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Autore: SmallTownGirl    02/01/2013    1 recensioni
Il titolo é tratto dalla canzone di Ed Sheeran.
-Sui muri c’erano solo i suoi quadri, cupi, come lei, nessuna foto, nessun ricordo, solo quei 5euro, regalo che le era stato fatto dalla sua amica d’infanzia quando se n’era andata dalla casa famiglia, dietro a quella banconota c’era scritto : Angelo mio vola.
Lei voleva veramente volare, volare via pero’.-
(tratto dalla FF)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE A TEAM 
(tratto dalla canzone omonima di Ed Sheeran)


E forse non stava pensando a niente, o forse stava solo pensando troppo.
Stava pensando a troppe cose, aveva la mente piena di stupide domande a cui non poteva dare una risposta e cosi aveva deciso di trovare un altro modo per non pensare più.
Chiudere solo gli occhi non gli bastava più, ogni volta che gli riapriva tutto era uguale, tutto era fottutamente lo stesso di quando li aveva chiusi.
Voleva morire, ma non non aveva il coraggio di prendere una corda e legarsela al collo, voleva sotterrasi per quello che aveva fatto.
Voleva solo che tutto in torno a lei svanisse, voleva provare un’ultima volta a sconnettersi dal mondo e sentirsi veramente viva.
Non era una ragazza semplice Nicole; era debole, gracile, ma aveva dei grandi sogni e degli occhi verdi pieni di speranza.
Amava, amava senza mezze misure, probabilmente era questo il problema, quando amava si sentiva protetta e dava tutta se stessa.
Aveva amato tante volte ed era sempre stato lo stesso copione, un ti amo detto solo per portarsela a letto.
E ogni volta la usavano, per qualche mese, poi lei diventava il vecchio giocattolo di cui liberarsi, e dopo l’ennesima notte nel suo letto loro semplicemente scomparivano lasciandola li sola, sola con se stessa e un grande vuoto da colmare.
Non aveva parenti, li aveva persi da piccola. Erano morti in un incidente stradale e da quel giorno e ogni giorno sempre più in Nicole era nato il costante bisogno di sentire qualcuno accanto a se, non voleva più sentirsi come quando era rimasta sola a casa per un giorno intero, prima che i servizi sociali la venissero a prendere dicendole cio' che era accaduto. Aveva poi vissuto in una casa famiglia,non avendo parenti prossimi, ma aveva vissuto bene fino a quando a 18 anni non l’aveva cacciata via.
Aveva solo qualche soldo, un diploma di liceo artistico e tanti sogni.
Sognava di poter cambiare il mondo con la sua arte, di incontrare un grande artista che l’aiutasse a decollare... ma aveva incontrato solo tanti bugiardi ed era finita a lavorare in un bar, nelle periferie di Parigi, e le mance se le guadagnava con magliette scollate e ammicchi a quei vecchi bavosi alcolizzati che sedevano al bancone.
Lei odiava la sua vita.
Odiava il fatto che tutti l'avessero usata e odiava il fatto di non essere mai più stata amata realmente dalla morte dei suoi. Voleva andarsene da quella stupida periferia che la bloccava, le tarpava le ali, voleva prendere la prima diligenza che la portasse il più lontano possibile, in un posto migliore, dove ci fosse posto per lei, anzi per la nuova Nicole, quella che con tutta se stessa stava cercando di far rialzare dalla cenere.
Un giorno, il giorno di Natale, lei era nella sua piccola catapecchia che ancora osava chiamare casa, si guardava intorno, niente albero, nessun regalo, nessuno con cui festeggiare, solo tanta solitudine.
Ai muri c’erano solo i suoi quadri, cupi, come lei, nessuna foto, nessun ricordo, solo quei 5euro, regalo che le era stato fatto dalla sua amica d’infanzia quando se n’era andata dalla casa famiglia, dietro a quella banconota c’era scritto : Angelo mio vola.
Lei voleva veramente volare, volare via pero’.
Bevve il suo caffé e poi guardando dalla finestra la neve che scendeva e le luci accese nelle case vicine si accorse che c’era qualcosa che non andava.
Corse in camera, non penso’, fece la valigia, prese da sotto il letto i pochi soldi che le rimanevano, prese il giaccone e usci’.
Arrivata in stazione guardo’ l’elenco delle destinazioni, c’erano cosi tanti posti da andare a visitare, voleva che fosse il destino a decidere, voleva che qualcuno o qualcosa le desse un segnale.
Era ancora intenta a guardare quel tabellone in cerca dell’illuminazione quando venne strattonata e le venne rubata la borsa, aveva tutto dentro quella borsa, i pochi soldi che le rimanevano, il suo cellulare, i documenti e quei 5euro.
Corse con tutta la forza che aveva in corpo per recuperare quel ladro e le sue cose ma fu tutto inutile.
Ora era li con una valigia con dentro solo 4 stracci e tanti sogni andati in frantumi ancora prima di essere pensati.
Aveva paura dannazione.
Cosa avrebbe fatto adesso.
Sarebbe tornata a casa, o a quello che era ecco un edificio a cui non osava dare quel nome...
NO.
Non voleva. Aveva ancora più paura del suo passato, anche se era più stabile di quello che al momento era un futuro ancora da scrivere, da scrivere senza penna né foglio pero’.
Decise di tentare.
Decise finalmente di volare, ma forse era la direzione sbagliata.
Il treno era in stazione, non aveva visto la destinazione, ma voleva scappare, aveva visto il controllore scendere, era sicura che non sarebbe risaluto, decise di salire.
Si sedette vicino ad un uomo, un uomo qualsiasi, il primo che aveva visto.
Non voleva viaggiare senza nessuno accanto, la cosa l’avrebbe fatta sentire ancora pù sola di quanto già non fosse.
L’uomo la guardo’, chiunque l’avrebbe guardata.
Era magra, occhi verdi che sembrano raccontare una vita intera con una sola occhiata, capelli color dell’ambra,lunghi fino alle natiche,con dei boccoli perfetti,un fisico invidiabile e nella sua semplicità estrema una ragazza fine e sexy allo stesso tempo.
Quell’uomo probabilmente si sentiva importante, perché lei aveva scelto di sedersi li, vicino a lui e non sull’altro sedile vicino a quello che aveva tutta l’aria di essere un modello.
Lei dal canto suo aveva vissuto tante storie con uomini mozza fiato che le avevano detto ti amo solo per il suo corpo.. non voleva accanto a lei un uomo cosi nel primo giorno della sua vera vita.
Si desette senza guardare il suo vicino, non voleva avere un contatto diretto con lui, voleva solo essere lasciata in pace.
Lui pero’ non le tolse gli occhi di dosso fino a quando non accade cio’ che sarebbe stato l’inizio della fine per lei.
Il controllore era li, non era sceso, lei aveva il cuore in gola ,aveva una paura indestrivibile, si stava per alzare e scappare, ma l’uomo accanto a lei la prese per la maglietta e la fece sedere.
Lei lo guardo’ per la prima volta, doveva avere 40 anni, era maturo, lei era solo una ragazzina, 21 anni a Gennaio.
Il controllore si avvicino’, l’uomo non lo lascio’ parlare e disse:” scusi, sa oggi sono saluto di tutta fretta sul treno e non ho fatto il biglietto, possono bastarle questi? e gli porse 50 euro, il controllore annui’, poi si rivolse a Nicole, a quel punto lei era diventata pallida, l’uomo porse al controllore il biglietto :” ecco il biglietto della signorina.
Dopo poco, lei ebbe il coraggio di parlargli :” perché l’ha fatto?”.
Lui non rispose, ma dopo poco fu tutto più chiaro, scopri’ che il treno era arrivato a destinazione e che essa era Parigi.
L’uomo la guardo’, la prese per mano e la condusse fuori dal treno, camminarano e nel frattempo lei senza sapere neanche perché lo stesse facendo, incomincio a raccontargli tutta la sua vita, cosa le era successo e perché era finita su quel vagone senza biglietto.
Lui la ascoltava senza fiatare, arrivarono ad una macchina.
Lei lo guardo’ :” beh, in che modo pensavi di potermi pagare il biglietto?”
Lei era sconvolta, cosa le stava chiedendo?
“Sali?”
Lei Sali’ senza capire il perché di quella azione tanto stupida e auto lesionista.
Arrivarono in un condominio, il più bel posto dove avesse mai messo piede, per Nicole era come essere arriva in un Hotel a 5 stelle anche se a una qualsiasi altra persona al mondo sarebbe sembrato solo un condominio carino e accogliente.
Arrivaro al quinto piano. Lui apri’ la porta.
Lei lo guardo’.
Non apri’ bocca, aveva capito cosa stava per accadere, o forse lo sapeva già da quando era salita su quella macchina, ma ora si era realmente resa conto che stava per concedersi ad uno sconosciuto, più vecchio di lei, solo per un biglietto del treno.
La spinse sul letto.
Fu terribile, non aveva mai fatto sesso,solo amore.
Senti’ un dolore terribile, ma non era fisico, era la sua mente che stava pensando che se quello era il primo giorno della sua vita, beh quella allora non era una vita degna di essere vissuta.
La notte sembrana interminabile e quell’uomo insaziabile.
Il mattino dopo lui era uscito per andare al lavoro.
Vicino al comodino c’era un biglietto: grazie per stanotte, ecco 100 euro per tutto. Non so se sarai ancora a casa quando tornero’ quindi per sicurezza addio. Alex.
Era nuda, nel letto di uno sconosciuto, con 100£ in mano ma aveva perso ma sua dignità.
Cosa aveva fatto?
Non poteva averlo fatto.
Chiudere gli occhi non sarebbe bastato per farle dimenticare questo.
Non sapeva cosa fare. Voleva scacciare via tutti pensieri, quella vergogna.
Ando’ in bagno e si lavo’. Cerco’ di togliersi la sporcizia di dosso, ma si accorse che era uno sporco diverso.
Non poteva leversi di dosso la notte prima.
Non poteva sperare che quel ricordo non le rimanesse impresso come prova di che cosa aveva fatto, di quello che era diventata : una prostituta.
Ando’ in camera, si rivesti’.
Accese la tele, non voleva andare via ora, non si sentiva ancora pronta, ma non voleva neanche rimanere in camera con quel silenzio che le lasciava tempo per riflettere, tempo che ora non voleva.
Accese su un canale a caso.
MTV, Ed Sheeran – The A team.
 
http://www.youtube.com/watch?v=UAWcs5H-qgQ
 
Vide quel video.
Ma non si limito’ a vederlo, lei lo guardo’.
Lo capi’, lo comprese, lo fece suo.
Vide quella ragazza, poteva essere lei... vide la sua vita scivolarle via di mano, come aveva fatto la sua.
Solitamente una canzone rimane qualcosa a se, qualcosa che si sente, che ci tocca, ci emoziona, ma una volta finito ecco che la nostra vita continua come se niente fosse, ebbene quel mattino quella canzone invece fece qualcosa di magico,succede di rado ma una canzone puo' fare realmente del bene, puo' cambiare una vita, puo' far riflettere a fondo come mai si era fatto prima. Nicole capi’ una cosa importantissima, capi’ che doveva amare se stessa prima di poter essere amata da qualcuno.
Finito il video, prese la sua valigia, usci’ da quella casa.
Ando’ in un bar, prese un caffé, chiese se volevano una cameriera, si fece anticipare la paga, e pago’ un motel per una settimana, nel frattempo cerco’ una casa in affitto.

Lavora ancora in quel bar, ha ancora quella casa in affitto ed é ancora single, ma ora ama se stessa.
 






The end.
Era tanto che non scrivevo. Questo video meritava una FF, ne meritava una e sicuramente migliore della mia. Ma accontentiamoci di questa per il momento.
Spero vi sia piaciuta. L’ho scritta con il cuore.
É deprimente lo so, ma mi piace cosi’.
E poi alla fine migliora no? 
  
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