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Autore: nonabbastanza    01/01/2013    4 recensioni
- TU! – gli dissi puntandogli un dito contro e uscendo dall’auto – Chi ti ha dato la patente eh? Topo gigio? – continuai quasi urlandogli contro.
- Wow calma bellezza, non volevo. – mi disse con quel sorrisetto strafottente.
- Bellezza? A me? – gli chiesi retoricamente – Senti cocco, mi hai fatto quasi venire un colpo con il tuo sorpasso idiota! –
- Hai bevuto un po’ di candeggina stamattina? O ti sei alzata col piede sbagliato?– continuò lui. Ma cosa voleva?
- Il mio piede sta per raggiungere violentemente le tue natiche.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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« Fra i rumori della folla ce ne stiamo noi due, felici di essere insieme,
parlando poco, forse nemmeno una parola. »

Walt Whitman


 

       
 
Mi aveva sempre irritata la folla.
Fin da piccola avevo sempre odiato i posti affollati, stare a contatto fiato a fiato con le persone non mi era mai piaciuto, e lo stesso valeva per il traffico. Lo odiavo. Stare lì ferma, senza potermi muovere, mi faceva sentire impotente.
Quella mattina avevo scuola, frequentavo l’ultimo anno, per fortuna aggiungerei, e il traffico mi teneva bloccata lì in strada. Ero in ritardo di 10 minuti abbondanti, e il solo pensare alla reazione della professoressa di latino al mio ritardo mi provocava i brividi. Era una donna di ghiaccio, acida e molto, troppo, ligia alle regole.
Mi rincuorava almeno il fatto di essere l’alunna migliore della sua classe, ergo nessuna tortura per me.
A volte essere una secchiona aveva i suoi vantaggi.
Ero quasi arrivata a scuola, mancavano poco, quando un ragazzo in sella ad una moto mi sorpassò a tutta velocità sulla destra. Per scansarlo diedi una sterzata troppo brusca facendo però uscire la macchina fuori corsia, e spaventata tirai il freno. Avevo il fiato corto, gli occhi stralunati e il cuore a mille.
Sentii da lontano il suono della moto farsi sempre più vicino. Il ragazzo che mi aveva quasi causato un infarto scese dalla moto e si accostò al mio finestrino.
Bussò contro il vetro ma io non ero intenzionata ad aprirgli, soprattutto perché non ero ancora capace di intendere e di volere.
Con la coda dell’occhio lo vidi bussare ripetutamente e sbuffare, poi, probabilmente stanco, aprì la portiera.
Perché diavolo avevo dimenticato di chiuderla con la sicurezza?
-          Tutto bene? – mi disse abbassandosi per guardarmi meglio. Io guardavo dritto davanti a me ancora per metà scioccata.
-          Ehi tu! Ci sei? Tutto okay? – continuò sventolandomi una mano davanti agli occhi. Ma chi era? Chi lo conosceva? Mi voltai per guardarlo finalmente negli occhi. E che occhi.
-          TU! – gli dissi puntandogli un dito contro e uscendo dall’auto – Chi ti ha dato la patente eh? Topo gigio? – continuai quasi urlandogli contro.
-          Wow calma bellezza, non volevo. – mi disse con quel sorrisetto strafottente.
-          Bellezza? A me? – gli chiesi retoricamente – Senti cocco, mi hai fatto quasi venire un colpo con il tuo sorpasso idiota! –
-          Hai bevuto un po’ di candeggina stamattina? O ti sei alzata col piede sbagliato?– continuò lui. Ma cosa voleva?
-          Il mio piede sta per raggiungere violentemente le tue natiche. – gli dissi.
-          D’accordo, ricominciamo d’accapo. Piacere, Harry. – mi disse porgendo la mano. Lo guardai attentamente.
Era alto, non molto, ma sicuramente superava di molto il mio metro e sessanta scarso, i suoi capelli erano ricci, sembravano un nido per uccelli tant’erano aggrovigliati, orribili. Era magro, molto, ed indossava un maglione con uno scollo abbastanza profondo da lasciar intravedere l’inizio di un tatuaggio sul suo petto.
I suoi occhi erano verdi, un verde molto intenso, ma potevano benissimo essere scambiati per azzurri.
-          Ha intenzione di tenere quel broncio per tutto il tempo o vuoi almeno dirmi il tuo nome? – continuò lui. Mi ero incantata a fissarlo.
-          Sono Leanne. – gli dissi senza però stringergli la mano.
-          Leanne, bel nome, mi piace. – mi disse sorridendo. Gli si erano formate due fossette ai lati della bocca. Erano deliziose.
-          Vogliamo metterci a discutere sui nostri nomi adesso? – gli chiesi poi cercando di non fissarlo.
-          Sei così acida con tutti o è un trattamento che riservi solo agli sconosciuti? – mi chiese lui infilandosi le mani nelle tasche del jeans e avvicinandosi di un passo.
-          Solo agli sconosciuti montati che fanno sorpassi omicidi. –
-          Come fai a dire che sono un montato? – chiese il riccio.
-          Sesto senso. Illuminazione divina. – risposi scrollando le spalle.
-          Pure simpatica. C’è qualche altra dote nascosta che devo scoprire? – ma cercava di fare il piacione?
-          Nulla che ti riguardi. – risposi per poi salirmene in macchina. Ne avevo avuto abbastanza di mr-sono-figo-ma-porto-la-moto-uno-schifo.
-          Te ne vai? – chiese lui appoggiandosi alla portiera.
-          Così sembrerebbe. – dissi girando la chiave nel quadro dell’auto.
Quest’ultima emise un suono anomalo e poi un piccolo botto, riprovai a girare la chiave ma non partiva. Perché?
Perché tutto quel giorno? Sbuffai dando colpi un po’ qua e un po’ la a quel vecchio catorcio che mi costringevo a chiamare auto.
-          Cos’è? Sei rimasta a piedi? – mi disse il riccio che era rimasto lì a guardare la scenetta ridendo. Odioso.
-          E’ tutta colpa tua! – dissi scendendo dall’auto e andandogli incontro.
-          Frena, frena. Non è colpa mia se la tua auto ha deciso di morire proprio oggi. – rispose con quel ghigno strafottente.
-          E invece si! Se tu non avessi fatto quel sorpasso stupido facendomi finire fuori strada, ora non sarei in questa situazione! – potevo sentire il fumo fuoriuscire dalle mie orecchie.
-          Sei tu che non sai guidare! – continuò lui. Sarebbe finita male, per lui. Me lo sentivo.
-          Cosa? – lo guardai esterrefatta – anche mio cugino di 6 anni sa che non è possibile fare un sorpasso a destra! –
-          Guidavi come una lumaca! Sono stato costretto. – rispose lui tutto placido.
-          Harry, sai una cosa? Vaffanculo. – voltai le spalle per andarmene e dirigermi verso la scuola, tanto mancavano pochi isolati e se mi fossi sbrigata avrei fatto in tempo ad essere presente per la seconda ora.
-          Dove vai adesso? – urlò, ma io continua a camminare senza calcolarlo. Sentii il rombo della moto avvicinarsi, magari era rinsavito, e si sarebbe offerto di darmi un passaggio. Me lo doveva in fondo.
-          Aspetta Leanne! – disse poi fermandosi accanto a me con la moto accesa.
-          Hai dimenticato la borsa. – mi disse sorridendo e porgendomi la borsa.
Rimasi a bocca aperta, senza parole, riprendendomi la borsa. Per la prima volta nella mia vita avevo trovato qualcuno capace di zittirmi.
-          A Presto Leanne. – disse facendomi l’occhiolino e sparendo con la sua moto.
Sbuffai più incazzata che mai.
Aprii la mia borsa per estrarre il cellulare, avevo bisogno di qualcuno che venisse a prendere la mia auto, ma quando lo trovai notai una nota scritta appena 2 minuti prima.
 

Ho sbirciato nella tua borsa e nella rubrica del cellulare
per cercare il tuo numero. Spero che tu non sia arrabbiata.
Se te lo stessi domandando, si, l’ho trovato :)
Ci sentiamo presto Lea!

 
Mi aveva lasciata senza parole, questa volta però, accompagnata da un sorriso sulle labbra.
 
 
 
       .
Un anno dopo.
La spiaggia quel giorno era più bella del solito, eravamo ancora nel mese di marzo e sembrava quasi abbandonata, le onde del mare si infrangevano sugli scogli emettendo un suono rilassante. C’eravamo solo noi due, abbracciati e anche un po’ infreddoliti dalla leggera brezza che si avvertiva.
-          Non si può fermare il tempo? - sussurrai pentendomi subito dopo. Mi era scappato.
-          Perché? – mi chiese lui abbassandosi verso di me.
-          Vorrei rimanere così per sempre. – dissi stringendomi più a lui.
-          Nessuno ce lo vieta. – rispose lui guardando il tramonto.
-          Promesso? – gli chiesi quasi come una bambina. Non mi riconoscevo quando mi comportavo in quel modo, ero una persona forte e sicura, ma lui faceva cadere tutte le mie sicurezze, rendendomi insicura e completamente dipendente da lui.
-          Promesso. – disse lui lasciandomi un bacio sulla fronte. Il tramonto stava quasi per calare e gli ultimi raggi di luce si riflettevano su di noi, mentre un leggero venticello spostava i nostri capelli, così da darmi la possibilità di sentire il profumo della sua pelle.
-          Harry. – lo chiamai all’improvviso.
-          Dimmi. – disse, voltò il capo verso di me pronto ad ascoltarmi.
-          I tuoi capelli sembrano un nido per uccelli. –
-          Ti amo anch’io. – Mi baciò.


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Buon anno a tutti! 
Sono qui, ancora per metà assonnata, con i residui di Capodanno. 
Stavo spulciando le mie vecchie cartelle sul pc e ho ritrovato questa fanfic. 
L'ho modificata, anzi l'ho quasi riscritta daccapo, e poi ho deciso di pubblicarla per festeggiare il 2013,
probabilmente non sarà un regalo molto gradito, ma ci ho provato :)
Un bacione a tutti,
e speriamo che quest'anno sia completamente diverso da quello appena terminato.

                                                                           

  
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