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Autore: ManuelaV    02/01/2013    0 recensioni
Sarai costretto a guardarmi mentre torturo le mie vittime. Non riuscirai a vedere un minimo di pietà nel mio sguardo, continuerò a rimanere fredda e impassibile alle tue richieste.
Insieme possiamo fare grandi cose. Riusciremo a togliere le maschere sul volto a tutta la gente. La maschera che la società ci impone, come diceva Pirandello.
Genere: Drammatico, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ti sei mai chiesto il perchè della nostra esistenza? Da brava pessimista e volendo interpretare bene la mia parte, dico che gli esseri umani siano del tutto inutili. Insomma, guardati intorno. Tutti cercano di sopravvivere e hanno dimenticato davvero come si vive. Sono sempre alla ricerca della loro felicità, non curandosi minimamente degli altri. Queste azioni danno vita al famoso detto "Il fine giustifica i mezzi."

Sono capaci di ferirti, fisicamente o psicologicamente, la maggior parte delle volte anche in entrambi i casi, soltanto per trovare la pace con sè stessi. Ma siamo sicuri che quella sia pace?

Io ho a che fare con questa gente ogni santo giorno. Ne vedo tante di persone. Vivere sulla strada è una delle cose più belle e più brutte che mi potessero capitare. Per adesso non voglio entrare nei particolari sul perchè sono arrivata a ciò, mi limito a dire che sto bene.

Sono giovane. Sono bella. Sono sana.

Come sopravvivo? Spavento la gente, dicendo ciò che è vero. La verità è capace di far tremare la gente più di qualsiasi altra paura. I miei quadri parlano. Solo pochi, però, sanno comprendere completamente quello che vogliono dire. Sono pochi quelli che accettano quello che dicono.
Sono pochi quelli che accettano la verità.

Attraverso le mie piccole opere d'arte riesco a terrorizzare la gente, a volte senza volerlo. A volte. Succede in modo molto semplice.
Sono alla mia postazione di lavoro, ovvero su una banalissima sedia di plastica bianca. Di fronte a me c'è un'altra sedia, più bella però, destinata al cliente a cui toccherà la sorte di sentirsi dire verità che solo lui sa, ma fa finta di non saperle. La mia vittima si avvicina tranquilla e senza dire nulla, si siede indisturbata sulla sedia a lui destinata. Io intanto, la seguo con sguardo freddo e impassibile. Per interminabili secondi analizzo il suo viso. Lei mi parla. Io osservo la sua bocca ma non ascolto le sue parole. Dopo questa analisi, sposto il mio sguardo su quello del mio cliente e percepisco un leggero velo di ansia e impazienza sul suo volto. Non le chiedo nessuna informazione. Voglio solo fare il mio dovere. Afferro la mia attrezzatura, posando il tutto sulle mie ginocchia. Che inizi l'avventura.
In quel momento, tutta l'essenza di vita si concentra sulle mie mani che si muovono in modo veloce, quasi fuori dal normale. Muovo poco la testa. La mia vittima è costretta a percepire i miei pochi sguardi carichi di freddezza che causano un congelamento all'interno del suo corpo, motivando, forse, il perchè se ne stesse lì, impassibile, mentre potrebbe benissimo andarsene data l'inaccettabile e orrenda accoglienza. Leggo queste parole sul suo viso, non può negarlo.
Le mie mani continuano a lavorare, ritraendo perfettamente il soggetto che ho davanti. La povera creatura cerca di sciogliere il ghiaccio che le avevo provocato, lanciando sguardi ironici e parole, a me del tutto senza senso e buttate al vento, ai suoi amici. Io lo rimprovero.
"Non muoverti. Non riesco più a vederti se ti muovi."
Come previsto, mi lancia uno sguardo interrogativo, che io percepisco anche non guardandolo. Con una voce lieve e ansiosa, si rivolge a me con una banale domanda.
"Scusa?"
"Non riesco più a vederti se ti muovi. I tuoi pensieri si spostano e mi disoriento."
Il tono calmo della mia voce e il velo di freddezza sul mio viso fanno da evidente contrasto con lo stato d'animo dell'uomo. Ora il suo volto assume un'espressione di pura paura. Ho raggiunto il mio obbiettivo. Ho guadagnato il terrore e il silenzio di tutti. I suoi amici hanno tutti gli occhi puntati su di me, lanciandomi sguardi di disgusto.
Nel più totale dei silenzi, finisco il mio lavoro. Alzo gli occhi verso il soggetto, porgendogli il mio lavoro. Lui esita a prenderlo. Guarda i suoi amici. Loro non proferiscono parola. Restano in silenzio, con gli sguardi persi nel vuoto. La vittima mi guarda impaurita. Serra i denti e con un gesto violento afferra il disegno. Lo guarda e noto nei suoi occhi lo stupore. Osserva attentamente il mio lavoro per interminabili minuti, senza muovere muscolo. E' ipnotizzato. Quando l'incanto finisce, posa un'altra volta lo sguardo su di me, limitandosi a sussurrare terrificato e impaurito.
"Riesco a vedermi. Riesco a vedermi.."
I suoi occhi diventano lucidi e percepisco una lacrima che scorre solitaria sul suo viso. Non mi commuove. Non è la prima volta che assisto ad una scena del genere. Come avevo previsto, i suoi amici lo soccorrono facendogli domande insensate. Lui è nella stessa posizione. Non muove un dito. Continua ad osservare il disegno. Vedeva se stesso. Vedeva i suoi occhi.
Il suo naso.
La sua bocca.
I suoi capelli.
I suoi fantasmi del passato.
Le sue paure.
Le sue bugie.
Le sue verità.

  
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