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Autore: Liveandlove    03/01/2013    2 recensioni
Di cos'hai paura? Di essere felice?
Aveva fottutamente ragione, ma l'orgoglio non mi permetteva di ammetterlo.
«...»
«Tu di cosa hai paura?» gli chiesi.
«Ho paura di perderti.» mi confessò lui.
E finalmente quando trovi l'amore e il modo per essere felice, non puoi.
Non puoi nemmeno combattere, quindi la frase "L'amore vince tutto" è solo una cazzata.
Genere: Commedia, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm scared to be happy


(One-Shot - 1)

 




Di cos'hai paura? Di essere felice?
Stappai violentemente il cappuccino alla vaniglia preconfezionato dello Starbucks e mi tuffai sul divano.
Le parole di Zayn continuavano a frullarmi in testa, perchè sapevo che aveva ragione.
Aveva fottutamente ragione, ma l'orgoglio non mi permetteva di ammetterlo.
Il display del mio IPhone si illuminò e cominciò a vibrare. Mi allungai per leggere il nome sullo schermo e risposi.
«Sono qui sotto, mi apri?» gracchiò la voce dall'altra parte del telefono.
«No, ti lascio lì sotto a crepare. Aspetta.» scherzai, per poi correre scalza sul pavimento gelido ad aprire il cancello dal citofono.
Appena poggiai i piedi sul termosifone sdraiata sul divano, sentì la porta dell'ingresso cigolare per poi richiudersi.
«Astrid?» mi chiamò l'ospite.
«Liam.» risposi quasi come se fosse un'affermazione.
Lo vidi spuntare dalla cucina per poi raggiungermi con un sorriso sicuro e rassicurante.
Posai il mio cappuccino e aprii le braccia come se fossi una bambina per chiedergli un abbraccio che lui non rifiutò.
Poggiando il mento sulla sua spalla ci strofinai su il naso e aspirai il suo profumo al cioccolato, come se fosse una droga.
«Come stai stellina?» mi chiese dolcemente, staccandosi e mettendosi seduto accanto a me.
Incontrai i suoi occhi color nocciola e ripensai alle parole di Zayn.
Distolsi lo sguardo e mi passarono per la mente ricordi e momenti passati con Zayn, pensai che forse potevo lasciarmi andare con lui.
Però avevo una fottuta paura di soffrire, di essere delusa e di ritrovarmi allo stesso punto di partenza.
E in più tutto questo sarebbe inutile, perchè presto tutto sarebbe finito.
Chiusi gli occhi e mi buttai inaspettatamente sul suo petto, dove lui mi accolse felicemente.
«Come dovrei stare?» sussurrai udendo il battito del suo cuore.
«Questo me lo devi dire tu. - sospirai - Sai che non ti chiederò niente e aspetterò che sia tu a raccontarmelo, se vuoi.» disse, calmo.
Sospirai e dopo qualche minuto di silenzio presi un respiro e parlai.
«Ha detto che ho solo paura. Ha detto che ho paura di essere felice, che però io mi merito di esserlo.
Mi ha promesso che lui non mi avrebbe mai fatto soffrire.
Ma so che tutto questo è fottutamente vero, ma non sono sicura del fatto che non mi farà mai soffrire,
perchè nulla dura per sempre e anche se involontariamente lo farà.
Perchè quando tutto questo finirà io soffrirò, anche se non sarà colpa di nessuno. Io lo so, e ho paura.» finii con voce tremante.
Mise le sue mani sulle mie fragili spalle e staccandomi dal suo petto mi guardò negli occhi.
«Come lo sai? Non so come andrà a finire, ma ti dico solo una cosa : rischia.
Astrid, per una volta corri il rischio di essere felice, perchè nessuno più di te se lo merita.
E quando tutto finirà sarai felice di esserti lasciata andare almeno una volta.»
Gli sorrisi timidamente, piena di gratitudine e lo abbracciai.
«Mangi ancora, vero?» mi domandò lui, con fare leggermente preoccupato.
«Ovvio, non sarei ancora qui sennò.» replicai con un tono di ironia.

Il giorno successivo, mi preparai pigramente per un'altra giornata all'università.
Il fatto di dover parlare con Zayn mi metteva leggermente in ansia, perciò presi posto lontana da lui.
Finite le lezioni decisi di andare al porto vicino all'università.
Mi sedetti su uno degli scogli per riflettere.
Il tempo era mite, vi erano poche nuvole per il solito tempo cupo di Londra.
Fissai il mare tempestato di onde, pulito e cristallino, poi chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suono irregolare delle onde e aspirai l'odore del mare.
Lasciai andare la mente ai ricordi migliori della mia vita e stranamente mi ritrovai a pensare anche a Zayn.
Come poteva esser entrato da così poco nella mia vita e averla stravolta?
«Astrid?» sentì una voce chiamarmi.
Sentì quella voce chiamarmi.
Sobbalzai sorpresa e aprii gli occhi.
Mi girai in direzione della voce e lo vidi proprio seduto accanto a me.
«Zayn.» gli risposi atona.
«Ti ho cercato ovunque, mi stavi evitando?» mi chiese dispiaciuto.
«Si.» risposi in un soffio, sincera.
Mi fissò con quegli occhi profondi e immensi come un pozzo e si passò la mano fra i capelli come sempre.
«Ti fidi di me?» mi chiese cauto.
«Penso di si.» risposi incerta.
«Pensi?» «Si, mi fido di te.» affermai.
Si accovacciò vicinissimo a me e posando due dita sotto il mio mento girò il mio viso in modo da far incontrare i nostri occhi.
«Sei sicura?» mi chiese, mettendo la sua mano liscia sulla mia guancia.
Annuì col capo e chiusi gli occhi impaurita ma felice allo stesso tempo.
Lo sentii avvicinarsi fino a sentire il suo fiato sul mio e alla fine le sue labbra si posarono sulle mie in modo dolce e soave.
Assaporai il suo sapore alla menta mischiato a quello alla liquirizia e quando le nostre lingue si sfiorarono, mi chiese l'accesso.
Mi lasciai andare totalmente, il cuore e la mente non ragionavano più e cominciai a perdere fiato.
Ormai al limite mi staccai e poggiai la mia fronte sulla sua, prendendo fiato.
«Posso chiederti perchè?» mi domandò lui, dopo aver aspettato che il mio respiro si regolasse.
«Vuoi davvero saperlo?» gli chiesi, nell'intento di fargli cambiare idea.
Lui annuì con veemenza sicuro ed io sospirai pronta a raccontargli la verità.
«Ho sempre evitato tutto questo non solo per paura, ma anche perchè sono affetta da una malattia fin dalla nascita. - mi girai verso il mare -
Molto semplicemente sono leucemica e fino al mese scorso soffrivo di annoressia.» raccontai sospirando.
Lo vidi sconvolto dalle mie parole e quando cercò di dire qualcosa lo fermai.
«Non iniziare a dire le solite stronzate che dicono tutti.
Non ti dispiacere, perchè io sono felice così e ti chiedo di non comportarti con me come se fossi malata,
ma di comportarti normalmente come sempre.» lo avvertii, sperando che ascoltasse le mie parole.
Vidi le sue iridi more con le sue sfumature verdi inumidirsi e percepii come una pugnalata al cuore.
«Ed è curabile o come nei film hai solo pochi giorni di vita?» mi domandò cercando di sembrare il più normale possibile,
ma io capivo che era solo una maschera e questo mi uccideva.
«È proprio come nei film.» affermai sospirando.
«Quanto? - lo anticipai - un mese. E dato che siamo a gennaio mancano circa trentun giorni. Potrò addirittura compiere vent'anni.» dissi cercando di sembrare felice.
«Perchè non me l'hai detto?» mi chiese come se avesse difficoltà a parlare.
«Così avresti cominciato a compatirmi? No grazie.» dissi quasi divertita.
«Quand'è il tuo compleanno?» mi domandò lui.
«Se vuoi organizzare una festa, il mio compleanno è il trentadue gebbraio.» risposi.
Sorrise leggermente però i suoi occhi non me la raccontavano giusta.
«Ti posso chiedere una cosa?» gli chiesi, pensierosa.
«Dimmi.» mi disse sorridendo.
«Tu di cosa hai paura?» gli chiesi.
Aspettai la sua risposta, ma non arrivò perciò mi girai verso di lui e lo guardai.
Lo fissai negli occhi cercando di leggere cosa gli passava per la testa.
«Ho paura di perderti.» mi confessò lui.
 

~

Zayn

7 Febbraio.
 
Stappai l'ennesima birra che mi ero portato nella borsa termica e guardai il mare che si estendeva sotto ai miei occhi.
Proprio quel mare.
Mi presi la testa fra le mani e pensai a tutte le cose che erano successe.
Avevo pensato molte volte di finirla, ma non sapevo se fosse la cosa giusta.
Era passata una settimana precisa.
Una settimana da quando ricevetti la chiamata.
Lei non aveva aspettato, aveva affrettato le cose buttandosi da questi scogli.
Non aveva detto niente a nessuno, ma io avevo capito eppure non avevo fatto niente.
Forse perchè non avrei sopportato di vederla su un lettino d'ospedale bianca cadaverica attaccata a centinaia di fili.
Forse perchè non avrei sopportato di osservare il display dei battiti cardiaci smettere gradualmente di fare quei 'bip' fastidiosi.
Avevo cercato di farle vivere un mese indimenticabile, sperimentando esperienze assurde.
Ci divertivamo come bambini, ma sapevo che tutto questo era destinato a finire.
Il giorno prima avevamo passato l'ultima giornata assieme e quella notte ci donammo l'uno all'altro.
Passai la notte più bella della mia vita.
Fu la prima volta in vent'anni che lei si donò a qualcuno.
La mattina si svegliò all'alba e mi lasciò un bigliettino con scritto : "Buongiorno! Sono andata a fare una passeggiata al porto. Ah, ti ho lasciato una cosa in cucina."
Ma non feci in tempo ad andare in cucina, che squillò il cellulare.
Era la polizia.
Mi comunicarono che un passante l'aveva vista buttarsi da uno scoglio senza poter fare niente e avevano trovato il suo cellulare sullo scoglio.
Così corsi e passando per la cucina notai una lettera che piegai e misi in tasca, poi mi catapultai al porto.
Dopo che la polizia finì le sue indagini verso il pomeriggio, mi appostai su uno degli scogli e aprii la lettera.
 
"Caro Zayn,
Stupido come inizio no? Beh, è stupido come questa lettera.
Prima di tutto ti volevo ringraziare sai,
sei riuscito a infiltrarti nella mia e sei riuscito a fare molto più di quello che io abbia fatto in vent'anni.
Sei riuscito ad aprirmi gli occhi e per la prima volta ho rischiato.
Forse non ho mai rischiato prima perchè non avevo mai pensato di poter arrivare ai vent'anni.
E adesso sono felice di aver rischiato per te e con te.
Ti ringrazio anche perchè mi hai fatto passare l'ultimo mese più bello della mia vita.
Pensavo di dover soffrire ed in effetti adesso in questo momento sto soffrendo.
Soffro per il fatto che ti devo lasciare, soffro per il fatto che finalmente ho trovato il modo di essere felice ma sarà per poco.
Vado via adesso, perchè non voglio che tu mi ricorda morta su un lettino d'ospedale.
Preferisco che tu mi ricorda viva e felice grazie a te. Si perchè tutto questo è grazie a te.
Se tu fossi qua mi diresti che saresti tu a ringraziarmi, e se vuoi veramente ringraziarmi devi andare avanti. ..."

 
Ormai avevo già il volto ricoperto di lacrime e non riuscivo più a leggere una parola.
Mi alzai di scatto passandomi violentemente la manica della felpa sul volto per asciugare le lacrime che mi ero tenuto per un mese.
Guardai il mare che mi aveva portato via colei che amavo.
Si, perchè io l'amavo, anzi l'amo e anche se sto facendo la cosa sbagliata almeno avrò la possibilità di rivederla.
Presi un respiro e mi alzai in piedi.
Arrivai fino allo scoglio più vicino al mare e urlai. Un urlo di disperazione.
Poi sussurrai «Astrid amore mio, sto arrivando. Non puoi chiedermi di andare avanti senza di te perchè non ce la farei.» e mi lanciai stringendo al petto la sua lettera.
Sentii il vuoto sotto di me e il vento passarmi fra i capelli.
Poi tutto nero, più nulla. 

 Capisci che è l'amore della tua vita quando la perdi, perchè senti di non poter più vivere senza di lei. 

  
 

Spazio Autrice.

 
La mia prima One-Shot!
Wollé! Ahah, la cosa della lettera penso che sia una cosa altamente patetica ma non poteva mancare, perciò l'ho lasciata a metà.
Inizialmente volevo finire con lui che leggeva la lettera intera, oppure che lui sopravviveva. Boh.
Comunque sia oggi è il mio compleanno :D I'm so happy for me!
I hope you like it, and enjoy it!
Comunque questa One-Shot è ispirata ad una storia su cui sto lavorando e devo ancora pubblicare.
E adoro il nome Astrid perchè è il nome di una mia amica e significa stella, in non so quale lingua.
Fatemi sapere :*
 
Yee ho fatto una One-Shot. AHAHA.



A. <3
  
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