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Autore: sango_79    01/01/2013    4 recensioni
Usagi-san sa come ottenere ciò che vuole dal suo Misaki.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia partecipa alla Maritombola di Maridichallenge.



Tattiche e anelli


Avevano appena finito di cenare nella loro stanza d'albergo, dopo aver fatto l'amore nella vasca d'acqua termale nel loro giardino privato, quando Misaki decise di chiedere spiegazioni. O meglio, quando ne ebbe finalmente l'opportunità.
"Usagi-san, si può sapere perché mi hai rapito e mi hai portato qui?"
"Perché mi sono informato e questo è il posto ideale."
Misaki sentì una fitta di apprensione quando notò il sorriso e i movimenti strani del suo amante, tanto che decise di non voler davvero sapere a cosa si stesse riferendo. In silenzio, lo guardò avvicinarsi a lui, afferrargli un polso e mettergli in mano la scatolina che aveva tirato fuori dal suo yukata. Una piccola scatolina di velluto blu.
"Che cos'è?" chiese Misaki, con la voce leggermente stridula.
"Aprila" lo incoraggiò Akihiko, senza preoccuparsi di rispondere alla sua domanda.
Misaki la aprì con una certa cautela e gli si bloccò il fiato in gola. Senza riuscire a trovare le parole per esprimere quello che stava pensando in quel momento, continuò a guardare l'anello con incastonato un brillante enorme che era adagiato sul cuscinetto di raso bianco. Ritrovò la voce solo quando Akihiko lo prese e tentò di infilarglielo all'anulare sinistro.
"Cosa pensi di fare?" si ribellò, nascondendo la mano dietro la schiena.
"È un anello di fidanzamento, va portato al dito" gli rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Misaki si allontanò da lui e iniziò a urlargli contro, lamentandosi della sua follia, delle sue idee assurde e del suo vizio di sprecare soldi in cose inutili. Interruppe la sua tirata solo quando vide l'espressione da cane bastonato di Akihiko, che sembrava quasi sul punto di mettersi a piangere.
"Non mi ami più, vero? È per questo che ti comporti così. Torni sempre tardi dal lavoro, la notte dormi invece di fare l'amore con me e ora non vuoi nemmeno indossare quello che ti regalo. Prima era diverso, ora non fai che ignorarmi. Tu non mi ami più!"
Misaki boccheggiò per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo, imbarazzato.
"Come ti vengono in mente certe sciocchezze?" bofonchiò. "È un periodo caotico alla Casa Editrice, è per questo che torno tardi e sono stanco, e non ho mai detto di non voler indossare i tuoi regali."
"Davvero?" si riprese subito lo scrittore.
"Mi fa piacere quando pensi a me, anche se spendi sempre troppi soldi" lo rassicurò Misaki. "Però non posso indossare quell'anello da donna. Non se ne parla proprio" stabilì.
Con sua grande sorpresa, Akihiko non mise il broncio. Al contrario, annuì con uno strano sorriso e tirò fuori dalla tasca un'altra scatolina di velluto. Misaki lo osservò mentre la apriva, gli prendeva la mano sinistra e gli infilava all'anulare una semplicissima fedina di oro bianco.
"Se il problema è che quello è un anello da donna, allora questo andrà bene" gli fece notare, compiaciuto.
Misaki lo guardò a bocca aperta per qualche minuto, senza sapere cosa dirgli. Il suo sguardo rimbalzò dal suo dito al sorriso soddisfatto del suo amante, più di una volta, e la sua irritazione continuò ad aumentare a ogni secondo che passava.
"Lo hai fatto apposta, vero? Avevi organizzato tutto. Era tutta una tattica per costringermi a indossarlo, non è così?"
"Ovviamente" si vantò Usami, ignorando l'umore nero di Misaki.
"Quindi hai buttato via un sacco di soldi per comprare quel diamante spropositato anche se sapevi già che non lo avrei voluto?" gli chiese, alzando la voce.
"No, quello me lo sono fatto prestare da Isaka-san, glielo devo restituire quando torniamo a casa."
A quel punto, Misaki non seppe più a cosa appigliarsi per sgridarlo e si chiuse in un silenzio oltraggiato. Akihiko sorrise e si sporse per baciarlo, proprio mentre il suo cellulare iniziava a squillare. Per un momento pensò di non rispondere, poi si ricordò che avrebbe dovuto consegnare un manoscritto alla sua manager, manoscritto che era ancora molto lontano dalla sua conclusione visto che gli ultimi giorni era stato impegnato a organizzare la sua dichiarazione, e pensò che parlarle del suo successo avrebbe potuto metterla di buon umore. Per non disturbare Misaki, e per evitare che lo sentisse vantarsi al telefono, uscì dalla camera.
Dopo quindici minuti, giusto il tempo di abbozzare la trama del suo prossimo Boy's Love, tornò indietro. Un rapido sguardo alla stanza gli rivelò che Misaki si era spostato nella piccola veranda che dava sul giardino che ospitava la vasca termale. Si avvicinò a lui in silenziò e notò il suo sguardo, che fissava con insistenza l'anello che aveva all'anulare sinistro, accompagnato da un sorriso sognante.
Akihiko non perse tempo. Ignorando tutte le proteste di Misaki lo prese in braccio e lo portò fino alla camera da letto, dove erano già stesi i futon. Con un unico movimento, lo fece sdraiare e gli aprì lo yukata, scoprendo il suo giovane corpo.
I tentativi di opporsi di Misaki, a dire il vero, non avevano nessuna convinzione, e per le ore successive Akihiko si assicurò che dalle sue labbra uscissero solo sospiri di piacere. Quando entrambi furono esausti e soddisfatti lo abbracciò da dietro e si portò la sua mano sinistra alle labbra.
"Ora tutti sapranno che sei mio!" dichiarò, baciandogli il dito fasciato dall'anello.
"Viziato e possessivo" lo accusò Misaki, troppo stanco per aggiungere altro.
"Sono solo preciso. Voglio che sia chiaro a tutti che ciò che mi appartiene non può essere toccato da nessun altro."
"Io non appartengo a nessuno" protestò Misaki.
"Tu dici?" lo canzonò Akihiko, mentre lo spingeva sul futon e si sdraiava sulla sua schiena.
"Cosa pensi di fare?" si agitò Misaki.
"Ti dimostro che sei mio" gli rispose Akihiko, che si stava muovendo per prenderlo di nuovo. "E che io sono tuo!" e Misaki gemette di piacere ancora una volta.
   
 
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