Fanfic su artisti musicali > Backstreet Boys
Ricorda la storia  |      
Autore: mamogirl    01/01/2013    1 recensioni
Fu Brian il primo ad alzarsi. Nick lo osservò, scrutò quella pelle che risaltava sotto il tessuto della camicia ormai completamente trasparente. In quel modo, i suoi occhi seguirono il movimento del braccio fino a quando non fu steso davanti a lui, la mano con il palmo rivolto verso l’alto.
Un’offerta.
E Nick non l’avrebbe lasciata cadere nel nulla.
Così, ancor prima che Brian potesse dire qualcosa, Nick allungò la mano, stringendola saldamente attorno alla sua. Il sorriso che ricevette in risposta fece sprofondare il suo cuore in un mare caldo.
“Andiamo a casa.”
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

**************
So turn around
Just turn around

************** 

 

 

 

 

 

 


Quella visita non era stata preventivata. E nemmeno il discorso che era seguito, nonostante ormai lui lo conoscesse a memoria, tanto da poter ripetere quelle scuse come una litania.
Pioveva.
Avrebbe dovuto immaginarlo, ogni cataclisma nella sua vita era sempre accaduto in un giorno di pioggia. E non certo quella sottile pioggerellina che serviva solamente a rinfrescare l’aria e scacciare via un po’ di umidità. No, in giorni come quelli, il cielo si tingeva sempre del più scuro dei grigi mentre ogni forza della natura si preparava a combattere, affilando le proprie armi e rombando con voci arrabbiate e furiose.
Sì, avrebbe dovuto immaginarlo quella mattina, appena sveglio, che quel giorno avrebbe offerto più della semplice routine.  
Avrebbe dovuto immaginare che anche quel giorno sarebbe stato solamente un ripetersi di ormai due anni di tira e molla. Avrebbe dovuto esserne stanco, avrebbe dovuto prendere quella palla al balzo e chiudere definitivamente quel portone. Esattamente come quella porta che era stata sbattuta e il cui rumore ancora a echeggiare nel salotto.
Invece, non ce l’aveva fatta. 
Non appena aveva visto l’uomo alzarsi e uscire da quella porta, qualcosa in lui lo aveva fatto alzare e corrergli dietro. Quel qualcosa era l’amore che ancora provava, nonostante fosse stato sepolto da valanghe di pugnalate e delusione e, anche, di rancore e rabbia. Quel qualcosa era il desiderio di voler regalare a suo figlio, a loro figlio, la miglior vita possibile e l’unico modo era ricucire ciò che era stato strappato.
Che cosa gli avrebbe insegnato, altrimenti? A scappare via dagli ostacoli perché sembravano troppo difficili da superare? A rinunciare a qualcosa che capita di rado nella vita solo perché non era come descritto nella favole? No, non gli avrebbe di certo insegnato quello.
A Baylee, Brian avrebbe insegnato a lottare, anche quando la sua battaglia sembrava essere inutile come quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Gli avrebbe insegnato, soprattutto, che la vera forza non risiedeva in quante parole di rabbia si potevano usare per difendere le proprie idee ma nel perdono. Molti lo confondevano, molti non ne conoscevano a fondo il suo significato: pensavano che appartenesse solamente ai deboli, a coloro che preferivano deporre le armi invece che continuare a combattere.
E perdonare non significava dimenticare, anzi, quei due erano i migliori amici che si sarebbe potuto trovare nel mondo.
Era questo che Brian voleva insegnare a suo figlio e lo avrebbe fatto incominciando a perdonare, per l’ennesima volta, suo padre.
Ed ecco spiegato perché si era ritrovato a correre dietro a Nick pochi istanti dopo che lui gli aveva appena annunciato di non voler più far parte della loro vita.
Chiunque altro si sarebbe arrabbiato ma non lui.
Perché chiunque altro non conosceva Nick nel profondo e, molto probabilmente, avrebbero perso quell’ombra nei suoi occhi. Brian aveva imparato a conoscere ogni ombra e quelle più chiare erano sempre quelle da cui diffidare maggiormente. Erano quelle che meglio si mascheravano, quelle che attaccavano quando ormai ogni difesa era stata abbassata e poi riposta via. Ma erano anche quelle che più facevano male, incuranti di chiunque stesse fra loro ed il loro scopo.
Brian aveva visto quell’ombra così spesso da ormai considerarla una vecchia amica: era il terrore di Nick di diventare un giorno come i suoi genitori, schiavi di un rancore e odio che riversavano non solo sull’altro ma anche sui loro figli.
Ecco perché Nick scappava.
Prevenire, ecco che cosa aveva spinto Nick a dire quelle parole e fare ciò che aveva fatto non qualche secondo prima. Credeva e ne era certo che lasciarli ora sarebbe stato meno traumatico che rovinare tutto fra qualche anno. E solo per quello Brian avrebbe voluto scrollarlo così forte in modo da rimettergli a posto qualche neurone: non solo per la stupida idea del tira e molla ma anche per anche solo pensare di poter assomigliare ai suoi genitori. Se gliene avesse data la possibilità, gli avrebbe fatto l’elenco dettagliato di tutto ciò in cui differiva da loro. E  forse un giorno gliela avrebbe scritta in modo che, semmai avesse avuto qualche dubbio, avrebbe potuto rileggerla ed evitare quelle scene da film drammatici.
Ora toccava a lui, a Brian, prevenire un altro disastro. Perché ne era sicuro, se avesse lasciato fuggire via Nick anche quella volta, non ci sarebbero state più opportunità per loro. Ecco perché gli era corso dietro, ecco perché aveva urlato sperando che lo potesse udire anche con il frastuono del temporale.
“Nick! Nick! Fermati maledizione!”
La pioggia li colpiva entrambi come se fossero al pari di alberi e cespugli; il vento urlava fra le fronde, scompigliando aghi e foglie che ora cadevano come un triste tappeto sopra il cemento del cortile. E fra il blu scuro della notte e il giallo dei lampi, Brian osservava la schiena di Nick e di come i pugni si aprivano e chiudevano. “Nick, ti prego.”
Nick si voltò lentamente, un ciuffo di capelli gli era sceso davanti agli occhi ma anche da quella distanza Brian poteva vedere i suoi occhi scintillare per delle lacrime che non volevano scendere. Non ancora, almeno.
“Perché? Non lo hai mai fatto prima!”
“Perché ho paura.”
La risposta di Brian colse Nick di sorpresa, di quelle che ti colpiscono allo stomaco e lasciano dietro segni dolorosi del loro passaggio. A colpirlo era stato il tono, non solamente quel verbo che raramente aveva associato all’uomo davanti a lui. “Paura?”
Un cenno del capo fu la prima risposta. “Sì. Ho paura che possa essere l’ultima occasione.”
“Dovresti lasciarmi andare. Non ho fatto altro che far del male a te e a Baylee.”
“Ma puoi cambiare. So che puoi. So che lo vuoi.”
“E come? Sai bene che cosa succederà.”
“Hai ragione, so che cosa accadrà. Succederà che finalmente diventeremo una famiglia, succederà che tu diventerai quel padre che hai sempre voluto essere.”
Nonostante fosse la cruda verità – ed era ciò che amava di più in Brian - , Nick non poté evitare il sussulto fisico nel constatare l’implicito messaggio: diventare un padre, cosa che lui, effettivamente, non lo era ancora stato. Aveva finto, si era destreggiato fra ciò che non sapeva e ciò che temeva ma, alla fine, quell’ultima parte aveva sempre vinto, facendolo fuggire via prima di constatare i danni creati. O di crearne.
Ma era tutto così semplice e quando mai nella sua vita aveva trovato la via facile? Così Nick si appigliò all’ultima obiezione rimastogli, quell’unica ragione che era stata la sua arma e il suo veleno.    
“Non voglio deludervi. E sai che accadrà, è praticamente scritto nei miei geni. Con i genitori che ho avuto, rovinare la vita a mio figlio è da mettere in preventivo. Preferisco... – Nick deglutì, evitando quel sasso che voleva impedirgli di terminare quella frase. - ... preferisco andarmene prima di combinare qualcosa di cui non potrò mai chiedere abbastanza perdono.”
Brian non gli diede il tempo di voltarsi. Incalzò con la sua risposta, spinto da quell’adrenalina in cui anche la pioggia sembrava aver perso consistenza fisica, annullata in confronto a ciò che si stava paventando di fronte ai suoi occhi. “No, è proprio grazie all’esempio dei tuoi genitori che non commetterai mai i loro errori.”
“Come fai ad esserne sicuro?” Ribattè Nick, ripetendo quella domanda anche fra sé e sé. “Già, come fai ad esserne così sicuro quando nemmeno io ho idea di che cosa sarei capace di fare? Perché continui ad avere così tanta fiducia in me?” Ma quell’ultima domanda era implicita in quell’unica che aveva pronunciato. Anche se lui conosceva già la risposta, nonostante continuasse a credere di non meritarla.
“Risponderti con “perché ti amo” sembra così perfetta nei film o nelle storie romantiche ma la nostra non è finzione. Ma c’è una verità in quella frase, ti amo e proprio per questo so quanto tu sia diverso da loro. Quanto tu voglia essere differente e quanto la paura ti faccia credere che sia meglio correre via invece che rimanere. Non mi deluderai rimanendo al mio fianco e commettendo errori, come tutte le persone normali. E non lo farai nemmeno cercando un modo per rimettere a posto le cose. Se ora non sali su quella macchina, non mi deluderai mai.”
Un passo in avanti, Nick lo vide avvicinarsi ancora di più e tutto, nel suo corpo, gli stava urlando per fare anche lui quel passo e riunirsi con l’altra parte di se stesso. Non poteva dire che era l’orgoglio a trattenerlo sui suoi piedi, altrimenti non sarebbe mai riuscito a rivelare quelle paure; era stata la vergogna e l’imbarazzo a bloccarlo in una statua, perché fino a qualche istante prima era stato così determinato a giungere fino in fondo al suo piano, senza un minimo dubbio. Ma ogni certezza si era disciolta quando Brian gli aveva intimato di non salire sulla macchina.
“Ma lo farò, Brian. In qualche modo ti deluderò. In qualche modo, deluderò Baylee.”
Un altro passo. La luce gialla di un lampo illuminò per qualche secondo i pochi centimetri che ormai li separavano. “Mi deluderai se mi costringerai a vivere una vita senza di te. Mi deluderai se mi costringerai a spiegare a nostro figlio perché i suoi genitori non stanno insieme o perché non si ricorda che volto ha suo padre. Mi deluderai se costringerai tuo figlio a tormentarsi mentre si domanda se è stata sua la colpa di averti allontanato dalla nostra vita. Ecco come potrai deluderci.”
Ogni sua affermazione era stata sottolineata da un passo: destro, sinistro, destro ed infine sinistro. Due dita si appoggiarono sul mento di Nick, costringendolo ad alzare gli occhi e osservare altre due iridi, di un profondo color grigio. Per qualche istante Nick si lasciò trasportare via da quelle nuvole, sperando di poter incontrare un azzurro più chiaro o un timido segno di sole. Un tuono lo riportò indietro, in tempo per captare le labbra di Brian appoggiarsi sulle sue, una mano appoggiata sulla sua guancia ed un’altra sul suo fianco. Il bacio fu veloce, dolce e tenero come solo quelli di Brian potevano essere ma, dietro a quella semplice apparenza, vi era un desiderio ben più profondo, delirante e pieno di bisogno che accendeva di conseguenza il suo. Prima che la mano di Brian scomparisse dal suo viso, Nick la copri con la sua, cedendo in quella carezza di cui sembrava dipendere per trovare un baricentro.
“Perché? Perché continui a riprendermi?”
Una goccia scivolò sulla mascella di Brian per poi finire fra quel contatto di pelle. Pioggia o lacrime, Nick non riuscì ad identificarla ma lasciò che entrasse dentro di lui.
“Me lo sono chiesto. Mi sono domandato perché non riuscissi ad odiarti o perché continuassi a tornare lì dove avevamo interrotto. L’odio... l’odio è un sentimento potente, è il diretto opposto dell’amore ma i loro confini sono così labili che si sfumano, si intrecciano e, alla fine, non sai esattamente in quale linea ti stai nascondendo. C’erano giorni in cui pensavo di odiarti ma, in realtà, ero solo pieno di rabbia che non potevo sfogare su nessuno e che dovevo tenere chiusa in un angolo affinché Baylee non se ne accorgesse. E quando questa scemava via, tutto quello che rimaneva era la tua assenza e il vuoto che essa creava. Ecco perché continuo a riprenderti: nonostante tutte le ferite che mi hai procurato, nonostante tutte le volte in cui hai preso il mio cuore e lo hai spezzato, sei anche l’unico che si preoccupa sempre di rimetterlo insieme.”
Fino a quel momento, Nick aveva sentito solamente le gocce di pioggia cadere e scivolar poi via dalla sua faccia. Ora, invece, era più che consapevole che vi era dell’acqua calda e leggermente salina in quelle gocce e che esse non stavano solamente cadendo dall’alto, come tutte quelle altre che venivano assorbite dai suoi vestiti: erano lacrime. Nick non cercò di fermarle né ignorò la loro presenza. Si lasciò sfuggire un labile lamento, un “Bri...” spezzato che venne sopraffatto dai rumori della pioggia e dei tuoni, e poi si lasciò cadere nell’abbraccio di Brian, nascondendo il viso in quella spalla che aveva sempre offerto conforto e supporto, anche in quei momenti in cui non li meritava.
In quelle braccia, si ritrovò sorretto in una bolla dove ogni suono era stato lasciato fuori e dove il tempo smetteva di avere un senso. Esso, infatti, era solamente dettato dal ritmo del cuore di Brian e dalla sua voce, limpida e chiara come quel raggio di sole che stava cercando, e da quelle parole che sembravano una promessa troppo solida e accattivante per poterla dimettere come una bugia. Ma non riusciva a comprenderle, fatto insolito. O meglio, non riusciva a distinguerla da quell’altra voce che singhiozzava come se cercasse di far uscire tutte le lacrime racchiuse nel corpo che le aveva ospitate fino a quel momento; era una voce che implorava, chiedeva e pregava di perdonarlo. 
Apparteneva a lui quella voce.
Brian non seppe dire quando entrambi erano scivolati sull’asfalto, ignari delle pozzanghere e senza dare importanza al fatto che si stessero bagnando. Inzuppando, in realtà. Ma poco importava, se non in un minuscolo angolo della sua mente, quella ormai allenata in modalità paterna e perennemente all’erta con tutti i problemi e pericoli che potevano insorgere. Ma anche quella voce venne silenziata perché, in quel momento, tutto ciò su cui Brian riusciva a concentrarsi era l’uomo fra le sue braccia.
L’uomo che gli aveva spezzato il cuore più volte di quanto umanamente fosse possibile, l’uomo che lo aveva pugnalato e poi cucito quella ferita con il regalo più bello che la vita potesse fargli.
L’uomo per cui ancora il suo cuore batteva e i suoi polmoni riuscivano a immettere ossigeno nelle sue vene.
L’uomo per cui valeva la pena continuare a lottare, a sperare e aspettare che un giorno si rendesse di che cosa si stesse buttando alle spalle come se fosse spazzatura.
Quel momento era finalmente arrivato e, come per incanto, la sofferenza si era trasformata in un’immensa dispensa di amore: lo avvolgeva, bloccava il freddo ei brividi e scacciava via, almeno per il momento, le paure e le ansie. Invece, le sue mani continuavano ad accarezzare la schiena di Nick, le sue labbra rimanevano appoggiate alla fronte e vi lasciavano sopra baci e frasi che ruotavano ad un unico significato: “Certo che ti perdono.”.
All’inizio, Nick non lo aveva nemmeno sentito. Intrappolato in quel guazzabuglio di emozioni, tutto ciò a cui si era aggrappato era stato Brian e, nonostante comprendesse che si stava comportando da perfetto idiota considerato che le posizione avrebbero dovuto essere, come minimo, invertite, non poteva o non voleva rinunciare a quelle braccia. Per tanto tempo la paura che Brian non lo riprendesse lo aveva tenuto lontano da quella casa, lontano da ciò che lo aveva sempre sorretto e da ciò che aveva sempre avuto terrore di quanto reale stesse diventando. Ed era bastato un bacio, innocuo e tenero, per cancellarla via.
Dopo un imprecisato periodo di minuti e secondi, le lacrime e i singhiozzi si erano quietati e finalmente, fra un tuono e il picchiettare della pioggia sulle pozzanghere, Nick era riuscito ad udire ciò per cui aveva pregato ogni notte, ogni giorno e ogni ora. E ora che l’aveva ottenuto, il sollievo gli faceva vorticare la testa e l’euforia riscaldava vene ed arterie rese ghiacciate dal freddo.
Fu così che Nick si stacco dal corpo di Brian, alzando di poco il volto e riperdendosi ancora in quegli occhi che sembravano sempre attrarlo ovunque loro fossero. Per qualche secondo, rimase semplicemente ad osservarlo come se fosse la prima volta che lo faceva e, in un certo senso, quell’affermazione era parzialmente esatta: per tutto quel tempo trascorso dalla sua uscita al suo rientro, Nick non era mai riuscito a guardare in faccia Brian quando si erano incontrati per il lavoro o per una semplice visita veloce a Baylee. E ora, ritrovandosi così vicino come mai prima lo era stato, non poteva fermare il pensiero di come avesse potuto anche solamente immaginare di lasciare quell’uomo e quanto vicino fosse stato a perderlo definitivamente. Perché una parte di lui sapeva che quella era l’ultima possibilità, perché anche un’anima come quella di Brian poteva arrivare ad un limite di masochismo prima di cedere completamente.  E lì, davanti ai suoi occhi, c’erano segni che quell’arresa era più vicina di quanto avesse potuto predirre.
L’istinto agì senza che la ragione potesse tenergli freno. La mano sinistra seguì le linee del corpo di Brian, risalendo il petto, incurvandosi nel collo per poi riposarsi sopra la guancia; il pollice accarezzò il labbro inferiore, dando vita ad un brivido che poco aveva a che fare con il freddo. Il gemito, confuso con il suo nome, stava per librarsi dalle labbra di Brian ma Nick non gli diede il tempo di diventare vivo, assorbendolo nel suo bacio. L’altra mano si insinuò dietro la nuca del ragazzo, aggomitolandosi attorno a quei capelli che la pioggia stava trasformando in riccioli e spostando di poco il viso in modo da aver miglior accesso alla bocca di Brian.
Entrambi si sciolsero in quel bacio, entrambi speravano di potersi fondersi ancora in un liquido che si sarebbe tino solamente del fuoco che bruciava dentro di loro. Non erano fiamme di sola passione e desiderio colorato di disperazione, erano anche lampi di un bisogno che li aveva consumati nei lunghi, troppo lunghi, momenti di assenza e di distanza fra uno e l’altro. Erano anche ceppi di nuove promesse che si mischiavano con le ceneri di quelle già fatte, sia esse fossero state mantenute o spezzate; erano rami di una nuova consapevolezza, della voglia di ribadire ad alta voce che i loro cuori si appartenevano e lo avrebbero sempre fatto, anche se tempo e spazio li avesse divisi.  
E quando quel fuoco diminuì di intensità, lasciandoli separare per riprendere aria, Brian e Nick continuarono a stare il più vicini possibili, la fronte appoggiata l’una all’altra e permettendo ai loro sguardi di continuare quel discorso in cui non servivano parole.
Fu Brian il primo ad alzarsi. Nick lo osservò, scrutò quella pelle che risaltava sotto il tessuto della camicia ormai completamente trasparente. In quel modo, i suoi occhi seguirono il movimento del braccio fino a quando non fu steso davanti a lui, la mano con il palmo rivolto verso l’alto.
Un’offerta.
E Nick non l’avrebbe lasciata cadere nel nulla.
Così, ancor prima che Brian potesse dire qualcosa, Nick allungò la mano, stringendola saldamente attorno alla sua. Il sorriso che ricevette in risposta fece sprofondare il suo cuore in un mare caldo.
“Andiamo a casa.”

 

 

 

 

 

 

 

 

**************
I don’t wanna wait until it’s over
I don’t wanna wait until it’s gone
I can’t wait until tomorrow
‘Cause I’ve been waiting until it’s gone
So baby I’m coming home
Baby I’m coming home

**************

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

____________________________________

Buon 2013! E come altro potevo augurarvi un buon nuovo anno se non con una storia?
Questa one - shot giaceva triste e mesta nel mio computer, in attesa dell'ultimo pezzo di ispirazione. Non sapevo se aggiungerci un capitolo, se trasformarla in una storia o che altro. Poi, oggi, ascoltando "Coming Home" di Enrique Iglesias, mi è arrivata l'illuminazione e ho aggiunto parte del testo, perfetto per questa scena. Ed ecco quindi il mio regalo per quest'inzio di nuovo anno, nella speranza che sia FrickFrackoso! ^__^
Auguri! 
Cinzia

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Backstreet Boys / Vai alla pagina dell'autore: mamogirl