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Autore: Emily Smile    31/12/2012    1 recensioni
-Harry!?-
-Si?-
-Ti ricordi...quando ti ho detto che...ero disposta a tutto per te?
-Si, certo che mi ricordo-
-Intendevo anche questo!-
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Emily svegliati sono le sei!- strillò mia madre dalla cucina. Aprii gli occhi e mi girai verso la finestra. Era una mattina fredda, nebbiosa. La tipica mattina inglese direi. -Mi hai sentito?- aggiunse, sempre strillando. -Si mamma, arrivo…- risposi sbadigliando. Rimasi un altro paio di minuti sotto le coperte. Erano calde e piacevolmente comode. Era un peccato rinunciare ad altri dieci minuti di sonno, ma non avevo intenzione di ascoltare un’altra esibizione canora da parte di mia madre. Mi alzai dal letto, infilai le pantofole e uscii dalla mia stanza. Dalle scale si sentiva un profumo di bacon. Entrai in cucina e mi sedetti al tavolo. -Buongiorno mamma!- -Buongiorno tesoro, dormito bene?- chiese portandomi il piatto. -Non c’è male.- risposi versando il succo nel bicchiere. -Qual è il programma di oggi?- chiesi. -Adesso fai colazione, ti vesti, ti lavi…- -Mamma, sii seria per una volta!- la interruppi sorridendo. -Hai ragione, scusami. Solo che ti vedo così...diversa.- -Non ti preoccupare, sto benissimo!- dissi cercando di rassicurarla. -Se lo dici tu! Tornando a noi. Oggi, se non mi sbaglio, devi andare a casa di Lucy dopo scuola, giusto?- mi chiese sedendosi davanti a me. -Si, mangio da lei e facciamo i compiti insieme.- -Benissimo. A che ora pensi di tornare a casa?- -Non so, penso verso le sette…- dissi pensierosa. -Ok. Tu sai che io oggi lavoro fino alle otto, quindi starai a casa da sola per un’oretta. Mi fido di te, ma ho delle premesse: non organizzare feste, non provocare incendi, mantieni in ordine, se ci riesci, e prepara la cena a tua madre!- scoppiammo a ridere. -Ok, vedrò cosa posso fare!- le dissi salendo le scale. Entrai in camera e aprii l’armadio. Riguardai fuori dalla finestra. Oggi è meglio coprirsi, pensai. -Sbrigati o farai tardi a scuola!- strillò mia madre. Presi un paio di pantaloni neri, una maglia a maniche corte rossa con dei fiori disegnati sopra, una maglia a maniche lunghe nera e un paio di converse rosse. Andai in bagno a lavarmi, poi mi vestii velocemente. Presi un paio di orecchini neri a forma di croce dal portagioielli sulla scrivania. Mi diressi verso le scale e, appesi a una murata del corridoio, afferrai il cappello e il cappotto. Arrivata in cucina presi lo zaino, salutai mia madre e uscii. La scuola non era molto distante da casa, dovevo solo proseguire il viale e girare a destra all’incrocio. Di solito mi porto il telefono e ascolto la musica mentre cammino, ma oggi non mi va molto. Qualche volta mi piace anche ascoltare gli uccellini che cantano tra i rami degli alberi. Piano, piano arrivo davanti alla mia scuola, assorta nei miei pensieri. -Ehi Emily!- sentii una voce familiare chiamarmi. Mi girai. -Ciao Lucy!- l’abbracciai. -Confermato per oggi?- -Si, mia madre lavora fino a tardi oggi e preferisce che non rimango da sola a casa…- le spiegai. -Bene, perché ci divertiremo tantissimo, te lo assicuro!- disse piena di entusiasmo. -Lucy, io con te mi diverto sempre!-. Lucy è la mia migliore amica e ci conosciamo dall’asilo. Siamo capitate sempre nella stessa classe e ci fidiamo ciecamente l’una dell’altra. Anche lei abita vicino la scuola e qualche volta facciamo un pezzo di strada insieme. Le nostre mamme sono molto amiche e spesso si incontrano per un tè o per fare shopping. Nella nostra scuola, come nelle altre, si formano tanti gruppi: ci sono le ragazze “snob”, cioè quelle che si mettono ogni settimana con un ragazzo diverso e si vestono come Lady Gaga pensando di essere sexy; ci sono i ragazzi che fanno parte delle squadre di baseball, rugby, football e quant’altro, che assecondano le cosiddette “snob” per essere più popolari; ci sono i ragazzi intelligenti, che fanno i secchioni e si isolano e infine ci siamo noi, gente parzialmente normale. -Dove sono le altre?- le chiesi guardandomi intorno. -Sono…laggiù, vicino alle…snob!- disse scrutandole. -Andiamo a vedere che succede!- dissi incamminandomi verso di loro. -Guarda, Jennifer sta litigando con Tania!- mi fece notare Lucy. -Ciao ragazze!- dissi salutandole. -Ciao Emily!- ricambiarono. -Che succede?- chiese Lucy curiosa. -Succede che Jennifer non si fa mai gli affaracci suoi e per colpa sua Steve mi ha lasciata!- esclamò furiosa Tania. -Tutto qua?- chiesi quasi ridendo. -Ehi inizia a fare meno la spiritosa o ti farò passare la voglia di ridere!- mi minacciò. -E tu cerca di abbassare i toni scema! L’avresti lasciato comunque tra un paio di giorni!- le risposi. -Senti io non prendo ordini da te! Non ti chiedi mai perché i ragazzi ci provano con me e non con te?- chiese in tono di sfida. Ormai aveva strillato tanto che tutta la scuola si era raggruppata intorno a noi. Dopo qualche secondo si girò e iniziò a camminare pensando di aver vinto il dibattito. -Forse perché io non mi faccio le foto nel bagno dove si vedono più tette che faccia!- le strillai dietro. A quella risposta tutti scoppiarono a ridere e lei diventò rossa di rabbia. -Solo perché mi sono rifatta le unghie ieri, sennò saresti già a terra ansimando di dolore!- disse furiosa. -Ah, che fortuna!- le risposi ironicamente. Altre risate si alzarono tra gli studenti. Non volevo assumere il titolo di “giullare di corte”, però se fatto per una buona causa è accettabile. Tania, arrabbiata più che mai, se ne andò con la servitù al suo seguito e, al suono della campanella, entrammo nell’istituto. La cosa peggiore delle “snob” è che sono ricche e i loro genitori hanno un certo potere sulle persone. Infatti vengo convocata in presidenza. -Sono venuto a sapere dell’episodio di stamattina, e il suo atteggiamento mi è sembrato poco corretto. Ho il dovere di darle una punizione: una volta a settimana, per due mesi, andrà a Streatham e leggerà dei libri nella biblioteca. Ogni settimana dovrà portarmi un riassunto di quello che ha letto. Ha dei commenti, Signorina Smile?- disse il preside. -No, Signore- risposi calma. -Questa è la sua prima convocazione! Lei ha degli ottimi voti e i professori parlano benissimo di lei! Come mai assume questi atteggiamenti?- disse stupito. -Beh, uno deve essere consapevole delle proprie azioni, non crede?- dissi decisa come non mai. -Come prego?- chiese cercando di capire. -Signor Preside, sappiamo entrambi che non ho fatto niente di male. Per prima cosa la faccenda è successa fuori dall’istituto, quindi non è di sua competenza; seconda cosa, non è successo assolutamente niente, era una guerra di parole e non era assolutamente offensiva; terza cosa, lei sa benissimo che io amo leggere.- spiegai. -Lei è una ragazza molto intelligente!- disse sospirando. -Grazie Signor Preside. Ora, se non le dispiace, dovrei andare a riprogrammarmi la settimana.- dissi alzandomi. -Ehm, certo. Vada pure.- -Grazie! Passerò Lunedì prossimo per darle il riassunto. Arrivederci!- dissi chiudendo la porta.
  
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