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Autore: Nami_88    02/01/2013    8 recensioni
Ce l’ho fatta.
Ho vinto.
Chino la testa.
È pesante.
Il mio pensiero sei tu.
Dove sei?
Non riesco a muovermi.
Sono inginocchiato su questo terreno sabbioso.
Mi faccio forza sulla spada.
Devo alzarmi.
Me lo sto ordinando.
Devo muovermi.
Cerco di ubbidire al mio comando.
Ma non riesco.
Troppe le ferite.
Ho bisogno di riposo.
Nami.
Dove diavolo sei mocciosa..
Come avrà mai fatto Nami ad Alabasta a farsi portare da Zoro in spalla?
Commentate fan fic e fan art!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell’autrice
 
Ciao care!! Questa fic l’ho scritta pensando ad una delle scene zonami più belle..Alabasta! Mi sono chiesta… come ha fatto Nami a convincere Zoro a portarla in spalla? Spero che un giorno il nostro Oda ce lo dica… nel frattempo mi accontento di questa versione!
A rendere tutto più bello ci ha pensato il mio stupendo fidanzato con una fan art a dir poco fantastica!
Fatemi sapere cosa ne pensate sia della storia che del disegno!!
Baci!
Nami_88


 
Ce l’ho fatta.
Ho vinto.
Chino la testa.
È pesante.
Il mio pensiero sei tu.
Dove sei?
Non riesco a muovermi.
Sono inginocchiato su questo terreno sabbioso.
Mi faccio forza sulla spada.
Devo alzarmi.
Me lo sto ordinando.
Devo muovermi.
Cerco di ubbidire al mio comando.
Ma non riesco.
Troppe le ferite.
Ho bisogno di riposo.
Nami.
Dove diavolo sei mocciosa..
Il pensiero di te in pericolo mi tormenta.
La compagna di questo qui ti stava inseguendo.
È questo timore a darmi le forze per alzarmi.
Faccio tre passi.
Poi crollo di nuovo.
Stringo i pugni nella sabbia di questo luogo maledetto.
I rivoltosi.
Li sento.
Mi impongo il silenzio.
Forse riuscirò a sentire anche la tua di voce.
La tua bellissima voce.
Ma niente.
Sbatto i pugni.
Sono furioso.
Alzati per la miseria Roronoa.
Lei ti starà cercando.
Ha bisogno di te.
Forza alzati.
È un karma che cerco di seguire.
Urlo il tuo nome tra queste rovine.
Cerco uno sfogo.
La voce è l’unico mezzo che ho per cercare di raggiungerti.
Dove sei piccola..
 
Non ci credo.
Sono riuscita a sconfiggere questo mostro da sola.
Stringo tra le mani quel bastone da circo che ho per arma.
Maledetto Usopp di certo me la pagherà per questo.
Zoro.
Il mio primo pensiero.
Sento i rivoltosi.
Devo correre da lui.
Mi giro e inizio a dirigermi verso il luogo in cui l’ho lasciato.
Sta bene.
Sta bene.
Sta bene.
Sono le uniche due parole a cui riesco a pensare.
Ne sono certa.
Non può lasciarmi.
Corro sempre più forte.
Ho il cuore in gola.
Il respiro affannato.
Ma devo trovarlo.
Più vado avanti più vedo case distrutte.
Deve essere stata una battaglia dura.
Ma lui ce l’ha fatta sicuramente.
È di Zoro che parlo.
È il futuro miglior spadaccino del mondo.
Corro senza sosta per la via principale
guardando tra le traverse che supero veloce.
Spero di trovarlo in piedi con quel suo stupido ghigno..
Adoro quel ghigno.
Non sento neanche il dolore ai piedi.
Sono feriti ma non sento niente.
Non sento niente.
Un attimo..
Mi blocco.
La tua voce.
Mi chiama.
Mi stai chiamando.
Ora so dove sei.
Corro in direzione della voce.
So che sei vivo.
So che mi stai cercando.
Aspettami.
 
Sento dei passi.
Sei tu?
Alzo poco la testa dalla sabbia.
Vedo sfocato.
Ma ti vedo.
Stai correndo verso di me.
Non sono mai stato così felice.
Sembri preoccupata però.
Ti inginocchi accanto a me.
Mi chiami a gran voce.
Piccola tranquilla, sto benone ora.
Non riesco ancora a parlare, ti faccio il mio solito ghigno.
Ti vedo sorridere.
Ce l’ho fatta allora.
Mi aiuti a sedermi.
Sei spaventata perché sono immerso in una pozza di sangue.
Ma sto bene credimi.
Sento le forze ritornare.
Allungo una mano e ti tocco il viso.
“mocciosa..” riesco solo a dire con un filo di voce.
Dovevo toccarti.
Non volevo si trattasse di un sogno.
Tu ti strappi un lembo del vestito e cerchi di tamponare le ferite.
Non sono profonde.
Ti rallegri.
Sai che sono forte.
Sai che mi rimetterò presto.
“idiota”
L’unica cosa che mi dici.
 
“idiota”
È l’unica cosa che riesco a dirti.
Mi hai fatto spaventare.
Vederti inerme in una pozza del tuo sangue è stata la visione più brutta della mia vita.
Ho perso dei battiti.
Vorrei suonartele di santa ragione.
Ma è mai possibile che riesci sempre a ridurti così?
Razza di idiota.
Mi vedi preoccupata e mi fai quel tuo ghigno che tanto amo.
Scemo.
Ti aiuto a sederti.
Mio Dio.
Sbianco.
Allunghi la tua mano e mi sfiori.
Mi sento morire a quel contatto dolce.
Vuoi tranquillizzarmi.
Vuoi dirmi che stai bene.
“mocciosa..”mi chiami con quel nomignolo tutto tuo.
Mi faccio forza e cerco di asciugare tutto quel sangue.
 
Sei ferita.
Deve essere stata dura anche per te piccola.
Ti rendi conto del mio sguardo preoccupato e mi anticipi.
“ho vinto!”
Sorridi come una mocciosa.
“e chi lo avrebbe mai detto..”
Ti stuzzico arrogante.
Mi dai un pugno.
Sei sempre la solita.
Ma amo litigare con te.
Amo te.
Me la vuoi far pagare.
Conosco bene quel tuo sguardo.
Ti avvicini sensuale.
Mi sfiori con le labbra il collo.
Sono morto.
Ora ne ho la certezza.
Sono in paradiso e Mr One mi ha sconfitto.
Mi vuoi obbligare a fare qualcosa che non voglio.
Lo so.
Mi sai raggirare sempre come meglio credi.
“dobbiamo andare” mi soffi sull’orecchio.
Io mi volto nella tua direzione.
Sono vicinissimo alle tue labbra.
Dio quanto le desidero.
“sento i rivoltosi” continui avvicinandoti ancora.
Vuoi farmi impazzire ora è chiaro.
Ti prendo per i fianchi e ti stringo.
Ti voglio.
Ma dobbiamo andare lo so.
“hai ragione” cerco di darmi un contegno “andiamo”.
Mi sento meglio.
Provo ad alzarmi.
Ma tu mi tiri per la maglia.
“che c’è?” dico solo.
Non ti capisco.
Poi vedo toccarti la caviglia.
“correre fin qui mi ha fatto aprire le ferite” dici semplicemente.
Lo sapevo.
Ho capito dove vuoi arrivare mocciosa.
Ma non voglio dartela vinta subito.
 
 
Ti tiro un pungo.
Idiota.
Se hai la forza per prendermi in giro,
hai anche la forza per prendermi in braccio.
Mi avvicino sensuale al tuo corpo.
Il tuo profumo mi fa impazzire.
Ma devo tener duro.
Sento che ti piace questo mio contatto.
Il respiro si affanna.
Chissà se riuscirò a fermarmi.
Ti dico che dovremmo andare.
Te lo sussurro veramente.
Ti giri.
Ora i tuoi occhi mi scrutano.
Mi vogliono.
Sento le tue mani che mi prendono i fianchi.
Mi avvolgono.
Mi vogliono.
Ti voglio.
Ma abbiamo ancora una missione importante.
Non c’è tempo ora per questo.
Cerchi di alzarti.
Non hai capito nulla.
Come al solito.
Ti blocco.
E che cavolo.
Possibile che non capisci?
Voglio che mi porti in braccio Zoro.
Tutto qui.
 
Lo sappiamo tutti e due che alla fine ti prenderò in braccio.
Ma voglio divertirmi ancora un po’.
“mocciosa stai bene, alzati dai” ti ordino.
Mi rispondi con una linguaccia.
“sei il solito idiota” dici poi.
Sapevo che avresti risposto.
Sai cosa dirmi.
Sai come raggirarmi.
Già l’ho detto.
Ed infatti riesci a dirmi l’unica cosa che mi poteva mettere in ginocchio
davanti a te.
Sei sempre la solita.
Sorridi soddisfatta per avermi incastrato nuovamente.
Ti sento salirmi sulla schiena.
Sei leggerissima.
Ti avvinghi con le gambe intorno alla vita.
Ti sorreggo delicatamente.
Hai una pelle morbidissima e profuma di mandarino.
L’ho sempre saputo questo.
“sei una mocciosa raggira persone” Ti ammonisco.
Mi sorridi vittoriosa stringendomi le braccia intorno al collo.
Ti avvicini con il viso e lo accosti al mio.
Mi sussurri qualcosa che mi da la forza per correre.
Non cambierai mai.
 
Ti meriti la linguaccia.
Adesso ti faccio vedere io.
Sei il solito idiota.
“beh allora va a chiamare Sanji kun..sono sicura che non farà stor..”
Esclamo alzando gli occhi.
Ma non mi fai nemmeno finire la frase.
È troppo facile raggirarti mio caro.
Sei già in ginocchio davanti a me.
Sbuffi ma lo sappiamo tutti e due che mi avresti portata anche se non te lo avessi chiesto.
Salgo sulla tua schiena.
Sei forte.
È il primo vero contatto che abbiamo.
Ed è bellissimo.
Mi stringo dolcemente al tuo corpo.
Il tuo odore per me è una droga.
Mi ammonisci come una piccola.
La tua piccola.
Ma so che mi vuoi bene Roronoa.
Mi avvicino al tuo viso.
Mi strofino dolcemente alla tua guancia.
“stasera…saprò come farmi perdonare…”
Ti soffio sensuale e birichina.
È una sorta di appuntamento.
Il primo.
Vedo che acceleri il passo.
Devo averti motivato abbastanza.
 
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