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Autore: Umiko_chan    02/01/2013    4 recensioni
- Che... che significa che non puoi tornare come prima? [...]
- Non potrò mai tornare ad essere Shinichi Kudo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Hoshi-chan, Mangaka
e Nana, che mi sostengono sempre
e comunque. Grazie di cuore!

I’m coming for you





 

Adesso so cosa provi; ora capisco quanto dolore hai patito. Solo ora comprendo come ti sei sentito. Ma devi stare tranquillo, perché è tutto finito. Adesso sono qui, con te. Non devi più temere, Shinichi.

 

Mi rigiro la scatolina tra le mani. È fredda, liscia, color argento lucido: posso specchiarmi. Mi sembra strano pensare che questo piccolo contenitore - anzi, il suo contenuto - abbiano tutto questo potere. Non riesco a credere che una cosa così piccola possa provocare danni così grandi. Eppure sei stato tu a dirmelo. E io mi fido di te.

 
- Sono tornato!
Chiudi la porta e ti siedi sul divano, lasciando lo zaino a terra.
- Qualcuno potrebbe cadere -, ti rimprovero, spostando la cartella. Sai benissimo che sto parlando di papà. Quando è ubriaco non vede ad un palmo dal suo naso.
- Scusa -, mormori, senza perdere quella tua aria spensierata. - Che c’è per cena?
- Zuppa di miso e tonkatsu1.
- Evviva! -, esclami. A volte sembri proprio un bambino. Un bambino vero. Perché di solito non ti comporti così. Sei sempre così adulto, così maturo, che più di una volta ho sospettato che fossi Shinichi.
Ma tu sei Conan, tu non sei lui. Non è possibile. Giusto?
- Lo zietto? -, chiedi. - Non l’ho visto.
- Dice di avere un caso...
Non ci credo neanche un po’. Mi guardi negli occhi, e lo capisci.
- Pensi che lui...
- Non lo so, e non lo voglio sapere.
- Eddai, sarà andato al bar per una birra, semplicemente! -. Cerchi di consolarmi. È buffo che sia tu a farlo. - Lui ama ancora tua madre,
non potrebbe mai avere un’altra donna!
Sorridi, innocente.
- Menomale che ci sei tu, Conan! -. Ti abbraccio forte. - Tu non mi mentiresti mai, vero?
Non mi rispondi. E la cosa mi spaventa.

 
Apro la scatola, lentamente. Tremo, ho paura. Ho paura di tutto quello che potrebbe succedere, che qualcosa vada storto.
So che sei contrario. Me lo hai detto più e più volte. Ma io non ti ho ascoltato. Sono decisa, Shinichi. Ho fatto la mia scelta e, per quanto mi spaventi, non desisterò. Non importa se e quanto dovrò soffrire e tutto quello a cui dovrò rinunciare. So che ci sei tu ad aspettarmi, e questo mi basta.

 

- Conan!
Ti chiudi la porta alle spalle, con cautela. Sei bagnato fradicio.
- Dove sei stato?!
Abbassi la testa, colpevole. Non mi rispondi, però. Eviti il mio sguardo e taci.
- Devi avvertirmi! Non puoi uscire senza dirmi nulla!
Ti togli la giacca, piano, senza alzare gli occhi.
- Non immagini neanche quanto fossi preoccupata! Almeno rispondi al cellulare, ogni tanto!
Annuisci.
- Scusa -, mormori. C’è qualcosa di strano nella tua voce, ma...
Mi addolcisco un po’.
- Dove sei stato? -, ti chiedo di nuovo, sottovoce, afferrando un asciugamano. - Vuoi dirmelo?
Mi inginocchio ed inizio a strofinarti delicatamente i capelli.
- Sono stato dal dottor Agasa -, rispondi, semplicemente. - Poi ho fatto una passeggiata.
- Con questo tempo? -, gli chiedo, curiosa. - Piove a dirotto da stamattina!
Non rispondi.
- Potevi almeno prendere un ombrello, o chiedermi di accompagnarti...
- Scusa -, ripeti. Alzi la testa e punti i tuoi occhi azzurri nei miei. Cos’è che vuoi dirmi? Cos’è che non riesco a capire?
- Scusami tanto, Ran.

 
Per metà bianca, per metà rossa.
- Sei sicura? -, chiedi. Nel tuo tono riconosco ansia, preoccupazione. Con lo sguardo mi chiedi di ripensarci.
Annuisco e la osservo, adagiata su un morbido panno in velluto, come fosse un gioiello.
- Potrebbe non funzionare -, mi ripeti per l’ennesima volta. - Potresti morire, lo sai questo?
Annuisco ancora, deglutendo rumorosamente.
- Ti prego... -, m’implori, per l’ultima volta. - Ripensaci.
No, non lo farò. Non mi lascerò tentare dalla tua voce, né dai tuoi occhi. Non mi fermerò adesso.
Sorridi, amaro.
- Non riuscirò a convincerti, eh?
Scuoto la testa.
- Posso provarci un’ultima volta? -, mi chiedi, speranzoso. Non so cosa tu abbia in mente, ma ho paura che tu ci riesca.
- Se proprio vuoi -, ti concedo, nervosa.
Abbasso la testa, gioco con le mie dita. Aspetto che tu parli.
- Ran...
La tua voce è cambiata. Questa è la tua voce. Non è più la voce del bambino che ho davanti.
Alzo gli occhi e ti guardo, stupita. La tua bocca è nascosta dal papillon. È quello che usi, per cambiare voce?
- Ti prego, ti scongiuro. Non fare pazzie, rinuncia. Fallo per me, Ran.
Inchiodi i tuoi occhi azzurri ai miei. Cerchi di capire cosa mi passa per la testa, credo. O stai solo tentando di convincermi a desistere.
- No, Shinichi. Io... ho deciso. Voglio farlo.
Lasci cadere le braccia lungo i fianchi. Sorridi ancora, rassegnato.
- D’accordo. E sia.

 

 
- Perdonami, non volevo mentirti, ma... Era necessario.
Non riesco a parlare. Tengo le mani intrecciate in grembo e la testa bassa. Non voglio che tu mi veda.
- Ran...? -, mi chiedi, dolcemente. - Va tutto bene?
Non rispondo. Ti alzi, ti siedi accanto a me e mi abbracci.
- L’ho fatto per il tuo bene, Ran, lo capisci? È stato difficile anche per me, puoi credermi.
Ti stringo forte. Lacrime salate bagnano le mie guance, cadono sulla tua maglietta.
- Che... che significa che non puoi tornare come prima?
Ti allontani un po’, per guardarmi negli occhi.
- Sono andato dal professore oggi pomeriggio, perché Ai mi aveva detto di avere l’antidoto definitivo. Sono corso là, ho preso la pasticca, ma... non è andata come speravamo. La medicina non ha fatto effetto e, da varie analisi è saltato fuori che sono diventato immune a qualunque tipo di antidoto all’APTX.
Mi osservi, aspetti la mia reazione. Che non arriva.
- Non potrò mai tornare ad essere Shinichi Kudo.

 
Dolore. Solo dolore. Acuto, lancinante dolore.
Lo sento ovunque, come se qualcuno stesse trafiggendo, ripetutamente, ogni singola parte del mio corpo.
- Ran... Ran!
Mi raggomitolo su me stessa, per trattenere le fitte. Chiudo gli occhi.
Sento le tue braccia che mi stringono.
- Finirà... Finirà presto, tranquilla. Ci sono io con te.
Il dolore aumenta. Spalanco le palpebre, ma non vedo niente. È tutto sfocato.
Fa caldo, troppo. Sto bruciando.
Sento le tue mani che mi sfiorano, mi accarezzano. Asciughi il sudore dalla mia fronte e mi stringi a te.
Il dolore inizia a scemare. Lo sento scivolare via, lasciando liberi gli arti. Si concentra nel petto, che continua ad ardere. La morsa si stringe
sul cuore. Le fitte aumentano d’intensità, fino  a diventare insopportabili. Non riesco a trattenere un urlo.
Mi abbracci più forte, dolcemente.
- Tutto bene. Andrà tutto bene.

 

- Non se ne parla neanche!
- Ma... Shinichi!
Esiti. Ancora non ti sei abituato al fatto che io ti chiami con il tuo vero nome, nonostante tu sia ancora nel corpo di Conan.
- Non ti permetterò di fare una cosa del genere!
Sbuffo, scocciata.
- Ah, sì? -, replico, sicura di me. - E come pensi di fermarmi?
Mi guardi dolcemente.
- Ti prego... -, mormori. - È una follia.
Scuoto la testa.
Abbassi lo sguardo, rassegnato.
- È davvero quello che vuoi? Ne sei certa?
Annuisco.
- Sei consapevole che dovrai rinunciare alla tua vita così com’è adesso?
- Sì.
Mi guardi negli occhi.
- Te ne pentirai, e allora sarà troppo tardi.

 
Apro gli occhi, piano. Ho paura di quello che vedrò, Shinichi. Ho paura che non abbia funzionato.
Ho i tuoi occhi puntati addosso. Sorridi, sollevato.
- Stai bene?
Sbatto le palpebre un paio di volte, ti metto a fuoco.
- Mh... Sì, credo.
Sospiri, sollevato. Ti infili gli occhiali, sorridente. Te li eri tolti, non me n’ero accorta.
Cerco di alzarmi. Mi tiro a sedere, mi gira la testa.
Ricado sul divano, goffamente.
Sorridi ancora, divertito. Ti avvicini e mi aiuti.
Incontro il tuo sguardo. C’è qualcosa di diverso in te, ma...
Mi alzo, troppo velocemente. Rischio di cadere. Recupero l’equilibrio e corro al grande specchio che occupa una porzione della parete in
tutta la sua altezza.
Mi osservo, mi tocco il viso, faccio una giravolta.
Mi raggiungi e ti metti accanto a me. Mi guardi nello specchio e sorridi.
- In bagno ci sono dei vestiti puliti -, m’informi, con un sorriso.
Osservo la maglietta che ho indosso. Adesso mi sfiora i piedi nudi, facendomi il solletico.
Mi circondi le spalle con un braccio.
- Ora sono più alto di te!
Ti rispondo con una smorfia. Ridi, divertito.
- Appena ti sarai cambiata... -, borbotti. Sei arrossito, Shinichi? - Ecco, insomma... Ti va di prendere un gelato?
Sorrido.
- Sì. Sì, mi piacerebbe.

1 Cotoletta di maiale impanata e fritta in olio abbondante.

 

Alice’s Corner:

Necessitate di una spiegazione. Questa Fic non ha né capo né coda, perciò... eccomi qua, a cercare di dare un senso a ciò che avete letto. In poche parole: l’Organizzazione è stata sconfitta e Ai è riuscita a trovare l’antidoto, ma Shinichi risulta ormai immune e non può tornare adulto. Dunque Ran decide di prendere a sua volta l’APTX per tornare bambina e stare accanto a Shinichi.
Esatto: tutta questa tiritera per dirvi questo.
Spero vi sia piaciuta. Fatemi sapere e... un bacio.
Alla prossima! - Ali-chan.

   
 
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