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Autore: nyere    01/01/2013    10 recensioni
“Dio che culo..” sussurro incantata. Lui si alza e mi guarda preoccupato “Etienne, posso dormire tranquillo o devo chiudere la porta a chiave? Sai, ho paura che tu possa stuprarmi.” Divento color porpora, mi ha sentita, porca puttana.
Rido imbarazzata e mi gratto un braccio. “Conor, stavo solo facendo degli apprezzamenti..”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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three days to fall in love with you.


 

 
Okay Etienne, respira.
Il sole è alto, non fa eccessivamente freddo e non hai il ciclo. L’unico problema è tutta questa gente che ronza in casa tua da due giorni, perché non sarai tu a doverti sposare, ma tuo fratello Edward.
Sì, quel grandissimo imbecille di mio fratello a cui è venuta la stragalattica idea di iniziare i festeggiamenti tre giorni prima del grande evento.
Fanculo, in che famiglia di cretini sono capitata?
Guardo il biglietto che ho in mano: Edward John Red e Christine Anne Simpson sono lieti di invitarvi alle loro nozze..
“Signorina!” la voce di una domestica interrompe la mia lettura. “Cosa c’è?”  si sistema l’uniforme e “Sua madre la sta cercando!” Annuisco e le sorrido. “Grazie.” Lei gira i tacchi e continua a sistemare la casa.
Attraverso il corridoio della villa e arrivo davanti alla stanza di mia madre. Busso e sento la sua voce che mi dice di entrare.
“Mamma, volevi parlarmi?” mi chiudo la porta alle spalle e lei si gira verso di me sorridendo. “Tesoro, ho notato che non hai un accompagnatore per il matrimonio di tuo fratello.” La guardo prudente, so già dove vuole andare a parare.
“Sì.. e quindi?” lei mi sorride serafica. “Io avrei pensato a qualcuno. Ricordi la mia migliore amica?” annuisco cauta. dio mio, non avrà mica pensato.. oh no, tutto ma non lui. “..suo figlio Paul potrebbe accompagnarti.” Sbarro gli occhi.
“No, no, no!” scuoto la testa contrariata all’affermazione di mia madre. “non se ne parla, Paul non sarà il mio accompagnatore al matrimonio.” Lei storce la bocca. “Ma perché Etienne? È un ragazzo così carino.. e poi sarebbe perfetto per te.” Sì, certo. Perfetto.
L’unico ricordo che ho di quell’elfo rosso risale a dieci fa..


“Etienne, lui è Paul.” La bambina con le lunghe treccine brune e il cappottino grigio osservava quel buffo maschietto dai capelli rossicci scomposti da dietro la gamba della mamma, le guance arrossate e gli occhi azzurri che la guardavano sfacciati.
I genitori li lasciarono soli a giocare con la neve, ma Paul dopo averla guardata a lungo le diede un pizzicotto ed si allontanò per giocare con Edward, il suo fratellino, lasciandola sola. La piccola Etienne iniziò a piangere silenziosamente, non si era mai sentita così rifiutata come in quel momento.



Mi riprendo da quella scena e “E’ antipatico e montato.” decreto piccata, lei sospira.
“Ma tu non hai un ragazzo o un accompagnatore. Dai, cosa ti costa?” alzo gli occhi al cielo, e se fosse cresciuto peggiorando? Chi mi dice che sia migliorato? E se magari è un cesso ambulante? E poi diciamocelo, ho sempre odiato quel neo sotto l’occhio sinistro.. La voce di mia madre interrompe i miei pensieri. “Dimmi che ci hai ripensato tesoro.. e poi ho già mandato un messaggio di conferma a sua madre.” Spalanco gli occhi e la fulmino con lo sguardo. Cosa? Cosa? COSA?
“Mamma, io non ti ave..” mi liquida in fretta con tono dolce, uscendo dalla stanza.
“Brava Etienne, hai fatto la scelta giusta.” Sbuffo arrabbiatissima e mi lascio cadere sulla poltrona lì di fianco, ho come l’orribile presentimento che questi saranno i tre giorni più stressanti e lunghi della mia vita.

 


Sono nell’entrata di casa, sbattendo ritmicamente un piede che va a braccetto con il tic che ho all’occhio destro.
Quando cazzo arriva questo Maynard? Già dovrò sopportarlo per troppo tempo, ora ci manca che arriva in ritardo e inizia a blaterare scuse e .. Un dito mi bussa sulla spalla.
Mi giro nervosa per colpa di quel coglione che non è ancora qui, ma mi blocco, sciolgo i nervi e sorrido maliziosamente quando vedo il figo da paura che mi sta davanti.
Alto, capelli castani-rossicci, con un bel fisico. Indossa dei jeans stretti che gli fasciano il culo, una t-shirt bianca con sopra un blazer rosso, le air force bianche e dei ray ban neri, dio mio, posso infiocchettarlo e metterlo nella calza della befana? Alla fine manca davvero poco all’epifania, mi piacerebbe riceverlo come regalo. La mia bocca si apre prima che possa controllarla e le parole escono fuori.
“Ciao bellissima creatura, io sono Etienne, fammi ciò che vuoi.” .. aspetta. Minchia ho detto? Ho appena invitato uno sconosciuto a scoparmi violentemente come se nulla fosse.. Bene, molto bene.
Lui ridacchia e si toglie gli occhiali da sole, lasciando intravedere degli occhi azzurri meravigliosi e un neo.. sotto l’occhio sinistro.. Oh.. no. Merda, cazzo, culo, troia!
Mi sento svenire, aiutatemi. Non lo vedo da dieci anni e la prima cosa che gli chiedo è di portarmi a letto. Deglutisco e mi passo una mano nei capelli, ridacchiando nervosa.
“ciao Paul.” Dico con una voce stridula e da gallina, molto diversa dalla mia.
Lui scuote la testa e “puoi chiamarmi Conor, non uso più il mio secondo nome.” Oh dio, che voce. Ora lo porto in un angolo buio, lontano dagli occhi di tutti e lo stupro, ho deciso. Respiro profondamente e “ciao Paul.” Ripeto con voce da gallina.
scoppia a ridere e “Ciao a te, Etienne. Sei cambiata parecchio da dieci anni fa.” Dice suadente.
mi gratto la nuca imbarazzata “beh, non ho più le treccine e ho messo dei centimetri..” annuisce con un sorrisetto sulla labbra e si schiarisce la voce. “Vuoi mostrarmi la stanza? Mia madre è ferma a parlare con la tua e sono certo che non si smuoveranno da lì per un po’.” Annuisco ancora imbambolata e mi giro nella direzione opposta, iniziando a salire le scale di fretta, portandolo nella stanza degli ospiti.
Entra e si guarda intorno, mentre io sto appoggiata allo stipite della porta. poi si piega a infilare la valigia sotto il letto.
Dio che culo..” sussurro incantata. Lui si alza e mi guarda preoccupato “Etienne, posso dormire tranquillo o devo chiudere la porta a chiave? Sai, ho paura che tu possa stuprarmi.” Divento color porpora, mi ha sentita, porca puttana.
Rido imbarazzata e mi gratto un braccio. “Conor, stavo solo facendo degli apprezzamenti..” gli sorrido amorevole e lui ricambia terrorizzato.


 
Le serate che precedono il matrimonio si festeggiano di sera, ognuna con una festa diversa dall’altra. Quella di stasera riguarda i personaggi famosi. Io sono travestita da Demi Lovato, e dio, sono una figa, o meglio, Demi lo è.
Mi sistemo meglio il vestito nero luccicoso,  indosso la parrucca bionda e do le spalle allo specchio, uscendo dalla stanza.
Dopo la figuraccia che ho fatto sono stata un po' con Maynard, ed ho scoperto che è simpatico e meno montato di quanto ricordavo.
Arrivo alla fine del corridoio e busso alla porta. “Avanti!” la apro e sbircio dentro.
Conor è davanti allo specchio, si sta sistemando la parrucca mora e i ray ban da vista. Ha un completo semplice, grigio scuro, con la camicia bianca e la cravatta nera. L’ho costretto a travestirsi da Joe Jonas. Amo jemi, scusate.
Deglutisco, fortemente provata dal saltargli addosso. “Ehi, sei pronto?” lui si gira e quando mi vede sorride, oh merda. Che figo da paura. prende il cellulare e se lo infila in tasca per poi venire verso di me. “Andiamo pure, Demetria.” Gli sorrido dolcemente e “Stai bene vestito così, Joseph.”
scendiamo di sotto dove sono gli altri e dopo essermi guardata intorno mi blocco di colpo. Tiro la manica del mio accompagnatore. “Quelle sono le nostre madri per caso?” indico con l’indice le due donne davanti a noi, una travestita da Jennifer Lopez e l’altra da Nicki Minaj. Hanno due culi impressionanti. Cosa diavolo hanno usato per crearli? Conor ride divertito. “Si, credo siano loro.”
Lo trascino con la forza verso il tavolo dove sono sedute, ora posso distinguerle. “Mamma?” chiedo preoccupata. Nicki Minaj si gira.
“Ehi teshoro mio! Dimmi puuure! Ti sherve qualchosha?” sollevo un sopracciglio, notando che sono completamente ubriache. Le tolgo il bicchiere dalle mani, poggiandolo sul vassoio di un cameriere che mi passa di fianco e le accarezzo la parrucca bionda.
“Che ne dici di smetterla con l’alcool?” lei aggrotta le sopracciglia. “Ma tuo padre dishe che le migliori schopate le fasshiamo quando shono ubriaca..” oh dio. Non è che ci tengo tanto a informarmi della vita sessuale dei miei genitori..
“Okay mamma, allora divertiti. Solo.. attenta con quel culo enorme, potresti urtare qualcosa o qualcuno.” Lei annuisce e sorride, per poi mi attirarmi a sé, abbracciandomi stretta e parlando a voce troppo alta. “Hai visto? Cosha ti dishevo shu Paul? Tua mamma ha shempre ragione! E’ davvero un ragassho perfetto.. potreshte anche farshi un nipotino, shi teniamo tanto shapete?..” estendo lo sguardo, Jennifer Lopez sta annuendo convinta. “She vi shervono, i preshervativi shono in camera mia!” poi si stacca e inizia a ridere.
Guardo esasperata e imbarazzata Conor, mi giro e inizio a camminare di fretta, non so nemmeno io dove. Esco fuori da una porta finestra e raggiungo la terrazza sul retro della casa. Mi siedo su una sedia e respiro profondamente. Sono destinata a fare figuracce, è una condanna, ucciderò mia madre dopo il matrimonio, me lo sento.. “Etienne?” mi irrigidisco di colpo sentendo che Conor si è seduto vicino a me.
Lo guardo dispiaciuta e inizio a gesticolare e parlare a raffica. “Scusa per mia madre, è solo che è ubriaca. E poi sia chiaro, sono troppo giovane per avere figli, non voglio avere un esserino dentro, non ancora almeno. Oddio, ma ti immagini me incinta? Mangerei kit kat fino allo svenimento, diventerei una balena che cammina su terra e avrei la schiena storta considerato il pallone che avrei al posto della pancia. E poi il dolore che dovrei subire durante il travaglio, considerando che potrei perdere sangue a fiumi e urlare come Goku che diventa un super sayan di quarto livello..” smetto di parlare.
Lui scoppia a ridere. “Hai bisogno di una distrazione.” Sospiro esasperata e abbasso la testa mugugnando. “O magari di cancellare la memoria.” Conor ridacchia. “Etienne?” alzo lo sguardo e faccio per rispondere, ma un paio di labbra mi hanno interrotto e messo a tacere. Ho gli occhi aperti e ci metto qualche secondo a capire cosa sta succedendo, ma subito dopo mi stringo a lui, cingendogli il collo con le braccia. Sa di caramello, è una cosa strana per un ragazzo. Il caramello è troppo dolce, ma su di lui è buono.
Quando si allontana, lo sento ridacchiare. “Era l’unico modo che avevo per zittirti..” aggrotto le sopracciglia, perplessa. “Mi hai baciato solo per farmi stare zitta?” sorride. “E’ uno dei motivi. Un altro è perché non ti volevo sentire parlare di donne partorienti..” grandioso. Ho appena avuto un esperienza da ‘prendimi qui ora e subito’ e il suo equivalente è una pacca sulla spalla. Si alza ed inizia ad allontanarsi. “Oh.. Etienne?” lo guardo arrabbiata, sorride e rientra in casa. “L’ho fatto perché lo volevo anche.”
 

Seconda serata. Una semplice festa con i parenti e gli amici più stretti. Ma perché diamine non posso rimanere a letto a guardare una commedia americana ingozzandomi di patatine al formaggio?
Sbatto ripetutamente la testa sul tavolo dove sono seduta. Una mano si poggia sulla mia schiena. “Dai Etienne, non fare così. restiamo un altro po’ e poi li liquidiamo.” Mi rizzo di scatto e guardo Conor.
Perché non posso avere un ragazzo come lui? È così carino.. abbasso lo sguardo sul vestito che indosso. È semplice, sotto è di stoffa verde e sopra è ricamato con il pizzo nero, senza spalline, stretto in vita e si allarga sui fianchi. Conor invece si è limitato a un jeans e una camicia nera.. inutile dire che è figo anche vestito così.
“Nipote! Ti ho cercata dappertutto!” zia Sally mi sorride, ma poi lascia scivolare lo sguardo su Conor e sbatte le ciglia finte, accavallando le gambe e cercando di apparire il più seducente possibile.
“Ciao bocconcino, tu devi essere Paul. Sai.. Etienne mi vuole tanto bene e condivide tutto con me, anche i fidanzati.” La mano di Maynard scivola di colpo dalla mia schiena, lo vedo irrigidirsi e tirare le gambe più possibile sotto la sedia.
“Zia, non terrorizzarlo, ti prego.” Stringo il braccio di Conor e lo avvicino a me.
Lei schiocca la lingua al palato. “Ma è così carino.” Sollevo un sopracciglio e scuoto la testa. “Lo so, ma non te lo cedo.” Storce la bocca e ci riflette un attimo, poi schiocca le dita, illuminata.
“Ti compro la nuova Porsche.” Rido e do un bacio sulla guancia al mio accompagnatore, che è pallido come un lenzuolo. “Zia, ti voglio bene, lo sai. Ma Conor è mio.” Sentenzio seria, lei sospira.
“È davvero un peccato. Almeno fatti salutare come si deve!” schiamazza allegra verso il ragazzo di fianco a me. Lui mi guarda terrorizzato, io gli sorrido rassicurante.
Si alza e si avvicina a mia zia, che lo aspetta con le braccia aperte. Fa per darle un abbraccio rigido e freddo, ma lei lo attira al suo petto.
Mi accorgo in quel momento che l’unico modo che ha Conor di liberarsi è di poggiare le mani sul suo seno. Scoppio a ridere mentre lui agita le braccia con fare convulso; riesce a liberarsi, ma non prima che lei gli stampi un bel bacio sulle labbra.
Lui ritorna scioccato verso di me. “Ho qualche vantaggio ora?” chiede zia Sally. Scuoto la testa solenne. “neanche con del denaro?” Conor si schiarisce la voce. “Ehm, io sono lusingato ma..” lei lo interrompe con una mano. “Non sei tu a dover negoziare.”
Torna con lo sguardo su di me. “Qualche paio di Loboutin?” sospiro. “No zia, Conor è solo mio.” Lui si gira e mi sorride dolcemente, poi mi da un bacio a schiocco.
La donna davanti a noi sbuffa. “La sposa ha un fratello?” ci penso un attimo e “No. ma puoi cercare qualcun altro.” Annuisce, si stringe nelle spalle e si allontana.
Conor si passa una mano nei capelli mentre saliamo di sopra. “Quella era la zia Sally eh?”annuisco. “Voleva comprarmi.” Mi stringo nelle spalle. “Le piacciono gli uomini, tutti.” Apro la porta della mia stanza e gli faccio cenno d’entrare. “Poteva essere mia madre.” Ridacchia ancora traumatizzato.
Si siede sul letto e prende il mio iPhone dalla borsetta iniziando a farci qualcosa mentre io mi tolgo con una salvietta il rossetto. “Che fai con il mio cellulare?” sorride, ma non sposta lo sguardo dall’aggeggio. “Spio le tue fotografie.. bella questa con il bikini rosso a pois bianchi.” Avvampo e abbasso la testa. “Oh, grazie.” Mi giro e mi avvicino al letto. “Hai finito di sbirciare? Ce ne potrebbero essere di imbarazzanti.” Si alza in piedi e si mette di fronte a me, sorridendo malizioso. “No, mi piace curiosare.” Faccio il labbruccio. “Dai, ti prego.” Appoggia il cellulare sul comodino e mi cinge la vita.
“Pensandoci bene, devi farti perdonare per tua zia..” Oh, non usare questa voce sexy con me Maynard, potrebbe finire male.
Gli allaccio le braccia al collo con fare malizioso. “Certo, tutto quello che vuoi.” Sorride divertito. “Sul serio?” annuisco serissima, con una strana frenesia addosso. “Ti sembra che stia scherzando?” Le sue mani salgono fino alle spalle, e poi di colpo sento un brivido di freddo sulla schiena. “Mi piace questo vestito, ma lo vedo meglio a terra, si intona con il pavimento.” Mi accorgo che mi ha appena abbassato la zip e ridacchio scuotendo la testa.
“Conor.. dieci anni fa non ti facevo questo effetto..” lui si stringe nelle spalle. “Dieci anni fa ero un mocciosetto con i brufoli che non sapeva nulla in campo donne.” Gli sbottono la camicia.
“E ora cosa sei?” sorride. “Un ragazzo senza brufoli che sa molto in campo donne.” Sorrido sarcastica.
“Dovrei rincuorarmi di questo?” mi fa l’occhiolino mentre avvicina il mio viso al suo. “Forse..” sussurra piano, prima di intrappolarmi il labbro inferiore tra le sue e farmi stringere di più a lui.
Mi solleva di peso e mi stende sul letto, lo blocco un momento. “Dimmi solo che non me ne pentirò.” Una scintilla passa nei suoi occhi e “Non te ne pentirai, credimi.” Sussurra prima di farmi scivolare via il vestito.



Ultima serata prima del matrimonio, la più dura. L’addio al celibato. Potrò superare questa prova e uscirne tutta intera? Conor è steso sul mio letto, blaterando qualcosa sull’ultimo album di qualcuno e giocando con l’iPhone. Seriamente, non so cosa ci trovi di interessante nel mio cellulare. Io invece sono in bagno a sistemarmi capelli e trucco.
Prendo il mascara e inizio ad allungarmi le ciglia, dopo metto un po’ di rossetto rosso e mi passo le dita nei boccoli castani per sistemarli.
Prendo dal mobile lì di fianco il vestito color crema, di pizzo ricamato che dovrò indossare stasera. Arriva fino a metà coscia, è a mezze maniche con una scollatura non troppo profonda.
Ci scivolo dentro e poi mi dirigo verso il letto “Con, mi aiuti con la zip?” lui si alza e afferra i due lembi del vestito da chiudere, sfiorandomi la schiena e facendomi rabbrividire. Sento il rumore della zip che sale e “Fatto.” mi sussurra sul collo.
Mi giro verso di lui mordendomi le labbra e osservandolo attentamente. Credo di dover riconsiderare le mie opinioni su quel piccolo neo, non credo di odiarlo, non più almeno.
Mi metto un punta di piedi e fregandomene delle conseguenze, gli allaccio le braccia al collo, attaccando le mie labbra alle sue.
Lui mi stringe i fianchi e sorride. “Anche se vorrei restare qui con te, non credo che sia un bene baciarci ora, ci hai messo così tanto a prepararti..” lo guardo contrariata, ma annuisco. Prendo i tacchi da sotto il letto e me li infilo. “Andiamo?” propongo. Lui fa un cenno con la testa e io afferro la pochette, per poi uscire dalla stanza.
“Allora.. dove è l’addio al celibato di stasera?” ci penso un attimo. “Mia cognata non ha voluto dirmelo.. dobbiamo seguire la loro macchina.” Non risponde mentre ci dirigiamo al piano di sotto. Va da mio fratello, iniziando a parlare con lui.
Cerco Christine, la futura sposa nonché mia grande amica, e la trovo a parlare con mia madre. “Ehi neo-sposa!” le sorrido avvicinandomi. Si gira e mi osserva sorridendo. “Etienne, sei meravigliosa! Senti, le mie amiche ci aspettano al locale, che ne dici di andare?” annuisco, e dopo aver salutato mamma andiamo verso le macchine.
“Chris, posso venire in macchina con te? Devo parlarti.” mi sorride dolcemente. “Certo.” si rivolge a Edward “Amore, noi donne abbiamo qualcosa da raccontarci.. ci vediamo lì, ok?” gli da un leggero bacio sulle labbra e poi con le chiavi apre l’auto sportiva di mio fratello. “Salta su e comincia a parlare, voglio sapere tutto su quel Conor.” Entro in macchina e mi metto comoda sul sedile.
“Tieniti pronta, ci sono anche i dettagli a luci rosse.” Ci scherzo su, iniziando a spiegarle tutto, dal primo incontro a cinque minuti fa.



“Okay bellezza..” tento di allontanare da me il fusto ricoperto di olio e pieno di muscoli, ma sembra incollato alle mie gambe. Sento le urla eccitate delle amiche di Christine “Dai, divertiti!” ma perché cazzo non capite che l’unico ragazzo che voglio si muova così sulle mie gambe è nella saletta adiacente?
il ragazzo che sta su di me mi guarda confuso. “Sei fidanzata?” scuoto la testa.
“Il ragazzo che mi piace è nell’altra saletta.” Sorride e mi accarezza una guancia languidamente. “Hai paura che ti veda?” mi ritrovo ad annuire. “C’è qualcosa tra voi?” aggrotto le sopracciglia sorridendo, è curioso. “Ieri sera siamo stati a letti insieme.” Mi trucida con lo sguardo.
“E perché sei ancora qui? in questo locale ci sono delle stanze con dei letti da provare assolutamente.” Sgrano gli occhi e lui mi fa l’occhiolino. “Vai pure, e divertiti davvero!” si alza e va verso un’altra ragazza.
Rido tra me, è incredibile. Anche uno spogliarellista è riuscito a darmi un consiglio su Conor. Mi alzo e inizio a camminare sui miei fidati tacchi tredici verso la stanza di fianco. Sposto la tendina di peluche e la prima cosa che trovo sono le ragazze che si strusciano sui pali.
Faccio vagare lo sguardo e trovo mio fratello sotto ad un palchetto dove c’è una bionda rifatta. Vedo che lei si piega e porge la mano a qualcuno, che gliela afferra e la fa cadere sulle sue gambe, per poi cominciare a baciarla in modo davvero disgustoso. Cerco di scorgere meglio dove possa essere il mio accompagnatore, ma quando una luce colorata si proietta su quella zona, non ho bisogno di occhiali per trovarlo.
Dio mio, che grandissimo figlio di puttana. Sospiro tremando e mi avvicino a mio fratello, sedendomi sulle sue gambe, lui ha uno sguardo sconvolto. “Etienne? Perché sei qui?” abbasso lo sguardo. “Ero venuta a cercare Conor..” sussurro triste, lui mi stringe un fianco.
“Mi dispiace.” Mi stringo nelle spalle. “non è colpa tua.” In quel momento sento una voce. “Edward, non fare cose di cui potresti pentirti.”
Alzo lo sguardo di colpo, trovando due iridi azzurre divertite, che poi si incupiscono vedendomi. Mi alzo e mi giro verso mio fratello.
“Mi dai le chiavi della tua auto? Voglio tornare a casa.” Si fruga in tasca e poi me le porge. “Vai piano.”
Esco dal locale furiosa, prima di mettermi in auto e sfrecciare fino a casa.



Qualcuno bussa alla porta della mia stanza. Vado ad aprire con passo strascinato. Quando mi trovo davanti Conor, sgrano gli occhi e gli chiudo la porta in faccia. Lui sbuffa. “Aprimi Etienne!” tiro su con il naso.
“Resta dove sei, stronzo.” Sbuffa. “Apri o butto giù la porta, sai che posso farlo.” Avvicino la mano alla maniglia e la sposto verso il basso.
Apro e lo vedo appoggiato allo stipite di questa. “Etienne, perché sei arrabbiata con me?” scuoto la testa. “Prova ad immaginarlo..” lui mi guarda confuso, alzo gli occhi al cielo. “..al locale, con quella spogliarellista.” Si stringe nelle spalle. “Non stavo facendo nulla di male..” Sgrano gli occhi. “Che? Ma se stavi baciando quella puttana come se fosse un antibiotico e tu avessi mal di gola.” Lui sospira con un sorriso stronzo sul viso. “Sei gelosa Etienne?” rimango spiazzata.
Gelosa. Io? E di chi? Di un ragazzo che in tre giorni mi ha fatto perdere il senno in tutti i sensi?
“N-no. solo, avrei preferito che tu non saresti stato disposto a girare un video porno con quella puttanella se non fossi arrivata io.. ti ricordo che mio fratello non sa che il nostro è un favore, lui crede che stiamo insieme.” Faccio per chiudere la porta, ma lui mi blocca e mi fa girare verso sé baciandomi con forza e stringendomi forte a sé.
Gli poggio le mani sul petto e facendo pressione mi allontano con la testa bassa. “Sei ubriaco, puzzi di vodka e di qualcosa di più forte. Fatti una doccia fredda e vai a letto, domani c’è un matrimonio.” Chiudo la porta, giro i tacchi e mi butto sul letto, anche se ho le lacrime agli occhi.



Merda. Mia cognata mi ucciderà per queste occhiaie. Estendo lo sguardo al resto del viso, che non è di certo messo meglio. Se ve lo state chiedendo, no; non ho pianto tutta la notte consumando talmente tanti kleenex da risollevare i guadagni dell’azienda, no.
Prendo il beauty case dall’armadietto del bagno e apro la cerniera, cercando disperatamente il mio costosissimo correttore. Appena lo trovo, lo apro e lo appoggio sotto gli occhi, sulla zona scura; premendo sul tubetto e poi stendendo la chiara crema colorata uniformemente.
Okay, ora dovrei essere presentabile.. no, credo di far schifo lo stesso.
Mi bruciano gli occhi, e per par condicio sono anche rossissimi. Li chiudo e inspiro profondamente, facendo per calmarmi, quando qualcuno bussa alla porta.
vado ad aprire con passo strascicato e “chi è?” chiedo con voce roca e impastata dal sonno. “La truccatrice barra parrucchiera che ti aiuterà a essere splendida oggi.” Sorrido stanca e apro la porta, facendo entrare quell’uragano di April.
E’ una donna sulla quarantina, alta, magra, con occhi scuri. splendidamente in forma e simpaticissima, sa dare ottimi consigli.
È una cara amica di mio fratello e si, è la mia fidata truccatrice barra parrucchiera.
“Ehi tesoro, non hai una bella cera!” schiocco la lingua al palato e prima che possa rispondere mi precede. “Dimmi la verità, centra quel bel fusto dagli occhi azzurri e i capelli rossi che alloggia nella stanza degli ospiti eh?” annuisco confusa, aggrottando le sopracciglia.
“Ma chi..?” mi blocca di nuovo. “Tua madre dolcezza, chi altrimenti?” mi sorride e inizia a disporre tutto ciò che le serve  sul mio comò, poi prende la poltrona color crema scamosciata e ci batte la mano sopra. “Siediti qui e schiaccia un pisolino, al risveglio sarai come nuova!” seguo il suo consiglio e mi siedo, cadendo in dormiveglia e ascoltandola canticchiare.



La chiesa è gremita di gente. È ovvio che lo sia, solo a leggere la lista degli invitati mi viene mal di testa.
Sono seduta su una delle due sedie a sinistra dell’altare, quelle dei testimoni di mio fratello. L’altro dovrebbe essere il suo migliore amico, Ryan.
Perfetto. Sono qui da sola, torturandomi le unghie blu abbinate al vestito lungo che indosso.
Le persone stanno arrivando, mio fratello è alla porta e Christine si fa aspettare. Tutto normale, dunque.
no, normale un corno. Oggi non mi è venuto a prendere in camera come al solito. Vorrei vederlo con lo smoking.. ma che dico? Dovrei essere arrabbiata a morte con lui. Mi prendo la testa tra le mani e sospiro.
“Ti rovini l’acconciatura se fai così.” mi irrigidisco e alzo lo sguardo su di lui. Ha lo smoking ed è assolutamente bellissimo. Si è tirato i capelli indietro con un po’ di gel e ha un profumo buonissimo. Uh, la rima.
“Finita la radiografia?” sento il sangue affluire alle guance e mi trattengo dal dargli uno schiaffo. “si, finita.”
Sospira e si piega leggermente per parlarmi più tranquillamente. “Noi siamo fidanzati, non essere acida, ti prego.” Alzo gli occhi al cielo.
“Ieri sera non ti importava tanto del fatto che stessimo insieme.” sospira di nuovo.
“Scusa per ieri. Non avrei dovuto baciare quella ragazza ma..” lo interrompo. “eri ubriaco e non sapevi cosa stavi facendo. Certo, non preoccuparti.” Sorride e mi fa scorrere lo sguardo addosso. “Sei davvero bellissima.” Annuisco amara. “Grazie.”
vedo mio fratello avvicinarsi all’altare. “E’ arrivata!” gli luccicano gli occhi. È così innamorato di Christine.
Chiudo gli occhi un attimo, e quando li riapro vedo al suo posto Conor, sorridente, vestito come Edward e di fianco a lui, me.
Ho un bellissimo vestito, i capelli raccolti, il velo e le lacrime di commozione mi bagnano le guance.
Scuoto la testa di fretta e tutto ritorna normale. Delle dita mi accarezzano un braccio.
“credo di sapere cosa stavi immaginando.” Ridacchia e si allontana. deglutisco e vedo arrivare la sposa, merda, non avevo sentito nemmeno la marcia presa com’ero in quella fantasia..
La funzione è molto bella, anche se breve. Christine non ha fatto altro che piangere. È ovvio quanto si amino.
“E ora vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.” Appena il pastore parla, mio fratello si butta su di lei e io applaudo anche se stranamente immagino di nuovo me e Conor davanti a quel maledetto altare.
Mi precipito a firmare, e lo vedo alla porta della chiesa, mentre mi aspetta. Inizio a camminare di fretta e arrivata all’uscita lo prendo sottobraccio senza nemmeno guardarlo, incitandolo ad uscire.
Qualche bimbo che ci crede i novelli sposi ci lancia del riso e io arrossisco ascoltandolo ridere come se nulla fosse.
Merda, conosco Conor da quattro giorni.. non posso essere già così legata a lui, sarebbe impossibile.
Eppure ora che siamo in auto e lui si è allontanato da me, mi sento vuota, e sapere che non ci ho ancora risolto, mi fa stare male, troppo male.



Sono seduta al tavolo punzecchiando con la forchetta il tortino di patate che ho nel piatto. Non ho fame ora come ora.
Forse Rita Ora, ora avrebbe fame. Sorrido scuotendo la testa. Ho il potere di fare battute squallide anche quando ho il morale sotto le decolleté firmate.
“Ehi.” Sento la sedia vicino alla mia muoversi e mi irrigidisco riconoscendo la voce. È seduto al mio tavolo, ovviamente. Solo che ho convinto mio padre a farlo sedere accanto a sé e non a me.
“Ma tu non eri andato a pisciare?” sbuffa. “Non potevo mica starci tre ore in bagno.” Le mie labbra ci contraggono in una smorfia. “Sarebbe stato meglio forse.” Schiocca la lingua al palato e mi accarezza un braccio.
Scatto in piedi e lo fulmino con lo sguardo. “Oh no Conor, non provarci. Oggi sono riuscita a sopportare le tue mani addosso, ma ora basta!” esco infuriata dalla sala e poi dal ristorante, iniziando ad inoltrarmi nel giardino dove faremo il buffet dei dolci.
Ci sono già dei camerieri che stanno sistemando i tavoli, forse potrei dargli fastidio.. oh ma che mi importa? Sono troppo arrabbiata con..
“Etienne.” Merda. Sento la sua voce e i suoi passi dietro ai miei. Inizio ad accelerare anche se mi fanno male i piedi.
“Etienne!” continuo a ignorarlo bellamente. “Etienne, fermati cazzo!” grugnisco nervosa e mi fermo bruscamente, girandomi dal lato opposto e uccidendolo con lo sguardo.
“Che diamine vuoi?” riprende fiato e fa per rispondermi a tono, arrabbiato anche lui. Ma poi mi guarda dispiaciuto e mi poggia cautamente una mano sulla guancia. “Ho un orribile difetto.. sai qual è?” aggrotto le sopracciglia, scuotendo la testa confusa e nervosa.
“Tendo a rovinare la vita delle persone. Se non c’è nessuno che me lo impedisce e lo fa prima con me, rischio di farle soffrire in malo modo.. e ancora una volta ci sono riuscito.” Abbasso lo sguardo, se ne accorge solo ora? Poi mi rendo conto di una cosa però, e mi calmo leggermente.
“Tu non hai nessun obbligo nei miei confronti, non mi hai mai chiesto niente.. È vero, ci siamo baciati, siamo stati a letto insieme, ma a quanto ho capito da quello che è successo all’addio al celibato, ero solo un passatempo. Ho sbagliato ad infuriarmi.. – la mia voce s’incrina. – scusa.”
Si rabbuia. “Non sei un passatempo, sei la ragazza più strana che abbia mai conosciuto, ma sei dolce, affettuosa, sexy da morire e anche dolcissima.” Una lacrima mi riga la guancia. “Conor, ti prego.. smettila.” Mi schiaccia contro il suo petto.
“Scusa Etienne, scusa. Non meriti di soffrire in questo modo per colpa di una cazzata che ho fatto.” Mi mordo le labbra e “Tu non mi hai imposto niente, non mi hai fatto credere a niente, ma mi sono illusa. Odio sia me che te per questo, perché non hai fatto nulla per convincermi del contrario.” Sentenzio con voce neutra.
Mi accarezza i capelli con una mano e con l’altra la schiena. “Domani sarà tutto finito, non mi vedrai più.” Un’altra lacrima scende, calda e dolorosa lungo la mia guancia, mi allontano e lo guardo. “Brutto coglione! Io non voglio che tu vada via!” aggrotta le sopracciglia.
“E allora cosa vuoi da me? Dimmelo, ti prego.” Sospiro. “Non lo so di preciso. Posso solo dirti che in tre fottuti giorni sei riuscito a cambiarmi la vita totalmente, come nessun altro aveva fatto.” Sorride leggermente.
“Vuoi che resti qui con te Etienne?” mi mordo il labbro tremolante, pronta a negare, ma poi parlo di getto.
“Si, si. Voglio che tu resti qui con me. Voglio averti costantemente tra le palle, voglio complicarti la vita, voglio essere più di una semplice accompagnatrice ad un matrimonio. Voglio amarti e voglio essere la tua ragazza.” Chiude gli occhi e “Okay.” Lo guardo stranita.
“Okay? Ripeto incredula. Annuisce, con il più bello dei sorrisi stampato sulle labbra.
“Rimango. Rimango per te, per farmi amare ed essere il tuo ragazzo. Per essere quel di più che meriti.” Ci metto qualche secondo, ma appena assimilo il tutto sbarro gli occhi e gli salto addosso, unendo le mie labbra con le sue.
Mi fa girare in tondo e poi si muove verso il ristorante. Rientriamo giusto in tempo per il lancio del mazzetto e della giarrettiera.
Vado a posizionarmi in mezzo alle altre ragazze e quando Christine mi vede sorride sollevata. Si gira e “uno, due.. tre!” lancia il mazzetto di rose rosse  e nebbiolina adornato con perline bianche e brillantini argentati che mi è appena arrivato in mano e.. oh. L’ho preso io.
Mentre le altre mi abbracciano mi giro verso il mio tavolo e guardo Conor, che nel frattempo si alza. Vedo mio fratello che gli si avvicina e gli sussurra qualcosa nell’orecchio. Lui sorride spaventato e viene a prendere il mio posto.
Edward, come solito fare, sfila la giarrettiera dalla gamba di Christine con i denti e si posiziona come la moglie. “Okay maschioni. Uno, due.. e tre!” lancia la giarrettiera e io la seguo con lo sguardo, vedo Conor spostarsi per evitare di prenderla.. ma guarda caso, gli finisce proprio sul naso. La prende terrorizzato e si gira verso di me, gli faccio l’occhiolino e gli mostro il mazzetto entusiasta.
Lui torna al tavolo e si passa una mano tra i capelli, nervoso. “Senti Etienne, tu mi piaci davvero. Ma non voglio sposarmi a ventun anni. È troppo presto, voglio ancora godermi la vita e..” mi avvento su di lui, zittendo le sue proteste e incollando le mie labbra alle  sue.
“Mmh.. questa scena mi ricorda qualcosa.” Ridacchio e “probabile.” ammetto stringendolo.
“Ehi, è presto per dire ti amo, ma sicuramente sei importantissima per me.” Sorrido e mi piego a parlargli nell’orecchio.
“Lo sei anche tu, più di quanto credi. E fossi in te la porta della camera non la chiuderei a chiave, so cosa può passarmi per la testa stanotte e credo ti farebbe piacere.” Scoppia a ridere e non posso fare altro che restare ad ammirarlo, perché lo trovo bellissimo, stronzo, sexy, affascinante e bè, mio.
“Senti.. per quanto riguarda al matrimonio..” lo interrompo.
“io pensavo a una bella fuga.” Sorride baciandomi.
“mi hai letto nel pensiero.” 




i'm heeeeeeere.
sono arrivata anche nella categoria di Conor. c:
e se qualcuno è arrivato fin qui, è da ammirare.
questa shot è lunghissima.
però ci ho messo anima e cuore nel scriverla, perciò l'ho pubblicata :')
oh, oggi è ancora capodanno quindi.. HAPPY NEW YEAR, BITCHES! <3
ok, se qualcuno mi lascia un parere mi farà molto piacere. *la rima, yoo.*
per chi ha letto ma non lo fa..IO SPACO BOTILIA E AMAZO TUA FAMILIA. ʘ‿ʘ
no, vi amo lo stesso, grfhegwsf.
io devo scappare, perchè mi sto rincoglionendo gli occhi al computer :c
perciò, adieu donzelle. 
alla prossima! 
mà. 

@justinrescueme on twitter. c:

   
 
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