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Autore: Merlina97    02/01/2013    2 recensioni
La Sindrome di Stoccolma e la fine di un'anima riconoscente al suo aguzzino. Come il Minotauro e Teseo...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Minotauro e il suo Teseo

Bam. La porta che sbatte e il rumore dei suoi passi. Voglio vederlo, non importa quale sarà il prezzo.

Lo conobbi quattro anni fà, quando avevo quattordici anni. Mi attirò a sè con il suo sguardo profondo e con il suo sorriso, che tendeva ad alzarsi sempre un pochino di più dal lato sinistro della bocca. La prima volta che lo vidi, mi parve come un dio in terra. Mi attirò a sè e mi portò via. Mi portò via dalla mia famiglia, dal mio paese, dalla mia normalità. E mi rinchiuse in questa stanza.

Ricordo bene tutta la paura che mi faceva all’inizio e tutto l’odio che scatenò in me nei suoi confronti. Poi, pian piano, ho iniziato a capirlo: ho capito che lo fa per me, per farmi capire quanto io sia sbagliata. Mi apre gli occhi ogni giorno, con tutti gli schiaffi, i morsi, gli stupri, i pasti negati e i calci nello stomaco.

Lui è l’unica persona sincera della mia vita.

Così lui è diventato indispensabile come l’ossigeno per me; così indispensabile che tutta la paura e tutto il dolore rappresentano il nulla, messi a confronto con l’averlo vicino. Me ne sono innamorata. Nessuno potrebbe mai comprendere, ma l’amore che provo per lui appartiene alla forma più pura e genuina. Lo so. Lui è il centro dei miei pensieri tutto il giorno, lui è la ragione della mia vita, l’unica cosa giusta della mia esistenza.

Sento i suoi passi veloci per le scale e poi la porta si spalanca: lui è lì, sulla soglia, e mi guarda con un’espressione folle che gli trasforma il volto perfetto. Ma rimane sempre bellissimo.

-Sei tornato...-

Mi sbatte a terra e mi tira un calcio che mi costringe quasi a sputare sangue.

-Piano, Amore...- sussurro flebile. Che codarda.

Lui non mi ascolta e continua, mentre io lo assecondo in base a ciò che fa: urlo, piango, rimango inerme.

Dopo non so quanto tempo si alza e mi lascia lì, stesa sul pavimento, nuda e sanguinante, a guardarlo. Vittima di un amore insano. Si rimette i pantaloni e si china ad estrarre qualcosa dalla tasca della giacca precedentemente gettata in un angolo. Un coltello affilato. Si gira verso di me e comprendo: per lui sono ormai un giocattolo vecchio. Lo ringrazio mentalmente perchè mi sta per liberare; sta per porre fine alla mia assurda esistenza. Perchè io sono come il Minotauro: sbagliata, innaturale, un errore. Lui, invece, è il mio Teseo:colui che è venuto a giustiziarmi per placare la sofferenza ateniese e... Anche la mia. Così, come il mostro di Creta, mentre lui ritorna su di me e avvicina il suo volto al mio.

Dio, quant’è bello il mio eroe.

Il suo ultimo regalo è il suo sorriso, un sorriso lucido, questa volta. Quello con cui mi ha stretto la mano la prima volta, quando lo incontrai, e lo stesso con cui ora mi dice addio. Poi, con uno scatto fulmineo, mi pianta il coltello nella pancia.

Urlo, ribaltando la testa all’indietro ed inarcando la schiena dal dolore.

Con uno sforzo che mi sembra immane, la vista offuscata e il viso rigato dalle lacrime, avvicino di un altro poco il mio viso al suo, pronta a dargli l’ultimo, disperato segno del mio amore per lui.

Un istante prima della fine, poggio le mie labbra sulle sue. Poi il battito s’interrompe e mi rendo conto di non riuscire più ad aprire gli occhi.

 

Spazio autrice: ciao a tutti! Premetto che è la prima volta che scrivo su un argomento così duro e che non sono neanche sicura che il genere in cui ho pubblicato la storia sia quello giusto. Mi rendo conto della brevità di questa OS e del fatto che sia abbastanza irreale, ma ho voluto comunque provare a scriverla e a pubblicarla. Se c’è qualche cosa che non va, o volete esprimere il vostro parere, sentitevi liberi di farlo! Alla prossima

Ila

 

  
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