Seduta
nella vasca.
Nuda
e bagnata.
Le
ginocchia al petto dove aveva nascosto il volto.
Piangeva.
Silenziosamente.
I
lunghi capelli bagnati le aderivano alla schiena.
Fu
scossa da un singhiozzo.
Tutto
cadde di nuovo nel silenzio.
Copri il dolore
con qualcos’altro…
La
solita vocina nella sua testa.
Alzò
il volto tremante.
Per
un attimo guardò nel vuoto davanti a se.
Fallo
Si
guardò l’interno del braccio ormai straziato da tagli cicatrizzati e tagli
nuovi.
Impregnato
di sangue.
Lo
stesso sangue che aveva tinto quel dito d’acqua che c’era nella vasca.
Quel
sangue che la aveva sporcato anche le gambe e le ginocchia.
Rimase
a guardarlo per altri minuti.
Spostò
lo sguardo sulle forbici che aveva nell’altra mano.
Vuoto…
Dolore…
Odio.
Rabbia.
Con
gesto veloce e profondo fece un altro graffio.
E
un altro.
E
un altro.
Affondò
ancora le forbici nel braccio e questa volta non le levò.
Chiuse
gli occhi stringendo i denti.
Altre
lacrime le solcarono il viso.
Gettò
“l’arma” a terra, aldilà della vasca e vi si stese completamente dentro.
Guardava
davanti a se mentre continuava a piangere.
Il
volto non esprimeva niente.
Nessuna
emozione.
Un
volto rassegnato.
Piano
si alzò in piedi e si sciacquò.
Uscì
dalla vasca e si guardò allo specchio.
E
si vide ancora più brutta.
Il
volto scavato.
Le
occhiaie.
Il
suo corpo troppo magro.
I
segni sulle sue braccia.
Pianse
ancora sedendosi sul bidè e poggiano la testa e le braccia sul bordo del
lavandino davanti a se.
Perché continuare
a soffrire così poi?
Dannata
vocina.
Chi si accorgerà
della tua assenza?…Nessuno…
-Non
è vero…-
Rispose
con voce tramante alzando lo sguardo sul suo riflesso.
Non conti per
nessuno, sei spazzatura, sei merda…Ricordi cosa diceva tua madre?
-Zitta!
Zitta!-
Urlò.
Cominciò
a darsi dei pugni in testa.
E lo sai anche
tu…So che lo sai…
-Taci!-
Piantò
le unghie nel suo cranio.
Si
tirò i capelli.
Perché resistere
alla tentazione…
Pianse
ancora.
Sei merda…
-E’
vero…-
La voce era tornata flebile.
Si
alzò in piedi.
Ed
era colpa sua se era rimasta sola.
Solo
colpa sua.
Colpa
sua se aveva questo dolore dentro.
E’ colpa tua…
Quella
vocina con il tono dispettoso…
Prese
a ridere nella sua mente.
Iniziò
a ridere anche lei.
Rideva
e piangeva.
Piangeva
e rideva.
Aveva
deciso.
*
Avviso,
era un esperimento.
Spero
sia riuscito bene
Ci
tengo particolarmente perché è tratto da una storia vera.
Beh
che dire…
Grazie
di avere letto.