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Autore: i wish i was a british    01/01/2013    5 recensioni
Sapeva di farsi del male da solo, ma voleva continuare, aveva bisogno di parlarle.
Lui sapeva che lei era lì, che lei lo stava a sentire attentamente, faceva sempre cosi quando era viva.
Quattro anni dopo la morte di sua moglie, Louis continuava ad amarla. Aveva continuato di vivere, doveva farlo per Victoria e Larry.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Bondage
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We never say goodbye


 
27 dicembre, Louis non avrebbe mai dimenticato quel fottuto giorno, lo stesso che cambiò radicalmente la sua vita che prima di allora pareva rosea. 
Lui odiava il posto in cui si trovava, in quel momento, era malinconico ma doveva andare, voleva vederla, voleva sentirsi vicino a lei.
 - Ciao Lucy, ti ho portato una dozzina di rose bianche perché so che come dici tu quelle rosse sono troppo sdolcinate.- disse sorridendo amaramente. Si siede per terra, chiuse gli occhi e si lasciò portare dal ricordo della sua amata.
 
- Ciao- disse Louis fermandosi di fronte alla ragazza che osservava da più di tre settimane. Era diventato peggio di uno stalker, ne era consapevole. Si spaventava da solo di quanto era catturato dalla ragazza di cui non sapeva neanche il nome ma di cui aveva imparato a memoria i gesti. Ad esempio quando era nervosa continuava mordersi l’intero guancia. Quando era felice teneva le mani sempre occupate ad arricciare i lunghi capelli scuri.
- Ah … ciao.- rispose la ragazza cercando di sorridere. Era sorpresa, ma anche un po’ spaventata del ragazzo sconosciuto.
Era la prima volta che Louis sentì la sua voce. Se la era immaginato milioni di volte la mattina quando si svegliava di augurargli buona giornata o la sera prima di addormentarsi. Non aveva mai pensato che ci fosse una voce più bella di quella di sua madre, ma a quanto pare ce n’era, la voce della ragazza era angelica, pura, fresca e fievole, ma nello stesso tempo determinata.
Rimase come un ebete a guardare i suoi occhi che lo guardavano curiosi alla ricerca di scoprire chi fosse. Lo sguardo della ragazza era intenso pieno di stupore, ma non trasmetteva paura.
Era cosi perso nei suoi occhi che non era sicuro chi fosse veramente lei, magari una dea, angelo o una cosa divina. Louis non ricordava più il proprio nome, sembrava che lei gli avesse fatto una forte magia, ma quella stregoneria gli piaceva.
- Mh … Ciao.- ripeté il moro con voce esile. Oltre a non ricordarsi il nome, non riusciva a parlare. Era messo proprio bene.
- Cos’è non sei inglese e sai solo dire Ciao?- chiese la ragazza ridendo leggermente.
Ecco la sua risata sembrava la campanella del paradiso. E se fosse davvero morto?!?
- No.- disse Louis ridendo alla sua idiozia. Si trovava davanti alla ragazza che aveva occupato la sua mentre e cosa faceva? Niente.
- Hai un nome?- chiese la mora alzando un sopracciglio.
Louis pare ubriaco dalla bellezza della ragazza e non sentì la domanda.
- Sei inglese e mi capisci, allora hai perso la memoria?- chiese la mora divertita dalla strana situazione in cui si trovava.
Non tutti i giorni le capitava di essere fermata da uno sconosciuto per lo più in mezzo della strada. La maggioranza delle persone si sarebbero intimorite e addirittura sfuggite, ma lei no. Suo padre le aveva insegnato come difendersi, senza dubbio se le aveva insegnato.
- No … Io sono Louis.- disse il ragazzo grattandosi la nuca per lo sconforto che si era creato.
Cosa aveva immaginato, che le sarebbe piazzato davanti e si sarebbero subito messi a parlare? Doveva approvare la dura verità. Aveva fatto una cattiva impressione. 
- Ciao Louis.- disse la mora allungando la mano verso il ragazzo.
Dalla bocca della ragazza pure il suo nome suonava bello. Quel nome che aveva tanto odiato a causa della sua semplicità. - Mi chiamo Lucy.- proseguì la ragazza.
Louis le strinse la mano pauroso, temeva di svegliarsi e ritrovare di aver sognato di nuovo parlare con lei.
- Allora Louis come mai mi hai fermato?- chiese Lucy.
Solo in quel istante Louis si rese conto della rosa che teneva nella mano dietro la schiena.
Non sapeva se sarebbe stata una bella idea regalargliela, magari lei lo avrebbe preso per uno psicopatico, ma lui non riusciva più a starle lontano, aveva bisogno di reagire.
Raccolse tutto il coraggio che aveva e le posò il fiore.
La ragazza esaminò bene Louis. Doveva ammettere che era un bel ragazzo. Gli occhi azzurri creavano un bellissimo contrasto con i capelli biondo scuri. Le guance erano leggermente arrossite dandogli l’aria di un bambino. Lei calò lo sguardo notando la rosa rossa che il ragazzo teneva verso lei.
- Ah grazie Louis. E’ bellissima, ma ti dire che non sono un amante delle rose rosse. Sono un cliché. Ogni ragazzo cerca di attirare l’attenzione della ragazza che gli piace con una rosa rossa.- disse senza preoccuparsi tanto, è sempre stata molto diretta. Lucy era una ragazza filosofica, il suo intelletto è sempre stato al secondo posto per i ragazzi. Tutti credevano che lei sia stupida e questo le dava molto fastidio. Guardò il suo orologio e con afflizione notò che doveva andare via. Aveva promesso a suo padre di pranzare insieme. - Adesso devo proprio andare. Sono sicura che la prossima volta recuperi.- continuò lei donandogli un sorriso.
Il ragazzo la vide allontanarsi di fretta. Per un secondo si sentì vuoto, ma poi tornò a ripensare all’ultima frase della ragazza., ci sarebbe stata una seconda volta.
Questo era sufficiente per alimentargli le speranze.
 
- Preferisco spostare le tue ciocche di capelli dalle fronte che le foglie cadute sulla tua tomba.- disse rimuovendo infastidito le foglie.
- Lucy, ricordo il tuo nome. - disse sorridendo alla foto della ragazza sul tumulo.
 
- Louis ti amo.- disse Lucy abbracciata al suo ragazzo sul letto.
Louis aspettava quelle parole da tempo, quella frase era il suo desiderio più grande. Quella mancanza della frase che ha voluto sentire era piena, si era finalmente avverato tutto quello che desiderava.
Louis l’amava, senza dubbio amava Lucy. 
Era affascinato dalla ragazza la prima volta che si era perso nei suoi occhi scuri. Louis l’amava più di se stesso.
- Anch’io ti amo Lulu.- dichiarò chiudendola forte tra le sue forti e rilevanti braccia.
- Lulu?- chiese la mora alzando la testa in direzione di Louis.
Non ci poteva credere, aveva fatto l’amore, lei gli aveva manifestato cosa prova e lui si prendeva gioco di lei dicendo un altro nome.
- Lili?- continuò il ragazzo con fare il meditabondo.
- Adesso Lili?- chiese Lucy. Era ufficiale, lui si era preso gioco di lei. Lui l’aveva sono utilizzato per soddisfare i suoi bisogni. 
Lucy cercò di alzarsi, ma le forti braccia di Louis glielo vietarono.
- Lucy, non riuscirò mai a dimenticare il tuo nome.- disse sfiorandole i capelli scuri.- Hai inciso bene il tuo nome nel mio cuore.- continuò il ragazzo baciandole la testa e posando la mano sull’altezza del proprio cuore. - Lucy, ti amo.
La ragazza nel udire quelle parole, cosi pure, le scese una lacrima. Alzò il viso verso Louis e fece affogare i suoi occhi nei quelli azzurri del ragazzo.
Lui le sorrise e le si accostò per combaciare lentamente le sue labbra con quelle della ragazza. Non si erano mai dati un bacio cosi pieno di commozioni, forse per la paura che l’altro non ricambiasse i sentimenti.
Solo in quel istante Louis si rese conto che poteva dire che Lucy è sua.
Finalmente sua. Louis e Lucy. 
 
Il moro sorrise al ricordo dei loro primi ti amo. Sul suo volto si fece spazio una lacrima che cercò di asciugare all’istante con la mano come se Lucy la potesse vedere.
- Lucy mi ricordo il tuo compleanno.- disse toccando la foto di sua moglie.
 
- Buon Compleanno Amore.- disse Louis rientrando nella loro camera con un vassoio pieno di cibo che aveva preparato da solo.
Lucy dormiva placida sul colossale letto matrimoniale. 
Louis la trovava bellissima. Tutti dicevano che la donna diventa più bella nel corso della gravidanza ed era vero. Lucy era diventata da un angelo ad una cosa mai prima esistita sulla terra.
Dopo due anni Louis non riusciva a comprendere come il suo amore verso sua moglie continuava a aumentare giorno dopo giorno.
Lui la esaminava con attenzione. La pancia piatta era scomparsa, ma a lui andava più che bene. Il seno era aumento e lui era contentissimo. Le gambe snelle erano sostituite con più paffutelle, ma lui li adorava comunque. Lui amava la creatura che cresceva in lei. Il loro primo figlio.
Louis era al settimo cielo, sarebbe diventato presto padre e la madre del suo figlio sarebbe stata Lucy. 
Lui desiderava che il loro bambino fosse uguale alla madre sia fisicamente che caratterialmente e magari con la stessa passione per l’arte.
Louis guardò in giro e sorrise. Guardava i dipinti fatti da Lucy.
Lei aveva rinchiuso i loro ricordi.
Posò lo sguardo sullo specchio pieno di loro foto. Sorrise.
Sorrise sapendo che ci saranno molte altre foto saranno aggiunte.
Si voltò di nuovo verso Lucy, lei era lì e lo guardava. Lei guardava il suo tutto.
Il suo amore, la sua vita, il suo presente e il suo futuro, perché lo sapeva, Louis ci sarebbe stato sempre per lei.
Lucy aveva paura che tutto questo sogno può essere spezzato. Aveva paura che un giorno Louis si sarebbe stancare di lei.
Il ragazzo le sorrise e andò verso lei. Si abbassò alla sua altezza, le baciò la punta del naso sussurrandole ‘Buon Compleanno’ perno emozioni, si amore. 
Lucy sentì un movimento nella pancia, un calcio se non si sbagliava, era il loro bimbo. Faceva sempre così quando il padre baciava sua madre.
‘Il bambino non ancora nato ma con carattere’ pensava sempre Lucy.
Louis capendo cosa ha fatto il bambino, sorrise e la baciò di nuovo. Non si volevano allontanare. 
Louis e Lucy si sentirono per la prima volta una famiglia.
 
- Lucy, ti ricordi la collana che mi avevi detto di dare a Victoria al suo decimo compleanno? Glielo data la settimana scorsa, era felicissima. Le manchi tanto Lucy, manchi a tutti.- appoggiò la schiena sulla tomba fredda della moglie.
- Ti ricordi quanto tempo ci abbiamo messo a decidere il nome di nostro figlio? Alla fine tu sei uscita con Larry.- disse ricordando quando avevano dato la notizia ad Harry e di quanto il suo amico era felice.- Mi sembra che è stato ieri, invece era cinque anni fa.- continuò girandosi verso sua moglie.
- Tua madre viene ogni due a visitarci, parla di te ai bambini. Larry era troppo piccolo quando te ne sei andata e non si ricorda di te, ma Victoria ogni sera gli fa vedere le tue foto. Quando ne parlano di te io vado in camera nostra. Non riesco a reggere quando i bambini fanno cosi.
Sapeva di farsi del male da solo, ma voleva continuare, aveva bisogno di parlarle.
Lui sapeva che lei era lì, che lei lo stava a sentire attentamente, faceva sempre cosi quando era viva.
Quattro anni dopo la morte di sua moglie, Louis continuava ad amarla. Aveva continuato di vivere, doveva farlo per Victoria e Larry.
Ogni giorno quando guardava Victoria pensava a quanto era simile a sua madre.
Tutte e due avevano una passione per l’arte come aveva desiderato lui stesso, Victoria e Lucy erano due gocce d’acqua.
Questa gigantesca somiglianza lo uccideva lentamente giorno dopo giorno. Victoria cresceva e lui moriva.
- Sai Lucy, Victoria parla spesso di te.- disse sorridendo.- Perché l’hai lasciata a soli sei anni? Perché hai lasciato Larry a otto mesi? Perché ci hai lasciato Lucy? Perché?- chiese Louis scorrendo una mano sul volto ormai bagnato di lacrime.
Lui era lì, sulla tomba della persona che amava più di se stesso a versare lacrime di dolore.
Esse cadevano lentamente sul viso che Lucy amava tantissimo, lo stesso che riempiva di baci di prima mattina.
Gli occhi che lei adorava vederli sorridenti con le piccole rughe ai lati erano tristi. Non sorridevano sinceramente da quattro anni. Soffrivano.
Le mani che la accarezzavano adesso stringevano fortemente i capelli del ragazzo.
La bocca che tempo fa era sempre piegata in un bellissimo sorriso faceva uscire dei piccoli singhiozzi.
Louis era cambiato, non era lo stesso.
Lucy era li e lo guardava, voleva andare da lui e abbracciarlo, dirgli che è sempre stata con lui.
Voleva dirgli che aveva percorso tutte quelle miglia che li separavano per stare con lui ad ascoltarlo come faceva sempre.
Lei soffriva. Provava dolore, non fisico come quello che provava a causa del cancro. Quel dolore che provava in quel istante nel vedere Louis piangere era più forte, era immenso.
Lucy malediceva il cancro. Era colpa di quella malattia se non poteva crescere i suoi figli con il suo Louis.
- Mi dispiace. Mi dispiace Lucy.- disse Louis continuando a tenere la testa tra le mani. Non aveva più forza. Voleva morire con lei. Voleva stare con la sua Lucy.
- Quel giorno non volevo litigare con te. Mi dispiace Lucy.- continuò Louis tra i singhiozzi.
Lucy sapeva a quale giorno si riferiva Louis. Se lo ricordava benissimo.
 
Erano i suoi ultimi giorni. Lucy era finalmente riuscita a convincere i dottori a tornare a casa. Nn voleva passare il Natale all’ospedale nemmeno voleva morire in quel posto.
Era stesa sul letto intenta a guardare Louis a mettere a posto i suoi vestiti.
Quanto lo amava? Se rispondesse tanto, sarebbe stato poco a dire.
- Louis?- chiese con tutte le forze che aveva. Ne aveva pochissime, il cancro in tre mesi si era preso tutto da lei, in effetti la parola che disse risultò come un sussurro.
Ma lui, il suo lui, la sentì e venne subito verso lei.
- Dimmi Lucy.- disse Louis sforzandosi a sorridere.
Lucy notò che era fiacco. I suoi occhi erano gonfi e sotto di essi si facevano spazio grandi occhiaie.
La ragazza sapeva che lui non dormiva la notte, perché temeva che quando si svegliasse lei non fosse stata più.
Lucy si sentiva in colpa, aveva rovinato la vita al suo Louis.
- Promettimi una cosa Lou.- disse battendo la mano sul letto, segno che il ragazzo si doveva sedere.
Louis si avvicinò lentamente alla sua Lucy e cercò di sedersi il più vicino possibile ma senza darle fastidio. 
- Lou promettimi- iniziò Lucy con prendere la sua mano- che quando morirò tu troverai una altra donna.
Le faceva male dire quella frase, ma sapeva che se non lo avrebbe fatto lui non continuerebbe mai la sua vita con un’altra donna.
Louis sentendo quella frase si alzò di scatto. Non voleva pensare che lei se ne sarebbe andata. Non lo voleva accettare. La sua amata sarebbe stata sempre con lui.
Si allontanò da lei, doveva lasciar passare in qualche modo la collera. Andò verso il tavolo e gli diede un forte pugno. 
- No.- gridò- Basta.- continuò.
Le aveva sempre chiesto di non parlare nella sua presenza alla morte. Lei non sarebbe morta.
Aveva due figli e un marito che non doveva lasciare.
Louis gettò tutto dal tavolo per terra sperando di lanciare lontano con gli oggetti pure i problemi, la malattia di Lucy.
Perché lei voleva fargli questo?
- Louis …- bisbigliò Lucy. Non lo aveva mai visto cosi arrabbiato. Sapeva che non avrebbe mai alzato le mai su di lei. Non aveva paura per se stessa, ma di quello che potrebbe fare a se stesso.
- Mai Lucy. Non avrò altre moglie. Basta!- disse avvicinandosi a lei.
Louis aveva gli occhi lucidi e rossi. La voce era rotta dal pianto. Le sue mani tremavano come tutto il corpo.
Il ragazzo, ormai uomo di mise davanti a lei. Si abbassò accanto al letto e poggiò i gomiti sul letto. Prese le mani di Lucy e le baciò.
La mani che il ragazzo amava non erano più cosi calde, il calore si stava spegnendo con la vita della ragazza. Lucy decedeva. Non in quel momento, ma tra qualche giorno se ne sarebbe andata.
Lucy face un po’ di spazio a Louis e lui si sdraiò accanto a lei. Il ragazza appoggiò la teta sul petto della sua amata e si mise a giocare con le sue mani. Lei invece accarezzava i capelli biondi del ragazzo. Cercava di cogliere l’attimo, il suo odore, la posizione.
- Louis ascoltami- iniziò la ragazza guardando in avanti, sembrava guardasse il futuro di suo marito- Amore io morirò.- Louis sentendo quella frase la strinse più forte, non voleva lasciarla.- Lou tu troverai una ragazza che ti farà sorridere che ti amerà- continuò Lucy. Le fu molto difficile immaginarsi il suo ragazzo con un’altra.
- No, no, no- ripeteva Louis singhiozzando. “Tutto è un incubo” si ripeteva mentalmente.
Sperava di svegliarsi e ridere con sua moglie sul stupido sogno.
- Louis non essere egoista. Fallo per i bambini. A loro servirà una madre che può consigliare, amare e a te una donna che ti starà accanto.- disse lei continuando a sfiorare i capelli del ragazzo. In risposta sentì dei singhiozzi più forti da parte di Louis.
Lei alzò il so mento e lo guardò dritto negli occhi con estrema dolcezza.
Louis osservò lo sguardo di Lucy, tutta quella vivacità in cui si era innamorato non c’era più traccia, c’era solo stanchezza e tristezza. Gli occhi della sua amata aerano spenti.
- Promettimelo Louis, prometti che un giorno ti risposerai.- disse guardandolo seria.
Lei voleva la sua felicità, voleva vederlo felice.
Louis annoi, era l’unica cosa che potevo fare per accontentarla. Non voleva farlo.
- Grazie Lou- disse Lucy facendo spuntare un sorriso spento- Adesso dormiamo sono stanca.- disse e lo baciò sulla punta del naso- Ti amo Lou, ti amo davvero tanti- finì la ragazza chiudendo gli occhi.
- Anch’io Lucy.- chiese gli occhi pute Louis. Gli sarebbe mancato tanto.
 
- Ti ricordi la mia promessa, vero Lucy?- chiese Louis piegandosi in due accanto alla tomba della ragazza- La stessa di quattro anni fa.
Louis non poteva crederci di quanto è stato stupido promettere che l’avrebbe dimenticata.
- Sono passati quattro anni e non l’ho mantenuta. Mi dispiace.
Il ragazzo si sentiva in colpa, odiava quella stupida promessa.
- Perché Lucy? Perché vuoi una cosa del genere da me? Non sarò mai pronto.
Louis non voleva un’altra donna al posto di sua moglie. Voleva esclusivamente Lucy.
- Va bene Lucy. Cercherò un’altra, ma non ti prometto che l’amerò come ho amato te. Non puoi chiedere una cosa del genere da me.
Dopo le parlò di una ragazza, la babysitter dei bambini. Cherise. Era freddo, non parlava con amaro, non come parlava della sua Lucy.
Invece lei era lì e lo ascoltava, le faceva male sentirlo parlare di Cherise, ma sapeva che era una buona persona.
- Mille bugie mi hanno reso più freddo- disse Louis dal punto in bianco- Tutti mi chiedono come sto e io ogni volta rispondo bene. Bugia.- borbottò schiaffeggiandosi il viso.
- La tua perdita mi ha reso più vecchio. Sono contento che non mi puoi vedere.
Invece Lucy era lì e lo guardava. Lo amava così come era.
- Sono qui senza di te amore, ma tu sei ancora nei miei pensieri solitari.
Louis guardava dritto, lì c’era lei, ma lui non poteva vederla.
- Come hai detto devo iniziare una nuova e lo farò. Solo per te.- disse Louis la frase che Lucy voleva tanto sentire. Fu molto strano.- L’inizio di questa nuova vita non porterà via il mio amore verso di te, Lucy. Sappilo
Ecco altre lacrime rigavano il viso di Louis. Lui sentiva che lei era lì in effetti sorrise. Sentiva il suo calore.
Lucy moriva di nuovo. Louis avrebbe iniziato di nuovo la sua vita. Una nuova vita senza di lei. Come aveva voluto lei.
Le scese una lacrima. Lui era pronto, lei pure, era arrivato il momento di separarsi.
- Ti amo Louis - sussurrò la ragazza andando verso il moro e gli accarezzò la guancia ricoperta di uno leggero strato di barba.
- Ti amo Lucy- rispose Louis, come se avesse sentito le parole della ragazza.
Lei sorrise. Un’altra lacrima si fece spazio sul volto angelico. Si abbassò e gli baciò la fronte. Dopo si girò e se ne andò con la lacrima che scendeva. 
 
 
 
 
 
Salve è la prima OS che scrivo
Se devo essere sincera non mi convince
Lasciatemi qualche recensione che pensate che sia ‘decente’ 
E mi consigliare lasciarla o cancellarla 
A me non piace come è usciva
Ma ho deciso comunque di pubblicarla 
Non staro qui tanto a rompervi
BUON ANNO 
Anno. Una serie di trecentosessantacinque delusioni.
ahaha no scherzo, non sono pessimista
anno. nuovo amore
ciao e grazie di aver letto 
by Jenny
   
 
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