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Autore: Shi_Yurei    03/01/2013    3 recensioni
Storia partecipante al contest: "l'oscura faccia del bene" di Alcyone_ (risultato non ancora uscito)
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“Nell’antica cultura greca Artemide era una tra le dodici divinità maggiori. Dea della caccia e della luna nuova. Attento, non è da confondere con Selene, la Dea della luna piena, Ecate, Dea della luna calante, e Siria, Dea della metamorfosi. Viene anche considerata protettrice delle partorienti, poiché secondo il mito aveva aiutato la madre a far nascere il gemello Apollo, sebbene personificazione dello spirito femminile indipendente, il cui valore non dipende da ‘con chi’ essa sta, ma da ciò che ‘è’ e ‘sa fare’, oltre ad essere libera e tremendamente vendicativa.”
Che potrà mai centrare questo con l’avvento di una nuova figura, che si rivelerà essere una parente del giovane Harry, comparsa improvvisamente nella vita di questo?
“il bene ed il male non esistono, come per la vera ‘luce’, vi è solo una scala di grigio più o meno chiara.” Ricordalo “Perché ogni fine simboleggia un nuovo inizio...”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Autore: Shi_Angel
Titolo: Novilunio
Lista 1: Harry Potter.
Lista 2: Lord Voldemort.
Lista 3: impulsiva, malinconica * naso alla francese, labbra color pesca.
Lista 4: Vampiro (OC)
è in grado di provocare sensazioni illusorie di sofferenza fisica di qualunque natura (Harry Potter).
è in grado di manipolare il fuoco (Lord Voldemort).
Eventuale Paring: Ron/Hermione(coppia solo nominata. Dura per breve periodo)
Rating: Arancione
Genere: generale, triste
Avvertimenti: What if? OOC  morte di personaggi secondari, presenza di sangue e violenza non descrittiva.
NdA: La storia parte dall’estate dopo il sesto anno.

♥ ♦ ♣ ♠

Capitolo 1 _ Al tramonto

Un lampo verde.
Fu ciò che vide. Prima d’osservare il mentore dei suoi ultimi sei anni, cadere dalla torre d’astronomia. Ancora ed ancora.
Il viso ora pallido, mentre con la mano gli scostava qualche candido capello dal volto; il corpo era ormai freddo.

Un lampo verde.
Il corpo sparuto del padrino scompare, assorbito dal velo. Lui può, ancora una volta, osservarlo negli occhi, mentre il tutto si svolge.

Un lampo verde.
Una piccola evoluzione aerea causata dal contraccolpo. Il corpo del ragazzo che l’accompagnava giaceva a terra, la bacchetta ancora stretta tra le dita. Un’altra volta, ancora faceva da inutile spettatore.
Il corpo freddo su cui piangeva appena arrivati in salvo, dopo l’attivazione della Passa Porta.

Ed in fine un ultimo lampo verde.
Nessuna immagine questa volta. C’era solo l’urlo disperato di sua madre che intonava il suo nome a perseguitarlo, in quel suono che pareva non avere fine.

♥♠~~~~♥♠

S’alzò a sedere di soprassalto, sudato, ansante e smarrito, fino a che non si ributtò sul letto biascicando un “Ancora, mi perseguitano ancora... alla fine s’è aggiunto alla lista anche lei professor Silente…” cercando di riprendere il normale battito cardiaco.

Mentre, fuori dalla finestra, un artiglio di luna osservava il ragazzo. Ma non solo. Guardava speranzosa l’ombra che avrebbe, finalmente, salvato quel ragazzo dalla solitudine e dai falsi legami.

♥♠~~~~♥♠

Il mattino trascorreva tranquillo. Il ragazzo moro da quando s’era svegliato, a causa dell’incubo, osservava il paesaggio uguale e monotono fuori dalla finestra.

L’avevano rispedito dai suoi parenti. Questi, saggiamente, non erano però stati informati degli ultimi avvenimenti. Continuavano semplicemente ad ignorare il ragazzo che rimaneva chiuso in camera sua o si recava al parco giochi lì vicino. Niente lettere, nessuna compagnia se non della sua fedele Edwige. Ma gli pareva che ormai tutti l'avevano come abbandonato, come se avessero voluto dimenticarsi di lui.

Nel primo pomeriggio si recò al parco. Anche i Dursley lo evitavano, se non dovevano fargli tagliare l’erba, lavare i piatti, pulire o altri lavoretti del genere. Ormai per le commissioni ed i pasti non si fidavano più da anni, per paura di venire avvelenati con qualche intruglio magico. Quel giorno aveva dovuto solo lavare i piatti, contenenti residui d’un pasto che non gli era nemmeno stato offerto.

Una volta arrivato nel parchetto vuoto occupò la sua solita altalena, rimuginando in silenzio per l’intero pomeriggio. Stranamente quel giorno non arrivarono bambini, genitori o ragazzi. Vi era solo il vento. Una lieve brezza che muoveva leggermente i giochi inutilizzati e l’erba tendente all’ocra.

Era il tramonto. Il sole si eclissava pigramente in un rosso cupo, come pochi se ne vedevano. Il moretto s’alzò stancamente per accorgersi successivamente d’una figura nera, indistinta, che s’avvicinava in contro luce.

“Ti ho trovato finalmente…” Era solo un sussurro femminile, ma si sentiva che il tono era stanco, felice, da cui si percepiva specialmente una profonda malinconia. Come se lo conoscesse, o ricordasse qualcuno a lei molto caro.

“Tu devi essere Harry, vero?” Continuò con tono un po’ più alto, ma sempre dolce, mentre pian piano la sua immagine andava definendosi.

Fece solo un cenno per risposta, magari l’avevano mandata quelli dell’Ordine.

La vide avvicinarsi. Era alta. Il portamento, così come i suoi movimenti, risultavano leggiadri, eleganti e sinuosi. Il cappuccio del mantello nero tirato sul capo, mentre la stoffa avvolgeva il corpo a seconda degli andamenti del vento.

Quando fu abbastanza vicina, ed il sole era completamente calato, poté osservarla meglio.

Sotto questi movimenti di stoffa si poteva distinguere un elegante, ma semplice e comodo, vestito lungo dello stesso colore del mantello, ma ornato da elaborati orli scarlatti e percorso d’arabeschi cremisi.

Il volto aveva un gradevolissimo taglio affusolato, quel tanto che bastava per darle un’aria superiore. Gli occhi, che spiccavano sotto le lunghe e folte ciglia, erano d’un profondo ed ipnotizzante color ametista, screziato di rosso, come il leggero cerchio scarlatto che contornava l’esterno dell’iride. Sopracciglia corvine e fini. Il naso alla francese e per finire le labbra, carnose al punto giusto, d’un caldo color pesca.

Senza alcun preavviso si ritrovò assalito. Gli era saltata addosso, circondandolo in un abbraccio caloroso ed inatteso, che fece irrigidire il ragazzo.

“Ringrazio la Luna che tu stia bene caro. Mi dispiace d’averci messo così tanto a trovarti. Mi dispiace davvero tanto tesoro.” Gli sussurrò lei rammaricata, ma con tono caldo e rincuorato che fece rilassare inconsciamente il moro tra le sue braccia.

Passarono diversi minuti nei quali il ragazzo si crogiolò nell’abbraccio affettuoso di lei. Quando improvvisamente si riscosse, scostandola improvvisamente da sé, scuotendo la testa in senso di diniego.

Cominciò a scappare verso Privet Drive n°4. Nella testa ancora scolpito il volto della donna. Gli faceva male ricordare anche solo lo sguardo confuso, triste, quasi straziato dal suo rifiuto. Ma non riusciva a levarselo dalla testa. Anche quando gli aveva rivolto un timido e dolce sorriso, che si rivelò però tirato dal dolore. Dicendogli poi che l’avrebbe trovata lì anche domani, al tramonto, guardandolo scappare, addolorata e malinconica.

Si sentiva in colpa per quello che aveva fatto. Non sapeva cosa fare. Non la conosceva neanche. Ma si sentiva tremendamente in colpa per come l’aveva trattata. Lei non gli aveva fatto nulla di male. Anzi!

Trascorse così tutta la notte, appollaiato sulla finestra ad osservare quell’artiglio di luna, con la mente completamente occupata da quella misteriosa donna. Rimuginando persino sulle sue parole; specialmente su quel “Ringrazio la Luna” che suonava strano e nuovo alle sue orecchie.

♥♠~~~~♥♠

Il giorno seguente fu stranamente tenuto occupato da una quantità considerevole di lavoretti, affidatagli dai suoi ‘carissimi’ zii. Ma riuscì a terminare, solamente, quando il sole cominciava la sua calma discesa.

Prese a correre verso il parco giochi, non capendo completamente nemmeno lui il motivo di tanta fretta.

Il tramonto accarezzava col suo colore aranciato e caldo tutto ciò che toccava nel parchetto. Non vi era nessuno, tranne quella figura femminile ammantata ancora in quel tessuto color pece. Gli rivolgeva le spalle, dondolandosi leggermente sulla ‘sua’ altalena.
Era strano.
Il modo in cui si dondolava gli ricordava tanto se stesso. Quel leggero movimento lo utilizzava inconsciamente, per consolarsi, quando ricordava i morti, immerso nel suo dolore.

Le faceva tenerezza. Era inspiegabile, ma percepiva come una certa affinità con quella donna. Gli veniva voglia d’abbracciarla per tirarla su da chissà quali sofferenze che aveva dovuto patire, e lasciare che lei facesse lo stesso.

Fece un passo verso di lei, senza rendersene conto, spezzando così un ramoscello. Quel piccolo rumore bastò a far puntare in un attimo quello sguardo d’ametista su di lui. Permettendogli di notare, a fatica, una minuscola scia ancora umida che le accarezzava il volto. Doveva essere sfuggita alla donna durante l’attesa.

“H-Harry, s-sei venuto allora, …”
Girandosi di nuovo verso il tramonto, per asciugare quel rimasuglio di scia.
“Scusami per ieri, non volevo certo metterti a disagio. Grazie per essere tornato. Ad essere onesta non pensavo saresti venuto.”
Si alzò dall’altalena, guardandomi con le labbra stirate in quel sorriso dolce, ma che mi sembra allo stesso tempo triste.

“Perché stavi cercando me? Ti manda l’Ordine, oppure...”

Per quanto il mio sesto senso mi dica di potermi tranquillamente fidare di lei, come non ho mai fatto con nessun’altro, mi allontano comunque di un passo e le parlo con cautela.
La vedo scuotere il capo in senso di negazione, per poi rispondermi in modo pacato e colloquiale.

“No, ti sbagli Harry, io non sto con l’Ordine, ma non sto nemmeno con i loro nemici. Io sto e starò sempre solo dalla mia e dalla tua parte.”

“C-Chi sei?”

Non si è mai tolta quel sorriso mesto dal volto. Nemmeno mentre s’abbassa il cappuccio, liberando i lunghi e fluenti capelli neri; che, partendo circa da un quarto dalla loro fine, si coloravano pian piano fino a divenire d’un color rosso sangue. Ma sapeva che non erano tinti. Continuò a guardarla mentre non mostrava alcun cambiamento, mentre cominciava a rispondergli.

“Che sciocca, mi sono fatta prendere dall’emozione e non mi sono nemmeno presentata. Il mio nome è Artemide Lilith Scarlet. Ti prego di chiamarmi pure Lilith. Amo anche il mio primo nome, ma temo che potrebbe risultarti più comodo utilizzare il mio secondo, essendo maggiormente breve…”
Il suo sorriso si spense leggermente, oppresso da uno sguardo triste e doloroso ma carico d’affetto. Mentre le mani andavano a stringersi, cominciando a torturarsi in movimenti nervosi, per via dell’agitazione.
“Harry, devo dirti ancora un paio di cose… so che non sarà facile d’accettare, però devo dirtele ora, prima di lasciarti andare, so che sarà difficile… ma io… vedi io… io sono tua parente. Per essere precisi sono… la madre, del padre, di tua madre Harry. M-ma, sfortunatamente, questo non è tutto. P-perché, vedi, io non sono una babbana o una strega…s-sono un vampiro. Mi sembrava corretto dirti tutto subito quindi….Lo so che sono parecchie cose da digerire. Ma, se vuoi, io domani sarò ancora qui, al tramonto, se vorrai ancora vedermi.”

Quando corsi via, come il giorno precedente, per tornare alla casa degli zii, lei non s’avvicinò. Rispettando il mio volere ed ogni mia eventuale scelta.

Sembrava avere paura. La foga con cui aveva cercato di prevenire l’eventuale rifiuto, dicendogli che era per essere corretta. Il fatto di dargli tempo per rifletterci, togliendogli anche l’imbarazzo del rifiuto, permettendogli in quel caso di non vederla più. Lo colpirono. Per una volta qualcuno era voluto essere corretto nei suoi confronti. Dicendogli la verità sin da subito. Dandogli una scelta, ma proteggendolo e rispettandolo anche in caso di rifiuto.

Quanti l’avevano fatto sin’ora? Quanti avevano messo lui, solo Harry, davanti a tutto?

Nessuno ecco chi. Lei era la prima. L’aveva lasciato andare, anche se si vedeva che era stata una cosa dolorosa per lei.

Però in qualche modo aveva ancora un legame. Ed il suo nome era Artemide Lilith Scarlet.


♥ ♦ ♣ ♠
…Continua…
♥ ♦ ♣ ♠




Angolo della Sadica Sanguinaria

Salve, eccomi con la mia prima long del fandom di HP.
Per chi si stesse chiedendo il motivo dello specchietto prima della storia è perchè questa fic partecipa al contest de "l'oscura faccia del bene" indetto da Alcyone_ (qui non so se ha lo stesso nome o meno) che m'ha autorizzato a cominciare a postarla anche se non è ancora uscito l'esito ^-^

Che dire... se vi sembra precipitoso il fatto che Artemide sveli queste informazioni tutte in un botto, è anche un misero tentativo di far intuire anche un pochino la sua impulsività (cosa che temo di non essere riuscita a far spiccare molto vistu che anche se la sua indole è originariamente impulsiva è sata costretta a controllarla fin da piccola come poi dirà^-^) in più vi ricordo Harry come reagisce a quando gli nascondono cose che lo riguardano u.u così spiattellandogli tutto gli ha permesso di scegliere.
Avventato, ma efficace u.u

Al momento non mi viene in mente nulla... purtroppo non ho ancora deciso all'incirca quale sarà il tempo d'aggiornamento e informo che sono 13 capitoli.

Detto ciò vi saluto. Statemi bene, alla prossima e spero che mi lascerete i vostri pareri, commenti ed impressioni in una recensione che vi ruberà solo qualche minuto del vostro prezioso tempo ^-^

Grazie ancora bye xXx


  
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