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Autore: Violet 95    01/01/2013    3 recensioni
"Adesso so a chi scaricare la colpa se fa così freddo..."
"Giusto, hai ragione"
"E' colpa di Jack Frost!" [Cap. 1]
E' così semplice dare la colpa a qualcuno che non esiste, ma non in questo caso. Soprattutto se il "colpevole" in questione è un Guardiano abbastanza orgoglioso. Inizia così l'incredibile avventura di due ragazze che, per un malaugurato effetto della visione de "Le 5 Leggende", decideranno di affibbiare tutta la colpa del gelo che ha colpito la loro città a Jack Frost. Quest'ultimo, tuttavia, non resterà a guardare e farà scontare la sua vendetta alle due protagoniste in modo lento e indolore... O quasi.
Prima fanfiction che scrivo in questa sezione, rappresenterebbe, se si vuole, una specie di "parodia" di "Canto di Natale" di Charles Dickens. Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi, Violet, lo sai fra poco che film esce?”

 

“Cosa? La seconda parte del vampiro sbrilluccicoso e della morta che cammina?”

 

“No! Esce Le 5 Leggende, addirittura in 3D!”

 

“Odio il 3D… Aspetta, ma non è quel film per cui mi rompi l’anima da agosto? Quella cosa delle festività che sembra presa da un episodio de I Fantagenitori?”

 

“Esatto, è quello con Babbo Natale, il Coniglio Pasquale, la Fatina dei Denti…”

 

“Ok, no, basta, dopo aver sentito Coniglio Pasquale mi sono già cadute le braccia, per non essere più volgari: è un’americanata commerciale, di sicuro.”

 

“Lo sai che a dare la voce all’Uomo Nero, il cattivo di turno, c’è il nostro caro Watson?”

 

“… Hai detto che è in 3D e che posso sentire la voce del doppiatore di Watson in 3D?”

 

“Sì”

 

“Quando hai detto che esce, mia cara Elena?”

 

 

 

Una settimana più tardi, il 9 dicembre 2012.

 

*Poco prima di entrare nel cinema*

 

“Ma non c’è nessuno!” gridò sorpresa una ragazza vestita completamente di nero, con una sciarpa viola, come unico accenno di colore, che le copriva completamente la bocca.

 

“Beh, è uscito nove giorni fa, e di mezzo c’era anche il sabato che era festa: chiunque ne ha approfittato in questi giorni, siamo solo noi le uniche due furbe che hanno deciso di andarci di domenica, alle cinque!” fece notare alzando gli occhi al cielo l’altra ragazza vestita di grigio, evidentemente amica della prima che aveva parlato.

 

“Mi perdoni, signorina, se mi hanno caricato di compiti e interrogazioni già nella prima settimana di dicembre” ribatté la prima, usando con scherno un tono regale e accennando una riverenza.

 

“Non in pubblico, Violet, risparmia le tue movenze da maggiordomo mancato” rise l’altra, dandole un amichevole colpo violento dietro la nuca.

 

Violet fece uscire dalla sua bocca un leggero “Ahi”, massaggiandosi la testa e guardando l’amica di sbieco.

 

“La solita fine, eh, Elena?”

 

“Ringrazia che ti conosco, altrimenti ti avrei già rovesciato in mezzo alla strada, quando il semaforo per i pedoni era rosso”

 

Violet preferì non ribattere e con un cenno della mano la invitò ad avanzare ed entrare per prima nel caldo cinema. Sebbene non avesse ancora nevicato, ma tutti i meteo preannunciassero con una ripetitività quasi snervante che di lì a poco ci sarebbe stata una grande nevicata peggiore perfino dell’era glaciale che avrebbe sommerso intere città sotto la sua coltre bianca – il tutto accompagnato da incessanti accenni apocalittici che si riferivano all’imminente giorno della fine del mondo –, fuori, nell’aria, nelle case, faceva freddo, un gelo quasi doloroso che penetrava le carni e rendeva freddi i cuori più caldi.

Ancora le due ragazze non sapevano che la soluzione di quel gelo così mortale l’avrebbero trovata nel film che stavano per andare a vedere.

Ma tornando alla narrazione, quando le due entrarono nel cinema, fecero un enorme sforzo di volontà per non tornare indietro e prendere il primo autobus per tornare a casa. Perché lo spettacolo che avevano davanti fece loro accapponare la pelle.

Bambini.

Bambini ovunque.

Bambini sulle scale, sulle porte, attaccati alle gambe dei genitori, sul bancone dei pop-corn e delle bibite, sui muri e sul soffitto in una perfetta imitazione di Spiderman.

E, cosa peggiore, genitori in fila che si guardavano in giro spaesati come se si fossero d’improvviso dimenticati che quella creatura strillante a penzoloni sul muro era loro figlio.

Infine, loro due, due ragazze adulte – secondo il Radar dell’Età brevettato dall’Acme per i bambini – rispettivamente di diciassette e sedici anni, guardate male da tutti i presenti, Uomo dei Pop-corn incluso.

 

“È un reato punibile con l’ergastolo se ci piacciono ancora i film della Disney?” gridò esasperata Elena in mezzo al frastuono, mentre Violet, dietro di lei, si portava una mano sul volto, rassegnata.

 

“Meno male che non doveva esserci nessuno, eh?”

 

 

 

*Finito il film e uscite dal cinema*

C’era ancora parecchia gente davanti alle porte del cinema e l’eccitazione, per alcuni, – anche se non dovuta direttamente al film – era palpabile. E in mezzo alla piccola folla che si era creata, le due ragazze stavano lì immobili, a guardare un punto fisso nella spazio, stordite dal 3D, mentre alcune immagini del film passavano loro ancora davanti agli occhi.

Per un po’, nessuna delle due parlò.

 

“Wow…” soffiò Violet.

 

“Già, wow… E non è solo per il 3D”

 

“Mi aspettavo una boiata americana, invece è stato… Bello”

 

“Vero”

 

“Ho capito anche una cosa grazie al film”

 

“Cioè?”

 

Violet la guardò con un sorriso serafico.

 

“Adesso so a chi scaricare la colpa se fa così freddo…”

 

L’amica la guardò per un momento, interrogativa, poi annuì, avendo capito quello che l’altra intendeva. Perché oramai le loro menti era quasi del tutto collegate, in certi frangenti. Soprattutto quando si trattava di sparare due cavolate.

 

“Giusto, hai ragione...”

 

Così entrambe, come spinte da una forza comune, alzando gli occhi al cielo nero come l’oscurità più profonda, gridarono a una sola voce:

 

“È colpa di Jack Frost!”

 

Una folata di vento, improvvisa e inaspettata, si insinuò nei loro cappotti e le fece rabbrividire, distogliendole dalla magia del film che le aveva stregate e facendo ricordare loro che era tardi, era dicembre e domani avevano scuola.

Un’altra folata le colpì in pieno viso, scompigliando del tutto quei pochi capelli che le rendevano così simili a un uomo, e scomparì così come era venuta. Le due ragazze si guardarono vicendevolmente, entrambe con un enorme punto interrogativo sopra la testa, e lessero nei loro occhi una gioia inaspettata che le allontanava di nuovo dalla fredda realtà, portandole in qualche luogo lontano.

Poi, senza più dire nulla, si avviarono quasi saltellando alla fermata dell’autobus.

Nessuna delle due, tuttavia, aveva avvertito in quel soffio improvviso, insieme alla spensieratezza, un ammonimento: entrambe erano state avvertite di non usare a sproposito parole e nomi che potevano far adirare qualche spirito in agguato dietro le case, dietro i tetti, appostato fuori dalle finestre e trascinato dal vento, mosso da una perenne letizia che contagiava chiunque.

La gioia poteva tramutarsi in vendetta.

Ma in una vendetta alleviata dall’ironia.

E quella notte, a dispetto di qualsiasi previsione di metereologici che ormai avevano smesso di credere e cittadini scettici, nevicò su tutto il territorio italiano.

Ma questa fu solo una delle tante stranezze che colpirono la vita delle due ragazze.

 

 

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

Mmmh, sì, sono andata a vederlo solo per sentire la voce del doppiatore di Jude Law XD…

Comunque, questa idea malsana è nata davvero, come è detto nel prologo, dalla riflessione che ho fatto, ovvero che se faceva freddo e nevicava la colpa era sicuramente di Jack Frost (tecnica dello “Scaricabarile”). E la mia amica, altra protagonista della storia, mi ha dovuto sopportare fino a casa. Dopo tutte le volte che abbiamo dato la colpa a Jack Frost per qualsiasi soffio di vento gelato, non mi sorprenderei di ritrovarmi la mattina dopo sommersa dalla neve XP!

Questa è la storia, semplice, carina (credo…), uno sfogo personale, niente di che… Spero che piaccia anche a voi! Al prossimo capitolo!

See you again!

 

 

  
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