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Autore: acculturazione    01/01/2013    2 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest di Nisipulchra "Nomi, Cose, Città, ..."
Ho descritto l'ultimo ricordo che Barty Crouch Jr. ha, prima che il Dissenatore del Ministro gli succhi via l'anima: una vacanza con i suoi genitori, quando ancora aveva 4 anni.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Bartemius Crouch senior
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Eravamo una famiglia felice, un tempo. Prima che Voldemort uccidesse tutta quella gente, prima che iniziasse a fare in pezzi la sua anima, prima che chiedesse la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, prima ancora che finisse la scuola.
Allora eravamo una piccola famiglia felice, noi tre. Quell’anno, per il mio quarto compleanno, mio padre decise di fare a me e mia madre il regalo più bello. Una vacanza, una splendida vacanza in Spagna, Bilbao, la città che fornì alla comunità magica più pozionisti al mondo. Naturalmente, avendo quattro anni, non sapevo certo il suo peso storico, ma mi piaceva. Mi piaceva che facesse caldo, mi piaceva che la gente ballasse per strada la sera, mi piacevano quei palazzi così strani e quelle fontane in cui i bambini potevano entrare per refrigerarsi dal sole bollente.
Era tutto perfetto: mia madre, sempre stata di salute cagionevole scoppiava di energia come non lo faceva da anni. Mio padre lasciò da parte per quei pochi giorni la sua assurda mania per le regole e il controllo... Cioè, non che non si lamentasse delle urla serali o dei mezzi babbani così “rumorosi e puzzolenti”, ma si tratteneva.
Quella sera stavamo tornando da un ristorantino carino diretto da un mago spagnolo che faceva morire dal ridere, per arrivare al nostro albergo decidemmo di passare sulla spiaggia, assecondando il desiderio di mia madre. Come ogni altra sera era affollata di giovani decisi a ballare sino al mattino, avevo imparato che gli spagnoli erano anche più festaioli di Ludo Bagman. Mamma camminava tranquilla con i sandali in mano e piedi che sfioravano appena il mare, papà le stringeva apprensivo i fianchi... Io ero libero di esplorare.
Mi diressi verso il bar e mi misi ad osservare tutti quei giovani mezzi ubriachi così felici, che si davano alla pazza gioia. Decisi, in quel momento, che mio padre non doveva aver mai fatto nulla di simile. Mai.
Tutti quanti facevano le stesse mosse seguendo il ritmo di una canzone di cui non riuscivo neanche a capire la lingua, e io guardavo la scena estasiato. Pensai che di certo non era inglese, ma non mi sembrava neanche spagnolo perché non c’erano poi così tante “s” alla fine delle parole...
Ricordo la melodia e alcune parole, diceva tipo: “È la banana! È la banana! È l’unico frutto dell’amor. È LA BANANA DEL MIO CUOR” faceva morir dal ridere. Aveva un ritmo così veloce, spensierato, non lasciava spazio ai problemi.
Ballai anche io, insieme ai ragazzi grandi. Mandavo su e giù le mie manine e ridevo e provavo ad imitare il suono di quelle strane parola senza le “s”. Ero felice, ecco. Mi voltai verso i miei genitori con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, la felicità si era impossessata di me, neppure mio padre sarebbe riuscito a portarmela via.
-Padre! Madre! Dovete venire a ballare! È bellissimo. – strillai mentre correvo dai miei genitori per comunicargli la mia felicità. Mamma sorrideva dolcemente, era ovvio che non volesse venire a ballare ma perlomeno era felice. Papà... lui no. Il suo viso era una maschera di cera gelida, senza espressione. Sapevo che quando assumeva quella faccia era arrabbiato, infuriato nero, adirato come una bestia. Mi prese per le spalle e mi sollevò finché le nostre facce non furono alla stessa altezza, fece una specie di grugnito, poi parlò. E io ero assolutamente terrorizzato.
- Senti, figlio, mai e poi mai ti devi mettere a ballare, è contro il protocollo di dignità che ti ho sempre insegnato. – le sue parole trasudavano disgusto, e io non capivo, ero solo un bambino di quattro anni che voleva ballare sulle note di una canzone incredibilmente divertente che diceva cose che non si capivano.
Avevo paura di mio padre, e la paura portò i miei nervi a reagire senza che io potessi controllarli: mi passai nervosamente la lingua sulle labbra. Due volte.
Barty Crouch senior mi rimise a terra.


Sollevai lo sguardo sul Dissenatore appena entrato nella stanza, era giunta la mia fine, ma se non altro avevo servito il Signore Oscuro e non mio padre. La creatura, nera come la notte e fredda come il ghiaccio, mi si avvinghiò addosso, ma prima mi passai la lingua sulle labbra. Due volte.

 

“È la banana, è l’unico frutto dell’amor! È la banana del mio cuor...”
 Mi sono sempre chiesto cosa volessero dire queste parole.




 

Grammatica e Sintassi 7,85/10 
Per quanto riguarda la sintassi non ho nulla da segnalare, la costruzione delle frasi è buona e i passaggi logici risultano chiari. 
La grammatica è generalmente buona, anche se con errori di punteggiatura, reggenza e tempi verbali. C’è un errore piuttosto grave sull’uso del congiuntivo. 

Stile e Lessico 9,1/10 
Il tuo stile mi è piaciuto molto, è fresco e limpido, senza passaggi troppo complessi o da slegare, che ben si addicono anche all’età del narratore. Peccato che il tutto sia appesantito e in parte rovinato da alcune scelte lessicali poco felici. 

Utilizzo del pacchetto 3,5/5 
Per quanto riguarda il personaggio e il prompt non ho nulla da commentare, li hai utilizzati egregiamente. Per il luogo mi aspettavo qualcosa di più. So che Bilbao non è una città molto famosa e che non ha particolari monumenti che la caratterizzano, ma nella storia ti sei limitata a citarla e la descrizione che hai dato della spiaggia con i bar e i locali notturni si adatta perfettamente a tutte le città di mare. 

Caratterizzazione personaggi 9,5/10 
Barty Crouch Senior è molto ben caratterizzato. Lo hai descritto senza sbavature come l’uomo rigido e severo che ci ha presentato la Rowling. Anche le caratteristiche del figlio emergono molto bene, anche se ha solo quattro anni. Inoltre lo hai anche dotato di tutta la spontaneità e capacità di stupirsi propria dei bimbi così piccoli. Ci sono solo alcuni punti che non mi convincono nella caratterizzazione, infatti in più momenti hai attribuito a un bambino di quattro anni capacità di discernimento e giudizio che mi sembra improbabile possa avere, ad esempio: 
“Decisi, in quel momento, che mio padre non doveva aver mai fatto nulla di simile. Mai.” 
Mi sembra strano che un bambino possa avere un pensiero simile, soprattutto nell’età in cui tuo padre ti appare come un supereroe… 

Gradimento personale 4,5/5 
Con un pacchetto simile mi aspettavo una storia demenziale o almeno comica, ma con il genere ‘introspettivo’ e ‘malinconico’ mi ha davvero meravigliata! Complimenti! La tua storia mi è piaciuta molto sia per il tuo stile leggero e fluido che per l’originalità del tema trattato. Ci sono molti racconti sul rapporto tra Crouch e il figlio, ma ne ho trovati pochissimi che ne parlino quando Barty Jr è ancora bambino. 
Ti ho tolto mezzo punto perché gli errori, soprattutto di lessico hanno pregiudicato un po’ la mia lettura.

Mi sono classificata sesta e per questo da la colpa totalmente alla mia leggerezza nel rileggere la storia *scuote la testa*, ad ogni modo ho corretto parte delle segnalazioni che la giudicia mi ha fatto :)

  
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