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Autore: 9dolina0    02/01/2013    11 recensioni
Prima classificata al contest "Keep calm e... fatemi amare la vostra otp" di Elettra.C
Crilin inizia a fare i conti con sé stesso e con la propria esistenza: appollaiato sulla solitaria spiaggia dell'isola di Muten in compagnia di un vecchio amico riflette sulla propria relazione con C18, sognando il matrimonio ma temendo al tempo stesso un suo rifiuto. Anche la bella donna-cyborg si fa delle domande sulla sua relazione col terrestre...
Estratto dalla storia:
C18 pensava con rabbia e tenerezza a tutte le volte in cui avevano fatto l’amore: lei ci aveva creduto, e lo aveva fatto mettendo in gioco tutta la passionalità e il sentimento che era riuscita a tirar fuori dai suoi circuiti metallici. E se tutto ciò, però, a lui non fosse bastato? E se, nonostante i suoi sforzi, Crilin non fosse mai riuscito a percepire in lei alcun calore umano? Era questo che il ragazzo era venuto a dirle? Voleva chiudere per sempre quel rapporto nemmeno mai pienamente concretizzato? Se lo sarebbe aspettato, dopotutto… e forse sarebbe persino riuscita a fingere indifferenza.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Crilin, Yamcha | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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mi vuoi sposare

Autore Forum/EFP: 9dolina0
Fandom: Dragon Ball
Titolo storia: Mi vuoi sposare?
Genere: sentimentale, introspettivo
Avvertimenti: nessuno
Personaggi: Crilin, Yamcha, C18
Pacchetto -se non si è scelto alcun pacchetto basta dire nessuno-: Purezza

 

 

 

Era da più di un’ora, ormai, che Crilin fissava la limpida distesa azzurra che si apriva sotto il suo sguardo pensieroso e spento. Mai come in quel momento l’oceano che costeggiava l’isola di Muten sembrava essere un luogo tremendamente infausto: era talmente calmo, silenzioso e placido che al terrestre sembrò quasi non volesse disturbare i suoi contorti pensieri. Ma Crilin di tutto necessitava tranne che di un’omertà tanto sfacciata: se solo le onde avessero ripreso ad animare quel tratto di costa brevissimo e solitario, forse le voci che rimbombavano nella sua testa avrebbero fatto decisamente meno rumore.

Poteva specchiarsi: l’acqua era talmente limpida e calma che l’immagine riflessa del suo corpo si riproduceva identica a sé stessa, con tutte le maledette imperfezioni che si portava dietro e che mai come in quel momento sembravano aver preoccupato davvero il coraggioso guerriero.

Crilin aveva avuto tanto dalla vita, ma non tutto, e sembrava che fosse davvero giunto il momento di fare i conti con il proprio essere, con i propri successi e con i propri fallimenti. Cosa avesse mai desiderato davvero dalla vita non era nemmeno mai riuscito a capirlo fino in fondo prima di incontrare lei. L’aveva amata, forse fin dal primo momento in cui l’aveva vista, e solo dopo che la minaccia di Cell era stata definitivamente debellata, aveva iniziato a fantasticare su di lei e su di una tanto felice quanto improbabile vita insieme.

Improbabile, certo! Pensava a lei, e poi si specchiava: quanta perfezione c’era nei lineamenti di quella splendida donna! E quanti difetti mostrava invece il suo viso pallido e senza naso! Sorrideva amaramente riflettendo sul fatto che mai fino a quel momento il suo aspetto fisico aveva costituito un problema per lui: le donne non erano mai state un vera priorità nella sua vita, e l’unica ragazza con cui era davvero stato insieme qualche anno prima si era dimostrata talmente frivola e superficiale da non permettere nemmeno al giovane guerriero di rimpiangerla più di tanto.

Ma C18 era sempre stata completamente diversa: non era semplicemente bella – un dono del genere potevano vantarlo tantissime donne! – ma aveva anche un coraggio e una fierezza tali da far invidia alla maggior parte degli uomini terrestri. Crilin sapeva che tanti dei belloni che le facevano il filo non erano alla sua altezza, ed era pure consapevole del fatto che C18 apprezzava molto di più un ragazzo audace come lui piuttosto che un qualunque riccone senza un briciolo di senso del dovere. Eppure, tutto ciò non era sufficiente per salvare un’autostima pericolosamente prossima al precipitare in un baratro: quante volte si era già fatto vedere in giro per la città insieme alla sua nuova compagna? Tante… tantissime, addirittura! E sempre sentiva su di sé gli sguardi incuriositi della gente, che poi si posavano compassionevoli sul bel viso della ragazza. Era facile capire cosa stessero pensando tutte quelle persone: cosa ci fa una donna del genere, così bella e affascinante, in compagnia di un simile sgorbio?

Crilin si era sempre imposto, con grande fatica, di ignorare. Ultimamente, però, far finta di niente era diventato terribilmente frustrante: più passava il tempo e più si convinceva di non meritare una donna del genere; ma più rifletteva sulla propria esistenza e più capiva di desiderare sopra ogni cosa di farsi finalmente una famiglia. Il cuore gli diceva che C18 era la donna giusta; il cervello continuava vergognosamente a smontare tutte le sue ambizioni.

 

«Vedo che oggi hai proprio la testa fra le nuvole! Ehi, Crilin! Mi stai ascoltando?»

Il giovane si voltò di scatto, e notò alle proprie spalle la presenza di un vecchio amico. Gli sorrise. Da quanto tempo non capitava più che Yamcha si facesse vivo? Forse, l’ultima volta che si erano incontrati era stato proprio al torneo di Cell.

«Ciao! Credevo avessi deciso di lasciar perdere tutti i vecchi amici. Che fine avevi fatto, eh?»

«Io?! Oh, andiamo! Non scherzare! Guarda che sei tu quello che è sparito dalla circolazione! Io ogni tanto me lo faccio un giretto da queste parti, ma a parte Muten e Tartaruga, non vedo mai nessuno! Tu, poi, sembri esserti volatilizzato nel nulla ultimamente.»

«Ehm, già… forse hai ragione. Mi dispiace, non l’ho fatto apposta, è solo che…»

«No! Non dire niente. Lasciami indovinare. C’entra per caso una donna? E magari è pure alta, bionda, con occhi color ghiaccio, un fisico mozzafiato e un caratterino bello pepato!»

Crilin spalancò gli occhi, mostrando incredulità e sorpresa. Doveva immaginarlo! Muten aveva spifferato tutto in giro! Be’… dopotutto, magari lo aveva fatto per il suo bene. Sicuramente lo aveva visto preoccupato negli ultimi tempi, e forse aveva pensato che coinvolgere qualche amico avrebbe risanato il suo umore non proprio alle stelle.

«Wow! Da quando sei diventato un veggente?»

Yamcha rise della battuta del suo vecchio compagno di avventure. Per fortuna, al contrario di quello che gli aveva riferito il maestro, Crilin non sembrava aver perso del tutto la voglia di ridere.

Gli si sedette a fianco, condividendo con lui quel misero e soleggiato lembo di spiaggia tanto caro ad entrambi.

«Allora, che c’è che non va?»

«Niente! È tutto assolutamente… perfetto! Lei è… perfetta…»

«Ah, certo! E lo dici così? Dovresti mostrare un po’ più di entusiasmo! Se ti vedesse Goku inizierebbe a strapazzarti pur di farti riprendere un po’ di vitalità!»

«Già, Goku! Ma lo sai che più passa il tempo e più fatico a capirlo?»

«Perché dici così?»

«Be’, ecco… lui aveva tutto! Era forte, coraggioso, gentile e onesto. Aveva una famiglia tutta per sé, una moglie da amare e un figlio di cui prendersi cura… e invece ha preferito rinunciare a tutto per rimanersene nell’aldilà! Tu non lo trovi poco responsabile?»

«Ah, che vuoi che ti dica! Goku è un saiyan, e la sua priorità è combattere, non provvedere alla famiglia. Tutto sommato riesco pure a comprendere le motivazioni che lo hanno spinto ad agire così, anche se ovviamente il suo comportamento è tutt’altro che giustificabile.»

Per un attimo calò il silenzio. Crilin rifletteva tra sé sulla differenza che incorreva tra lui e il suo miglior amico di sempre: se avesse avuto una famiglia, il terrestre non l’avrebbe mai abbandonata per seguire degli improbabili sogni di gloria; ma evidentemente Goku doveva pensarla diversamente da lui, perché il saiyan aveva rinunciato davvero alla presenza nella sua vita di una moglie e di un figlio. Lui, invece, ora più che mai desiderava avere tutto ciò a cui il suo amico aveva incomprensibilmente voltato le spalle, ma il solo pensiero di poter formare una famiglia con C18 gli sembrava ogni giorno di più un’utopia, sebbene il loro rapporto si stesse in realtà rafforzando.

«Ehi! Hai perso la lingua?»

«Ma no, Yamcha. Scusami! Ero sovrappensiero!»

«Lo avevo notato! Allora, cosa c’è che non va?»

«In realtà niente, davvero! Solo che…»

«Solo che?»

«Solo che non so come fare per… be’, ecco… concretizzare il rapporto con C18.»

«Non è così complicato: va’ da lei, dille che la ami e chiedile se vuole stare con te!»

«Ma questo l’ho già fatto!»

«E allora qual è il problema?» insistette Yamcha, mostrando un volto sempre più perplesso.

«Il punto è che stare insieme non significa nulla! Voglio dire: chi mi assicura che poi all’improvviso tutto questo non finirà? Ormai sono un uomo adulto! Non mi interessano affatto le tresche come quelle degli adolescenti! Io voglio una compagna… una compagna vera! Una… una moglie ecco, ora l’ho detto.»

Il volto di Crilin era visibilmente arrossato. Yamcha non si sarebbe mai aspettato un simile discorso da parte dell’amico.

Quante cose erano cambiate da quando si erano conosciuti! Per anni aveva visto il suo compagno di avventure come un bimbetto un po’ scapestrato; poi era diventato un guerriero forte e valoroso; infine aveva capito che poteva essere anche un amico prezioso e leale. Ma… sposato? No! Questo proprio non l’aveva previsto! Crilin era più giovane di lui, e a rigor di logica Yamcha sarebbe dovuto convolare a nozze molto prima. Chissà… forse qualcosa nella vita di entrambi era andato storto, o, forse, il destino aveva semplicemente deciso di beffarsi di loro.

«Tu ci speri proprio, eh?»

Crilin elaborò il senso di quelle parole in un tempo apparentemente infinito. Ci sperava, sì. Ci sperava perché forse il suo essere sempre stato una persona leale e di buon cuore avrebbe dovuto permettergli di prendersi qualche soddisfazione dalla vita. Ci sperava perché era innamorato, e sapeva che C18, sebbene fosse piuttosto restia nell’esprimere apertamente i propri sentimenti, provava per lui un affetto sincero. Ma tutto ciò poteva bastare a garantirgli che lei lo amasse?

«Che vuoi che ti dica? Se viene a mancare la speranza non rimane più niente a cui aggrapparsi!»

«Ti sbagli, accidenti! Tu devi agire! Se rimani qui fermo come un baccalà a guardare il mare, la tua speranza non si concretizzerà mai! Insomma… prova ad ascoltarmi! Io di donne me ne intendo! E sono assolutamente certo che alla fine riuscirai a coronare il tuo sogno se fai quello che ti dico.»

A fatica Crilin trattenne una fragorosa risata. Lui di donne se ne intendeva? Oh, certo che sì! Peccato che l’unica vera fidanzata che avesse mai avuto gli fosse stata soffiata sotto il naso dall’allora ben poco raccomandabile principe dei saiyan. Il giovane guerriero avrebbe voluto farlo notare a Yamcha, ma non gli sembrava il caso di abbattere di nuovo l’autostima dell’amico: ci erano voluti mesi, se non addirittura anni, prima che il ragazzo superasse definitivamente quel brutto trauma e non era giusto farlo precipitare in un baratro già dolorosamente noto.

«Cosa dovrei fare secondo te?»

«Dichiarati! Dille che la vuoi sposare. Insomma, che diavolo stai facendo ancora qui? Invece che perdere tempo con me, dovresti già essere da lei! E se ti stesse aspettando? E se non desiderasse altro che tu le faccia una proposta di matrimonio?»

«Lo credi possibile?»

«Non è forse quello che speri?»

«Sì, ma…»

«Niente ma! E dai… lo sai benissimo pure tu! Ogni tanto i sogni si avverano! E poi già state insieme, no? Per cui manca soltanto l’ufficializzazione. Devi provarci… provaci, ti prego! Vederti così frustrato è… è insopportabile!»

«Io non sono per niente ottimista, e tu lo sai. Ho paura che possa stancarsi di me! In fondo, lei è così… bella! Guardami! Sono uno scarafaggio mal riuscito in confronto a lei, e ho più difetti che pregi!»

Yamcha sputò a terra stizzito per le parole appena udite.

«Sei proprio uno sciocco! Forse hai ragione: tu non meriti di avere accanto una donna così. Ma ricordi oppure no chi accidenti è C18? Credi di poterla equiparare ad una qualsiasi donnicciola frivola del pianeta? Lei ha sofferto! Ha vissuto dei traumi indicibili ed è una guerriera potentissima! Si è fatta da sola: è cresciuta come umana e si è ritrovata ad essere un cyborg. Chissà quante ne ha passate quando è finita tra le grinfie di quel folle del dottor Gelo! Ha affrontato avversari più che temibili, e ha persino sconfitto Vegeta in un incontro. Credi davvero che una donna così possa dare maggiore importanza all’aspetto fisico di una persona piuttosto che al suo temperamento? Potresti renderla felice, e questo lo sai benissimo anche tu! Hai fatto tanto per lei e le hai sempre dimostrato di tenere alla sua incolumità. Le hai voluto bene più di chiunque altro e le hai donato la possibilità di una nuova vita. Perché vuoi tirarti indietro proprio ora? Sarebbe da folli! E non è certo questo che mi aspetterei da uno che nel corso della propria esistenza ha avuto a che fare con i mostri peggiori circolanti nell’Universo!»

Crilin si alzò in piedi, profondamente toccato da quelle parole. Era vero: in anni e anni di duri scontri aveva affrontato minacce terribili, e più di una volta ci aveva pure rimesso la pelle. Gli sembrava, però, che quando si era ritrovato faccia a faccia con Freezer o con Cell le sue gambe non avessero tremato come stavano facendo in quel momento. La paura di un rifiuto da parte della donna di cui era innamorato era decisamente più terrificante di un qualsiasi altro mostro.

Si chiese se davvero le parole di Yamcha potessero corrispondere al vero: e se C18 non si aspettasse altro da lui se non una proposta di matrimonio? Possibile… o forse no! Lui ci sperava, certo… ma per avere la certezza che le cose stessero così avrebbe dovuto affrontare lei e parlarle.

«E va bene! Mi hai convinto. Vado a cercarla!»

«Così mi piaci, Crilin! Ora finalmente ti riconosco. E mi raccomando! Non tornare senza averle dato quell’anello che tieni nascosto da un mese nella tasca dei pantaloni!»

Stavolta il guerriero non rispose. Accidenti! Muten aveva spifferato proprio tutto! Avrebbe voluto tirargli un pugno dritto in faccia, e forse lo avrebbe fatto davvero prima o poi. Poi, sicuramente, perché prima doveva raggiungere C18.

 

***

 

Bella ed eterea la figura della donna si stagliava contro le rocce spoglie di vita delle alte montagne che da mesi ormai erano il suo rifugio abituale. Il contrasto che l’immagine della donna creava lungo le pareti brune di quelle alture la rendeva facilmente rintracciabile ovunque, sebbene C18 non avesse alcuna aura.

Da diversi minuti ormai Crilin la contemplava, osservando un silenzio tombale. Era bella, sì! Era la creatura decisamente più attraente e sensuale che avesse mai visto! Forse più di Bulma, sicuramente più della sua sciocca e superficiale ex fidanzata. Di una cosa soltanto era però certo: ci avrebbe provato, e lo avrebbe fatto per sé stesso e per lei, perché era consapevole di poterle donare davvero una vita felice.

I biondi capelli della ragazza fluttuavano agitati da un vento gelido e tagliente. Crilin aveva i brividi: se questi ultimi fossero stati causati dal freddo oppure dalla paura lui non lo sapeva di preciso, ma era ben consapevole del fatto che rimanere lì a guardarla in silenzio non lo avrebbe di certo aiutato a sciogliere l’imbarazzo.

Per un attimo se la immaginò in abito bianco: quanto sarebbe stato bene indosso a lei quel candido pezzo di stoffa ricamato finemente e ornato di gemme preziose! Era la prima volta che fantasticava sulla sua ipotetica cerimonia, e il solo fatto che la protagonista del suo sogno ad occhi aperti fosse C18 vestita da sposa lo aveva reso visibilmente paonazzo. Pensò che Chichi sarebbe stata una sarta perfetta, e che avrebbe confezionato per la sua futura consorte il più bell’abito da cerimonia nuziale che si fosse mai visto sulla faccia della Terra: sarebbe stato di un bianco splendente, quasi accecante, come accecante era lo splendore degli occhi glaciali della sua donna; e C18, con la sua infinita bellezza, avrebbe fatto morire d’invidia tutte le donne che quel felice giorno avessero avuto la possibilità di ammirarla.

Sì, le cose sarebbero andate proprio così.

«Hai finito di guardarmi? Sono diversi minuti ormai che sei lì impalato!»

La bella donna-cyborg proferì le sue parole senza voltarsi. Teneva lo sguardo fisso davanti a sé, con gli occhi leggermente arrossati dalla ferocia del vento gelido che la stava attanagliando da chissà quanto tempo.

Crilin pensò sommessamente che il rossore degli occhi di lei era uno dei pochi residui di umanità che C18 ancora conservava.

«Scusami. Non volevo disturbarti.»

«Che sciocchezza! Non vedi che non sto facendo un bel niente?»

«Appunto! Una volta tanto che mi sembravi abbastanza quieta e rilassata avrei preferito continuare a vederti così.»

«Questa poi… allora, cosa c’è?»

«Che… che vuoi dire?»

«Semplicemente vorrei sapere perché sei venuto fin qui.»

«Avevo voglia di vederti.»

«Tutto qui?»

«Tutto qui.»

Il silenzio avvolse di nuovo le orecchie dei due giovani amanti. Solo il vento sembrava smorzare un poco quell’inquietante atmosfera gelida che era venuta a crearsi dopo la risposta di Crilin. Accidenti! Se Yamcha lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe trascinato a forza verso di lei pur di rompere definitivamente quell’imbarazzante muro di silenzio. Di nuovo gli sembrò che se davanti a lui in quel momento ci fosse stato Freezer, le sue gambe avrebbero tremato di meno. Assurdo! Possibile che l’amore dovesse fare tanta paura? Eppure lui era un guerriero, accidenti! Non era forte come la sua compagna, certo, ma di pericoli ne aveva affrontati parecchi! Ma perché, nonostante continuasse a ripetersi quelle parole, non riusciva ancora ad avanzare di un passo?

«In realtà, credevo volessi dirmi qualcosa. Ma, evidentemente, mi ero sbagliata.» proferì C18 liberando un sorriso ricco di amarezza e sarcasmo.

A Crilin si gelò il sangue: la sua donna aveva perfettamente ragione, accidenti! Lui doveva dirle qualcosa, ed era anche importantissima. Cosa avrebbe pensato di lui se non avesse trovato il coraggio dentro di sé di muovere quelle stupide gambe e avvicinarsi a lei per guardarla negli occhi e dichiararsi?

Chiuse gli occhi, e in poco meno di un secondo le fu accanto.

Lei lo guardò sorpresa, e forse un po’ accigliata. In realtà non sapeva bene cosa aspettarsi da quell’uomo dall’aspetto fanciullesco con cui da diverso tempo stava insieme. Faticava persino a capire bene cosa significasse davvero stare insieme: non che lei fosse una donna ingenua o affatto avvezza alle normali relazioni interpersonali, ma il suo essere cyborg l’aveva inibita non poco a livello affettivo, e sentiva dentro di sé crescere il dubbio che forse Crilin non provava niente di più per lei se non una semplice attrazione fisica, o, peggio ancora, pietà. Non era sicura di essere in grado di farsi amare: in fondo, lei di azioni riprovevoli ne aveva commesse non poche, e anche se quel giovane guerriero le aveva perdonato ogni cosa incolpando la mente perversa del dottor Gelo, lei sentiva crescere ogni giorno di più il senso di colpa per tutto ciò che aveva fatto. Covava dentro di sé rabbia e risentimento, ma ancora non riusciva a sopprimere del tutto la voglia di ricominciare da capo. Quando aveva preso a frequentare Crilin, credeva che lui sarebbe stato il suo riscatto morale, e che tramite il suo affetto si sarebbe gettata alle spalle l’ignobile passato che ancora non riusciva a dimenticare. Da un po’ di tempo stavano insieme: ma cosa significava per un cyborg stare insieme a qualcuno? Poteva esserci reciproca fiducia in un rapporto tanto squilibrato?

C18 pensava con rabbia e tenerezza a tutte le volte in cui avevano fatto l’amore: lei ci aveva creduto, e  lo aveva fatto mettendo in gioco tutta la passionalità e il sentimento che era riuscita a tirar fuori dai suoi circuiti metallici. E se tutto ciò, però, a lui non fosse bastato? E se, nonostante i suoi sforzi, Crilin non fosse mai riuscito a percepire in lei alcun calore umano? Era questo che il ragazzo era venuto a dirle? Voleva chiudere per sempre quel rapporto nemmeno mai pienamente concretizzato? Se lo sarebbe aspettato, dopotutto… e forse sarebbe persino riuscita a fingere indifferenza.

«In realtà, non ti eri sbagliata. Devo davvero dirti qualcosa.»

Strano, davvero strano. C18 ebbe l’improvvisa sensazione che il suo cuore stesse battendo all’impazzata. Eppure, per quanto ne sapeva lei, era persino possibile che un cuore, così come lo concepivano gli umani, non lo possedesse nemmeno.

Sospirò, perché non le rimaneva altro da fare, in tacita attesa che Crilin tirasse fuori dalla propria bocca tutto ciò che aveva da dirle.

«Ascoltami, io… cioè, tu… insomma, noi due, ecco… noi due stiamo insieme da un po’ di tempo, e… e… cavolo! Non credevo fosse tanto difficile, accidenti!»

«Che stai blaterando, Crilin? Sei venuto fin qui per farmi perdere tempo?»

«Ma no! Assolutamente no! Io volevo solo… volevo… oh, al diavolo!»

Il ragazzo si avvicinò alla sua amata ancora di più, fin quasi a sfiorare le labbra rosee della ragazza con le sue. Doveva farlo! Doveva tirare fuori tutto il coraggio che aveva in corpo. Temporeggiare ulteriormente avrebbe soltanto reso nervosi entrambi, e ciò sarebbe stato tutt’altro che positivo.

«Mi vuoi sposare?»

C18 alzò la testa di scatto. Il suo volto sembrava stralunato, e tutto nei lineamenti contratti del suo viso lasciava trapelare incredulità e stupore. Non parlava: il corpo della donna sembrava quasi raggelato.

Lo sconforto si dipinse nel volto già affranto di Crilin. Avrebbe dovuto aspettarsi una reazione del genere. Come aveva potuto sperare che C18 accettasse? Al diavolo i consigli di Yamcha! Il suo tentativo di convolare a nozze con la donna più bella che avesse mai visto era miseramente fallito.

Il giovane guerriero indietreggiò.

«Perdonami. Io… io ero venuto per dirti questo, ma capisco che forse ho azzardato un passo più lungo della mia gamba. Non importa!» proferì mostrando un sorriso dolorosamente forzato «Fa’ finta che io non ti abbia chiesto niente, d’accordo?»

«Si può sapere che razza di sciocchezze stai dicendo? Sei venuto qui per prendermi in giro?»

«Ma no, C18! Non era mia intenzione…»

«Allora perché ti sei rimangiato tutto? Prima mi chiedi di sposarti e poi mi dici “fa’ finta che io non ti abbia chiesto niente”? Se hai voglia di scherzare, sappi che hai sbagliato persona!»

«Cosa? No, aspetta! Non ti arrabbiare! Io… io dicevo sul serio, però… insomma, posso capire che tu magari non sei d’accordo e… be’, ecco… non volevo sembrare brutale.»

La ragazza avrebbe voluto tirare un pugno dritto nello stomaco al suo compagno. Un velo di stupore si dipinse sul suo viso angelico e confuso, e in un attimo le apparve chiaro che tra loro due doveva esserci stato un malinteso.

«Sai, zuccone? Sto facendo seriamente fatica a capire cosa diavolo ti stia passando per la testa. Vuoi sposarmi oppure no? Io ero seriamente convinta che tu fossi venuto qui per dirmi che volevi chiudere con me!»

«Cosa? Ma… ma sei impazzita, forse? Che ti è saltato in mente di pensare? Io con te sto benissimo! Sei una donna fantastica, la migliore in assoluto che io possa desiderare! Io… io ti amo, accidenti! E voglio sposarti… voglio sposarti davvero! Voglio vederti sfilare in abito bianco verso di me; voglio vederti sorridere sotto il candido velo che celerà parzialmente il tuo viso; voglio… voglio darti questo.»

Crilin prese dalla tasca dei propri pantaloni una piccola scatolina blu e la porse tremante alla sua amata.

C18 rimase per un attimo basita: aveva capito immediatamente di cosa si trattava, ma non le sembrava possibile che tutto ciò stesse davvero accadendo. Aveva vissuto nell’odio e nella brutalità praticamente quasi tutta la sua esistenza, e ora si ritrovava davanti a un uomo dolce e sincero che la chiedeva in sposa. Lui avrebbe dovuto odiarla, invece aveva avuto la temerarietà di innamorarsi di lei anche quando molti dei suoi amici lo avevano preso per pazzo.

La donna allungò le proprie mani verso il minuscolo contenitore blu, per poi stringere quest’ultimo in un palmo con estrema delicatezza, quasi a voler esaminare col tatto la consistenza di quel misero involucro. Lo aprì pochi secondi dopo. Tutto ciò che vide lì dentro bastò ad aprirle le porte del paradiso: l’anello argenteo contenuto nella scatolina rifletteva la luce accecante del sole, ma sembrava risplendere di luce propria, come un piccolo frammento di stella.

Ora avrebbe voluto urlarlo al mondo intero: era felice, realizzata, si sentiva finalmente una vera donna. La sua natura di cyborg sembrava improvvisamente seppellita sotto quella umana, e dopo tanto tempo aveva di nuovo l’opportunità di vantare una vita normale come quella di tutte le altre donne.

«Speravo ti piacesse, sai? Credo che indossato da te l’argento risplenda in maniera particolare.»

C18 avrebbe voluto dissimulare, o quantomeno tentare di fingere indifferenza: non era affatto abituata ad esternare i propri sentimenti, eppure in quel momento non riusciva proprio a trattenere le lacrime.

«Lo prendo per un sì?»

La bella cyborg gettò le braccia al collo al suo fidanzato. Dire cose superflue sarebbe stato inutile e poco gratificante per entrambi. Si limitò a piangere e a singhiozzare. Poi annuì con un cenno del capo.

 

***

 

La cerimonia si era conclusa da almeno un paio d’ore. C18 e Crilin se ne stavano da soli seduti sopra uno sperone di roccia che si affacciava sul mare. Il buio della notte nascondeva il candore dell’abito bianco di lei, e si confondeva con l’elegante giacca nera indossata dallo sposo. Se non fosse stato per quella falce di luna calante che brutalmente si stagliava contro il cielo, l’oscurità li avrebbe avvolti completamente, lasciandoli soli, in compagni di sé stessi e del loro affetto reciproco; ma quel minimo di luce bastò perché Crilin potesse scorgere appena gli occhi cerulei della sua novella sposa e contemplarli ad alta voce.

«Sai, C18? Non pensavo che avresti accettato davvero di nascondere il tuo viso sotto un velo durante la cerimonia, ma sono contento che tu l’abbia fatto.»

«Ah, sì? E perché mai la cosa ti renderebbe tanto felice?» chiese in tono ironico la donna.

«Perché è come se, almeno per oggi, tu avessi voluto riservare i tuoi bellissimi occhi solo per me.»

 

 

FINE

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice: approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare HopeGiugy! Hai indetto un contest coinvolgente e davvero ben organizzato.

Un bacio va anche a Nede, che ha realizzato il banner. 

Grazie di cuore!

 

9dolina0
   
 
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