Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Oneipo_    02/01/2013    0 recensioni
Dieci anni, prima di rivederla.
Dieci anni, prima di poterla stringere a se di nuovo.
E lui non avrebbe dimenticato quell'appuntamento. Oh no, non l'avrebbe fatto.
"Denise!"
La richiamò, mentre la osservava andarsene di schiena senza alcun ripensamento. I loro occhi s'incontrarono di nuovo, per l'ultima volta.
"E tu? Tu mi ami?"
Le domandò, con il terrore nella voce.
Lei sorrise.
"Il primo giorno d'inverno, su quella panchina. Se mi amerai ancora, non scapperò."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Winter.

"I'll never let you go, 
if you promise not to fade away."
Muse - Starlight

 


Si strinse più forte nel suo lungo cappotto nero, mentre un brivido di freddo gli percorreva la schiena.
Stava arrivando l'inverno e se ne rendeva conto ogni giorno che passava.
Le temperature si erano abbassate, la notte arrivava prima del previsto e la pioggia si era fatta ancora più fitta di quanto, normalmente, non fosse già nella misteriosa città di Londra.
Ma più di tutti erano i colori ad essere cambiati.
L'azzurro del cielo era mutato in un blu autunnale, scuro e triste, e infine in bianco, segno di una nevicata imminente.
Il giallo del sole si era improvvisamente spento.
E il verde degli alberi e dei prati si era trasformato in arancione e poi marrone, scomparendo del tutto.
I viali delle strade, quelli con ai lati i tronchi degli arbusti più belli, ora erano piene delle foglie che quegli alberi avevano lasciato cadere morenti, e che venivano calpestate da milioni di passanti presi nel loro via vai.
Tutti coperti fino al collo, con grossi cappotti, sciarpe, guanti e cappelli. Con le guance arrossate e i nasi raffreddati. E con gli occhi lucidi per il vento gelido che li colpiva direttamente in viso.
Camminavano per le vie delle città con dei grossi bicchieri di caffè in mano, sorseggiando di tanto in tanto e cercando di riscaldarsi. Non si parlavano, non si guardavano, proseguivano dritti nella loro direzione, magari in ritardo per l'orario di lavoro, o forse per un appuntamento.
Nessuno, comunque, si fermava a osservare il mondo. Nessuno si era accorto di come tutto intorno a loro stesse cambiando con il mutare delle stagioni, se non per la temperatura che era passata da calda a fredda insopportabile.
A quelle persone sembrava non interessare di nulla, se non di arrivare in tempo ai propri impegni.
Eppure, di tanto in tanto, avrebbe voluto che qualcuno gli sorridesse, lo guardasse e gli dicesse "guarda com'è bella la natura, tutto muta. Mi fermo a osservarla con te, oggi."
 
Perchè quel giorno lui l'aveva fatto.
Quel giorno Zayn si era fermato ed aveva imparato a osservare ciò che aveva intorno.
Aveva detto di no a tutti gli incontri, a tutto il lavoro che aveva da fare e che non aveva voglia di portare avanti.
Aveva detto di no ai suoi amici, senza dare loro nessuna spiegazione, e poi era uscito.
Ed era arrivato lì. In quel parco ricco di ricordi. Si era seduto, aveva respirato l'aria fredda ed aveva iniziato a guardarsi intorno.
Studiava tutte le persone che passavano cercando di capire la loro storia, i loro problemi. Di imparare dai loro occhi.
Vedeva una mamma e il suo bambino e leggeva l'allegria sui loro visi. Ma c'era un che di malinconia nello sguardo scuro di lei.
Forse, gli passò per la testa, aveva solo bisogno di un marito accanto.
Incontrò gli occhi chiari di una signora anziana, che passava proprio di fronte a lui e gli sorrise dolcemente.
Proprio come una nonna farebbe con suo nipote.
E forse, pensò, avrebbe voluto essere lui il nipote di quella simpatica vecchietta dai capelli grigi.
Osservava una coppia d'innamorati, su una panchina poco lontana da lui e sentì irrimediabilmente una fitta allo stomaco.
Ridevano, si stringevano, si scambiavano baci. 
E il suo cuore si fermò nei loro gesti.
 
C'era un motivo in particolare per cui quel giorno si trovava lì e fino all'ultimo lo avrebbe negato a se stesso e al resto del mondo.
Sapeva che non ci era arrivato per caso. Che non aveva mollato tutto solo per farsi una passeggiata al parco e lasciarsi andare su una panchina.
Eppure qualcosa dentro di lui continuava a nasconderlo.
Come se facesse troppo male ricordare e la paura di una delusione imminente lo avrebbe ucciso completamente e lasciato morente in quel posto.
Se la ricordava come se fosse ieri la promessa che gli era stata fatta dalla persona più importante della sua vita.
Lei, senza quale la sua vita aveva smesso di avere un senso.
 
"Il primo giorno d'inverno, se non mi avrai dimenticata, ti aspetterò qui. E se mi amerai ancora, non scapperò."
La fissava con gli occhi lucidi, mentre cercava di dare un senso alle sue parole.
"Si tratta di dieci anni, Denise."
"E allora?"
"E' tanto tempo."
La vide sorridere e strofinarsi le mani per cacciare via il freddo. I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle ed erano in parte coperti da un buffo cappello azzurro.
Dello stesso colore dei suoi occhi.
Il piccolo naso alla francese leggermente arrossato.
Zayn pensò che non potesse esistere creatura più bella di quella.
"L'amore sa aspettare. Tu mi ami, Zayn?"
A quella domanda il ragazzo tremò. Ma non per il freddo.
Non era mai stato uno bravo ad esprimere i suoi sentimenti, soprattutto a parole, ed aveva sempre la paura di sbagliare, di dire qualcosa che lei mai gli avrebbe perdonato.
Abbassò lo sguardo, quindi, limitandosi ad annuire.
"E allora vedrai che riuscirai ad aspettarmi, e non ti dimenticherai del nostro appuntamento."
Senza aggiungere altro Zayn sentì le sue fredde labbra combaciare perfettamente con quelle della ragazza. In un bacio pieno di desiderio e ricco di dolore.
Dieci anni, prima di rivederla.
Dieci anni, prima di poterla stringere a se di nuovo.
E lui non avrebbe dimenticato quell'appuntamento. Oh no, non l'avrebbe fatto.
"Denise!"
La richiamò, mentre la osservava andarsene di schiena senza alcun ripensamento. I loro occhi s'incontrarono di nuovo, per l'ultima volta.
"E tu? Tu mi ami?"
Le domandò, con il terrore nella voce.
Lei sorrise.
"Il primo giorno d'inverno, su quella panchina. Se mi amerai ancora, non scapperò."
Ripetè, lasciandolo senza una riposta.
Ma a Zayn quella frase bastò.
 
Una lacrima scese sul suo viso, al ricordo di quella giornata.
Aveva pianto, aveva imprecato, aveva pregato di riaverla e poi aveva capito.
'L'amore sa aspettare', certo. E lui l'avrebbe fatto. E lui l'aveva fatto.
Non aveva amato più nessuna come lei e sperava solo di rivederla, in quel primo giorno d'inverno, dopo dieci anni.
 
Chiuse gli occhi e respirò l'aria che gli riempiva di freddo i polmoni.
Aspettava da ore, e di lei non c'era traccia.
Il giorno stava finendo e il suo cuore si rassegnava via via che il sole tramontava.
Il rosso colorava il cielo, e in quel laghetto di fronte alla loro panchina solo un cigno gli faceva compagnia.
Tutte le persone se ne erano andate.
E ora si sentiva solo.
Lei non c'era. Lei non sarebbe arrivata.
Come poteva essere stato così ingenuo?
Pensare che dopo tutto quel tempo lei si sarebbe presentata a quell'appuntamento.
Cosa si aspettava? Che si sarebbero rivisti, che nulla tra di loro era cambiato, e si sarebbero amati fino alla fine?
Probabilmente sì, ma erano solo illusioni.
 
Si alzò lentamente, lanciando un ultimo sguardo al parco, alla ricerca di lei ancora una volta.
La prima stella alta nel cielo era tutto ciò che illuminava il loro posto, insieme a un lampione in lontananza.
Lei non sarebbe più venuta e lui iniziava ad essere stanco ed affamato, dopoditutto.
Sorrise malinconicamente, ormai arreso, prima di fare qualche passo.
 
"Che fai, non mi aspetti Malik?"
Quella voce calda e diretta gli bloccò i piedi. Improvvisamente si sentì rigido e in ansia, preoccupato e spaventato.
L'avrebbe riconosciuta ovunque.
"E' tutto il giorno che aspetto."
Rispose quindi, senza voltarsi, per paura che lei riuscisse a leggere il turbinio di emozioni che aveva dentro dai suoi occhi.
Era sempre stata brava a farlo.
Eppure la voglia di rivederla vinse ogni sentimento.
Si voltò, cercando di sembrare il più calmo possibile e lei era lì.
Bella, come sempre.
I biondi capelli, una volta lunghi, erano corti e spettinati.
Gli occhi azzurri, stanchi e vissuti.
Le labbra rosse e screpolate.
Sembrava un angelo, come la prima volta che l'aveva vista, nonostante i dieci anni li notava.
Non era più una ragazzina, quella diciottenne impacciata che amava divertirsi e cacciarsi nei guai. Ora sembrava una donna, ora era una donna.
La vide sorridere e quasi non arrossì.
Poi lo vide, quel piccolo bambino ai piedi della sua mamma, che si stringeva nei suoi pantaloni e sorrideva ingenuamente all'uomo che non conosceva, ma di cui già si fidava.
E a Zayn venne il mal di stomaco. Come se avesse appena ricevuto un pugno che gli aveva fatto togliere il fiato.
La mano di lei accarezzava dolcemente i biondi capelli del bambino e Zayn lesse nei suoi occhi la paura di essere abbandonata, di nuovo.
"Avevo bisogno di sapere che mi amavi davvero. Che mi avresti aspettata fino all'ultimo. Scusami."
Le sentì dire e il suo cuore iniziò a battere più veloce.
"Come...?"
"Diciamo che in questi dieci anni di errori ne ho fatti, ma ti giuro, lui è la cosa più bella che mi sia mai successa."
Tremò, e i dubbi iniziarono a mangiargli il cervello.
Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi?
Avrebbe dovuto andarsene, lasciandola lì come lei aveva fatto dieci anni fa?
Avrebbe dovuto dirle che le sarebbe stato accanto e avrebbe fatto da padre al suo bambino?
Avrebbe dovuto rivelarle che la paura di una responsabilità più grossa di lui gli impediva di fare un ragionamento sensato?
Forse. Ma non fece niente di tutto quello.
Come l'ultima volta, semplicemente, la guardò negli occhi e prese fiato.
"Tu mi ami, Denise?"
La vide sorridere, sciogliere la tensione nelle sue ossa e resistere alle lacrime che volevano scendere dai suoi occhi azzurri.
"Non ho mai smesso." la sentì confessare poi.
E tutto svanì. Rimasero solo loro, in quel freddo parco. 
Rimasero solo loro, quando le labbra di Zayn cercarono quelle della donna che aveva sempre amato e che ora non l'avrebbe più lasciato.
 
Un fiocco di neve cadde sul suo viso, mentre con una mano accarezzava le guance arrossate di Denise e con l'altra stringeva quella del piccolo bambino accanto a loro.
E guardandola negli occhi piano le sussurrava:
"Allora non scapperò."





Our hopes and expectatiooooons:
Della serie "chi non muore si rivede" non sono morta e eccomi di nuovo qui!
Con una one-shot insulsa e senza un vero scopo ma va bene.
Sono contenta che la mia musa ispiratrice ogni tanto torna, anche se per poco, e mi vengono fuori queste cagatine da diabete che forse dovrei tenermi e non pubblicare per non straziare i vostri animi lol
Ma per vostro dispiacere continuerò a farlo ogni volta che avrò tempo e che sarà ispirata.
Mi farete felice con un recensione, anche solo per dirmi che fa schifo ahah oppure per dirmi che sono la migliore scrittrice del mondo (evviva le boiate!)
Anyway buon Natale (in netto ritardo), buon 2013 e buona Befana a tutti, spero che siano state delle belle feste per voi :)
A presto, speriamo.
Oneipo_
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Oneipo_