbe la grazia di dirmi dove ha preso questo- disse facendogli vedere il cellulare.
- si certo, al negozio- rispose l’uomo.
- al negozio- ripeté il Dottore – va bene, grazie- riuscì a dire prima che Donna lo trascinasse sotto il porticato lasciando tutta la corte a domandarsi sulla loro presenza.
- guarda lì- gli disse indicandogli la strada.
Il Dottore seguì le sue indicazioni e vide che gli stava indicando un gruppo di persone vestiti come negli anni di Donna.
- ma non…- iniziò a dire ma Donna lo interruppe – si, si non è possibile e bla bla bla. Allora pensi ancora che non siamo in una semplice rievocazione storica-
- si, lo penso ancora anzi credo che siamo finiti su una frattura aperta-
- una che? Anzi lascia perdere non lo voglio sapere- disse incamminandosi verso la strada.
- Donna, Donna dove stai andando? Torna indietro- la richiamò lui.
- neanche per sogno, vado a dimostrarti che avevo ragione io-
- Donna ti ho già detto che non puoi andare in giro vestita così-
- e io ti dico che non intendo mettermi in tunica per fare la fine dell’ultima volta a Pompei-
- ma cosa c’entra?- chiese il Dottore incapace di stare dietro ai suoi ragionamenti.
- c’entra eccome! Ti ripeto che mi tengo questi Jeans e questa maglietta e niente e nessuno mi farà cambiare idea-
- ooh e va bene- disse arrendendosi, tanto con lei era tutto inutile.
Nel frattempo sulla strada principale oltre a vedere persone in vestiti antichi si incominciavano ad intravedere persone vestiti in abiti più moderni.
Donna era così sicura di trovarsi ad una rievocazione storica che, non appena intravide un gruppetto di ragazze dalla faccia simpatica, non si fece troppi scrupoli per avvicinarle e parlarci.
- hey scusatemi ragazze-
Le ragazze, prima del suo arrivo, si stavano prendendo gioco della loro amica che si era conciata come uno della protezione civile, infatti aveva un cappellino giallo fosforescente e una giacchetta dello stesso colore con delle strisce catarifrangenti sul petto vicino allo stemma con la scritta “protezione civile”.
Quando si sentirono chiamare dalla donna che gli si stava avvicinando la più piccola disse – uffa, pensare che l’ho messa per fare una foto e adesso tutti mi chiedono indicazioni come se fosse possibile che io faccia parte della protezione civile-
Le sua amiche invece la prendevano in giro – l’hai voluto mettere tu- dissero indicando il giacchetto.
- che belle amiche- rispose ironica.
- scusatemi ragazze- ripeté Donna una volta raggiunto il gruppetto – volevo chiedervi un’informazione-
- bè in questo caso deve chiedere alla cittadina del posto- disse la prima mentre l’altra aggiunse – si, perché noi non siamo di qua quindi non possiamo darle molte informazioni-
- ah ok- disse Donna – comunque è una domanda un po’ strana quindi vi chiedo di non spaventarvi-
- si mi dica pure- gli disse la più piccola del trio che fino ad allora era rimasta un po’ in disparte dalla conversazione ad osservare la donna.
Nonostante non l’aveva mai vista alla ragazza la donna risultò immediatamente simpatica, un po’ per i suoi modi di fare molto schietti e diretti, un po’ per il modo che aveva di parlare e infine era particolarmente colpita dal colore rosso/arancio dei suoi capelli.
- bene- proseguì la donna – mi puoi dire esattamente in che anno siamo-
La ragazza la guardò un attimo stranita, pensava che la stava prendendo in giro, era impossibile che non sapeva in che anno si trovava poi pensò che si riferiva alla rievocazione – ci troviamo all’incirca nel 1300-
Anche le altre ragazze erano convinte che con quella domanda si riferisse a quello quindi non fecero una piega alla sua risposta.
- e sai dirmi dove ci troviamo esattamente?- chiese un uomo appena saltato fuori dal nulla che spaventò un pochino la ragazza.
- eh si, certo ma lei da che parte salta fuori?- chiese guardando la strada dietro di lui, convinta che non l’aveva visto avvicinarsi.
- oh si, scusa ero andato un attimo a dare una sbirciata alla stalla laggiù- disse indicando la piccola porta di legno situata alla loro sinistra – c’era un asinello veramente carino e una donna molto simpatica che mi ha raccontato un po’ di storia-
- ah si certo, quella è mia zia- disse la ragazza guardando un po’ confusa quell’uomo particolarmente strano, era convinta di averlo già visto ma non riusciva a capire dove – comunque, rispondendo alla tua domanda, siamo in provincia di Bergamo in Italia-
- provincia di Bergamo, ecco spiegato quell’accento così duro molto simile al Tedesco- iniziò a dire il Dottore sotto lo sguardo perplesso delle ragazze.
- quel lago- chiese Donna – che lago è?-
- quello è il lago Sebino o anche conosciuto con il nome d’Iseo- rispose la ragazza più grande.
- non pensavo che sul lago d’Iseo c’era una frattura- esclamò il Dottore – ci sono stato un paio di volte ma non me ne ero mai accorto, come è possibile?!-
- che cosa sarebbe una frattura? Non c’è nessuna frattura sul lago d’Iseo- disse l’altra ragazza.
Il Dottore si girò per osservare meglio la ragazza, non era vestita come le persone che aveva visto fino allora: indossava un paio di Jeans, le ballerine e una maglietta mezza manica. Anche le sue amiche erano vestite in modo simile salvo che una aveva i tacchi e l’altra le converse e una giacca senza maniche della protezione civile.
Continuò ad osservarle ancora per qualche minuto fino a quando una delle ragazze, sentendosi fin troppo osservata, gli sbottò in faccia – che c’è vuole una radiografia completa?- ricevendo una lavata di testa dalle altre convinte che anche loro facevano parte dello spettacolo.
- oh si, scusami, non era mia intenzione metterti a disagio- si scusò il Dottore mettendosi una mano dietro la testa in segno di estremo imbarazzo – ragazze, ditemi, come avete fatto ad arrivare qui?-
- che domande. Lei abita qui- proseguì la più grande – e ci ha invitato ad assistere allo spettacolo-
Donna non riusciva ancora a credere che dopo tutto quello che gli aveva fatto vedere si ostinava a dire che non si trovavano ad una rievocazione storica.
- no, no la mia domanda era come avete fatto ad arrivare in questo tempo, in questa epoca storica. Dovete per forza essere caduti nella frattura ma dove si trova?- disse mentre iniziava a scansionare anche le ragazze.
- noi non siamo cadute da nessuna frattura, ci siamo spostati in macchina e poi- iniziò leggermente alterata la ragazza – si può sapere lei chi sarebbe e cosa è questa famigerata frattura?-
-quello lo vorrei sapere anch’io- intervenne Donna.
- umani- sbuffò il Dottore – dovete sempre perdere tempo per le spiegazioni e per le presentazioni-
Ma la ragazza non era di certo un tipo che si lasciava scoraggiare per così poco quindi afferrò l’aggeggio metallico che l’uomo si ostinava a far oscillare sotto il suo naso e lo fissò con un’espressione molto simile a quella di Donna quando voleva una risposta.
- eh va bene. Salve sono il Dottore- e prima che potessero fare la solita domanda aggiunse – solo il Dottore e basta-
- ok- risposero le ragazze leggermente irritate – e la frattura?- chiesero.
- la frattura è una frattura, una crepa nello spazio-tempo capace di trasferire persone o cose nel tempo e nello spazio. Basta caderci dentro e ti puoi ritrovare su un altro pianeta o in un altro tempo-
La ragazza lo guardò accigliata – sì, come no-
- è la pura verità- rispose indignato il Dottore.
- questo è pazzo- esclamò la ragazza.
- ma si certo!- esclamò la più piccola che fino ad allora era rimasta fuori dalla conversazione, persa nei suoi pensieri, ad osservare l’uomo – ragazze, andiamo non ve lo ricordate?-
Le due amiche la guardarono e si poi si lanciarono un occhiata che lasciava chiaramente traspirare il fatto che erano convinte che anche lei era impazzita.
- andiamo è il tizio che alle olimpiadi di Londra di quest’anno ha portato per gli ultimi metri la fiaccola olimpica, proprio quando Beckham si è sentito male-
- come ho detto è pazzo, altro che dottore a lui gli servirebbe un bravo strizzacervelli-
- aspetta tu hai parlato dello olimpiadi di Londra di quest’anno, giusto?-
- si certo-
- come ti chiami?-
- Yahel- rispose un po’ incerta – e loro sono le mie amiche Elav e Aalyah-
- Yahel, ti stai riferendo alle olimpiadi di Londra del 1908 o del 1948?-
Donna si schiarì la voce e poi disse – piacere, io invece sono Donna. Donna Noble però i vostri nomi non mi sembrano molto italiani-
- bè in questo periodo è molto comune mettere dei nomi stranieri ai figli- rispose facendo un’alzata di spalle la ragazza.
- Yahel, Yahel ti prego concentrati per rispondere alla mia di domanda- gli disse il Dottore afferrandola per le spalle – hai detto che è comune mettere nomi stranieri ai figli-
- si, non proprio comunissimo ma non è neanche così strano-
- perfetto e quindi ritorniamo alla mia domanda iniziale: all’olimpiade di Londra di quale hanno ti riferisci?-
- credo che sia un po’ improbabile che mi riferisca all’olimpiade del 1908 o del 1948 anche perché pur volendo non avrei potuto vederle visto che non sono così vecchia e tu dovresti essere morto o più vecchio di una sessantina d’anni, più o meno. Mi riferisco alle olimpiadi del 2012, naturalmente-
- quindi nel 2012 le olimpiadi le terranno a Londra è fantastico- esclamò Donna.
- si, si fantastico- gli rispose il Dottore – ma non è quello che adesso a noi interessa. Yahel, sai dirmi esattamente quanto tempo fa hanno fatto le olimpiadi?-
- se le hanno fatte quest’anno non ne sarà passato tanto- rispose Donna.
- si ma mi serve la data precisa- disse il Dottore – ti prego puoi dirmelo?-
- si certo. Venerdì 27 luglio hanno fatto l’apertura ma tu dovresti saperlo-
- infatti ma dovevo verificare una teoria e dimmi oggi è il giorno 8 settembre?-
- si- rispose sempre più confusa da quell’interrogatorio.
- oh è fantastico- continuò ad esclamare il Dottore mentre saltava e girava su sé stesso.
- Yahel resta ferma così come sei- disse facendo irrigidire la ragazza – voglio abbracciarti. Posso?-
La ragazza che si era spaventata a morte si lasciò andare in un sorriso ed annuì.
Il Dottore l’abbracciò forte, forte ringraziandola per le informazioni e incominciò a fare un piccolo balletto con la ragazza.
- con il TARDIS non dovrebbe essere un problema riportare tutti a casa visto che dobbiamo soltanto spostarci nel tempo- continuò estremamente contento il Dottore – sarà soltanto un po’ difficile dare una spiegazione sul TARDIS e quello che è accaduto-
- aspetta prima di saltare a conclusioni affrettate. Lascia che ti dimostri che avevo ragione- intervenne Donna.
- ragazze potete dirmi cosa stanno facendo qui tutte queste persone?-
- la rievocazione storica, ovviamente- risposero confuse.
- ovviamente- ripeté Donna rivolgendosi al Dottore che, per una volta, era rimasto senza parole.
- no, no sarà una cosa elaborata dal cervello per spiegarsi il passaggio attraverso la frattura- disse poco convinto.
- si certo, se la sono inventata- lo schernì lei.
- Dottore, scusa, che cos’è il TARDIS?- domandarono le ragazze un po’ incerte.
- Oh il TARDIS . Tempo e Relativa Dimensione nello Spazio è la mia macchina del tempo/astronave- rispose.
- macchina del tempo- esclamò incredula Elav.
- astronave- proseguì Aalyah.
- fico- esclamò Yahel.
- fico?- gli chiese il Dottore – davvero lo trovi fico?-
- certo- gli rispose sorridendo.
- ovvio che lo trova fantastico- disse la sua amica – lei va matta per tutti quei film di avventura e fantascienza. Passa 25 ore su 24 al giorno a guardarli-
Yahel gli rispose con una smorfia.
- vuoi vederla?- gli domandò il Dottore facendogli un sorriso a trentasei denti.
- si, ma adesso?-
- si perché? Qualcosa non va?- chiese perdendo il sorriso.
- non posso venire così- continuò indicando la sua giacchetta e il cappellino – devo restituirgli a mio padre-
- e dove si trova tuo padre?- domandò leggermente stufo di stare lì il Dottore.
- dietro la chiesa una cinquantina di metri più avanti- disse Yahel indicando dietro di sé la chiesa che faceva angolo – però- aggiunse - però cosa?- chiese il Dottore che si stava già incamminando, con un musone che toccava terra, nella direzione indicata.
- però lì non c’è più niente, la festa finisce più o meno vicino alla chiesa e quindi se non volete perdervela potete aspettare qui-
- cosa intenti dire con non c’è più niente- s’intromise Donna.
- nel senso che non c’è più la paglia sul pavimento, niente persone in costume solo una marea di macchine parcheggiate, la strada, i signori della protezione civile e un ristorante- risposero le due amiche.
- già- confermò Yahel.
- in questo caso ci veniamo più che volentieri- rispose al posto del Dottore, Donna.
- eh si cosa?!- esclamò il Dottore guardandola sconvolto.
- ho detto che andiamo anche noi con lei così vedrai con i tuoi occhi che ci troviamo realmente nel 2012 e non in uno strano mondo parallelo-
- il mondo parallelo non sarebbe male come idea per spiegare tutto questo anche se è vero che non si può passare da un mondo all’altro così velocemente-
- smettila di dire sciocchezze e cammina- gli disse Donna afferrandolo per un braccio e trascinandoselo dietro.
Le ragazze non poterono fare a meno di ridere vedendo quella scena così comica, quasi da film.
Una volta ripresesi dalle risate rincorsero i due viaggiatori per poi passargli avanti facendogli strada verso il padre di Yahel.
Arrivati vicino alla chiesa Donna esclamò – visto niente paglia e ci sono pure delle auto-
Il Dottore si limitò ad osservare la strada e fargli una smorfia per poi continuare a camminare fino a quando non raggiunsero dei blocchi di plastica rossi e bianchi messi lì per fermare il traffico dove stavano di veglia dei volontari della protezione civile. Tra quegli uomini solo due erano senza giacchetta. Uno era seduto su uno di quei blocchi mentre l’altro si trovava a qualche metro di distanza in piedi a parlare con un ragazzo per il parcheggio.
Presumendo che il padre di Yahel fosse quello che stava in fondo il Dottore si mise a parlare con l’uomo che aveva davanti.
Aveva passato qualche secondo ad osservarlo e, ancora prima che una delle ragazze potesse dire qualcosa, iniziò a girare intorno all’uomo che alternava degli sguardi stupiti tra lui e le ragazze.
Il Dottore dopo aver fatto il giro completo e averlo osservato minuziosamente incominciò a riempirlo di domande – mi, scusi lei è nativo di qui?-
- si- rispose lui guardando male l’uomo.
- ne è proprio sicuro?-
- si- ripeté.
- sicuro di non essere un crucco?- continuò imperterrito il Dottore.
- no, sicurissimo- rispose iniziando ad essere leggermente infastidito da tutte quelle domande.
- magari è imparentato con uno di loro- proseguì ignorando i richiami delle ragazze – insomma una persona con i capelli neri e la barba tendente al rossiccio non può essere altro che un crucco. Per caso è un barbaro?-
- DOTTORE!- urlò infine Yahel attirando la sua attenzione – urli quasi come Donna. Che cosa c’è?-
- c’è che il crucco è mio padre-
- ah bè – disse osservando il padre – non vi assomigliate neanche un po’, anzi, forse un pochino-
- Yahel mi vorresti spiegare-
- oh si certo, scusami papà. Lui è il Dottore e lei è la sua compagna di viaggi Donna Noble-
- solo compagna di viaggi- precisò Donna.
- piacere- rispose l’uomo – io sono il padre di Yahel, Luca-
- salve io sono il Dottore-
- si, lo so me l’ha detto un momento fa mia figlia-
- ah già-
- fanno parte dello spettacolo?- sussurrò alle ragazze.
- si certo- rispose quest’ultime – e il nostro compito è quello di dargli una mano con gli effetti speciali e così via quindi- aggiunse Yahel – non posso andare in giro con questi- disse porgendogli sia il capello che la giacchetta.
- hai fatto la foto?- gli chiese il padre.
- la foto- ripeté la ragazza con sguardo colpevole – la faremo un’altra volta- aggiunsero le ragazze.
- oppure potete farla adesso, guarda che non vi impresterò un’altra volta la divisa-
- me ne farò una ragione- rispose Yahel mettendosi le mani in tasca e incamminandosi verso il punto in cui avevano incontrato Donna e il Dottore.
- ferma- disse il Dottore afferrandola per una spalla e tirandola indietro porgendole le cose che lei aveva appena consegnato al padre – non è da tutti i giorni ritrovarsi ad una rievocazione storica quindi mi sembra il caso di immortalare questo momento-
- ah l’ha ammesso- esclamò vittoriosa Donna.
- e non lo ripeterò- affermò il Dottore prendendo anche le altre ragazze e raggruppandole per la foto.
Luca venne incaricato a compiere quell’impresa titanica che consisteva nell’usare il cellulare della figlia per scattare la fotografia ma, dopo un paio di spiegazioni, riuscì a immortalare il gruppetto nelle pose più assurde.
- bene, noi andiamo a dopo papà- esclamò allegra Yahel mentre si incamminavano verso la festa.
- arri vederla signor Luca- lo salutarono le ragazze – è stato un piacere conoscerla- aggiunsero i due viaggiatori.
- hai affermato che siamo ad una rievocazione storica ma non ne sei ancora convinto- disse Aalyah mentre camminava a braccetto con le sue amiche.
- sei una ragazza molto perspicace. Tutte voi lo siete-
- d’altronde lei è la mia nuora saggia-
- la tua nuora saggia?- domandarono confusi gli altri.
- si certo- spiegò Yahel – lei è la suocera e io sono la nuora degenera ma non per legami di sangue, era un piccolo gioco di ruoli che avevamo fatto. Diciamo che è un po’ lunga da spiegare-
- e io che pensavo di aver trovato delle persone normali- disse stupida Donna.
Le ragazze scoppiarono a ridere – se noi non siamo normali per te sappi che neanche il tuo nome lo è per noi- gli rispose Elav.
- come mai?- chiese curiosa Donna guardando di sottecchi il Dottore per ricavarne qualche indizio ma lui era troppo occupato a sghignazzare sotto i baffi con le altre due per darle retta.
- perché donna in italiano corrisponde al vostro woman in inglese- rispose la più portata per quella lingua.
- ah- riuscì a dire prima di diventare di tutti i colori promettendosi che, non appena sarebbe stata di nuovo a casa, si sarebbe fatta cambiare nome all’anagrafe – comunque ecco perché non vi siete stupite troppo dopo aver conosciuto il Dottore e neanche spaventate-
- a sua difesa possiamo affermare che ha una faccia molto simpatica- risposero le ragazze prima di scoppiare insieme a Donna in una fragorosa risata.
- bene, giriamo di qua- ordinò il Dottore non appena arrivarono ad un piccolo incrocio.
La strada che il Dottore aveva scelta conduceva direttamente sul lungo lago di quel paesino, di fronte a loro si apriva un’immensa visuale sul lago e sulle montagne della riva opposta.
- potremo essere anche in epoche diverse ma la struttura ambientale è rimasta pressappoco invariata quindi quella lì- disse indicando una grande isola in centro al lago – è l’isola più grande dei laghi rupestri d’Europa e quelle due piccoline accanto devono essere le più piccole abitate. Pensa- continuò rivolgendosi in particolare a Donna – su quelle mini isole c’è una villa e, non tanto tempo fa, George Clooney ne voleva acquistare una-
- George Clooney non ci posso credere però, in effetti, non ha tutti i torti. Guarda che splendida vista-
- eh già, ragazze, vi devo porgere le mie più sentite scuse-
- le ragazze lo guardarono un attimo stranite – non hai la faccia di un tipo che chiede scusa tanto spesso comunque per cosa?-
- per aver dubitato di voi e per aver creduto fino all’ultimo di non essere ad una semplice festa-
- non vorrai dirmi che dobbiamo andare via?- chiese Donna.
- non ci sono misteri da risolvere, insomma potremmo sempre- ma la sua spiegazione venne interrotta da un altoparlante.
- udite, udite-
- ma che sta succedendo?- chiese il Dottore.
- ragazzi, sono le nove e mezza inizia lo spettacolo- disse Yahel che già si stava incamminando nella piazza del porto.
- a che spettacolo ti riferisci?- la interruppe il Dottore.
- adesso passeranno tre personaggi storici molto importanti per questo paese e poi ci saranno i nobili che sfileranno. Venite a vederli?-
- ti prego Dottore, possiamo?- lo implorò Donna notando che era restio all’idea di andare – così, quando al termine della serata andranno via tutti, vedrai con i tuoi occhi che era tutto finto-
- eh va bene- cedette infine.
- grazie, grazie, grazie- esultò lei.
- … ma guardate un po’ chi sta arrivando per nave, accompagnato con il suo esercito e sfuggito alla persecuzione a Roma- continuò la voce – Zorzi-
Proprio in quel momento videro avvicinarsi al porto una barchetta in legno illuminata inizialmente dalle fiaccole che alcuni soldati aveva in mano e poi da un’enorme faro.
- e quello che cos’è?- domandò Donna.
- è Zorzi che sta per sbarcare sulle nostre sponde. Fonderà anche un paese che tutt’ora prende il suo nome-
- io direi di correre a vedere- propose il Dottore tutto eccitato all’idea di farsi una bella corsetta.
- a chi arriva prima?- domandò Yahel alle sue amiche.
- d’accordo-
Così partirono con una corsa, a differenza di quel che si aspettava il Dottore, leggera per raggiungere il porto che si trovava a pochi metri da loro.
- non si riesce a vedere nulla da qui- si lamentò il Dottore – passiamo avanti- disse tirando fuori dalla tasca una specie di tessera tutta bianca.
- e come?- provò a chiedere Elav ma il Dottore era già partito a farsi strada tra la gente mostrando quel foglietto facendo arrivare tutti proprio in prima fila dove poterono assistere allo sbarco del soldato.
Come continuò a dire la voce il soldato era arrivato lì su una piccola imbarcazione con pochi fedeli uomini al suo fianco e portando con sé il teschio di un santo che teneva in mano.
Oltre ad essere un bravo soldato era anche un drammaturgo e un cristiano tanto che fu lui a fondare la prima chiesa del posto.
- oh ma certo- esclamò il Dottore ascoltandone l’accurata descrizione – ho avuto il piacere di conoscere Zorzi qualche tempo fa però devo ammettere che era completamente diverso. Più alto, più muscoloso e decisamente più teatrale nei suoi modi di fare-
- Dottore, questi sono tutti attori e, non sapendo tantissimo dei personaggi, stanno facendo del loro meglio per interpretarli-
- guardate, si stanno spostando- disse Aalyah – adesso il resto dei personaggi passerà sulla via principale e noi non vedremo niente come prima-
- a questo c’è rimedio- disse il Dottore tirando fuori la sua carta e ricominciando, come prima, a farsi spazio tra la folla.
Arrivati in mezzo alla piazza trovarono la guida ufficiale della serata, era un uomo travestito da giullare di corte che presentava i personaggi in arrivo.
- adesso mi spieghi una cosa- ordinò Elav – spiegami come hai fatto a farci passare avanti senza tanti problemi-
- semplice, ho usato questa- disse tirando fuori il foglietto – è una carta psichica ti fa vedere quello che io voglio farti vedere. Al momento la gente pensa che noi siamo della sicurezza o una cosa del genere-
- c’è scritto ‘security’- disse Donna.
- no, non c’è scritto un bel niente è un foglio bianco e basta-
Il Dottore guardò sbalordito le ragazze ma non aggiunse altro perché il giullare stava annunciando l’arrivo del secondo personaggio –San Vigilio, primo predicatore della fede cristiana sulla collina-
- oh no, tutti tranne lui- esclamò il Dottore.
- cosa c’è che non va con lui?-
- oh è una storia lunghissima ma credo che non gli stavo poi più di tanto simpatico-
- ma tu devi commentare sempre tutto?- gli chiese Elav stufa di sentire solo le sue chiacchere e non le spiegazioni del giullare.
- è tutto sbagliato- disse – e lui è un perfettino- finì la frase Donna.
Elav si arrese e cercò di prestare attenzione all’introduzione dell’ultimo personaggio.
- ed ecco a voi San Carlo Borromeo venuto qui in visita pastorale nel 1575 in occasione della peste e all’epoca del primo censimento-
- ah i tempi della peste sono stati i più neri della storia dell’uomo e, comunque, quello lì non assomiglia per niente a San Carlo Borromeo. Anche se all’epoca la statura media di un uomo non superava il metro e sessanta, Carlo era alto più di un metro e ottanta, persino più alto di me, poi era robusto e muscoloso non come quello che è basso e grassoccio inoltre ha sempre portato la barba anche se, nel periodo della peste la tagliç e aveva un naso aquilino pazzesco-
- pensi di raccontarci tutta la sua vita?- chiese Donna.
- no solo questi piccoli aneddoti-
- grazie, ho preso appunti magari per l’anno prossimo riusciamo a renderli più realistici- esclamò Yahel.
Dopo la sfilata dei nobili, proprio come avevano detto le ragazze, e la conclusione della festa gli uomini della protezione civile incominciarono a raccogliere la paglia e ad aiutare la gente a portar via il tutto.
- incredibile fanno davvero delle rievocazioni storiche- esclamò stupito il Dottore mentre si dirigevano verso il TARDIS.
- non è così strano- gli disse Aalyah.
- per me lo è visto che io vedo la storia mentre si svolge e ti posso assicurare che è completamente diverso- disse per poi esclamare, dopo qualche minuto – bene. Questo è il mio TARDIS- indicando la cabina blu della polizia.
- è un po’ piccola- riscontrarono le ragazze – come fate a starci per diverso tempo in due-
- entrate a dare un’occhiata- disse sorridendo mentre gli apriva la porta.
Le ragazze entrarono e con loro stupore riscontrarono che l’interno era enorme.
Una volta uscite si misero a fare il giro della cabina per trovare la soluzione del mistero ma non trovandola da nessuna parte si limitarono ad esclamare – è più grande dentro che fuori!-
- amo quando dite così- disse sotto lo sguardo divertito di Donna.
- come mai?-
- questa è una domanda molto interessante. Yahel vuoi rispondere tu?-
- io?! Perché?- chiese stupita.
- perché sei tu che hai una passione per questo genere di cose e mi piacerebbe sapere la tua opinione-
La ragazza ci pensò un attimo e infine disse incerta – un'altra dimensione-
- bingo- esclamò il Dottore – allora, volete farci un giro?-
- cosa? Adesso? Noi non possiamo, ci stanno aspettando-
- andiamo ragazze questa è anche una macchina del tempo possiamo andare in giro per l’universo e tornare tra un minuto- ma vedendo lo sguardo un po’ conflittuale delle ragazze cercò di scendere a compromessi – pensateci, pensate a dei posti che volete visitare. C’è un’unica regola, devono essere divertenti. Torneremo tra una settimana e vi porterò ovunque voi vogliate andare, che ne dite?-
- certo!- esclamarono senza pensarci un attimo poi aggiunsero – ma vuol dire che adesso te ne andrai?-
- si, adesso devo fare una cosa ma, come vi ho promesso, tornerò. Siete state fantastiche, davvero! Senza di voi non avrei mai pensato a quanto poteva essere divertente una rievocazione storica e di sicuro ci verremo anche l’anno prossimo. Cosa ne pensi Donna?-
- sarebbe meraviglioso-
Era arrivato il momento dei saluti eppure nessuno sembrava particolarmente ansioso di andarsene, alla fine fu il Dottore a rompere il ghiaccio – oh su dai, una settimana e ci rivediamo ma fatevi comunque abbracciare- disse con il suo mega sorriso stritolando una ad una le ragazze che poi andarono, tutte indolenzite, a salutare Donna.
- allora ci vediamo tra una settimana-
- contaci, non vi liberete tanto facilmente di me- esclamò il Dottore mentre richiudeva le porte del TARDIS le ragazze rimasero a guardare fino a quando la cabina blu degli anni cinquanta non sparì sotto i loro occhi e una volta ripresesi dallo shock di quella partenza iniziarono a pensare ai luoghi da visitare.
- hai imparato un mucchio di cose da quelle ragazze- disse Donna.
- tipo quali?- chiese curioso il Dottore.
- tipo che esistono delle rievocazioni storiche e che non sempre si ha ragione anche se si è un Signore del Tempo- disse in tono teatrale.
- si hai ragione, mi hanno impartito una lezione che non dimenticherò tanto facilmente- ammise con un sorriso.
- cosa si fa adesso?-
- bè ora, come ti ho promesso, andiamo sul pianeta dei cappelli e poi torniamo a prendere le ragazze-
- ah, questa l’ho già sentita- disse Donna sarcastica.
- cosa hai già sentito?-
- ti porto sul pianeta dei cappelli- disse cercando di imitare la voce del Dottore – è la terza volta che me lo ripeti e poi, chissà perché ci ritroviamo sempre da tutt’altra parte-
- no, stavolta è vero. Siamo diretti proprio al pianeta dei cappelli-
- sarà. Magari la terza è la volta buona-
- magari-
- senti un po’, riesci a spiegarmi come mai prima le ragazze hanno detto che la carta psichica era bianca? Come hanno fatto ad accorgersi del trucco?-
- sinceramente non lo so, bisognerebbe avere una mente brillante per non farsi ingannare così dalla mia carta però non vedo l’ora di scoprirlo. E tu vorresti dirmi la verità, stavi sghignazzando perché ti eri accorta subito che eravamo nel 2012 e non nel medioevo e hai preferito non dirmi niente?-
- se la vuoi mettere così però tu non mi hai ancora confessato la pura verità, cioè, che ci eravamo persi-
- non è vero. Il TARDIS ha una sua vita e molte volte è lui che decide dove dobbiamo andare, stavolta dovevamo venire per via delle nostre nuove amiche, credo. Sono delle ragazze molto speciali- disse sorridendo ripensando all’avventura appena trascorsa con loro e immaginandosi quali potrebbero essere le future.
 
  
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