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Autore: moni98    03/01/2013    0 recensioni
Tessa era una ragazza normale, come tutte le altre, finché una malattia le stravolse la vita. Per arrivare a destinazione Tessa sceglie tante vie sbagliate, finché non trova quella giusta, la via della sua vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 
Correva, come non aveva mai fatto nella sua vita. Un uomo, quasi un'ombra, la inseguiva. Era nero e fitto, ma allo stesso tempo trasparente. Non riusciva a vedergli il volto, ma doveva essere parecchio arrabbiato con lei per rincorrerla a quel modo. 
Più Tessa aumentava il passo, più lui si avvicinava minaccioso. Aveva iniziato seguendola mentre camminava per un prato, passando a correrle dietro in ogni sorta di luogo, fino ad arrivare in quel bosco fitto, buio e spaventoso. 
Eccolo, si sta avvicinando, lo sente, sente il respiro farsi sempre più vicino, quasi da avercelo addosso. Sente i passi avvicinarsi ai suoi. Sente la mano afferrare con forza il suo braccio. Sente la forza trascinala via. Non sente più niente.
Tessa si sveglia impregnata di sudore, all'inizio pensa ancora di essere nel bosco, pensa che l'uomo-ombra la stia trascinando da qualche parte ancora più orribile, per farle chi sa quali cose. Si mette di colpo seduta sul letto, accende la luce a forma di farfalla sul suo comodino, e ringrazia il cielo di essere nella sua adorata stanza.  
”Grazie Dio. Di questo me ne ricorderò.”
Sussurra con un fil di voce.
Guarda l'orologio, è mezzanotte. Una piccola bugia di mezzanotte ci sta. Tessa sa che se ne scorderà.  Così torna a sdraiarsi, riprende le coperte e le sistema come meglio può da quella posizione. 
Chiude gli occhi, ma non si addormenta subito, ripensa un po' all'incubo che ha vissuto qualche minuto prima, era così reale... 
”Tessa svegliati! Sono le undici e mezza!” 
Tessa apre gli occhi stordita.
”Mamma, è il penultimo giorno che posso dormire fino a tardi, lasciami stare.” 
”Hai ragione Tessa... Ma solo un'altro po'.” 
Così chiude gli occhi, ma non si addormenta di nuovo, resta immobile, e cerca di ricordare che sogno stesse facendo. Si concentra, ma è inutile non si ricorda.  Finalmente, dopo una buona mezz'oretta, si alza dal letto e barcolla fino al bagno. Si guarda allo specchio.  
”Cavolo ieri sera mi ricordavo più bella... E da quanto è spuntato questo brufolo? Tra un po' potrò giocare a ‘unisci i puntini’ sulla mia fronte.” 
Scende le scale. Eccola atterrare al pian terreno con un salto dal penultimo scalino. Gli fa male il fianco, si deve ricordare di non farlo più. 
In soggiorno c'è il papà John seduto, se così si può dire, sul divano. Sull'altro divano c'è suo fratello, Scott, anche lui, incredibilmente, più brutto di ieri. 
”Buongiorno!” 
Nessuno sembra sentirla. Odia essere ignorata. Così decide di entrare in cucina, lì c'è la mamma, quella che l'aveva svegliata.  
”Finalmente si è svegliata la mia bella addormentata!” 
Tessa la guarda con faccia scocciata.  
”Mamma, non fa ridere questa battuta, come te lo devo dire?” 
”Scusa se ogni tanto cerco di essere spiritosa...”
Ribatte ironica Rose. 
”So cosa regalarti per il tuo compleanno! Un libro di barzellette, DIVERTENTI. Grazie dell'idea mamma.”
La parola divertenti calcata in quel modo fa ridere Rose.  Tessa si siede davanti alla scatola di cereali, e cerca di scegliere quelli che hanno forme più starne, per poi mangiarli. La sua colazione finisce lì. Sei cereali dalle forme strane. Da qualche tempo non ha molta fame.
Squilla il telefono. Tessa non si muove della sua sedia. Ai due maschi di casa non sfiora neanche l’idea di potersi muovere dalla loro posizione, anzi alzano il volume della tv e maledicono il telefono. Così tocca alla mamma alzarsi, come al solito.  
”Pronto?” 
”Sono Alexia, è casa Walker?” 
”Ah, ciao Alexia! Sono Rose! Come va?” 
Tessa odia quando sua madre parla con le sue amiche, anche se a loro non sembra dispiacere.  
”Bene. Volevo chiedere se oggi posso dormire a casa tua, sai è da tanto tempo che io e Tessa non ci vediamo... Sono tornata ieri dalle vacanze e mi pia…” 
”Certo che puoi!”
La interrompe Rose.
“Da un po' di tempo è anche arrivata la nuova cameretta, e ci sono due letti, così potete dormire comode tutte e due!” 
”Grazie Rose!” 
”Di niente Alexia, allora ci sentiamo tra un po', ciao.” 
”Ok, ciao.” 
Il rumore del telefono che si chiude rimbomba rumorosamente nella testa di Tessa. È molto sensibile ai rumori in questo periodo. Anche Rose entra rumorosamente in cucina. “Alexia viene a dormire qua! Non sei contenta?” 
”Mamma, ti odio.”
Tessa guarda l'orologio sono le undici e quarantacinque. Una piccola bugia delle undici e quarantacinque ci sta. 
”Perché?” 
”E se io non volevo che restasse qui? Tu dovevi fare solo il ruolo della mamma e passarmi il telefono...“
Tessa sbuffa.  
Rose sbuffa.  
”Che bambina pignola che ho.”
Rose si avvicina le da un bacio e lascia la stanza per andare a ‘fare’ i letti per la notte. Tessa gli fa una linguaccia alle spalle.
Adora quei rari baci che gli da la mamma, così caldi, accoglienti, la fanno tornare bambina, quando andavano al parco, e giocavano tutto il giorno divertendosi e scordandosi del tempo. Non si è mai troppo grandi per i baci della mamma. 
Circa mezz'ora dopo bussano alla porta. Anche questa volta a nessuno viene in mente di poter alzarsi, e quindi tocca sempre alla mamma. Apre la porta, ancora chiusa a chiave, è Alexia. 
”Dove sta l'amore mio?“
Tessa odia la voce di Alexia quando cerca di essere seria. 
”È in cucina l'amore tuo, ma oggi sembra essere parecchio irritabile.“
”Impossibile, lei è sempre bravissima.“
Tessa comincia a irritarsi veramente, le da fastidio che Alexia parli con la madre. 
”Sicuramente!“
”Beh' io vado da lei allora.”
Corre da Tessa, la vede seduta sulla sedia, la abbraccia fortissimo. A Tessa fa sempre male il fianco, ma in quel momento una fitta lancinante, quasi come la stessero perforando. Fa finta di niente.
”Saliamo in camera tua? Rose mi ha detto che è arrivata la camera nuova, questo non me lo avevi detto! Voglio vederla!”
”Certo Alexia, basta che ti calmi e parli piano.”
”Come faccio a calmarmi? Non vedo il mio amore da più di due mesi! Odio andare in vacanza... Sono troppo lontana dagli amici!”
”Allora l’anno prossimo facciamo cambio! Tu passi le vacanze in questa casa, morendo di caldo, passando giornate intere sdraiata sul letto, osservando come paesaggio le innumerevoli macchie del muro, invece di stare sdraiata sulla sabbia guardando il mare. Mentre io faccio tutto quello che fai tu.”
”Fammi pensare... No!”
”Menomale che ero l’amore tuo!”
”Dai saliamo!”
”Ok!”
Lei e Alexia hanno sempre queste conversazioni molto profonde. Ma infondo le vuole bene.
L’uccellino fuori dalla finestra canta troppo rumorosamente per le orecchie delicate di Tessa.
La porta della sua camera si apre con un calcio da parte di entrambe. Un'altra fitta al fianco.
”Benvenuta nella mia camera!”
Lo urla fortissimo. Probabilmente in quel momento il padre e Scott avranno alzato il volume e maledetto Tessa.
”Carina!”
”Hai ragione, è proprio carina, ma devo decorarla ancora. Mi mancano i miei poster!”
”Secondo me è meglio senza quel Michael Jackson … Solo Johnny Depp mi manca!”
”Sei una scema! Tanto io li metto lo stesso i poster di Michael. Su una cosa hai ragione, Johnny manca anche a me.”
E le fa una linguaccia.
“Domani è domenica!”
”E Dopodomani lunedì!”
”Dopodomani si va a scuola!”
”Perché me l’hai ricordato?”
”Eh… finiscono le vacanze estive!”
Tessa cade per terra, sembra, per un momento, senza vita.
”Tessa!”
Apre gli occhi, Alexia la sta schiaffeggiando.
”Smettila!”
”Tessa sei viva!”
”Si sto bene, ho avuto solo un mancamento, sto bene.”
”Sei sicura? Vado a chiamare Rose?”
”No! Si preoccuperebbe troppo! Lascia stare, veramente, ora sto bene.”
Guarda l’orologio. Sono le due, una piccola bugia delle due ci sta.
”Ma ti è già capitato altre volte?”
”Alexia non voglio mentirti. Si, mi è successo un altro paio di volte, ma mi girava solo la testa, non sono mai svenuta. Ma ora sto bene.”
”Devi dirlo a qualcuno Tessa! Potrebbe essere una cosa seria.”
”Non voglio che si preoccupino troppo per me inutilmente. E’ solo una sciocchezza, passeranno tutti i dolori.”
”I dolori?”
Ops ha parlato troppo.
”Oh, niente.”
”Tessa!”
”Niente di che … mi fa un po’ male il fianco a volte. Ma non tantissimo.”
”Tessa!”
”Ok! A volte ho delle fitte molto forti al fianco, ma passeranno!”
”Oh Tessa … può essere grave! Dovresti dirlo a qualcuno.”
”-L’ho già detto a te.”
”Ragazze! A mangiare!”
Urla Rose dalla cucina.
”Non ho fame…”
”Tessa, ripeto, può essere grave.”
   
 
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