02/01/2013
0 recensioniLa musica pulsava, ma lui non riusciva a percepirla poiché era nervoso dal fatto che quel giorno sarebbe stato il suo primo nella nuova scuola.
Si era trasferito da poco a Brighton a causa del lavoro del padre. Era ansioso perché non era mai riuscito a relazionarsi bene con qualcuno, neanche con i suoi vecchi compagni. Aveva timore che anche questa volta si sarebbe trovato in solitudine, escluso dagli altri. E forse sarebbe stato così, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. È sempre stato come un’ombra, nessuno si era mai accorto di lui. Chiuse leggermente le palpebre, cercando di togliersi questi pensieri.
Arrivò la sua fermata, e svogliatamente si alzò per scendere. Si tolse le cuffie e rivolse lo sguardo verso la sua scuola: era un imponente edificio di un triste e cupo grigio. Non era tanto diversa strutturalmente dalla sua vecchia scuola, soltanto che aveva un cortile più ampio davanti alla porta d’ingresso.
Lo attraversò, e passò davanti ad un gruppo di ragazze che al suo passaggio smisero di parlare e lo inquadrarono.
Quando le sorpassò le sentì mormorare qualcosa, seguito da una fastidiosa risatina. Alla prima ora avrebbe avuto chimica, e non avrebbe voluto ritardare, quindi si affrettò a cercare l’aula. Volgeva continuamente lo sguardo in ognuna delle porte delle classi poste in fila ordinatamente su entrambi i lati del corridoio, ansioso di trovare quella giusta, e non si accorse di aver urtato una ragazza che proveniva dal verso opposto.
Così pose lo sguardo su di lei, cercando subito parole di scuse, ma la sua bocca si serrò, non riuscì a formulare una frase di senso compiuto. Incrociò il suo sguardo, e rimase ipnotizzato dai suoi occhi verdi smeraldo. Lei sembrava infastidita, e sbuffando, si chinò a raccogliere i libri che le erano caduti. Louis ritornò alla realtà, e si affrettò ad aiutarla, scusandosi di esserle andato addosso. La ragazza non aggiunse nulla e se ne andò come se niente fosse accaduto, seguita dalla sua comitiva di amiche. E così, anche lui, fece, rimettendosi alla ricerca dell’aula.
Dopo un po’, sconsolato di non essere riuscito a trovarla, chiese informazioni alla segretaria, la quale gli diede indicazioni. Alcuni corridoi dopo, riuscì finalmente a trovare la sua classe, proprio al suono della campanella.
Il professore era già entrato nell’aula, così bussò alla porta prima di aprirla. L’insegnante accolse Louis con un sorriso appena accennato e rimase commosso, i suoi occhi diventarono lucidi, e gli uscì una lacrima. Louis era molto emozionato, aprì la sua bocca in un ampio sorriso, ed allargò le braccia, dove accolse il professore. Si strinsero in un affettuoso abbraccio. L’insegnante aveva una buona presa sui fianchi di Lou, e lo avvolse, facendo aderire il suo corpo con quello del nuovo allievo, che intanto aveva le braccia intorno al collo del prof. Si guardarono negli occhi, e si avvicinarono lentamente, finché le loro labbra non si ritrovarono a pochi centimetri di distanza. Allora le unirono in un romanticissimo bacio, pieno di affetto e amore.
Louis si svegliò sconvolto: era tutto un sogno.
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Buonasera a tutti.
Questa fanfiction è nata da due povere menti malate (ci teniamo che voi lo sappiate).
Immaginiamo che siate rimaste sconvolte dopo aver letto l'ultima parte, poiché anche una delle due autrici è
rimasta alquanto perplessa.
Originariamente pensavamo già a qualcosa di romantico nel primo capitolo, ma avendo
in due un quoziente intellettivo minore di qualsiasi normale essere umano,
non potevamo non rovinarlo.
Ci dispiace che sia così corto, ma ovviamente, avanti ci rifaremo.
Dopo questo piccolo sclero, i prossimi capitoli saranno più seri, lunghi e romantici, o almeno, si spera.
Alla prossima.:')
-nick e daisy.