Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Elizabeth_Tempest    02/01/2013    7 recensioni
Nella Danimarca settecentesca, il destino di una testarda contessa e di un misterioso giovane venuto da lontano s'intrecceranno.
"Friederieke guardava fuori dalla finestra, annoiata, rigirandosi pigramente il lavoro tra le mani; il cucito non l’aveva mai entusiasmata, lo aveva sempre trovato noioso dato che non ne trovava una vera utilità pratica –del resto i suoi abiti arrivavano sempre da qualche sartoria della capitale, dove suo padre spendeva un vero e proprio patrimonio per farle avere sempre i modelli più in voga alla corte francese.
Si concentrò sul ricamo, tentando di ricordare cosa fosse di preciso… forse un usignolo? si chiese, lanciando un’occhiata perplessa ai fili azzurri.
Non le sovvenne nulla ed alzò lo sguardo, sperando di poter sbirciare il lavoro della signorina Bernstein che invece pareva tutta presa dalla sua opera e la teneva in modo tale che la fanciulla non potesse vedere cosa stesse ricamando." [dal primo capitolo]
La storia è ambientata prima degli eventi di The Lost Canvas, ed è collegato ad uno dei gaiden.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Pisces Albafica
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo X

Albafica si sedette sulla seggiola di legno del tavolino, nella sua stanza nella locanda. Quando era tornato si era stancamente sfilato la finanziera, posandola sul letto e si era seduto davanti al camino, a riflettere.

Il pranzo era stato di certo tranquillo e le conversazioni erano quelle tipiche della tavola, leggere e gioviali, che a volte vertevano su argomenti più complessi ma che il buonsenso tendeva a riportare su temi più banali, più consoni all’atmosfera.

Eppure era stato anche illuminante, in un certo senso: mangiare impegnava l’uomo a tal punto da impedirgli artifici complessi per nascondere la propria natura. O per lo meno, in generale era così e dunque aveva potuto formulare alcune opinioni.

Prima di tutto, gli venne da scartare il conte Frydendahl: era un uomo tranquillo, gioviale e pacato, attento e curioso, ma non gli aveva dato l’idea che potesse nascondere una natura tanto oscura come quella delle Stelle. Gli occhietti infossati dell’uomo esprimevano una sincerità genuina e il giovane guerriero non riuscì a trovarvi nulla di offensivo o ambiguo. No, decisamente il conte era da scartare, si disse.

Come era da scartare sua sorella, la baronessa Eckersberg: in primo luogo, la donna andava a trovare i parenti sempre più raramente –o almeno, era ciò che aveva inteso dalle conversazioni e dai racconti dell’anziano Jens- e dunque non poteva esercitare l’influenza malefica necessaria a rendere Frydenjord il villaggio moribondo che era. Ed in più, quella donna non gli trasmetteva alcuna sensazione di pericolo, anzi, infondeva una certa pace e serenità, coi suoi modi di fare dolci e materni, che però mai le aveva visto rivolgere alle figlie.

Il giovane seguiva le venature del legno del tavolo con le dita, mentre pensava. Sophia e Christina… no, nemmeno loro, escluse categoricamente. La prima era troppo sciocca, anche se di uno sciocco cattivo e malvagio e a modo suo, scaltro, ma non era di certo tagliata per entrare nelle file di Hades: era un dio crudele, non stolto.

Christina, invece… era una ragazza a suo modo pacata e tranquilla, dal carattere remissivo che si lasciava influenzare troppo facilmente da quello dispotico della sorella minore. Nei suoi occhi chiari aveva letto un’adorazione mista a invidia e rabbia nei confronti di Sophia, che, evidentemente, doveva godere dei favori dei suoi parenti più di lei. O così gli aveva detto Solveig, che era ben informata su tutto.

-Ah, la baronessa Sophia… tutti la tengono sul palmo della mano, parenti e amici. Sa, è vuota come un barile di vino buonodopo un giorno di festa, ma sa come comportarsi con la gente della sua risma e come spendere e spandere le rendite del padre come si conviene ad un’aristocratica francese –dicono sia segno di buona educazione, ma’... Sua sorella no; la ricordo quando erano ancora bambine, la baronessa Christina era una ragazzina tanto timida e gentile, certo, non aveva il carattere dei Frydendahl, ma nemmeno quel cattivo carattere degli Eckersberg –son gente davvero pessima, nobili o meno. La nonna e le zie le han proprio rovinate, soprattutto Sophia, Christina, povera ragazza, l’han sempre valutata meno della sorella.- aveva detto l’ostessa la sera prima, versandogli un boccale di vino.

Forse la ragazza traboccava di sentimenti repressi, ma non la credeva proprio in grado di essere una Stella Malefica e poi, come sua madre, frequentava poco Frydenjord.

Il reverendo Hans invece, lo lasciava un po’ perplesso. Né Jens né Friederieke Frydendahl parevano averlo molto in simpatia, a differenza del conte, di suo figlio e della signorina Bernstein; gli era parso un uomo calmo e inoffensivo, certo, forse un po’ fanatico rispetto al suo credo, ma nulla di così esagerato o preoccupante. Non gli aveva fatto un’impressione particolare, ma… forse era comunque meglio tenerlo d’occhio, Jens conosceva il villaggio e il castello meglio di lui e se quell’uomo aveva dubbi sul pastore, poteva anche non avere tutti i torti.

Per quanto riguardava la signorina Bernstein, la donna era forse quella che gli aveva destato meno sospetti o dubbi: vanesia e sciocca, non sembrava nemmeno in grado di nuocere ad un insetto, forse era solo in grado di far irritare la contessa sua allieva.

Erano Ludvig e Friederike Frydendahl a lasciarlo perplesso: il giovane conte era una persona decisamente ambigua, il suo sguardo sfuggente pareva nascondere molte cose, sotto quell’apparenza da damerino dongiovanni e ad Albafica non piaceva per niente la sensazione che gli trasmetteva, come di pericolo imminente e di minaccia. Eppure, al tempo stesso, visto l’affetto che l’uomo evidentemente provava per sua sorella, si sentiva sciocco a diffidare di lui: come poteva una persona tanto attaccata alla propria sorella tramare contro il villaggio e allearsi con Hades? Farlo significava anche mettere in pericolo Friederieke e Ludvig non sembrava proprio in grado di farlo. Anche dopo il pranzo, durante la breve passeggiata nei giardini, il giovane si era intrattenuto con la sorella, parlando e scherzando e tutto era parso come un idillio… poteva essere davvero solo una finzione? Davvero il conte poteva fingere quei sentimenti d’affetto per la sorella minore ed in realtà tramare alle spalle della sua famiglia?

E Friederieke, la bella contessa, poteva essere lei la Stella? si chiese, sentendo il cuore stringersi. Non riusciva a convincersi che lo fosse, ma il dubbio rimaneva. Era una giovane donna scaltra ed intelligente, forse anche troppo, a cui quella vita pareva stare stretta. Forse la sua astuzia era ancora impacciata dalla vita di agi che conduceva e dalla protezione del padre e del fratello –che evidentemente adorava-, ma Albafica non dubitava che crescendo sarebbe diventata più simile a sua zia, più brava a recitare la sua parte in quel gioco di menzogne e intrighi che era la nobiltà. Poteva davvero essere lei…?

Albafica, sentendo un fastidio sconosciuto a quella domanda, la scacciò dalla mente. Decise di riposare un poco, si era accorto che stando troppo a Frydenjord lo stancava, forse a causa del grigiore ed invece aveva bisogno di essere riposato e lucido; si sdraiò e lentamente riuscì a prendere sonno.

 

Quando Albafica Van Dijk se ne andò, Iedike, stanca, si scusò e andò nel suo salottino privato. Si sedette davanti al caminetto con un libro, forse Voltaire avrebbe potuto distrarla, ma non ci contava molto.

Si era accorta che lo strano senso di spossatezza che la prendeva quando scendeva al villaggio iniziava a comparire anche al maniero e tutto ciò la inquietava: qualunque cosa fosse, stava diventando più forte.

Da quando era comparso il grigiore, nessuno al villaggio era più lo stesso, tranne il caro, vecchio Jens: la gente era sempre triste, stanca eppure ormai scoppi di ira violenta, quasi omicida, erano all’ordine del giorno. Però, finchè al castello tutto era normale, Iedike non si era preoccupata troppo, ma ora… ora… no, non voleva pensarci. Non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se il grigiore avesse mutato anche loro: era come un morbo malefico che succhiava l’anima delle persone e le trasformava in bestie rabbiose.

Più passava il tempo, più era sicura che padre Hans c’entrasse qualcosa: era dal suo arrivo che tutto aveva iniziato a diventare strano, ma… quello stesso giorno suo fratello era tornato da Londra e le era parso diverso, c’era qualcosa, nel suo sguardo… no, non poteva essere Ludvig la causa di tutto.

Suo fratello era una brava persona, anche se un po’ vanesio e donnaiolo, non avrebbe mai fatto del male a nessuno! E poi Jens, che pareva saperla lunga sul grigiore, le aveva detto che pure lui dubitava di padre Hans. Sì, doveva per forza essere così, doveva essere padre Hans, non poteva essere Ludvig!

Jens era un uomo saggio, non avrebbe mai dubitato del pastore, se no fosse stato certo e di sicuro sapeva o aveva un’idea di cosa fosse il morbo che affliggeva il villaggio.

-Non abbassate mai la guardia, contessina.- aveva detto l’anziano stalliere –Questa nebbia, questo grigiore si nutre di anime semplici. Ma voi avete una mente forte.- l’aveva redarguita l’uomo. –Non fatevi mai incantare, tenete sempre la mente in movimento.

Provò a leggere un paio di righe, ma non ne aveva voglia. La stanchezza e i pensieri che si rincorrevano per la sua mente le rendevano arduo concentrarsi su quella lettura così colta e che pure sembrava superficiale e vanesia: che poteva saperne Voltaire di problemi seri e inquietanti come il grigiore? Oh, se solo tutte le risposte che le servivano avesse potuto trovarle in uno dei libri di suo padre!

Posò il tomo sul tavolino accanto a sé.

Oltre al grigiore, c’era anche qualcos’altro che la impensieriva: lo straniero, Albafica Van Dijk.

Era un uomo straordinariamente bello e affascinante, di certo quel genere di giovane che faceva battere molti cuori, ma non pareva curarsi o rendersi conto di quanto il suo aspetto fosse piacevole e attraente, era molto modesto, doveva dire. Ed educato e anche intelligente, aveva uno sguardo vivo ed indagatore e, nonostante dissimulasse bene i propri pensieri, vi aveva potuto scorgere un’inquietudine e un sospetto non dissimile da quelli che albergavano nel suo cuore.

Che anche lui sapesse? Be’, si era presentato come un amico dell’anziano Jens, ma forse era ben altro. Forse Jens gli aveva parlato del grigiore, gli aveva chiesto aiuto… o forse lei si stava illudendo.

Forse era davvero un mercante, forse Frydenjord e i Frydendahl erano condannati a soccombere al grigiore. No, si disse, non l’avrebbe permesso! Si alzò e si diresse in camera sua, chiamando Edda. Le disse di aiutarla e si cambiò, indossando abiti più adatti ad una cavalcata: doveva andare al villaggio, a parlare con Jens.

Percorse i corridoi un po’ tortuosi del maniero, poiché chi l’aveva costruito evidentemente non aveva ritenuto necessario creare una pianta regolare, diretta alle stalle, quando incontrò la signorina Bernstein.

-Ma… contessa! Dove andate?- chiese, sorpresa di vederla. Pensava che la giovane nobile stesse riposando, invece si era cambiata e si dirigeva verso le cucine, o le stalle.

-A farmi una cavalcata.- rispose la ragazza, senza nemmeno fermarsi. Si lasciò alle spalle la sua istitutrice, che rimase ferma a guardarla per qualche istante, prima di dileguarsi.

Iedike fece sellare un cavallo e partì al galoppo verso Frydenjord; due figure la osservavano dalla finestra.

-La contessa ha molti dubbi nel cuore e si fa troppe domande. Che dobbiamo fare?

-Attendiamo e vediamo come si evolve la cosa. Potrebbe tornarci utile.




Sì, sono tornata. Té, speravate che i Maya m'avessero fatto la pelle, ne?

Scherzi a parte, ho un ritardo assurdo e mi dispiace :/ Spero di essere più regolare con i prossimi capitoli :)

Alla prossima.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Elizabeth_Tempest