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Autore: Rose Tomlinson    31/12/2012    2 recensioni
Avevo quasi finito il progetto di scienze. Non vedevo l'ora, lo ammetto era venuto proprio bene. Per una diciottenne cosa poteva succedere di meglio? Ah dimenticavo due cosette importanti: primo, questa diciottenne sono io, Rose Salfhire. Secondo: amo la scuola. Che notizia. Lavoro all'Apple mentre "studio" alla NASA. Ah terzo: sono il nuovo dirigente dell'Apple. Mi hanno promosso per il progetto dei nuovi computer. Beh basta parlare di lavori aziendali, scuola e di vita passata prima di quell'evento segnato proprio in quel giorno dal destino...mi pare fosse il...Boh. Non mi ricordo della data, ero piuttosto stordita quel giorno!
Tratto dal primo capitolo.
Io: "Anche tu stai studiando per dei progetti?"
Louis: "No sinceramente sto cercando qualcosa"
Io: "Anche io. Io cerco il satellite sotterraneo che ho piantato due giorni fa, tu?"
Louis: "Io invece cercavo te"
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno triste. Era il giorno esatto in cui i miei genitori hanno avuto una specie di incidente. Sono stati ritrovati i due cadaveri. Era il 2006. Erano dissanguati come se una bestia li avessero prosciugati. Era stato davvero triste...vederli al telegiornale. Ma grazie alle mie capacità mentali ero davvero intelligente. Avevo 12 anni. Ma nonostante tutto andai alle medie. In prima media mi consideravano un genio. Andai a lavorare per la discografia della Sony e grazie alla mia fama ad X Factor guadagniai anche abbastanza per sostenere  "la mia famiglia". Beh diciamo che c'ero solo io ma insomma...Adesso, 31 dicembre 2012 sono qui, al posto di lavoro. Apple. Beh con tutti questi tablet venduti possiamo pure inventare la formula ancora inesistente per resuscitare Steve Jobs! Casa mia per me era il posto di lavoro. Uscii per fare ricerche. Studiavo alla NASA. Ricerche scientifiche. Come molti studenti uscii per vedere le stelle. Mi portai dietro la tenda. Provviste in abbondanza ed un generatore elettrico, senza scordare tablet, IPod ed il mio inseparabile 3DS. Stavo facendo concorrenza con la Nintendo. Tra poco sarebbe uscita la luna. I miei capelli neri si illuminavano alla luce della luna appena uscita. Luna piena. Per chi credesse ai lupi mannari, adesso saremmo morti! Basta prediche, mi dicevo da sola. Sentii una strana presenza dietro le spalle. Mi voltai si scatto: nessuno. Nessuno? Ah si era un albero per mia fortuna. Adesso i secchioni delle medie dovevano uscire. Basta ricerche non trovavo più niente da cercare! Ritornai dalla tenda. Ma dalla mia curiosità uscii a vedere. C'era un'ombra. Non ero pazza allora! Mi avvicinai. Mannaggia. Avevo dimenticato la mia torcia! Bene, stai calma Rose, hai 18 anni no? Di che cosa hai paura? Bene procediamo! Subito un ragazzo mi venne in contro: lo vedevo a malapena alla luce della luna.
Io: "Ehm, ciao, mi chiamo Rose Salfhire"
Louis: "Io invece mi chiamo Louis"
Io: "Anche tu stai studiando per dei progetti?"
Louis: "No sinceramente sto cercando qualcosa"
Io: "Anche io. Io cerco il satellite sotterraneo che ho piantato due giorni fa, tu?"
Louis: "Io invece cercavo te"
Io confusa allora scappai come una indifesa. Ma lui in qualche frazione di secondo mi raggiunse con una velocità sovrannaturale. Cosa cercava da me questo maniaco?
Io: "Senti, se sei un ladro lasciami stare non ho niente."
Louis: "Sai che è imprudente essere delle diciottenni così indifese ritrovarsi in un bosco da sole?"
Io: "Non sono indifesa."
Presi la mia pistola per le scosse elettriche e gliela puntai contro. Non aveva paura? Gli diedi una scossa come lezione. Niente, non gli fece niente?
Louis: "Sai, sarebbe un vero peccato ucciderti sul più bello..."
Io: "Cosa cavolo..."
Neanche riuscii a finire la frase e sentii delle braccia gelide prendermi dai fianchi. Era a pochi centimetri dalla mia testa. Sentii delle labbra fredde sfiorarmi il collo. Cominciarono ad aprirsi e sentii due denti sul collo. Erano appuntiti. Me li sentii trafiggere nella mia carne tenera. Mi faceva davvero male. Mi sentivo prosciugare. Con un debole "vuoi" per finire la frase di prima conclusi prima di cadere a terra. Poi buio totale...
  
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