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Autore: Norma    18/07/2007    4 recensioni
Ecco a voi la mia prima ff! A pochi mesi dalla morte del fratello, la piccola Orihime si abbandona ad una lenta discesa nella piscina della scuola, alla quale corrisponde una sempre più profonda introspezione sulla perdita di Sora...
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arisawa Tasuki, Inoue Orihime
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sinking

La luce rossastra del tramonto si rifletteva sul fondo della piscina, disperdendosi in mille screziature asimmetriche. L’ombra di Orihime si stagliava, nera e precisa, tra quei riquadri di luce che la bambina fissava senza vedere attraverso le sue dita pallide. I suoi capelli fluttuano mollemente sulla schiena con il loro intenso colore castano-ramato, facendola sembrare una piccola sirena addormentata.

“Sarebbe tutto così semplice” pensò, mentre l’acqua intrisa di cloro la trasportava a poco a poco sempre più in profondità “…confondersi tra queste migliaia di gocce d’acqua fino ad arrivare a farne completamente parte …”. La sua lenta discesa continuava inesorabile e mentre tutto intorno a lei sembrava muoversi al rallentatore gli avvenimenti degli ultimi mesi le passarono come in un flash davanti agli occhi: volti, luoghi, sensazioni si avvicendavano confusamente in un flusso continuo di immagini e suoni.

“…Far parte finalmente di qualcosa di eterno, l’acqua, un elemento non destinato necessariamente ad aver fine, qualcosa di certo, di concreto e contemporaneamente limitato e infinito… Sentirsi finalmente parte di qualcosa di duraturo…Certo, sarebbe bello…”. Chiuse le palpebre divenute ormai troppo pesanti.

Lo specchio d’acqua intorno a lei, compatto e liscio ad una prima occhiata, con un solo fascio di luce solare si infranse in molteplici frammenti. “Proprio come la mia vita: così semplice e perfetta, pur con le sue stranezze, ma è bastato un attimo a sconvolgere quell’equilibrio fragilissimo…”.

Altre forme indistinte le si presentarono in mente: una sciocca lite, una porta sbattuta alle spalle e destinata a non aprirsi mai più, una telefonata improvvisa, e poi lacrime, tante lacrime…

“Perdetevi in questo mare piccolo mare d’acqua, minuscole stille cristalline; trovate consolazione tra queste vostre sorelle che hanno avuto la fortuna di scendere dal cielo e non da un volto umano…”.

Che mesi infernali erano stati! Ma Orihime sembrava aver trovato una pace definitiva in quella piscina e si lasciava trasportare delicatamente sul fondo, senza opporre alcuna resistenza… Dopo tutto smettere di respirare per un secondo o due è cosa facilissima, cosa cambierà mai nel cessare semplicemente di farlo? Cosa si sarebbe lasciata dietro? Persone o oggetti cari? Ricordi piacevoli o un esistenza gratificante? Il mondo non si sarebbe accorto nemmeno della sua scomparsa: una delle tante persone che se ne vanno ogni giorno per lasciar spazio a migliaia di nuove vite.

“Ma sì, in fondo è meglio così…La mia presenza sarà semplice da essere sostituita”. Tra le ciocche di capelli rilucevano, riflettendo i raggi del sole ormai quasi sparito attraverso le grandi finestre della piscina della scuola, i fermagli a fiore, quasi fossero un ultimo richiamo alla vita per la ragazzina.

“Non mi resta che dire addio alle poche persone che sto per lasciare: addio mamma e papà, non so neanche se presto non vivremo più sotto lo stesso cielo o se sto per raggiungervi, non conosco nemmeno i vostri visi, non ricordo neppure il tuo profumo mamma, né la tua voce papà…Dopotutto non so neanche che senso abbia salutarvi in questo momento…Addio anche a te Tatsuki-chan, credo che sarai la sola persona a mancarmi davvero: sei stata il mio unico sostegno fino ad oggi e non è stato facile accettare il fatto che non ti rivedrò più, ma ti prego di capirmi…”.

In fine Orihime toccò il fondo marmoreo della vasca e comprese che aveva due alternative: risalire con le proprie forze o essere trovata a galla definitivamente morta…

“Fratellone, tra poco potrò rivederti! Ti supplico non credere che mi stia arrendendo per colpa tua, per poterti finalmente riabbracciare. Non è per questo che me ne vado per sempre, non è per questo che rinuncio a tutto ciò a cui sono ancora minimamente legata e a cui ho tentato fino all’ultimo disperatamente di aggrapparmi. Non è per questo. Almeno cerco di convincermi che sia così. E’ perché non sono stata capace di risollevarmi da questa situazione, non sono riuscita ad essere abbastanza forte e non ho fatto altro che piangermi inutilmente addosso e pregare, pregare…pregare per te in continuazione, sperando nel profondo di esserti accanto al più presto! E’ per questo motivo che cerco di porre fine ai miei problemi e a quelli di tutti”.

Dalle labbra della bambina, divenute ormai cerulee, fuoriuscì un’ultima bollicina d’aria solleticandole lievemente le guance. Orihime fece per voltarsi e finalmente vide la luce sprigionatasi dai fermagli di Sora rispecchiarsi in molteplici forme di luce. Sembravano quasi graziose fate azzurrine che presero a girarle vorticosamente attorno.

Orihime-san”riecheggiò una voce cristallina “Non è ancora giunto per te il momento di lasciare questa terra: grandi imprese ti attendono…

Stupida mocciosa, rialzati subito e schizza fuori dall’acqua! Non vorrai mica ammazzarci con te?!” Aggiunse una seconda voce maschile più rozza e dura.

Tsubaki!” ammonì il primo, indignato.

“Cosa succede?! Chi ha parlato?!” pensò la bambina quasi ad alta voce.

Tutto ad un tratto Orihime si sentì quasi avvolta da quei riflessi azzurri, in un vortice caldo e dirompente che la trascinò in superficie. Come se quello fosse stato il primo respiro in tutta la sua vita, fece entrare con foga aria nei polmoni. Si guardò nervosamente attorno, ma nulla sembrava cambiato da quando si era immersa dieci minuti prima.
Nessuna persona era sul bordo della piscina, nessuno aveva potuto dirle quelle parole che le avevano salvato la vita.

“Orihime-chan! Ecco dove ti eri cacciata!”.

La bambina si volse verso gli spogliatoi e vide la sua nuova compagna di classe dai corti capelli scalati venirle in contro di corsa.

“Mi hai fatto aspettare mezzora lì fuori! Muoviti a cambiarti, oggi sei ospite a casa mia per cena!”le disse Tasuki facendole l’occhiolino.

Orihime rifletté rapidamente. Di certo non poteva spiegarsi ciò che era appena accaduto, le luci azzurre, quelle voci e il vortice che l’aveva spinta in superficie, ma di certo se tutto quello era successo proprio quando aveva deciso di farla finita era perché aveva uno scopo nella vita, qualcosa che, sebbene allora le fosse sconosciuto, valeva tanto da mantenerla ancora su quella terra.

“Ok, arrivo subito…” sorrise, racchiudendo in quel viso contento tutte le sue nuove speranze.



Allooooora... partono i ringraziamenti!
Grazie al portatile di mio padre, senza il quale non avrei potuto scrivere nulla nel bel mezzo dello Ionio,
Grazie a mia sorella per essere stata la prima "paziente" lettrice,
Grazie a tutti voi che aveve avuto lo stoicismo di resistere fino alla fine :P
Spero di ricevere al più presto commenti e critiche costruttive ^^
  
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