"Perfettina del cazzo"
"Ma i vestiti gli rubi a tua nonna?"
"Secchiona"
"Non hai mai sentito la parola 'divertimento'?"
"Che palle stare con te, sei così noiosa"

Ecco quelli erano i commenti che sentivo tutti i giorni, dalla prima media. Questo era il mio secondo anno di liceo, ed era finalmente giunto al termine. Alla fine dell'estate avrei cambiato scuola. Ai miei genitori avevo fatto credere di voler cambiare scuola perchè mi trovavo male con i professori, i compiti, la lontananza da casa, ma il fatto che mi trovassi male con i miei compagni glielo avevo solo accennato.
"Amore, basta parlare per chiarire tutte le divergenze. Se vuoi invitiamo i tuoi amichetti a casa per un pranzo e potete fare la pace."
Ecco il tipo di consiglio che mi avrebbero dato. Pensavano avessi cinque anni. Non si sarebbero mai immaginati che la loro amata piccola figlioletta veniva spintonata, picchiata, derisa, insultata, umiliata. Loro non sapevano niente e mai avrebbero dovuto saperlo.
A scuola mi criticavano per come mi vestivo - da vecchia, secondo loro - mi criticavano perchè durante le lezioni seguivo, prendevo appunti, non chiacchieravo, perchè ero sempre molto prudente e responsabile, perchè non amavo rischiare, perchè mi piaceva studiare, perchè non mi piaceva il casino e la gente ubriaca delle discoteche.
Mi hanno sempre odiato per come ero fatta.
Se per piacere agli altri avrei dovuto cambiare, avrei cambiato.